I cento passi

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Un film di Marco Tullio Giordana. Con Luigi Lo Cascio, Luigi Maria Burruano, Lucia Sardo, Paolo Briguglia, Tony Sperandeo.
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Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 114 min. - Italia 2000. MYMONETRO I cento passi * * * 1/2 - valutazione media: 3,56 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
lisa martedì 28 giugno 2005
io vorrei capire una cosa... Valutazione 5 stelle su cinque
77%
No
23%

premettendo che il film è bellissimo e straordinariamente recitato da un sublime cast, vorrei rivolgere una semplice domanda...ma come mai se viene fatto un film su mussolini o su hitler e si vedono le bandiere dei due partiti troneggiare nessuno dice nulla??perchè invece tante storie per i pugni alzati e le bandiere rosse che sventolano? si parla di mussolini in un film e subito si vede lui con aria tronfia sul suo comodo balconcino ad inneggiare una folla che sbandiera il suo simbolo con amore e a tutti va bene...eppure è un partito tutt'ora esistente...e perchè quella non è propaganda al partito??invece basta che si vedano un pò di bandiere rosse e subito si urla allo scandalo e subito si dice:però. [+]

[+] non è vero... (di fra)
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stella martedì 20 maggio 2008
dobbiamo... Valutazione 5 stelle su cinque
93%
No
7%

“i cento passi”… un film che ci ha fatto rivivere la vita di un uomo e della sua generazione. La storia di Giuseppe Impastato, detto Peppino, raccontata sulla base di documenti e di ricordi, una ricostruzione di un periodo e di una generazione che aveva tanta voglia di costruire qualcosa di nuovo, qualcosa di vero. Peppino impastato viveva in un paesino siciliano. cento passi separano la casa di Peppino Impastato da quella di Tano Badalamenti, il boss locale e, come Giordana fa dire all’amico in una delle scene finali, questi stessi cento passi sono, in tutta la Sicilia, l’impercettibile distanza tra due mondi, quello della malavita e quello della gente “perbene”. . Peppino, bambino curioso che non gradiva il silenzio opposto alle sue domande, al suo sforzo di capire, si ribella come tanti giovani al padre. [+]

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steve lunedì 30 luglio 2001
100 passi dall'omologazione Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

In un periodo di buonismo e di liberismo senza freni, Giordana, tramite le parole di Peppino Impastato, ci invita a non dimenticare, a non omologarci, a non compiere quei 100 passi che dividono il conformismo colpevole dall'impegno civile. E la scena finale non è l'elegia del marxismo: è l'invito accorato a ricordare, superando le barriere ideologiche, come simboleggia la presenza del maresciallo dei CC al funerale di Peppino.

[+] non omologhiamoci!!!!! (di jiuli92)
[+] nn dimentichiamo (di merry89)
[+] se il cinema, come la musica, deve dare emozioni (di jake-blues)
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val82 domenica 3 giugno 2001
**** Valutazione 4 stelle su cinque
85%
No
15%

La lotta per imporre la libertà individuale viene narrata da Giordana con autentica partecipazione e passione. Il film è straordinariamente riuscito. Per quanto riguarda la scena finale, molti ne hanno frainteso il significato: non si tratta di propaganda politica, ma di cinema-verità.

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gianni lucini giovedì 29 settembre 2011
la generazione che voleva cambiare il mondo Valutazione 4 stelle su cinque
80%
No
20%

Contrariamente a quello che può apparire a prima vista I cento passi non è semplicemente un film sulla mafia. Al centro c’è il racconto delle speranze e delle delusioni di una generazione che nel decennio tra il 1968 e il 1978 ha cercato di cambiare il mondo, in Sicilia come altrove. Peppino Impastato è un giovane come molti altri di quel periodo che, però, si muove in un ambiente dove alla chiusura e alla costrizione de rapporti sociali s’aggiunge la cappa di un potere più antico e spietato. A differenza di tanti “servitori dello Stato” caduti nella lotta antimafia lui ha un obiettivo più azzardato. Il suo sogno è quello di sconfiggere la mafia e, insieme, cambiare i rapporti sociali e le strutture dello stato. [+]

[+] l'uccisione di moro... (di ipazia)
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alex mercoledì 18 febbraio 2009
camminare e contare Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

La cosa che per me era più interessante in questo film è l’indeterminatezza dei personaggi. Il regista è riuscito a fare un’osservazione molto interessante sull’effetto che la mafia ha sull’istituzione della famiglia ed è riuscito a ritrarre bene la natura umana. Anche se Peppino Impastato è un personaggio molto appassionato, personalmente, non lo considero molto piacevole – tutto quello che ha fatto per l’ideale anti-mafia ha fatto sacrificendo la relazione con la sua famiglia. Ha allontanato suo padre solo perché lavorava per la mafia, ha fatto male al suo fratello chi era nel mezzo di tutto, e finalmente non ha considerato l’effetto che tutto quello potrebbe avere sulla sua mamma. In quest’ aspetto, credo che il film non valorizza certi aspetti della sua personalità e perciò lo vedo molto interessante e stratificato. [+]

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nicksesta martedì 13 marzo 2012
le parole non bastano... Valutazione 5 stelle su cinque
67%
No
33%

Questo è forse il film che più di ogni altro avrà sempre uno spazio tutto suo nel mio cuore. Due parole per descriverne la trama: Giuseppe "Peppino" Impastato, proveniente da una famiglia di mafiosi, sotto la guida intellettuale di Stefano Venuti, un attivista del partito comunista, comincia la sua lotta alla mafia. Denuncia quotidianamente su radio e giornale le malefatte dei mafiosi e dei politici ad essa collusi. Per qualche anno, la protezione del padre lo tiene al sicuro, fino a quando Gaetano "Don Tano" Badalamenti, non decide di far uccidere prima l'uno e poi l'altro. Viene simulato, in modo molto rozzo, il suicidio di Peppino. La polizia e la magistratura, sulle cui responsabilità si indaga ancora oggi, archiviarono il caso diverse volte come suicidio, sebbene tracce evidenti di sangue sul luogo del delitto smentissero questa ipotesi. [+]

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luigi chierico martedì 23 febbraio 2016
qualcosa di cui vergognarsi Valutazione 4 stelle su cinque
100%
No
0%

Un volume di Storia con pagine lacerate e grondanti sangue, un misto di sangue rosso,nero e bianco che ha riempito le strade della Sicilia giungendo a Roma. Un realismo dirompente solo e tutto italiano portato sullo schermo nella maniera migliore per una storia che ancor ci offende. Peccato che tanto valore artistico debba far luce su quanto di peggio abbia da raccontare la nostra Italia. Peppino Impastato ed Aldo Moro un siciliano ed un pugliese sacrificati sull'altare per una Patria ancora oggi dilaniata da lotte interne dopo quasi 40 anni da quei giorni del '78. Un film di Mafia, di Comunismo, di Democrazia, di Neri che fa gridare a Peppino e Aldo a gran voce LIBERTA' e GIUSTIZIA' ONORE Ed ONESTA',CORAGGIO E PATRIA. [+]

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biz1248 martedì 17 febbraio 2009
il film interessante Valutazione 0 stelle su cinque
50%
No
50%

Questo film mi confonde perche` non mai vediamo esplicitamente le azioni dei mafiosi fino al fine. Quando penso della mafia tipica, penso della banda violente. Forse, quello e` una parte del massaggio—la mafia controlla tutti senza essere vista. I carratteri sono molto interessanti perche` oltre a Tano, il capo della mafia, non e` chiaro chi e` bravo o cattivo. La mafia come un gruppo e` cattiva ma gli individui nel gruppo non sono cattivo interamente. Per esempio, il padre di Peppino rimane nella mafia ma ancora prova per proteggere il suo figlio ribelle. Entrambi Peppino e il suo fratello Giovanni sono d’accordo che il loro padre e` non cattivo, solo e` antiquato. Sento triste per le persone come il padre e la madre perche` si appiccicano nei modi della mafia ma sono combattuti dalle visioni del loro figlio. [+]

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nino p. domenica 8 marzo 2009
quando l'arte diventa impegno sociale Valutazione 5 stelle su cinque
50%
No
50%

Uno dei migliori films italiani di questi ultimi 10 anni e che naturalmente ho subito aggiunto alla mia collezione DVD. Del film amo praticamente tutto, dalla colonna sonora ispiratissima, alla entusiasmante bravura recitativa degli attori e soprattutto, elemento principale, la trama che narra di una storia vera e che alla fine ci lascia un profondo messaggio di riflessione e di impegno sociale. Un elogio doveroso a parte merita Luigi Lo Cascio: al suo esordio cinematografico ci dimostra un'enorme scioltezza e bravura interpretativa paragonabile solo ai grandi attori navigati di teatro. Da parte mia non posso che rivolgere un doveroso applauso. Capolavoro!!!

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