paolp78
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venerdì 11 agosto 2023
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molta azione, poca trama
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I film d’azione a volte raccontano una storia ben studiata ed articolata, che poggia su una valida sceneggiatura; più spesso però, essendo prevalentemente pellicole che ricercano solo il successo commerciale, presentano una trama ridotta all’osso, curandosi solo di offrire al pubblico uno spettacolo semplice e diretto.
Questa pellicola del regista inglese Guy Hamilton appartiene decisamente alla seconda categoria, genere nel quale Hamilton si trova sicuramente più a suo agio, visto che in carriera ha diretto ben quattro film della saga dell’agente 007, pellicole che come ben noto sono anch’esse di pura azione e divertimento.
Questo film non conta su un protagonista accattivante come il mitico James Bond; il Remo Williams del titolo, interpretato da Fred Ward, è poco caratterizzato e in definitiva risulta alquanto deludente come personaggio principale.
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I film d’azione a volte raccontano una storia ben studiata ed articolata, che poggia su una valida sceneggiatura; più spesso però, essendo prevalentemente pellicole che ricercano solo il successo commerciale, presentano una trama ridotta all’osso, curandosi solo di offrire al pubblico uno spettacolo semplice e diretto.
Questa pellicola del regista inglese Guy Hamilton appartiene decisamente alla seconda categoria, genere nel quale Hamilton si trova sicuramente più a suo agio, visto che in carriera ha diretto ben quattro film della saga dell’agente 007, pellicole che come ben noto sono anch’esse di pura azione e divertimento.
Questo film non conta su un protagonista accattivante come il mitico James Bond; il Remo Williams del titolo, interpretato da Fred Ward, è poco caratterizzato e in definitiva risulta alquanto deludente come personaggio principale. Le sorti della pellicola sono invece parzialmente risollevate dall’eccentrico e simpatico insegnante di arti marziali, che benché sia di origini coreane, è convincentemente interpretato dal bravissimo Joel Grey, che grazie ad un trucco davvero molto ben eseguito pare a tutti gli effetti un asiatico.
Il binomio tra il vecchio insegnante, preferibilmente di etnia mongola, e l’allievo occidentale è un cliché più volte adoperato, ma che funziona sempre, ed anche in questo caso il risultato è soddisfacente, soprattutto grazie ad una buona dose di ironia, opportunamente inserita dagli sceneggiatori e molto ben valorizzata dall’ottimo Grey che ruba la scena a Ward risultando di gran lunga la miglior attrazione della pellicola, per il resto alquanto modesta.
La sceneggiatura non prevede storie sentimentali, né sono presenti ruoli femminili di particolare rilievo, eccezion fatta per quello appena abbozzato, affidato alla poco nota Kate Mulgrew.
Nel resto del cast si ricorda il bravo caratterista Wilford Brimley, che non deve compiere particolari sforzi fisici per ricoprire la parte, visto che in tutte le scene in cui appare recita sempre seduto dietro ad una scrivania.
Musiche carine ed adatte alla pellicola.
Per il genere di film la durata risulta eccessiva; sarebbe stato consigliabile contenerla di almeno un buon quarto d’ora.
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