julien sorel
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domenica 2 maggio 2010
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vero cult-movie
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Mi risulta davvero difficile comprendere parte delle critiche mosse nei confronti di questa pellicola. Una su tutte : "La violenza è solo fine a se stessa". Non vorrei deludere alcuni spettatori, ma gli intenti di Rodriguez o Tarantino non sono di certo quelli di dimostrare l'interpretazione filosofica o concettuale della violenza umana con presupposti razionali o realistici. L'errore primordiale è questo : prendere troppo sul serio il film. Questa è una di quelle storie che non ha nessuna finalità metafisica o forzatamente simbolica. La violenza stessa appare subito "fittizia", come se volesse prendere in giro se stessa, e anche la storia in generale, è un trionfo di assurdità e sconclusionaggine.
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Mi risulta davvero difficile comprendere parte delle critiche mosse nei confronti di questa pellicola. Una su tutte : "La violenza è solo fine a se stessa". Non vorrei deludere alcuni spettatori, ma gli intenti di Rodriguez o Tarantino non sono di certo quelli di dimostrare l'interpretazione filosofica o concettuale della violenza umana con presupposti razionali o realistici. L'errore primordiale è questo : prendere troppo sul serio il film. Questa è una di quelle storie che non ha nessuna finalità metafisica o forzatamente simbolica. La violenza stessa appare subito "fittizia", come se volesse prendere in giro se stessa, e anche la storia in generale, è un trionfo di assurdità e sconclusionaggine. Ma il risultato finale, è una sintesi corale di eccessi e pazzie. Serial killer e vampiri, veri i primi inventati i secondi, estremizzazioni entrambi della violenza, una violenza uguale in entrambi, come a dimostrare che i "mosrti" esistono sul serio nella realtà. Quindi perchè scandalizzarsi? La violenza esiste, ma qui non la si innalza o idolatrizza, viene per lo più presa in giro e comicizzata. Chi condanna l'effetto "pedagogico" del film, allora dovrebbe preoccuparsi allo stesso modo di ogni cartone animato o pellicola fantasy e via diceno. E' insulso ritenere che la violenza venga giustificata o resa innocente, lo spettatore di questo film dovrebbe avere digià una sua concezione critica, e non pensare che ciò che vede sia per forza una enuncizione seriosa di tematiche importanti ella vita. Senso dell'humor e saper prendersi in giro, questo serve, gli insegnamenti lasciamoli (fortunatamente) ad altre storie!
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bullythekid
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sabato 5 gennaio 2002
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ironico, trasgressivo, sanguinoso
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Potrà non essere il più grande horror della storia e le orribili mutazioni dei vampiri potrebbero far rimipiangere le "ombre" di Christopher Lee o Bela Lugosi. Ma è tutto sommato un film divertente e trasgressivo con un approccio a tratti politicamente scorretto (la celebrazione in chiave trash del sentimento della famiglia o la fede cristiana) e a tratti morboso se non feticistico (danze in perizoma e insistiti primi piani dei piedi, marchio di fabbrica di Tarantino). Se non si prefigge il compito di essere un vero e proprio film d'autore, ha il merito di non prendersi sul serio e mostrare nella loro totalità le mutazioni e gli smembramenti dei vampiri, l'unica cosa che in fondo gli si chiedeva.
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rambo
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giovedì 31 maggio 2001
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il trionfo del trash
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Due fratelli (Clooney e il matto Tarantino) evadono dal carcere e fuggono prendendo in ostaggio il camper di Keitel (e relativa famiglia). Giunti in Messico sani e salvi vanno però a rifugiarsi in un bar che si rivelerà essere un covo di vampiri !
Non plus ultra del Pulp e della contaminazione dei generi (si va dal gangster al grottesco fino allo splatter), un fumettaccio nero che ricorda le produzioni di serie C degli anni ’70 e che non si risparmia né umorismo di cattivo gusto, né succo di pomodoro e protesi in lattice nel finale horror. Per chi sta al gioco il divertimento non dovrebbe mancare.
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ultimoboyscout
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martedì 6 marzo 2012
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notte folle al titty twister.
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E' il film di Rodriguez che meno preferisco tra i suoi. E' un misto di noir, horror e splatter fin troppo eccessivo con punte di parodia: cinema di serie C, con un adeguato (per l'occasione) cast di contorno e un'esplosione di stupidità varie e sangue che scorre a fiumi. Ma si sa, questo è Robert Rodriguez, prendere o lasciare. Il problema semmai, è che stavolta, il regista esagera fino al prendersi davvero troppo sul serio. Va detto che a Tarantino la parte del pazzo strupratore calza a pennello e che non lo si è mai visto recitare in maniera così credibile, che Savini, Trejo e Marin (che interpreta tre personaggi) sono attori-feticci del regista e dagli stessi riesce a spremere sempre il meglio e che Rodriguez, oltre che della regia si è occupato del montaggio e si è dilettato con la macchina da presa.
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E' il film di Rodriguez che meno preferisco tra i suoi. E' un misto di noir, horror e splatter fin troppo eccessivo con punte di parodia: cinema di serie C, con un adeguato (per l'occasione) cast di contorno e un'esplosione di stupidità varie e sangue che scorre a fiumi. Ma si sa, questo è Robert Rodriguez, prendere o lasciare. Il problema semmai, è che stavolta, il regista esagera fino al prendersi davvero troppo sul serio. Va detto che a Tarantino la parte del pazzo strupratore calza a pennello e che non lo si è mai visto recitare in maniera così credibile, che Savini, Trejo e Marin (che interpreta tre personaggi) sono attori-feticci del regista e dagli stessi riesce a spremere sempre il meglio e che Rodriguez, oltre che della regia si è occupato del montaggio e si è dilettato con la macchina da presa. Prodotto che si rivolge ad un pubblico di patiti di genere, non è certo per palati fini ma va detto che a livello di di intrattenimento puro e che in mani meno esperte e sapienti sarebbe stato un disastro totale. Spiazzante, nel suo piccolo probabilmente geniale poichè ad un gusto clamorosamente trash amalgama generi e sapori: i detrattori diranno che amalgama male creando un'inutile accozzaglia, gli amanti dirano che lo fa bene creando l'essenza e le concezioni base del regista tex-mex. Credo che la verità stia nel mezzo e che tutto ciò è stato fatto con coraggio e devozione, omaggiando e citando vecchi film (emblematica la T-shirt del ragazzo orientale). L'azione frenetica e il ritmo serrato aiutano e mascherano, non convince appieno ma non lo si può definire una porcheria. E nel bene e nel male questo è il risultato del mix Rodriguez-Tarantino e di quello che possono riuscire a fare. Nel bene e nel male sempre e comunque una bomba!
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alex41
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sabato 9 febbraio 2013
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da tarantino a rodriguez
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"Dal Tramonto All'Alba" è frutto di una collaborazione tra il genio moderno dei pulp movie Quentin Tarantino e del folle messicano Robert Rodriguez. Con una sceneggiatura scritta dallo stesso Quentin fin da prima de "Le Iene", il film inizia con una spettacolare e divertente rapina in banca dove conosciamo i due protagonisti del film, i fratelli Gecko, interpretati da un insolito ma pazzesco George Clooney (mi chiedo perché non sia andato avanti con questo genere), e da uno psicopatico e eccezionale Quentin Tarantino, in un ruolo fatto su misura per lui. Da qui in poi il film prende continuamente strade diverse: diventa un road movie, fino a sfociare nell'horror e nel trash più tamarro e folle, tra spargimenti di sangue stile Takeshi Miike e momenti epici.
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"Dal Tramonto All'Alba" è frutto di una collaborazione tra il genio moderno dei pulp movie Quentin Tarantino e del folle messicano Robert Rodriguez. Con una sceneggiatura scritta dallo stesso Quentin fin da prima de "Le Iene", il film inizia con una spettacolare e divertente rapina in banca dove conosciamo i due protagonisti del film, i fratelli Gecko, interpretati da un insolito ma pazzesco George Clooney (mi chiedo perché non sia andato avanti con questo genere), e da uno psicopatico e eccezionale Quentin Tarantino, in un ruolo fatto su misura per lui. Da qui in poi il film prende continuamente strade diverse: diventa un road movie, fino a sfociare nell'horror e nel trash più tamarro e folle, tra spargimenti di sangue stile Takeshi Miike e momenti epici. Da menzionare anche un bravo Harvey Keitel, Juliette Lewis, Danny Trejo (il futuro "Machete") e Salma Hayek, in un ruolo non molto di rilievo ma comunque memorabile. Il film in sè non è un capolavoro, ma intrattiene fino all'ultimo, diverte, ha tantissimi momenti cult (la band di vampiri per esempio), mi ha convinto poco il finale, ma a parte questo si può dire che siamo davanti a un film fatto per intrattenere e divertire, e questo funziona alla grande!
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julian90
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giovedì 31 dicembre 2009
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film fine a sè tarantino
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Geniale parto della collaborazione Tarantino/Rodriguez (e in realtà sappiamo che chi muove i fili è Quentin), fracassone, autocelebrativo, incoerente, insensato, tarantiniano nel senso puro del termine (nella prima metà perchè se ne senta la puzza fin nella punteggiatura dei discorsi, nella seconda perchè è il classico delirio citazionista del regista americano). Smontato e distrutto dalla critica, che storce il naso al solo sentir nominare il titolo, adducendo addirittura come scusa l'incompetenza degli attori. La verità è un'altra: Tarantino se ne strafrega di quattro intellettuali che lo giudicano, fa il cinema che piace a lui, come piace a lui, probabilmente come se lo immaginava fin da piccolo.
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Geniale parto della collaborazione Tarantino/Rodriguez (e in realtà sappiamo che chi muove i fili è Quentin), fracassone, autocelebrativo, incoerente, insensato, tarantiniano nel senso puro del termine (nella prima metà perchè se ne senta la puzza fin nella punteggiatura dei discorsi, nella seconda perchè è il classico delirio citazionista del regista americano). Smontato e distrutto dalla critica, che storce il naso al solo sentir nominare il titolo, adducendo addirittura come scusa l'incompetenza degli attori. La verità è un'altra: Tarantino se ne strafrega di quattro intellettuali che lo giudicano, fa il cinema che piace a lui, come piace a lui, probabilmente come se lo immaginava fin da piccolo. Gli spettacoli che imbastisce sono esagerati (senza scadere nell'americanata), privi di una qualsiasi componente culturale che non sia cinematografica, atematici, volgari, ma di quel volgare che non stanca perchè scaturiente dalla spontaneità artistica, un particolare la cui mancanza suonerebbe forzata. Roba, insomma, che gran parte della critica giudica porcate.
Dal tramonto all'alba, soggetto pensato da un Tarantino adolescente, è tutto questo, uno sfizio che il regista si è voluto togliere perchè, arrivati a un certo livello, si può tutto. La logica deduzione ora sarebbe: è un film fine a sè stesso; si, sè stesso Tarantino, perchè ei l'ha fatto innanzitutto per divertirsi, lui. E allora, se nell'accontentare sè stesso, ha accontentato, divertito e fatto sbellicare tanti altri, perchè sarebbe un fallimento ?
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scarlett
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martedì 25 febbraio 2014
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un cult allucinante e mozzafiato
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Nel ’96 usciva nelle sale “Dal tramonto all’alba”, terza pellicola dell’ormai celebre regista Robert Rodriguez che con un cast impressionante ci regala un qualcosa mozzafiato e allucinante, in quanto tale film che parte da principio come un thriller in stile western si trasforma, all’improvviso, in un horror mostruoso.
Si raccontano le vicende di due fratelli (George Clooney e Quentin Tarantino) che, evasi di prigione e con un’ingente refurtiva, devono attraversare il confine e giungere in Messico per poter stare al sicuro. Ma per sfuggire ai posti di blocco, i due ricercati sequestrano la famiglia di un pastore (Harvey Keiteil) la cui fede spirituale è crisi dalla morte della moglie.
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Nel ’96 usciva nelle sale “Dal tramonto all’alba”, terza pellicola dell’ormai celebre regista Robert Rodriguez che con un cast impressionante ci regala un qualcosa mozzafiato e allucinante, in quanto tale film che parte da principio come un thriller in stile western si trasforma, all’improvviso, in un horror mostruoso.
Si raccontano le vicende di due fratelli (George Clooney e Quentin Tarantino) che, evasi di prigione e con un’ingente refurtiva, devono attraversare il confine e giungere in Messico per poter stare al sicuro. Ma per sfuggire ai posti di blocco, i due ricercati sequestrano la famiglia di un pastore (Harvey Keiteil) la cui fede spirituale è crisi dalla morte della moglie.
Le cose vanno bene e, arrivati in Messico, i due fratelli devono incontrare il capo della criminalità locale per chiedergli protezione in cambio di una parte del loro denaro. L’incontro deve avere luogo al Titty Twister un vistoso ed eccentrico streep club in cui spogliarelliste dal fascino quasi esoterico si esibiscono davanti ad un losco pubblico di camionisti, motociclisti e piccoli criminali.
Avverrà che, proprio al termine del “mistico” spettacolo tenuto dalla bella Salma Hayek, un po’ del sangue sgorgante da una ferita sul corpo di Tarantino innescherà una micidiale metamorfosi in cui spogliarelliste, baristi e, addirittura, assidui clienti del locale diventeranno mostruosi vampiri dalle fattezze animalesche. E così che i pochi esseri umani rimasti (tra cui, ancora la malcapitata famiglia di Keiteil) saranno la resistenza contro l’orda di bestie fameliche.
Sangue, budella, teste mozzate, gente squartata, manie sessuali ed erotiche, il tutto immerso in un’atmosfera di suspence ed esoterismo… un film piuttosto violento e adrenalinico, del resto come tutte le pellicole in cui il grande Quentin Tarantino mette lo zampino. Il regista che qui sembrerebbe semplicemente limitarsi al ruolo di attore diretto dal collega e grande amico Rodriguez in realtà ha concepito l’idea centrale della storia ai tempi in cui era uno studente liceale e l’ha poi ripresa scrivendone la vera e propria sceneggiatura.
Così possiamo comprendere la grande originalità e l’amara e – a tratti – macabra ironia di cui l’itera trama è pregna, intessuta in maniera armonica fra due generi cinematografici diversi. Parte dell’originalità sta anche, a mio avviso, nell’abile capovolgimento di ruoli: i pochi umani rimasti che in un contesto ordinario sarebbero probabilmente i “cattivi” (rapinatori, assassini, ricattatori e loschi criminali più in generale) qui vengono messi alle strette e diventano i “buoni” in lotta contro i mostri assetati di sangue. Dunque vi è quasi una sorta di eroismo misto a quel senso di umanità e fratellanza che, latenti nella vita di ogni giorno (in cui gli umani competono l’uno contro l’altro, animati da invidie e avarizia) emergono in condizioni estreme, unendo in maniera indissolubile estranei che si ritrovano così fratelli nella disperazione.
Il finale poi, con una semplice inquadratura sul retro del Titty Twister, sembra rivelare un frammento di verità focalizzando la nostra attenzione su quei misteri primordiali che, alla base dell’evoluzione dell’uomo, forse non sono stati del tutto dimenticati.
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elgatoloco
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mercoledì 3 marzo 2021
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film confuso della coppia tarantino-rodriguez
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"From Dusk till Dawn"(Robert Rogriduez, sceneggiatura di Quentin Tarantino, soggetto di Robert Kuntzman, 1996), dove la storia è quella di una rapina"dura", con sequestro della famiigliola di un pastore evangelico in crisi di fede, dove i due banditi e la famigliola arrivnao(per impegni del capo-bandito)in MExico, in un locale supersexy dove in realtà avventori e ragazze nude sono in gran parte vampiri(esse)e vampirizzati(e), risulta, un pastiche più che una"sintesi"tra genere poliziesco-thriller, sexy/ossia tra erotismo e pornografia, con maggiore tendenza verso il primo elemento) e horror, dove però l'essenza ironico-parodistica(il trattare questi generi, entrando in essi)si snatura in qualche modo, dato che l'eccesso di violenza e di fortissimo coinvolgimento nei singoli generi, derviante dalla tendenza "cinephile"sia di Tarantino(qui anche attore, in una caratterizzazione decisamente estrema del delinquente"pazzo")sia di Rodriguez, da sempre veramente più che amici, fratelli nell'amare-saccheggiare i generi cinematografici, non risulta molto coninvcnete, visto che il film risulta stracco, sfilacciato , prevedibile-a metà film, per esemplicificare andando al famoso"sodo"sappiamo già chiaramente che cosa succederà più o meno, con inedite reazioni di tutti(sia i banditi sia i "buoni"della famigliola presa in ostaggio, con comportamenti molto simili, dati da come ogni persona, anzi meglio ogni animlae reagisce ad aggressioni esterne che lo minacciano fino alla vita stessa.
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"From Dusk till Dawn"(Robert Rogriduez, sceneggiatura di Quentin Tarantino, soggetto di Robert Kuntzman, 1996), dove la storia è quella di una rapina"dura", con sequestro della famiigliola di un pastore evangelico in crisi di fede, dove i due banditi e la famigliola arrivnao(per impegni del capo-bandito)in MExico, in un locale supersexy dove in realtà avventori e ragazze nude sono in gran parte vampiri(esse)e vampirizzati(e), risulta, un pastiche più che una"sintesi"tra genere poliziesco-thriller, sexy/ossia tra erotismo e pornografia, con maggiore tendenza verso il primo elemento) e horror, dove però l'essenza ironico-parodistica(il trattare questi generi, entrando in essi)si snatura in qualche modo, dato che l'eccesso di violenza e di fortissimo coinvolgimento nei singoli generi, derviante dalla tendenza "cinephile"sia di Tarantino(qui anche attore, in una caratterizzazione decisamente estrema del delinquente"pazzo")sia di Rodriguez, da sempre veramente più che amici, fratelli nell'amare-saccheggiare i generi cinematografici, non risulta molto coninvcnete, visto che il film risulta stracco, sfilacciato , prevedibile-a metà film, per esemplicificare andando al famoso"sodo"sappiamo già chiaramente che cosa succederà più o meno, con inedite reazioni di tutti(sia i banditi sia i "buoni"della famigliola presa in ostaggio, con comportamenti molto simili, dati da come ogni persona, anzi meglio ogni animlae reagisce ad aggressioni esterne che lo minacciano fino alla vita stessa. A dire il vero, sul versante parodistico di riletture del cinema, molto meglio Mel Brooks quando saccheggia l'horror frnakensteiniano, il western, il poliziesco magari (anzi certamente)più"soft", Sono film di circa due decenni prima dei tentativi di Rodriguez-Tarantino, ma risultano decisamente più capaci, approfonfendo in chiave parodistica un genere alla volta(senza "pastiche", insomma)di andare al nocciolo dlela cosa e di realizzare opere più"compiute", non nel senso di"finite", ma anche di lasciare maggiore spazio a interpretazioni e letture anche tra loro molto diverse. Inedito George Cloonery d'antan nei panni del ganster serio, esagerato Tarantino nella parte del fratello pazzo, noteovle Harvey Keitel come pastore in crisi di fede, mentre Juliette Lewis, come figlia del pastore, si proiettava avanti anche a livello di carriera, con Ernst Liu, l'altro figlio, meno convincente anzi scarso nella parte. Salma Hayek, supersexy, che poi si rivela vampiressa, si mostrava come decisamente adatta a fungere già da protagonista, cosa che qui ancora non era. El Gato
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tony montana
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mercoledì 8 dicembre 2010
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un ottimo horror on the road
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Dopo una sanguinosa rapina, Seth e Richard Gecko, due dei più pericolosi killer degli USA, fuggono verso la frontiera messicana, braccati dall’FBI. Durante il viaggio, prendono in ostaggio un ex prete che ha perso la fede, con i suoi due figli e giungono alla frontiera dove il misterioso Carlos, offre loro protezione in un bordello per camionisti chiamato Titti Twister, locale aperto dal tramonto all’alba. Ma il locale è il covo di un esercito di vampiri assetati di sangue. I quattro improbabili eroi, sono costretti a lottare per la loro vita contro un male di cui non sospettavano nemmeno l’esistenza…
Nove anni prima di Sin City, e undici prima di Grindhouse, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, i due cineasti più geniali e folli della storia del cinema, collaborarono nel lontano 1996, e il frutto di quella collaborazione fu Dal tramonto all’alba.
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Dopo una sanguinosa rapina, Seth e Richard Gecko, due dei più pericolosi killer degli USA, fuggono verso la frontiera messicana, braccati dall’FBI. Durante il viaggio, prendono in ostaggio un ex prete che ha perso la fede, con i suoi due figli e giungono alla frontiera dove il misterioso Carlos, offre loro protezione in un bordello per camionisti chiamato Titti Twister, locale aperto dal tramonto all’alba. Ma il locale è il covo di un esercito di vampiri assetati di sangue. I quattro improbabili eroi, sono costretti a lottare per la loro vita contro un male di cui non sospettavano nemmeno l’esistenza…
Nove anni prima di Sin City, e undici prima di Grindhouse, Robert Rodriguez e Quentin Tarantino, i due cineasti più geniali e folli della storia del cinema, collaborarono nel lontano 1996, e il frutto di quella collaborazione fu Dal tramonto all’alba.
Questa pellicola ha mozzato come un’accetta, in due parti, la critica: da una parte chi lo considerava un film squallido con spunti geniali, e chi lo ha definito un capolavoro.
A parer mio, Dal tramonto all’alba è esattamente l’unione delle due cose, non film squallido, ma neanche capolavoro.
Certamente non è il miglior horror mai girato ( ce ne vuole di strada per arrivare al Shining di Kubrick ), ma è un prodotto di genere che sicuramente è degno di nota.
Dal tramonto all’albaè un film abbastanza difficile da recensire, per questo lo analizzo fase per fase.
Innanzitutto, questo movie è scritto da Quentin Tarantino e per le quasi due ore di visione se ne sente, e anche bene, lo stile: violenza surreale, situazioni grottesche e geniali, improbabili antieroi che acquistano combattendo, la redenzione, dolci fanciulle che diventano spietate amazzoni, citazioni dai B-movie anni 70 e dai capolavori del cinema a piene mani, scene di lotta alla Chuck Norris e, forse la cosa migliore, dialoghi lunghi fino all’inverosimile, contorti e allo stesso tempo illuminanti: « Io ho capito, fuori c'è un branco di vampiri del cazzo che vengono qui per succhiarci un bel po' di sangue e questo è tutto, chiaro e semplice. Non voglio sentire nessuno che dica "ma io non ci credo ai vampiri del cazzo" perché io non ho mai creduto ai vampiri del cazzo ma credo a quello che vedo negli occhi e quello che ho visto erano dei vampiri del cazzo. Allora siamo tutti d'accordo nell'affermare che abbiamo a che fare con dei vampiri del cazzo? ».
La fonte d’ispirazione per Tarantino è stato scrivere un horror simile a L’alba dei morti viventi solo che al posto degli zombie, ci mette i vampiri ( geniale ).
Inoltre, ha utilizzato lo stile narrativo che usa Stephen King nei suoi libri ad esempio Cujo dove una gran parte di romanzo ci presenta i protagonisti, raccontandoci le loro avventure quotidiane, i loro problemi e le loro gioie, per poi aggiungere la componente horror ( in Cujo è il cane affetto da rabbia che uccide le persone ) in modo che il lettore, resta coinvolto nella vicenda, e segue con coinvolgimento il destino dei personaggi. Nel film di Rodriguez succede la stessa cosa.
Ma ecco come Rodriguez imposta nel suo film lo stile di King: la pellicola si apre come un hard boiled degno di Brian De Palma o di Martin Scorsese, è un susseguirsi di rapine, inseguimenti e sparatorie sanguinose e tensione a non finire.
Verso il 70° minuto, invece, la parte thriller ( che resta la migliore ), si evolve in maniera naturale, in un horror alla Carpenter, un truculento massacro fatto di squartamenti, decapitazioni, sangue, ossa e arti che schizzano via, il sangue verde dei vampiri ( in questo film sono utilizzati gli effettacci splatter che riescono a farti sbellicare dalle risate ).
In questa parte, George Clooney da veramente prova di essere un bravo attore, Juliette Lewis, si è dimostrata ancora una volta, un’ottima attrice emergente ( ve la ricordate in Cape Fear? ), Harvey Keitel non apro bocca, straordinario come sempre.
Ma il mio personaggio preferito è sicuramente quello di Tom Savini, troppo spassoso quando cerca di nascondere la sua identità da vampiro ai compagni mentre viene raccontato un aneddoto sul Vietnam.
Il clima di paranoia presente nella parte horror è paragonabile a quella de La cosa di Carpenter.
Guardatelo questo film, che mischia l’horror con il noir e il film on the road, perché, mai, lo splatter è stato così divertente.
E per i musicofili più accaniti, li attende una colonna sonora atomica e straordinaria.
Vietato, in Italia, ai minori di 18 anni.
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[+] semplicemente spazzatura usa
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karletto
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giovedì 5 febbraio 2009
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capolavoro assoluto
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Uno splendido film d'azione che parte come un road movie e si tradforma istantaneamnete in un horror dai toni ironici.
Fa parte di quei film che si vorrebbero sempre vedere, lo stile ricorda molto quello di Tarantino dove i contenuti tecnici sono di altissimo livello. per quanto riguarda un altro genere di contenuti, purtroppo con i film americani bisogna sempre sforzarsi di trovarne, in questo caso, come nei film di Tarantino, la violenza non ha veramente un sapore violento, è come una caricatura della violenza stessa, quasi a volerla esorcizzare. In effetti in questo genere di film non rimane addosso quella carica negativa che il ricorso alla violenza normalmente incute, tutt'altro, sembra quasi che sia stato solo un gioco e niente più.
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Uno splendido film d'azione che parte come un road movie e si tradforma istantaneamnete in un horror dai toni ironici.
Fa parte di quei film che si vorrebbero sempre vedere, lo stile ricorda molto quello di Tarantino dove i contenuti tecnici sono di altissimo livello. per quanto riguarda un altro genere di contenuti, purtroppo con i film americani bisogna sempre sforzarsi di trovarne, in questo caso, come nei film di Tarantino, la violenza non ha veramente un sapore violento, è come una caricatura della violenza stessa, quasi a volerla esorcizzare. In effetti in questo genere di film non rimane addosso quella carica negativa che il ricorso alla violenza normalmente incute, tutt'altro, sembra quasi che sia stato solo un gioco e niente più. Grandissimo film.
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