Donnie Darko |
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Un film di Richard Kelly.
Con Jake Gyllenhaal, Noah Wyle, Drew Barrymore, Patrick Swayze.
continua»
Drammatico,
durata 108 min.
- USA 2001.
- Notorious Pictures
uscita lunedì 3 giugno 2024.
MYMONETRO
Donnie Darko
valutazione media:
3,56
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Oscar Cosulich
L'Espresso
Donnie Darko è un adolescente afflitto da inquietanti visioni: una strana creatura gli annuncia la fine del mondo e lo incita ad allagare la scuola, o a dare fuoco alla casa di un losco predicatore, ma la realtà, scopriremo, è molto diversa da quello che sembra. Questa, in sintesi, è la storia di «Donnie Darko», opera prima scritta e diretta da Richard Kelly, pellicola ambientata nel 1988, all'epoca dello scontro elettorale tra Bush senior contro Dukakis, interpretata da Jake Gyllenhaal, sua sorella Maggie, Drew Barrymore, Patrick Swayze, Mary McDonnell e Jena Malone, che uscirà il 26 in Italia. Il film ha avuto una gestazione curiosa: presentato con ottime critiche al Sundance Film Festival, è uscito negli Stati Uniti nel 2001, subito dopo l'11 settembre, in una versione tagliata che non ha avuto successo; riproposto nella versione integrale in Inghilterra, nel 2003, è diventato oggetto di culto, tanto da essere edito di nuovo, stavolta con successo, anche negli Usa e arrivare perfino all'ultima Mostra di Venezia. Ora il film esce in Italia in una versione «da sala» lievemente abbreviata, aspettando quella col «director's cut». E il 25 i primi quattrocento utenti di Libero connessi alla sezione Cinema del portale Internet potranno assistere in anteprima all'intero film in streaming (modalità che non consente la duplicazione). A presentare il film, ecco ieri, erano a Roma il produttore Sean McKittrick e il regista, che ha spiegato: «Nella prima versione del film l'aspetto esoterico era dominante, mentre la seconda punta più sull’aspetto fantascientifico della pellicola». Ma che effetto fa esordire con un film che ha un percorso così bizzarro nelle sale? «Esaltante», sorride Kelly, «nulla di questo film è stato facile fin dalla gestazione: se avesse avuto successo perché uscito al momento giusto, o perché la campagna di marketing aveva funzionato bene, non sarebbe stato così bello. Ho avuto la soddisfazione di uscire nel momento peggiore della storia, fallire e poi veder riconosciuti i meriti della pellicola, grazie al passaparola del pubblico. Nel film, sotto le spoglie di un thriller, si nasconde una feroce satira dell'America odierna, un attacco all'integralismo di Bush che comincia addirittura dall'elezione di suo padre del 1988, ma il regista minimizza: «Sfortunatamente in America esistono molte persone come l'odiosa insegnante di ginnastica di "Donnie Darko", gente di mentalità ristretta che, ad esempio, dopo una strage come quella di Columbine, raccontata meravigliosamente da Michael Moore in "Bowling a Columbine", ha accusato la musica, i vestiti, i videogiochi e la cultura popolare come ragioni di violenza, ma ha continuato a vendere serenamente armi ai ragazzi».
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