linda
|
venerdì 27 marzo 2020
|
bel film anche dopo 19 anni.
|
|
|
|
Sono passati ben 19 anni dall'uscita di questo film. Ero bimba quando vidi quella locandina così strana e allo steso tempo particolare, mi attraeva tantissimo. Nel 2020 ho finalmente visto "Le fate ignoranti" e nonostante alcune scelte stilistiche "vintage" le quali ad oggi fortunatamente nessun regista si sognerebbe di adottare, vero è che la contestualizzazione è elemento mentale fondamentale per poter vedere questi film prodotti un bel pò di anni fa,il film mi è veramente piaciuto. Stefano Accorsi e Margherita Buy di una bravura immensa, così dentro i loro ruoli che fa fatica pensare che stiano recitando e infatti più che la storia in sè colpisce la profondità, la delicatezza e l'eleganza con cui la trama viene sviluppata.
[+]
Sono passati ben 19 anni dall'uscita di questo film. Ero bimba quando vidi quella locandina così strana e allo steso tempo particolare, mi attraeva tantissimo. Nel 2020 ho finalmente visto "Le fate ignoranti" e nonostante alcune scelte stilistiche "vintage" le quali ad oggi fortunatamente nessun regista si sognerebbe di adottare, vero è che la contestualizzazione è elemento mentale fondamentale per poter vedere questi film prodotti un bel pò di anni fa,il film mi è veramente piaciuto. Stefano Accorsi e Margherita Buy di una bravura immensa, così dentro i loro ruoli che fa fatica pensare che stiano recitando e infatti più che la storia in sè colpisce la profondità, la delicatezza e l'eleganza con cui la trama viene sviluppata. Gli sguardi, i dialoghi, le emozioni sono così resi bene da sentire quasi la nostalgia di ciò...
Nostalgia di un cinema attento nello sfiorare l'anima degli spettatori.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a linda »
[ - ] lascia un commento a linda »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele 1968
|
venerdì 1 marzo 2019
|
molto bello
|
|
|
|
3,5 Visto in TV su iris, grande Ozpetek piu cast strepitoso, forte la delicatezza e la discrezione di mamma. però personalmente dal racconto pare strano che una donna come Antonia non si sia mai accorta di niente, non era la classica bonacciona, amara situazione quando scopre di essere incinta, un buon film, credo sia un mix di storie vere, però forse troppa carne al fuoco.
Bello il tipo che parte dal suo paese uomo e dopo anni deve ritornare come donna, penso che sia un racconto geniale in un film da produrre.
|
|
[+] lascia un commento a emanuele 1968 »
[ - ] lascia un commento a emanuele 1968 »
|
|
d'accordo? |
|
alejazz
|
mercoledì 6 febbraio 2019
|
l’omosessualità sempre più argomento di attualità
|
|
|
|
Antonia (M. Buy) e Massimo sono una coppia, senza figli per scelta, che anche dopo anni rivivono i momenti del loro corteggiamento e del loro amore. Purtroppo una fatalità porta Massimo via da Antonia; ella rovistando tra gli oggetti lasciati da Massimo rinviene un quadro, “La fata ignorante”, e mentre lo conserva scopre una dedica fatta da qualcuno…proprio a Massimo (una donna? una conoscente? un’amante?).
Per Antonia parte quindi la ricerca per capire di chi si tratta.
[+]
Antonia (M. Buy) e Massimo sono una coppia, senza figli per scelta, che anche dopo anni rivivono i momenti del loro corteggiamento e del loro amore. Purtroppo una fatalità porta Massimo via da Antonia; ella rovistando tra gli oggetti lasciati da Massimo rinviene un quadro, “La fata ignorante”, e mentre lo conserva scopre una dedica fatta da qualcuno…proprio a Massimo (una donna? una conoscente? un’amante?).
Per Antonia parte quindi la ricerca per capire di chi si tratta. Dopo colloqui, incontri, ricerche scopre che la persona che ha fatto la dedica vive in un palazzo, popolare e abbastanza fatiscente, situato nel quartiere Ostiense di Roma.
L’amara scoperta per Antonia è di sapere che l’amante di Massimo è….Michele (S. Accorsi); un uomo omosessuale innamoratissimo di Massimo che vive le giornate con tanti amici suoi con gli stessi orientamenti sessuali. Tra loro c’è anche Ernesto (G. Garko) che purtroppo è allettato causa vittima dell’HIV.
Alla fine Antonia e Michele erano coloro che amavano fortemente Massimo; se all’inizio c’è dell’astio tra loro (soprattutto da parte di Michele che ha dovuto vivere di nascosto, il rapporto tra i due si addolcisce a tal punto che Antonia è presente ai lunghi e popolosi pranzi a casa di Michele. Inoltre tra loro scatta qualcosa che porterà a scambiarsi effusioni e qualche bacio.
Ozpetek realizza un ottimo lavoro con “Le fate ingoranti”. Riesce ad affrontare un tema che oramai ai giorni nostri sta diventando sempre più attuale e lo fa magistralmente e con particolare bravura. Innanzitutto buona la scelta di Accorsi e Buy come coppia per governare la maggior parte dei dialoghi. Da un lato ho capito che Accorsi sa essere un attore bravo e completo perché oramai riesce a recitare qualsiasi ruolo sempre ad alto livello; dall’altro c’è Buy che con le sue interpretazioni ci ha abituato a vedere un personaggio che si sente forte ma è debole. Si tratta di una sua particolarità che può diventare scontata ma la rende unica e perfetta per questi personaggi dove l’introspezione psicologica influenza il personaggio.
Cosa mi è piaciuto:
-
colonna sonora
-
scelta cast
-
interpretazione dei 2 protagonisti
-
trama e soggetto
Cosa non mi è piaciuto:
Consigliata la visione a pubblico con 16+
[-]
|
|
[+] lascia un commento a alejazz »
[ - ] lascia un commento a alejazz »
|
|
d'accordo? |
|
greatsteven
|
lunedì 30 ottobre 2017
|
la coppia buy-accorsi è d'una stupenda naturalezza
|
|
|
|
LE FATE IGNORANTI (IT, 2001) diretto da FERZAN OZPETEK. Interpretato da MARGHERITA BUY, STEFANO ACCORSI, GABRIEL GARKO, ERIKA BLANC, ANDREA RENZI, SERRA YILMAZ, FILIPPO NIGRO
Antonia e Massimo sono sposati da quindici anni e si possono definire con assolutezza una coppia felice della borghesia romana. Ma un giorno accade l’irreparabile: Massimo rimane vittima di un incidente stradale mentre sta per rispondere al cellulare squillante e muore. Sconvolta e sconfortata, Antonia si rinchiude nel suo dolore e non riesce a riprendersi, e l’aver in casa una madre invadente e oppressiva e Nora, una cameriera filippina che tappezza la villa sua e del defunto marito di santini e immagini religiose in ricordo del padrone morto, non le sono certo di aiuto.
[+]
LE FATE IGNORANTI (IT, 2001) diretto da FERZAN OZPETEK. Interpretato da MARGHERITA BUY, STEFANO ACCORSI, GABRIEL GARKO, ERIKA BLANC, ANDREA RENZI, SERRA YILMAZ, FILIPPO NIGRO
Antonia e Massimo sono sposati da quindici anni e si possono definire con assolutezza una coppia felice della borghesia romana. Ma un giorno accade l’irreparabile: Massimo rimane vittima di un incidente stradale mentre sta per rispondere al cellulare squillante e muore. Sconvolta e sconfortata, Antonia si rinchiude nel suo dolore e non riesce a riprendersi, e l’aver in casa una madre invadente e oppressiva e Nora, una cameriera filippina che tappezza la villa sua e del defunto marito di santini e immagini religiose in ricordo del padrone morto, non le sono certo di aiuto. Finché Antonia, che di professione fa il medico, non scopre, in un cassetto della casa, un incartamento contenente un quadro denominato La fata ignorante, dietro al quale v’è una dedica che fa capire alla donna che il consorte aveva un amante. Scartabellando fra i suoi documenti, Antonia scopre l’indirizzo a cui abita l’amante del marito scomparso, e viene a sapere che di cognome la persona da lei cercata si chiama Mariani, e per lei è logico pensare che si tratti di una signora, o signorina, Mariani. Ma Mariani è in realtà un uomo, Michele, che dorme di giorno per lavorare di notte ai mercati generali nella sezione ortofrutticola. La prima reazione della dottoressa, nuovamente disillusa e incattivita, è di rabbia, ma in seguito per lei si apre un mondo dapprima sconosciuto: entra a far parte della comunità multirazziale e polisessuale di cui era membro il suo stesso marito e di cui naturalmente è membro pure Michele, formata non soltanto da gay. Antonia, agiata borghese e laureata in medicina, conosce persone che non avrebbe mai lontanamente immaginato di poter incontrare e cresce a livello interiore e sentimentale, instaurando con Michele in particolare un difficoltoso e travagliato rapporto che non si tramuterà mai in amore, ma gioverà ad entrambi per conquistarsi a vicenda e a fatica una stima reciproca. Infine, dietro invito di un componente israeliano della comunità, Emir, Antonia annuncia ai nuovi amici che parte per Amsterdam con lui, ma in realtà serba con Emir il segreto che, in Olanda, ci va sola. È un film profondo e malinconico, ma non triste e che soprattutto non induce a rese di nessuna sorta: espone i suoi migliori significati abbattendo i baluardi dei pregiudizi e specialmente senza esprimere giudizi né positivi né negativi sull’omosessualità e altre forme di diversità da una società che emargina i "diversi", costretti ad una vita ritirata ma orgogliosi del fato di essere speciali. È, sopra ogni cosa, un film di attori: l’accoppiata Buy-Accorsi, apparentemente così improbabile ed inefficace, dà alla pellicola l’acqua della vita, con la prima che trova un modo suadente ed efficiente nel superare il dolore ed elaborare il suo terrificante lutto e il secondo che vede minarsi dal di dentro le sue certezze in argomento sessuale. Quanto alla Buy, alla faccia di tutti i suoi detrattori che le rimproverano di interpretare da più di vent’anni lo stesso personaggio, la troviamo qui decisamente maturata dai tempi di Maledetto il giorno che t’ho incontrato (Carlo Verdone, 1991) e capace di sostenere la prova drammatica che sta con costanza sul filo del rasoio di una vedova che riscopre la gioia di vivere accogliendo dentro di sé un bagaglio di conoscenze fondamentali di cui capisce pian piano l’importanza benefica e sollevatrice. Accorsi, dal canto suo, reduce dal bel Radiofreccia (Luciano Ligabue, 1998), offre una perfomance eccellente inventandosi un personaggio anticonformista ma non sicuro al 100% della natura che si illude di conoscere fin dalle radici primordiali, imparando molte più cose su sé stesso dal raffronto con la donna con cui divideva il compagno per lui e il marito per lei. Ma anche al resto del cast non vanno risparmiate lodi debite e significative: G. Garko interpreta sotto le righe Ernesto, l’omosessuale costretto a letto con la flebo perché infetto dal virus HIV e convinto che il suo fidanzato Emanuele sia ancora vivo e lo abbia spudoratamente abbandonato, quando in realtà i suoi amici, per risparmiargli una sofferenza, gli tengono celata al sua morte, risalente all’anno prima; S. Yilmaz, l’amministratrice turca in sovrappeso del condominio in cui vive la comunità al completo, donna di mondo, pragmatica e dotata di un’intelligenza rozza ma al tempo stesso perspicace; F. Nigro, lasciato un po’ troppo in disparte, nelle vesti di Riccardo, l’impiegato d’ufficio anch’egli gay; ed E. Blanc nel ruolo di Veronica, il transgender che è diventato da uomo donna e che vuole, senza troppa convinzione, tornare al suo paesino natale per avvertire i suoi genitori, ancora ignari dell’operazione chirurgica che ha fatto cambiar sesso al figlio. Ozpetek dirige il traffico abbinando con calma sapienza i contributi tecnici a quelli artistici e sortendo come esito un’opera drammatica che non genera tensione e non fornisce risposte alle numerose domande che pone su temi di rilevanza implacabile, ma racconta una storia di perdizione, riavvicinamento e riscossa che costituisce probabilmente il primo esempio, nel cinema italiano, di una pellicola che affronta una materia narrativa così delicata e scottante con un cipiglio straordinariamente pacato, lucido, veritiero e scevro di qualsiasi manierismo. Il leitmotiv ricorrente, come si evince già verso la metà della proiezione, è il segreto nascosto e mai svelato, o meglio, svelato con eccessivo ritardo, ma c’è anche il paragone metaforico del bicchiere che, se cade di mano durante un brindisi o mentre si sta sorseggiando una bevanda, si rompe, vuol dire che un’amicizia o un amore si infrange. Quando casca di mano a Michele, rotola per terra senza rompersi, mentre lui pensa ad Antonia che sta per imbarcarsi all’aeroporto sul velivolo diretto ad Amsterdam. Chi ha orecchie per intendere, intenda: o sarebbe meglio asserire, in questo caso, chi ha occhi per vedere, veda, oppure, chi ha cuore per comprendere, comprenda? La nostalgia ivi presente è ben bilanciata da una manciata consistente di pathos travolgente e da un clima che tiene in modo continuativo l’intero cast sotto una coltre di parca freddezza per consentire ad ognuno di tirar fuori da sé il meglio in un coacervo di interpretazioni che completano un quadro davvero ammirevole, capace di veicolare una morale alla portata quantomeno degli spettatori più sensibili, ma comunque in grado anche di intenerire i cuori più coriacei e alieni alle emozioni perché fa subito capire la sua natura di panegirico, fortunatamente non indiscriminato né reiterato, della natura umana nelle sue sfumature meno comuni e più autentiche, vitali, eccelse e catalizzatrici. Centodieci minuti di umanità che viene profusa al pubblico a piene mani senza il bisogno di ricorrere a ricattarlo con sensazioni falsate, il che rende merito ad Ozpetek e gli permette una definitiva consacrazione con Le fate ignoranti, un punto d’arrivo cui nel corso degli anni, come abbiamo visto, il regista straniero lavorante in Italia ritornerà coi suoi opus successivi affidando poco a poco il suo talento fuori dall’ordinario, come fuori dall’ordinarietà sono anche i personaggi curiosi e adorabili che il film in questione narra lasciando a ciascuno uno spazio espressivo che ne esalta la personalità più genuina.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a greatsteven »
[ - ] lascia un commento a greatsteven »
|
|
d'accordo? |
|
aquilareale4891
|
lunedì 19 dicembre 2016
|
un lavoro perfettamente compiuto.
|
|
|
|
Alcuni legami vivono dentro di noi con la rassegnazione di chi non ha né il coraggio né la voglia di darsi un’occasione di vita diversa e probabilmente migliore, eppure sono forti come la pietra, caldi come le vampe d’un alto incendio. Dare loro un’apparenza significherebbe esporsi al giudizio di chi non può comprendere le fragilità dell’uomo, reo di scoperchiare gli impulsi e le emozioni, che fanno troppo male se messi a tacere per lungo tempo.
Il racconto di Massimo e di Antonia (Margherita Buy), coniugi amanti moderatamente felici, corre su un filo sottilissimo che mai riesce a spezzarsi ma che, tuttavia, s’incrocia nel viluppo di una matassa il cui srotolamento sbroglia una complessa trama di rapporti tanto scioccanti quanto semplici e delicati, fino a condurre la protagonista a un ripensamento della propria esistenza, per vero mai messa sotto inchiesta.
[+]
Alcuni legami vivono dentro di noi con la rassegnazione di chi non ha né il coraggio né la voglia di darsi un’occasione di vita diversa e probabilmente migliore, eppure sono forti come la pietra, caldi come le vampe d’un alto incendio. Dare loro un’apparenza significherebbe esporsi al giudizio di chi non può comprendere le fragilità dell’uomo, reo di scoperchiare gli impulsi e le emozioni, che fanno troppo male se messi a tacere per lungo tempo.
Il racconto di Massimo e di Antonia (Margherita Buy), coniugi amanti moderatamente felici, corre su un filo sottilissimo che mai riesce a spezzarsi ma che, tuttavia, s’incrocia nel viluppo di una matassa il cui srotolamento sbroglia una complessa trama di rapporti tanto scioccanti quanto semplici e delicati, fino a condurre la protagonista a un ripensamento della propria esistenza, per vero mai messa sotto inchiesta.
L’improvvisa morte del marito sconforta Antonia che tenta di aggrapparsi invano alla cinica figura materna. Un giorno, per caso, s’imbatte in un dipinto che reca sul telaio la firma dell’amante di Massimo e, benché l’appresa notizia, pesante come un macigno, traduca un’ulteriore sofferenza, la curiosità presto la conduce a ricercare quella donna.
La scoperta, però, si rivela più disarmante delle aspettative. È Michele (Stefano Accorsi) l’amante di Massimo, un ragazzo semplice e disinibito, che pure, nella sapiente e ben gestita evoluzione della pellicola, troverà uno spazio aperto per alimentare un sentimento nuovo, inatteso, fatidico, all’interno del quale Antonia potrà comporre una nuova grammatica di emozioni.
Il regista turco dirige e allestisce un’opera che ha l’arroganza di costruire una frotta di personaggi dai diversi e colorati pigli, ognuno portatore di una sana e brillante spontaneità, nelle note amorevoli e mai scontate di un contesto che risuona familiare e privo di rigori formali (lo si intuisce in una forse dissoluta rappresentazione orgiastica), all’insegna di un valore, l’amicizia, ritenuto il collante del film. Le musiche, poi, in prevalenza appartenenti al compositore italiano Andrea Guerra, sono azzeccate perché valorizzano a puntino la bellezza, intesa anche quale tragicità, dei momenti raccontati.
Insomma, solo plausi a questa storia che, senza mezzi termini, strappa le etichette della società, regalando anche allo spettatore più composto un prodotto cinematografico, non a caso ritenuto di interesse culturale, meritevole di totale apprezzamento.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aquilareale4891 »
[ - ] lascia un commento a aquilareale4891 »
|
|
d'accordo? |
|
emanuele r.
|
lunedì 29 agosto 2016
|
film davvero eccellente
|
|
|
|
Una donna sposata perde il marito, investito da un'auto, così cade in depressione. Dopo il ritrovamento di un dipinto che gli apparteneva, comincia a sospettare che egli avesse un'amante segreta, ma quando va all'indirizzo scritto, non vede ciò che si aspettava, così farà amicizia con chi non si sarebbe mai aspettata di incontrare. Davvero un ottimo film, con grandi emozioni e che tratta diverse tematiche, in chiave ironica e non solo, con un pizzico di fantasia e di serietà. I personaggi hanno delle caratterizzazioni ben articolate, ognuno con la sua storia. Davvero un bel film per raccontare un universo nascosto, ma che esiste da sempre.
|
|
[+] lascia un commento a emanuele r. »
[ - ] lascia un commento a emanuele r. »
|
|
d'accordo? |
|
giuliana li vigni
|
giovedì 28 luglio 2016
|
i 2 volti del dolore comune
|
|
|
|
Ferzan Ozpetek non si smentisce e non delude mai, neppure quello minore (sempreché esista).
Dietro l'incontro fra le due persone acomunate dall'amore per lo stesso uomo dalla doppia personalità, Antonia etero e Michele omosessuale, si nascode un microcosmo di disperazione e sofferenza fisica e morale, a cui Antonia si avvicina titubante ma in realtà molto, ma molto più forte di tutti loro.
E' l'unica ad uscirne, forse temporaneamente, ma in realtà rafforzata profondamente lasciando alcuni di loro, Michele in testa , destabilizzati sia nei loro sentimenti sia per ciò che concerne la loro vera identità psico-sessuale con tutta la soffernza che per loro ne consegue.
Emir, di cui uno dei ragazzi gay si innamora a tal punto da voler condividere con lui tutto ache il rischio dell'AIDS, si invaghisce di lei e Michele, nell'ultima inquadratura, resta solo e sconsolato per avere perso il suo punto d'appoggio con cui ha scoperto un feeling che travalica qualsiasi identità sessuale ed il suo sorriso è indice di un doloroso interrogativo.
[+]
Ferzan Ozpetek non si smentisce e non delude mai, neppure quello minore (sempreché esista).
Dietro l'incontro fra le due persone acomunate dall'amore per lo stesso uomo dalla doppia personalità, Antonia etero e Michele omosessuale, si nascode un microcosmo di disperazione e sofferenza fisica e morale, a cui Antonia si avvicina titubante ma in realtà molto, ma molto più forte di tutti loro.
E' l'unica ad uscirne, forse temporaneamente, ma in realtà rafforzata profondamente lasciando alcuni di loro, Michele in testa , destabilizzati sia nei loro sentimenti sia per ciò che concerne la loro vera identità psico-sessuale con tutta la soffernza che per loro ne consegue.
Emir, di cui uno dei ragazzi gay si innamora a tal punto da voler condividere con lui tutto ache il rischio dell'AIDS, si invaghisce di lei e Michele, nell'ultima inquadratura, resta solo e sconsolato per avere perso il suo punto d'appoggio con cui ha scoperto un feeling che travalica qualsiasi identità sessuale ed il suo sorriso è indice di un doloroso interrogativo...
Trovo questo film una grande radiografia dei sentimenti e dei turbamenti umani
[-]
|
|
[+] lascia un commento a giuliana li vigni »
[ - ] lascia un commento a giuliana li vigni »
|
|
d'accordo? |
|
fabio57
|
giovedì 14 aprile 2016
|
buono
|
|
|
|
Confesso che prima di questo film non conoscevo il regista ed è stata una bella scoperta.Ozpetek è dichiaratamente omosessuale e questo tema ricorre quasi sempre nei suoi lavori.In questo film scandaglia proprio questo aspetto dell'animo umano,attraverso la scoperta accidentale di una vedova,che volendo conoscere l'amante del suo defunto marito, scopre che costui è un uomo.Così le si apre uno scenario completamente nuovo, verso il quale prima è diffidente ma poi ne resta affascinata.Buy è brava come sempre e Occorsi è in questa prova abbastanza convincente.
Da vedere
|
|
[+] lascia un commento a fabio57 »
[ - ] lascia un commento a fabio57 »
|
|
d'accordo? |
|
aristoteles
|
domenica 3 gennaio 2016
|
la terrazza più frizzante del mondo.
|
|
|
|
Ho visto quasi tutti i film di Ozpetek e questo è sicuramente uno dei migliori,personalmente quello che ho apprezzato di più.
Il regista sforna uno prodotto di grande eleganza e raffinatezza.
È vero che Ferzan in ogni sua pellicola ci "piazza" la tragedia di fondo (in questo caso un incidente stradale con doppio rimbalzo della vittima) e omosessuali (qui in abbondanza) però questo è il caso in cui utilizza ambedue le consuetudini con intelligenza e maestria.
Senza l'incidente la borghese Antonia (bravissima Buy) non avrebbe scoperto la vita parallela del marito e sopratutto senza gay quella terrazza non sarebbe cosi' colorata,divertente,affascinante, piena di vita.
[+]
Ho visto quasi tutti i film di Ozpetek e questo è sicuramente uno dei migliori,personalmente quello che ho apprezzato di più.
Il regista sforna uno prodotto di grande eleganza e raffinatezza.
È vero che Ferzan in ogni sua pellicola ci "piazza" la tragedia di fondo (in questo caso un incidente stradale con doppio rimbalzo della vittima) e omosessuali (qui in abbondanza) però questo è il caso in cui utilizza ambedue le consuetudini con intelligenza e maestria.
Senza l'incidente la borghese Antonia (bravissima Buy) non avrebbe scoperto la vita parallela del marito e sopratutto senza gay quella terrazza non sarebbe cosi' colorata,divertente,affascinante, piena di vita.
Un film intelligente, contro le ottusità e il bigottismo accompagnato dal più vero dei sentimenti che non è l'amore ma piuttosto l'amicizia.
Tutto il cast a livelli soddisfacenti,con Stefano Accorsi "Stronza" al punto giusto ma che condivide Antonia un profondo dolore.
Se non l'avete mai visto,dovreste rimediare.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a aristoteles »
[ - ] lascia un commento a aristoteles »
|
|
d'accordo? |
|
deniseee
|
venerdì 11 aprile 2014
|
ma quanti"ignoranti"senza"fate"ci sono in giro...
|
|
|
|
La conferma più grande che ho avuto da Le fate ignoranti,è che non bisogna credere che qualcosa non ci piaccia pur non conoscendolo!
Sono contenta di averlo visto adesso che sono grande,e non hai tempi... Credo proprio che non avrei saputo cogliere la delicatezza di questo film,la positività nell'accettazione del diverso da noi e di tutti i colori e le sfumature che la vita mette davanti al nostro cammino! Inutile che mi soffermi sulla bravura degli attori,sono stati fantastici!
E poi è veramente godibile,veloce... Proprio bello,non me l'aspettavo!
|
|
[+] lascia un commento a deniseee »
[ - ] lascia un commento a deniseee »
|
|
d'accordo? |
|
|