gianleo67
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domenica 6 marzo 2016
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anaïs...à la plage
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Elena ed Anais sono due sorelle molto diverse tra loro: la prima è magra, bella e spigliata con l'altro sesso; la seconda è grassa, bulimica e sognatrice. La prima esperienza sessuale di Roxane con un ragazzo più grande durante le loro vacanze estive, viene vissuta dalla sorella con il disagio e l'insicurezza di chi sa che tutto questo le è precluso. Al ritorno dalla vacanze però, un fatto tragico ed imprevedibile sembra sconvolgere la sua prospettiva sulle relazioni umane e la sessualità.
Commedia del grottesco e del tragico che indugia sul ritmo compassato e sulle ambientazioni liminari care a Rohmer (Pauline à la plage, Le rayon vert) ed anticipatrice del cinema subliminale ed ambiguo dell'Ozon che verrà (Swimming Pool - Jeune et Jolie), le classiche tematiche della sessualità e della conflittualità della regista francese trovano in questo stralunato racconto di formazione la singolare misura di una partecipazione emotiva che sembra andare oltre i codici del realismo per addentrarsi nei territori sconosciuti di desideri indicibili e volontà inespresse che l'età di passaggio porta inevitabilmente con sè.
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Elena ed Anais sono due sorelle molto diverse tra loro: la prima è magra, bella e spigliata con l'altro sesso; la seconda è grassa, bulimica e sognatrice. La prima esperienza sessuale di Roxane con un ragazzo più grande durante le loro vacanze estive, viene vissuta dalla sorella con il disagio e l'insicurezza di chi sa che tutto questo le è precluso. Al ritorno dalla vacanze però, un fatto tragico ed imprevedibile sembra sconvolgere la sua prospettiva sulle relazioni umane e la sessualità.
Commedia del grottesco e del tragico che indugia sul ritmo compassato e sulle ambientazioni liminari care a Rohmer (Pauline à la plage, Le rayon vert) ed anticipatrice del cinema subliminale ed ambiguo dell'Ozon che verrà (Swimming Pool - Jeune et Jolie), le classiche tematiche della sessualità e della conflittualità della regista francese trovano in questo stralunato racconto di formazione la singolare misura di una partecipazione emotiva che sembra andare oltre i codici del realismo per addentrarsi nei territori sconosciuti di desideri indicibili e volontà inespresse che l'età di passaggio porta inevitabilmente con sè.
Se la fragilità narrativa e la vacuità del linguaggio metaforico sembrano ridurlo ad un mero esercizio di stile che si perde nel nulla di una strada senza uscita, il film della Breillat cerca coraggiosamente di guidarci nella sconcertante ambivalenza della pubertà divisa (come le due sorelle ciascuna specchio ed alter ego dell'altra) tra le romantiche fantasticherie di un'infanzia di tristi nenie funebri e bulimici impacci del corpo e la sfrontata esuberanza di una personalità che attraverso lo strumento di una gioiosa sessualità vuole affermarsi come altro da sè e scoprire il proprio ruolo nel mondo.
Giocato sul registro sospeso di una favola edipica che sembra attraversare tutte le fasi di una sconcertante crescita dell'Io (compresa la fase anale,sic!), assegna ai personaggi principali il loro ruolo in commedia: dalla sorellastra rancorosa e infantile che si fa voce di una coscienza lucida e impietosa alla bella e ingenua principessa pronta a farsi deflorare dal solito principe azzurro di turno, dalla matrigna distaccata e anaffettiva alla strega cattiva (cameo di una straordinaria Laura Betti) che viene a reclamare i suoi venali possedimenti materiali, fino al tragico epilogo di un orco spietato e famelico che sembra partorito dalla perversa fantasia e dai macabri sogni di una goffa crisalide prigioniera del suo bozzolo e che non diventerà mai farfalla. Certo il rischio del ridicolo è dietro l'angolo e la riuscita del registro affidata all'indulgenza ed alla buona volontà dello spettatore; tuttavia restano alcuni momenti figurativamente interessanti (le scene sulla spiaggia, le confessioni allo specchio, la brutalità dell'epilogo) ed il coraggioso tentativo di affrontare un argomento tanto spinoso e difficile con uno stile assolutamente personale ed inusuale. Singolare colonna sonora dei Tavernanova con la loro lirica partenopea 'Vene Carnevale' che apre e chiude il film.
Premiato per la regia a Berlino, Cannes e Chicago ha provocato persino l'arresto di un incauto cittadino canadese che cercava di importare una copia del film considerato nel suo paese come materiale osceno ed immorale.
Fiorivi, sfiorivano le viole
e il sole batteva su di me
E tu prendevi la mia mano
mentre io aspettavo
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lukemisonofattotuopadre
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venerdì 14 settembre 2012
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film retorico
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Di tanto in tanto G. Zappoli fa una recensione su questo sito e di tanto in tanto viene insultato così. Vabbé. A parte l'ovvio fastidio di dover leggere cattiverie gratuite (anche se ci sono opinionisgradite, dovrebbe esserci sempre e comunque l'educazione), voglio ribadire un concetto espresso meno di un mese fa recensendo Apres Mai di O.Assayas. La noia non c'entra con l'arte. Il fatto che un film sia incomprensibile non è buona cosa. Ci sono film più comprensibili di altri, più noiosi di altri, ma il fatto che un film sia noioso e incomprensibile non è buona cosa. Punto.
Certo, si può rimediare. I film di Tarkovskij sono noiosi e poco comprensibili, ma dicono qualcosa e sono trattati di cinematografia, nel caso di Tarkovskij filosoficamente esistenzialista e spiritualmente sofferente.
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Di tanto in tanto G. Zappoli fa una recensione su questo sito e di tanto in tanto viene insultato così. Vabbé. A parte l'ovvio fastidio di dover leggere cattiverie gratuite (anche se ci sono opinionisgradite, dovrebbe esserci sempre e comunque l'educazione), voglio ribadire un concetto espresso meno di un mese fa recensendo Apres Mai di O.Assayas. La noia non c'entra con l'arte. Il fatto che un film sia incomprensibile non è buona cosa. Ci sono film più comprensibili di altri, più noiosi di altri, ma il fatto che un film sia noioso e incomprensibile non è buona cosa. Punto.
Certo, si può rimediare. I film di Tarkovskij sono noiosi e poco comprensibili, ma dicono qualcosa e sono trattati di cinematografia, nel caso di Tarkovskij filosoficamente esistenzialista e spiritualmente sofferente. Questo per dire che il film A ma Souer è un brutto film. Lo è perché: 1) fuori luogo 2) incomprensibile 3) noioso. Spiego bene perché:
1) Si parla di sesso. D'accordo, dice lo spettatore: "qui si scopa" (perdonate la volgarità). Errore. Nel film si scopa anche, ma poco e male (perché non vediamo, ed essendo un erotico fa un po' peccato) perché prima e anche durante scene di nudo ci sono ridicoli, inutil, fuorvianti e appunto fuori luogo discorsi sul sesso, sulla sessualità, sui ragazzi, sulle ragazze, ecc. Passi una volta, ma poi basta: ci si prenda le proprie responsabilità. Diamine.
2) Incomprensibile: perché dovrei vederlo? Che mi si sta dicendo? Bisognerebbe farlo da grandi? I genitori rompono e devono farsi gli affari loro? I giovani italiani sono dei porci? Qualsiasi cosa il flm voglia dire, visto che è contradditorio porta alla 3) noia. Ci si annoia, e non si offre una controparte di significato artistico o contributo tecnico in cambio. E allora il film sarà anche corto, avrà una Roxane Mesquida nuda o quasi in alcune scene (idea certamente meritevole di ringraziamenti), ma chiedo scusa, non basta.
Per cui, l'utente Loris S si rilassi: il film non va visto punto e stop. Film erotici che potrebbero risultare più graditi sono Room in Rome e 9 settimane e 1/2.
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ragthai
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lunedì 14 novembre 2011
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positivo
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Non me l'aspettavo da una regista francese.
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sayuri76
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martedì 6 settembre 2011
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mi piace!!
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loris760
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lunedì 28 giugno 2010
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3 stelle e mezzo
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Davvero un buon film, pregno di malinconia e dolcezza. Non eccezionale ma sicuramnete uno dei migliori film degli ultimi 20 anni.
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alessandro
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martedì 12 agosto 2008
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è cinema francese...
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difficile dare un giudizio a questa pellicola. è un film francese e come tale ha ritmi e cadenze diverse dagli standard. ha finezza in aclune inquadrature, in certi silenzi però qualcosa sfugge. è apprezzabile lo sforzo di trattare temi pesanti ma alle volte i lfilm scricchiola e vince la noia. lo consiglierei anche se certo non è un capolavoro.
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franci
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giovedì 18 novembre 2004
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pisello
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libero e' un attore eccezionale ed inoltre ha un pisello che parla da solo
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(di josef)
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loris s
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venerdì 22 giugno 2001
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...e aggiungo
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Per dire che il silenzio alla fine della proiezione per la stampa non è un problema di film ma è sintomatico dell'imbrazzante livello medio della critica italiana di oggi...
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loris s
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giovedì 21 giugno 2001
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ma dove li raccattano questi critici?
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Questo è grande cinema, altro che cazzate! Dove la mettiamo la sensibilità con la quale la regista trattegga il rapporto di amore-odio-complicità-competizione tra le due sorelle adolescenti di oggi e i loro genitori? Intrigante, spiazzante, un salutare pugno nello stomaco...per chi ne cogle il senso...
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