Una piccola riflessione su una pellicola che, a distanza di qualche anno, continua a dividere gli spettatori di cinema.
A mio parere questo film costituisce il segno più lampante della deriva pornografica alla quale siamo ormai soggetti negli ultimi anni: in questo caso si parla della pornografia della violenza. Di esempi di pornografia della violenza ne vediamo spesso in tanti film che descrivono meccanismi di tortura in modi sempre più realistici e insopportabili; questa pellicola si differenzia da queste altre unicamente per il fatto che parla di una figura, Gesù, che viene venerata da mezzo mondo.
Io non sono credente ma rispetto e amo questo personaggio per tutti gli insegnamenti morali che alla sua figura sono associati e che ritengo essere di fondamentale importanza per poter condurre un'esistenza giusta. Ritengo che questo film offenda profondamente la figura di Gesù e i credenti.
Si legge spesso il fatto che questa pellicola "è la rappresentazione più realistica della Passione di Cristo". Evidentemente ci si dimentica spesso che il cinema non è la realtà ma è un tipo di rappresentazione di essa: chi fa cinema dovrebbe tenerlo a mente e in questo caso Mel Gibson se n'è dimenticato del tutto. Il realismo non è un dettame di chi fa cinema perché il cinema dovrebbe filtrare la realtà come se fosse la fotografia di una fotografia.
Il problema di questo film è forse proprio questo: non è cinema, non c'è alcun momento di cinema in questa pellicola; è solo una carneficina, antisemita per giunta, senza alcun pregio, cinematograficamente parlando, e senza alcun rispetto per la figura di Gesù Cristo che, per alcuni di noi (paradossalmente non compreso il sottoscritto che sta qui a difenderla), è anche santa e sacra.
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