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"Ho vinto la lotteria di Capodanno"(1989)è del regista-autore fiorentino(qualità da non sottovalutare!) Neri Parenti: non avesse girato altri film(non conosco i suoi cinepanettoni, non m'interessan punto, per dirla alla fiorentina, ma forse faccio male), basterebbe questo per innalzarlo agli onori della cinematografia comica di sempre: un perfetto comico-grottesco, con venature decisamente"noir", da apprezzare in ogni modo, in quanto qui Villaggio, che per l'occasione riunisce in sé i caratteri di Fantozzi e di Fracchia più il fregolismo(diventa, da giornalista"sfigato"-la sua vera professione-pompiere all'occorrenza e anche operaio di una ditta di macchine da scrivere antiche o quasi-messe all'asta-nell'89 il computer, inteso come CD, era già molto diffuso, poi danzatore-mimo occasionale in uno spettacolo del"Moulin rouge"), crea guai a sé(si ferisce, in quanto oggetto si rivolta contro di lui)e agli altri/alle altre persone, in un"Hellzapoppin"completamente "folle", totalmente"altro"rispetto alla logica che conosciamo. Esilaranti, a loro modo"assolute"le sequenze nell'istituto per ciechi, dove i"non vedenti"(con i ciechi stessi che, nella finzione filmica, si burlano di questo"politically correct"...)servono a tavola o svolgono altre mansioni, creando ogni sorta di disastro-e proprio su ciò bisogna dire che il"politically correct"ma anche solo il"bon ton"impedivano di riderne, pur se vari passi nel senso della"demolizione"aveva già compiuto a suo tempo(tra i 20 e i 15 anni prima di Parenti)Mel Brooks. Qui la "demolizione", la negazione del pregiudizio procede parecchio, divenendo una sorta di festival dello"scorretto politicamente"(o socialmente, come si tradurrebbe forse in modo più opportuno...). Anche le scene iniziali, con il paradosso di Villaggio("Ciottoli"il cognome del personaggio, altro elemento più che significativo...) costretto , da giornalista, a riferire su di sé come candidato suicida(tentativo che non smetterà di attuare, nonostante la vincita)e più tardi come vincitore del biglietto vincente alla Lotteria, segnano una sorta di"top", ma anche la sua"impropria"intromissione nello spettacolo del"Moulin rouge". Oltre a tutto qui Villaggio, in una delle sue prove migliori, si conferma, ad onta di tentativi di denigrazione, un attore notevolissimo, dotato di una mimica assolutamente rimarchevole. El Gato
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