La città incantata |
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Un film di Hayao Miyazaki.
Con Rumi Hiiragi, Mari Natsuki, Miyu Irino, Bunta Sugawara.
continua»
Titolo originale Sen to Chihiro no Kamikakushi.
Animazione,
Ratings: Kids,
durata 125 min.
- Giappone 2001.
- Lucky Red
uscita venerdì 1 luglio 2022.
MYMONETRO
La città incantata
valutazione media:
4,46
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Quando la poesia incontra l'animazione...di laurence316Feedback: 27173 | altri commenti e recensioni di laurence316 |
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martedì 8 luglio 2014 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Do 5 stelle perché è il massimo consentito dal sito, ma il film ne meriterebbe 10-100-1000, è fantasioso, magico, visionario, di una ricchezza figurativa irraggiungibile, tutta ottenuta rigorosamente con l'animazione tradizionale e perciò con il disegno a mano, che utilizza la CGI solo per le scene più complesse e comunque sempre come aiuto e mai come tutto, facendo dello Studio Ghibli l'unico studio d'animazione al mondo che utilizza ancora questi metodi. La città incantata è un prodotto di questa fiera opposizione di Miyazaki al computer e infatti supera per qualità grafica del disegno e per l'enorme trasporto che riesce a creare (anche grazie alle grandiose musiche di Hisaishi) qualsiasi film d'animazione occidentale. E' un film magico, che conduce per mano lo spettatore in un mondo fantastico popolato da figure geniali (Kamagi, il gigantesco neonato Boh, il senza-volto, il dio del fiume inquinato...), fortemente influenzate dallo shintoismo, che diventano metafore anche piuttosto evidenti della distruzione e della inguaribile avidità dell'uomo, capace di inquinare mari, esiccare fiumi, distruggere piante, ma anche il mondo degli spiriti purtroppo non è incontaminato e anche qui molti agiscono per avidità e sete di potere, tutti tranne Chihiro, la bambina protagonista, che da viziata e piagnucolona ragazzina costretta a cambiare casa e lasciare gli amici diventa l'eroina del film, cosa che si ripete spesso nei film del Maestro dove la figura femminile è quasi sempre al centro e mai marginale, l'unica guidata dai veri sentimenti, dalla voglia di vivere, che si dimostra molto meglio di tutti gli altri, persino dei suoi stessi genitori che a causa della loro ingordigia vengono trasformati in maiali. NESSUNO è ormai più in grado di creare CAPOLAVORI di questo stampo, di questa grandezza, al di fuori del Maestro assoluto dell'animazione giapponese. Ormai troppi studi credono che l'affidarsi alla computer-graphic sia sufficente per mascherare la stupidità e la banalità delle storie diventate solo un pretesto per impressionare con la potenza digitale degli effetti speciali, come se quelli fossero tutto, come se li iniziasse e finisse tutto, con buona pace di regia, sceneggiatura e co. Questo film è il vertice dello Studio Ghibli, dell'animazione nipponica, ma anche il massimo risultato dell'animazione mondiale, che qui si scatena in tutta la sua forza visiva e narrativa, meravigliosa grande metafora di quel che è il mondo. Immaginifico, spettacolare e visivamente straordinario, impressiona a tal punto dal portare a chiedersi se si sta ancora assistendo a un film d'animazione. Pieno di idee, invenzioni, personaggi riusciti, colonna sonora di prim'ordine, scenografie, sfondi maestosi, il tutto concorre a rendere questo film un autentico capolavoro che si spera non venga dimenticato, anche se ha già lasciato il suo segno indelebile nella storia del cinema e non per l'Oscar al miglior film d'animazione (cui molte persone attribuiscono chissà quale merito, come se un gran film d'animazione giapponese avesse per forza bisogna di un premio e di conseguenza di un'accettazione americana per venir distribuito in Italia, dove è infatti stato distribuito solo nel 2003, UN INSULTO!). Ridistribuito nei cinema grazie alla benemerita Lucky Red con un nuovo doppiaggio, cosa che mi ha permesso di rivederlo al cinema e di rendermi conto che, nonostante l'abbia visto più e più volte al cinema e TV ogni volta suscita ugualmente le stesse emozioni e anzi le fa aumentare, facendomi scoprire ogni volta qualcosa di nuovo, qualche nuovo pezzo che compone il grande mosaico ideato dal regista, come ogni CAPOLAVORO dovrebbe saper fare. Assolutamente da vedere, rivedere e far circolare per far sì che l'animazione giapponese si faccia finalmente strada in questo nostro Paese in cui è ancora troppo marginale, vista come inferiore rispetto alle produzione americane (e tipicamente alla Disney cui ogni anno a Natale vengono rimpinguate le casse da milioni di bimbetti (e relativi genitori) imbabolati dalla CGI, con filmetti (tranne poche eccezioni) privi di una vera trama, banali e scontati, con incorporati falsi e ipocriti sentimentalismi, che puntano più all'incasso e al successivo merchandising più che alla qualità effettiva dei prodotti), aprendo così le porte alla visione degli altri film dello Studio (Nausicaa, Mononoke, Howl, Una tomba per le lucciole...), ma anche agli altri capolavori come Akira (con relativo e ancor più bel manga, del grande Katsuhiro Otomo), Ghost in the Shell, di Mamoru Oshii, e Paprika, di Satoshi Kon.
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