Don Milani - Il priore di Barbiana

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Il piacere della lettura. Seconda ed ultima parte. Valutazione 4 stelle su cinque

di RONGIU


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lunedì 26 luglio 2010

Scuola di Barbiana - "Lettera a una professoressa"

Gli esami


Matematica e sadismo -  Il problema di geometria faceva pensare a una scultura della Biennale: " Un solido è formato da una semisfera sovrapposta a un cilindro la cui superficie è tre settimi di quella..." . Non esiste uno strumento che misuri le superfici. Dunque nella vita non può accadere mai di conoscere le superfici e non le dimensioni. Un problema così può nascere solo nella mente di un malato.

Etichette nuove - Nella Nuova Media queste cose non si vedranno più. I problemi partiranno "da considerazioni di carattere concreto". Difatto la Carla quest'anno alla licenza ha avuto un problema moderno a base di caldaie: " Una caldaia ha la forma di una semisfera sovrapposta..." E di nuovo si parte dalle superfici. Meglio un professore all'antica, d'uno che crede d'essere moderno perché ha mutato le etichette.

Una classe di cretini - Il nostro era all'antica. Fra l'altro gli successe che nessuno dei suoi ragazzi riuscì a risolvere il problema. Dei nostri se la cavarono due su quattro. Risultato: ventisei bocciati su ventotto. Lui raccontava in giro che gli era toccata una classe di cretini!

Il sindacato dei babbi -A chi toccava tenerlo a freno? Poteva farlo il preside o il consiglio dei professori. Non lo fecero. Potevano farlo i genitori. Ma finché avrete il coltello dalla parte del manico i genitori staranno zitti. E allora o levarvi di mano ogni coltello (voti, pagelle, esami) o organizzare i genitori. Un bel sindacato di babbi e mamme capace di ricordarvi che vi paghiamo noi e vi paghiamo per servirci, non per buttarci fuori. In fondo sarebbe il vostro bene. Quelli che non ricevono critiche, invecchiano male. S'estraniano alla storia che vive e progredisce. diventano quelle povere creature che siete voi.

Il giornale –La storia di questo mezzo secolo era quella che sapevo meglio. Rivoluzione russa, fascismo, guerra, resistenza, liberazione dell’Africa e dell’Asia. E’ la storia in cui sono vissuti il nonno e il babbo. Poi sapevo bene la storia in cui vivo io. Cioè il giornale che a Barbiana leggevamo ogni giorno, a alta voce, di cima a fondo. Sotto gli esami due ore di scuola spese sul giornale ognuno se le strappa dalla sua avarizia. Perché non c’è nulla sul giornale che serva ai vostri esami. E’ la riprova che c’è poco nella vostra scuola che serva alla vita. Proprio per questo bisogna leggerlo. E’ come gridarvi in faccia che un lurido certificato non è riuscito a trasformarci in bestie. Lo vogliamo solo per i nostri genitori. Ma politica  e cronaca cioè le sofferenze degli altri valgono più di voi e di noi stessi.

La Costituzione –
Quella professoressa s’era fermata alla prima guerra mondiale. Esattamente al punto dove la scuola poteva riallacciarsi con la vita. E in tutto l’anno non aveva mai letto un giornale in classe. Dovevano esserle rimasti negli occhi i cartelli fascisti “ Qui non si parla di politica”. Una volta la mamma di Giampiero le disse: “Eppure mi pare che il bambino da che va al doposcuola comunale sia migliorato tanto. La sera a casa lo vedo leggere”. “Leggere? Sa cosa legge? La COSTITUZIONE! L’anno scorso aveva per il  capo le ragazzine, quest’anno la Costituzione”. Quella povera donna pensò che fosse un libro sporco. La sera voleva far cazzottare Giampiero dal suo babbo.

Il Monti –
Quella stessaprofessoressa a italiano voleva a tutti i costi le strane fiabe d’Omero. Ma almeno fosse stato Omero. Era il Monti. A Barbiana non s’era letto. Solo una volta, per ridere, si prese il testo greco e si contò le parole d’un canto. Centoquarantuno per cento! Ogni tre parole due son d’Omero, una è parto della testolina del Monti. E il Monti chi è? Uno che ha qualcosa da dirci? Uno che parla la lingua che occorre a noi? Peggio ancora: è uno che scriveva una lingua che non era parlata neppure a tempo suo. Un giorno insegnavo geografia a un ragazzetto cacciato fresco fresco dalla vostra media. Non sapeva nulla di nulla, ma per dire Gibilterra diceva Colonne d’Ercole. Se lo immagina in Spagna a chiedere il biglietto a uno sportello ferroviario?

Gerarchia delle urgenze –
Quando la scuola è poca il programma va fatto badando solo alle urgenze. Pierino del dottore ha tempo di leggere anche le novelle. Gianni no. Vi è scappato di mano a 15 anni. E’ in officina. Non ha bisogno di sapere se è stato Giove a partorire Minerva o viceversa. Nel suo programma d’italiano ci stava meglio il contratto dei metalmeccanici. Lei signora l’ha letto? Non si vergogna? E’ la vita di mezzo milione di famiglie. Che siete colti ve lo dite da voi. Avete letto tutti gli stessi libri. Non c’è nessuno che vi chieda qualcosa di diverso.

Ragazzi infelici –
Agli esami di ginnastica un professore ci buttò un pallone e ci disse: “Giocate a pallacanestro”. Noi non si sapeva. Il professore ci guardò con disprezzo: “Ragazzi infelici”. Anche lui come voi. L’abilità in un rito convenzionale gli pareva importante. Disse al preside che non avevamo “educazione fisica” e voleva rimandarci a settembre. Ognuno di noi era capace di arrampicarsi su una quercia. Lassù lasciare andare le mani e a colpi d’accetta buttar giù un ramo d’un quintale. Poi trascinarlo sulla neve fin sulla soglia di casa ai piedi della mamma. M’hanno raccontato d’un signore a Firenze che sale in casa sua con l’ascensore. Poi s’è comprato un altro aggeggio costoso e fa finta di remare. Voi in educazione fisica gli dareste dieci.

Latino in Mugello –
Di latino naturalmente ne sapevamo poco. La Camera l’aveva già seppellito da due anni. Proprio in quell’anno avevano smesso di pretenderlo Cambridge e Oxford. Ma i contadini del Mugello dovevano saperlo tutto. Passavano tra i banchi i professori solenni come sacerdoti. Custodi del lucignolo spento. Io sgranavo gli occhi su quella gente strana. Non avevo mai incontrato nulla di simile.
 
“Good Ciak!”
 
 
Note: SCUOLA DI BARBIANA - LETTERA A UNA PROFESSORESSA - LIBRERIA EDITRICE FIORENTINA

Questo libro non è scritto per gli insegnanti, ma per i genitori. E' un invito a organizzarsi.

A prima vista sembra scritto da un ragazzo solo. Invece gli autori siamo otto ragazzi della Scuola di Barbiana. Altri nostri compagni che sono a lavorare ci hanno aiutato la domenica.

Dobbiamo ringraziare prima di tutto il nostro PRIORE che ci ha educati, ci ha insegnato le regole dell'arte e ha diretto i lavori. Poi moltissimi amici che hanno collaborato in altro modo: Per la semplificazione del testo, vari genitori. Per la raccolta dei dati statistici, segretari, insegnanti, direttori, presidi, funzionari del ministero e dell'ISTAT, parroci. Per altre notizie, sindacalisti, giornalisti, amministratori comunali, storici, statistici, giuristi.

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