josephdari
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domenica 5 dicembre 2010
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per sempre ricchi
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RECENSIONE: "I TRE GIORNI DEL CONDOR"
(ITA)
PRESENTAZIONE
E' un film di genere Spionaggio, diretto nel 1975 da Sidney Pollack su un soggetto di James Grady ed interpretato da Robert Redford, Faye Dunaway, Max Von Sidow, Cliff Robertson ed Addison Powell.
TRAMA
Joe Turner (detto Condor) é un tranquillo impiegato che collabora con i Servizi Segreti Americani per i quali si occupa di analizzare giornali, riviste o libri prodotti all'estero per carpire notizie o messaggi di interesse.
Un giorno, mentre torna da una tavola calda, trova i suoi colleghi di sezione tutti uccisi. Seguendo il protocollo, chiama il Dipartimento di appartenenza per comunicare l'incidente.
Gli danno un appuntamento per portarlo in salvo, visto che gli assassini si accorgeranno presto di un superstite; ma in realtà si tratta di una trappola: il suo coordinatore (che lui non ha mai visto in faccia) si presenta all'appuntamento armato per eliminarlo definitivamente, ma Turner, che per essere un impiegato é davvero in gamba, riesce a rispondere al fuoco ferendolo e scappa, rifugiandosi presso Kathy, una ragazza conosciuta accidentalmente.
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RECENSIONE: "I TRE GIORNI DEL CONDOR"
(ITA)
PRESENTAZIONE
E' un film di genere Spionaggio, diretto nel 1975 da Sidney Pollack su un soggetto di James Grady ed interpretato da Robert Redford, Faye Dunaway, Max Von Sidow, Cliff Robertson ed Addison Powell.
TRAMA
Joe Turner (detto Condor) é un tranquillo impiegato che collabora con i Servizi Segreti Americani per i quali si occupa di analizzare giornali, riviste o libri prodotti all'estero per carpire notizie o messaggi di interesse.
Un giorno, mentre torna da una tavola calda, trova i suoi colleghi di sezione tutti uccisi. Seguendo il protocollo, chiama il Dipartimento di appartenenza per comunicare l'incidente.
Gli danno un appuntamento per portarlo in salvo, visto che gli assassini si accorgeranno presto di un superstite; ma in realtà si tratta di una trappola: il suo coordinatore (che lui non ha mai visto in faccia) si presenta all'appuntamento armato per eliminarlo definitivamente, ma Turner, che per essere un impiegato é davvero in gamba, riesce a rispondere al fuoco ferendolo e scappa, rifugiandosi presso Kathy, una ragazza conosciuta accidentalmente.
Condor capisce che sono stati i Servizi Segreti deviati a organizzare l'agguato e che lui é in pericolo. Evidentemente lui ed i suoi colleghi hanno intercettato un documento che non doveva essere intercettato.
Con l'aiuto di Kathy, Condor riesce a sventare altri due attentati contro di lui ed a smascherare Leonard Attwood, Coordinatore dei Servizi in Medio Oriente e mandante della strage.
In realtà Turner e i suoi colleghi avevano scoperto per caso un piano perverso di Attwood: la produzione di una falsa documentazione per giustificare una invasione Americana del Medio Oriente.
Attwood sarà eliminato, ma il suo progetto non sarà insabbiato ed i suoi complici non potranno passarla liscia perché Turner farà una relazione da far pubblicare al New York Times.
COMMENTO
questa opera si differenzia dalle altre dello stesso filone per un fatto: la storia raccontata é verosimile e non eccessivamente romanzata.
Gli attori sono molto bravi ma i doppiatori italiani lo sono molto di più. Avendo visto entrambe le versioni, posso dire che quella italiana é molto più avvincente.
Assolutamente da vedere.
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sirgient
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martedì 29 marzo 2016
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un animale in via di estinzione...
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La musica, i rumori della telescrivente che batte veloce sui fogli e la stampante a nastro continuo, la segretaria in portineria che fuma dentro l'ufficio, altri tempi che appartengono prepotentemente alla mia giovinezza.
Un robert Redford straordinario, all'ombra delle torri gemelle simbolo dell'opulenza e del potere economico e non solo.
L'ombra della C.I.A. che cresce tra le righe, fino a prorompere prepotentemente con tutta la sua logica razionalità... Potere, petrolio, interessi, la gente, il futuro, intrighi e giochi di potere, tutto il futuro resta scritto dentro le immagini di un film del 1975 che ancora oggi a distanza di 30 anni mostra tutta la sua forza.
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La musica, i rumori della telescrivente che batte veloce sui fogli e la stampante a nastro continuo, la segretaria in portineria che fuma dentro l'ufficio, altri tempi che appartengono prepotentemente alla mia giovinezza.
Un robert Redford straordinario, all'ombra delle torri gemelle simbolo dell'opulenza e del potere economico e non solo.
L'ombra della C.I.A. che cresce tra le righe, fino a prorompere prepotentemente con tutta la sua logica razionalità... Potere, petrolio, interessi, la gente, il futuro, intrighi e giochi di potere, tutto il futuro resta scritto dentro le immagini di un film del 1975 che ancora oggi a distanza di 30 anni mostra tutta la sua forza.
Un cast eccezionale, moderato, sempre sul filo, delicato anche nell'uccidere e nel tentare di amare, forse.
Un film da non perdere, una macchina del tempo per fare un tuffo nel passato che tanto mi manca, quel passato che ho vissuto e che rendeva il mondo un posto complicato ma ancora a misura d'uomo.
Una storia, cruda, romantica, malinconica per molti versi, di quelle storie che finiscono col dubbio che forse un giorno facendo una passeggiata in una bella giornata di primavera, una macchina ti affianca e si lentamente apre lo sportello.
Non perdetevi questo capolavoro...
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andrejuve
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lunedì 28 dicembre 2015
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gli inquietanti giochi di potere
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“I tre giorni del Condor” è un film del 1975 diretto da Sydney Pollack. Presso una sede bibliotecaria di New York un gruppo di sette impiegati della CIA sotto copertura hanno il compito di analizzare testi e romanzi polizieschi e gialli al fine di scoprire e ipotizzare gli stratagemmi utilizzati dai criminali nei singoli casi specifici a loro sottoposti. Joseph Turner, al quale è stato affibbiato come nominativo in incognita il “Condor”, è uno dei giovani impiegati in attività da poco tempo. Una mattina, mentre si reca presso il bar ad acquistare la colazione per i colleghi, un gruppo di tre persone, capitanate dallo spietato killer professionista di nome Joubert, entra all'interno della struttura uccidendo a freddo tutti i sei funzionari al suo interno oltre a un altro membro della compagnia in quel momento situato presso la sua dimora.
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“I tre giorni del Condor” è un film del 1975 diretto da Sydney Pollack. Presso una sede bibliotecaria di New York un gruppo di sette impiegati della CIA sotto copertura hanno il compito di analizzare testi e romanzi polizieschi e gialli al fine di scoprire e ipotizzare gli stratagemmi utilizzati dai criminali nei singoli casi specifici a loro sottoposti. Joseph Turner, al quale è stato affibbiato come nominativo in incognita il “Condor”, è uno dei giovani impiegati in attività da poco tempo. Una mattina, mentre si reca presso il bar ad acquistare la colazione per i colleghi, un gruppo di tre persone, capitanate dallo spietato killer professionista di nome Joubert, entra all'interno della struttura uccidendo a freddo tutti i sei funzionari al suo interno oltre a un altro membro della compagnia in quel momento situato presso la sua dimora. Di ritorno dal bar Turner assiste a questo spaventoso massacro e, impaurito, cerca aiuto contattando il quartier generale della CIA la quale organizza un incontro affinché il protagonista venga messo in salvo. Per offrirgli maggiori garanzie oltre al capo reparto della sezione dei servizi segreti viene inviato anche un altro dipendente in stretto legame di amicizia con Turner. Durante l'incontro però il capo reparto cerca di uccidere Turner e assassina il suo amico. Turner capisce che non può più fidarsi di nessuno, neanche all'interno della CIA stessa e, dopo aver preso in ostaggio un'affascinante donna di nome Kathy Hale, costringe quest'ultima a offrigli un rifugio sicuro presso la propria abitazione. Da quel momento Turner decide di intraprendere un'indagine al fine di fornire una risposta a numerosi interrogativi: perché sono state uccise quelle persone in quel brutale modo? La CIA è coinvolta in tutta questa vicenda? Quali sono le ragioni che hanno scatenato questa inquietante serie di eventi? La strada per scoprire la verità sarà piena di ostacoli e difficoltà. La pellicola incentra l'attenzione sul mondo dei servizi segreti, costellato da riservatezza, strategia e segretezza. In questa realtà sono frequenti i sotterfugi e gli inganni. L'unico modo per sopravvivere è quello di nutrire una costante diffidenza verso le altre persone e un continuo clima di sospetto. Il regista riesce a far riflettere sul tema della “realtà” facendo particolare riferimento alle tecniche utilizzate dai Governi e dai mass media per fuorviarla e manipolarla mettendo in luce al popolo una verità che molto spesso non rispecchia gli eventi cosi come si sono realmente delineati. Inoltre le più grandi potenze mondiali, grazie all'ausilio dei servizi segreti, compiono azioni disumane e inquietanti al solo fine di raggiungere obiettivi legati al profitto economico e al raggiungimento del potere assoluto. A costo di sacrificare vite umane il perseguimento di interessi considerati di primaria importanza prende il sopravvento. Nascondere la verità è uno degli espedienti più efficaci per il conseguimento di tali fini. Il film coinvolge lo spettatore grazie al costante stato di tensione che accresce in corrispondenza del susseguirsi degli eventi. La trama nonostante possa risultare a tratti complessa è ben delineata grazie ad una narrazione lineare che riesce a regalare momenti di suspence. Pollack riesce a inserire all'interno del film tutti i canoni tipici del genere dello spionaggio mescolandolo con quello thriller e a tratti con il sentimentale. Un bel film che risulta efficace nonostante faccia poco leva sulla pura e semplice azione concentrandosi invece sui dialoghi, sulle riflessioni che comportano e sull'introspezione psicologica dei personaggi. Un altro elemento che rende interessante il film è inoltre il realismo e la spietatezza di alcune sequenze che lasciano poco spazio alla speranza facendo posto invece a un sentimento di rassegnazione e di sconforto. Eccellente l'interpretazione del grande Robert Redford, nei panni di Joseph Turner, il quale riesce a trasmettere efficacemente allo spettatore tutta l'altalena di emozioni che caratterizza il protagonista. Bravi anche Faye Dunaway, nella parte di Kathy Hale, e soprattutto Max von Sidow, il quale ricopre il ruolo per nulla banale dello spietato Joubert. Un film che consiglio di vedere.
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andrea alesci
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domenica 26 luglio 2015
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niente è come sembra, tutto è come appare
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Fosco come il dubbio di quelle poche parole pronunciate da Higgins: “Ehi Turner, sei sicuro che lo stampano?”. Ecco com’è l’animo palpitante del film che Sidney Pollack gira nel 1975, in pieno clima post-Watergate, un’atmosfera densa di sospetti, diffidenza e quel doppiogiochismo che marca indelebilmente e ineluttabilmente l’oscuro lavorio dei servizi segreti.
Joseph Turner (Robert Redford) è l’unico sopravvissuto a una vera e propria strage compiuta presso la sede della American Literary Historical Society: lui è fuori a prendere il pranzo d’asporto, quando il killer Joubert (Max Von Sydow) entra e insieme ad altri due sicari fa fuori tutti i suoi colleghi.
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Fosco come il dubbio di quelle poche parole pronunciate da Higgins: “Ehi Turner, sei sicuro che lo stampano?”. Ecco com’è l’animo palpitante del film che Sidney Pollack gira nel 1975, in pieno clima post-Watergate, un’atmosfera densa di sospetti, diffidenza e quel doppiogiochismo che marca indelebilmente e ineluttabilmente l’oscuro lavorio dei servizi segreti.
Joseph Turner (Robert Redford) è l’unico sopravvissuto a una vera e propria strage compiuta presso la sede della American Literary Historical Society: lui è fuori a prendere il pranzo d’asporto, quando il killer Joubert (Max Von Sydow) entra e insieme ad altri due sicari fa fuori tutti i suoi colleghi. Niente spie, ma soltanto impiegati in una sezione della Cia con l’incarico di scovare codici e tracce contenute segretamente nei libri che circolano in tutto il mondo.
Si tratta di un gioco perverso che disintegra la vita di sette persone come nulla fosse, in osservanza alle logiche della Compagnia e al presunto mantenimento dell’equilibrio delle Nazioni. Ma il procedere di Turner è imprevedibile nella sua fuga per la sopravvivenza, lungo la quale coinvolge in modo del tutto casuale la bella Kathy Hale (Faye Dunaway); una sconosciuta eppure l’unico rifugio per Turner, e la sola a poter credere al complotto ordito dalla Cia per metterlo a tacere e nascondere alla stessa Compagnia sordidi palinsesti governativi.
Come gli alberi senza foglie, le panchine vuote, i viali deserti fotografati ed esposti in casa da Kathy, i due comprendono le reciproche solitudini e nella penombra fugace sanno trovare un punto comune di contatto per districare il complesso groviglio di sotterfugi che sta scavando la fossa intorno a Condor (nome in codice di Turner). Condor che, come il più grande dei rapaci diurni, scruta da lontano la sua preda e con insospettabile abilità si trasforma in un agente operativo per smascherare la cospirazione che divora la Cia dall’interno.
Una Compagnia sfilacciata da segreti profondi quanto i malinconici bianconeri degli scatti di Kathy, riflessi di un mosaico mediorientale che nella trama di Lorenzo Semple Jr. e David Rayfiel rimane inafferrabile, affondato nel nero di un petrolio che fa da collante al malaffare di funzionari pronti a giocare con la vita delle persone come fossero carte di un mazzo. Un mazzo nel quale non hanno però tenuto da conto il jolly con la faccia da Condor, incastrato nelle meschinità di Wicks (Michael Kane), di Mr. Wabash (John Houseman), dell’infido Higgins (Cliff Robertson) e del gran manovratore Leonard Atwood (Addison Powell).
Un Atwood che rimarrà vittima del suo stesso gioco e ucciso – sotto gli occhi attoniti di Turner – dal killer Joubert, obbediente al solo comando del ‘quanto’ e mai del ‘perché’. Condor è salvo (per ora), le tessere del puzzle paiono mettersi a posto, le luci si possono spegnere. Ma il sordido Higgins è ancora al suo posto da freddo sperimentatore nelle stanze segrete del potere. Di un potere che provvede ai bisogni della gente con sacrifici necessari, con i giochetti di uno, cento, mille Atwood. E dall’altra parte l’integerrima trasparenza di Turner e di quel dossier consegnato alla stampa: ogni sporco dettaglio sull’intera faccenda pronto per le rotative, inchiostro nero per pulire le coscienze con la chiarezza dei fatti. Ma poi, quel dubbioso quesito finale a rendere tutto opaco, sfuggente, incontrollabile: per i Turner di tutto il mondo e per una società retta da un invisibile gioco di chiaroscuri.
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elgatoloco
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giovedì 20 maggio 2021
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praticamente perfetto
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"Three Days of the Condor"(SIndeny Pollack, da un romanzo di James Grady, sceneggiatura di Lotenzo Semople jr.e David Rafley, 1975),, con la storia di un tranquiillo(in partenza)funzionario addetto all'esmae di documenti vari(libri, articoli etc.)che è una dependance o meglio una"sezione culturale"della CIA, quando è fuori per la colazione, trova i suoi colleghi uccisi e rischia di fare la stessa fine... Mettendosi alla ricerca del chi e del perché di tale azione, finisce per eliminare alcuni pericolosi avversari e anche per sequestare una donna, che finisce per innamorarsi di lui.Riuscirà a"spiuntarla", a modo suo(almeno così sembra, dato che una vera e propria conclusione il film non lo ha,, come neppure il romanzo di Drady, peraltro)affrontando quello che non è il capo, ma certo una pedina importante di un servizio parlallelo, alternativo o additrittura"nemcio"della stessa CIA; a meno che non sia emanazione della stessa, il che rimane un'opzione possibile, cmunque da non escludere.
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"Three Days of the Condor"(SIndeny Pollack, da un romanzo di James Grady, sceneggiatura di Lotenzo Semople jr.e David Rafley, 1975),, con la storia di un tranquiillo(in partenza)funzionario addetto all'esmae di documenti vari(libri, articoli etc.)che è una dependance o meglio una"sezione culturale"della CIA, quando è fuori per la colazione, trova i suoi colleghi uccisi e rischia di fare la stessa fine... Mettendosi alla ricerca del chi e del perché di tale azione, finisce per eliminare alcuni pericolosi avversari e anche per sequestare una donna, che finisce per innamorarsi di lui.Riuscirà a"spiuntarla", a modo suo(almeno così sembra, dato che una vera e propria conclusione il film non lo ha,, come neppure il romanzo di Drady, peraltro)affrontando quello che non è il capo, ma certo una pedina importante di un servizio parlallelo, alternativo o additrittura"nemcio"della stessa CIA; a meno che non sia emanazione della stessa, il che rimane un'opzione possibile, cmunque da non escludere. D ecisamente "Trhee Dayds of the Condor"rimane un classico della sy story filmica e anche un thriller di notevolissima statura, per non dire(è lovvio, direi)un film classico e meritatamente tale tout court, ossia extra ogni possiible definizione di genere. Perfetto nei tempi, nell'interpretazione(Robert Redford protagonist ae Faye Dunaway coprotagonista, oltre ad essere bellli e ppopolari all'eoca, sapevano anche recitare, "particolare"non accidentale, ma Max Von Sydow, "uscito indenne"dai film di Bergman, era perfetto quale killer e idem Cliff Robertson, pur partendo da altre formazioni attoralii),il clima storico era quello del Watergate, per cui il fim, come peralrto il rom,anzo, si "situavano"molto bene nel panorama dell'epoca, ma-a questo dimostra l0'"universalità anche a-temporale del film-il film è perfetto anche oggi, quando del resto non è che ne sappiamo molto di CIA e addentellati vari, quando la sua influenza"pervasiva"è tuttora assolutamente presente e "onnipresente", come dimostra la storia deglii ultimi decenni, includendo perà quanto avviene oggi e avverrò a non poca distanza da quanto avviene oggi.Ma per dire che ilm è perfetto, bisogna considerae che ogni elemento, scenografico, fotografico e di sound-track(opera di Dave Grusin)concorre sintestasicamente alla produzione di un'oopera degna del suo riconoscimento critico e anche del suo successo. Che oggi valga come ben 46 anni fa ne è la dimostrazione più chiara. El Gato
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scipiox
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lunedì 18 marzo 2024
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central intelligence agency
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Il film I tre giorni del condor da uno spaccato della new york inizio 70' ; torri gemelle potenti e ancora intatte, strade trafficate da macchinoni alta cilindrata case in mattone con il appatamenti fino a sottoscala ,fast food affollati ,sandwich per tutti e la CIA attivssima , organizzata in maniera impeccabile e con tecnologie avanzatissime per il periodo che imperversava.IL genere puo variare dallo spionaggio all'azione al giallo drammatico come volete.il film e' bellissimo mai noioso inserito in un contesto pre- natalizio . REDFORD (IL CONDOR) innocuo impiegato all' istituto letterario scampa casualmente a una vera e propria strage dove 7 suoi colleghi periscono sotto colpi di mitra .
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Il film I tre giorni del condor da uno spaccato della new york inizio 70' ; torri gemelle potenti e ancora intatte, strade trafficate da macchinoni alta cilindrata case in mattone con il appatamenti fino a sottoscala ,fast food affollati ,sandwich per tutti e la CIA attivssima , organizzata in maniera impeccabile e con tecnologie avanzatissime per il periodo che imperversava.IL genere puo variare dallo spionaggio all'azione al giallo drammatico come volete.il film e' bellissimo mai noioso inserito in un contesto pre- natalizio . REDFORD (IL CONDOR) innocuo impiegato all' istituto letterario scampa casualmente a una vera e propria strage dove 7 suoi colleghi periscono sotto colpi di mitra . da quella mattina iniziano per lui 3 giorni incredibili ! VON SYDOW che nel film interpreta il sicario francese e' sempre elegante e raffinato.La protagonista femminile (F.DUNAWAY) e' fantastica anche con poco trucco . Consiglio assolutamente la visione preferibilmente senza pause pubblicitarie
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dqitos
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domenica 4 ottobre 2015
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ciascuno recita bene propria parte.
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questo sembra essere un film 'eclatante' in tutte le angolazioni lo
si voglia vedere, ci si rende conto immediatamente del
muro di omertà e accordi sottobanco di molte
persone losche per futili motivi, dal momento in cui
i telefoni e gli allacciamneti non sembrano funzionare,
per un uomo di legge si tratta di
futili motivi, per invece altre persone no, noterete che, tra
esperti e sapientoni di cinema
e cultura quasi, nessuno ricorda che è tratto dal romanzo di
james grady ' i 6 giorni del condor...', quando il commercio e gli affari
oltrepassano il potere della legge e l'interesse per la legalità,
dunque vedete un sopravvissuto a un massacro, che niente ha a
che vedere con la nasa e neanche la cia forse, ciò è più accomunabile alla
psicosi incurabile di tante persone, per poter trarre il massimo profitto
da vicende e situazioni di non legalità, sino a cercar di volere isolare un solo
elemento, come di solito tende a fare anche la più grande democrazia, che
ricordiamolo è il contrario della dittatura, come è noto
(senza le dovute prove)
dove i capri espiatori sono un cittadino (il popolo)
e il resto de popolo dittatore incapace di curarsi attende il tempo migliore
per piangere e rimpiangere un essere migliore, per questo,
sacrificabile e per loro soprattutto.
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questo sembra essere un film 'eclatante' in tutte le angolazioni lo
si voglia vedere, ci si rende conto immediatamente del
muro di omertà e accordi sottobanco di molte
persone losche per futili motivi, dal momento in cui
i telefoni e gli allacciamneti non sembrano funzionare,
per un uomo di legge si tratta di
futili motivi, per invece altre persone no, noterete che, tra
esperti e sapientoni di cinema
e cultura quasi, nessuno ricorda che è tratto dal romanzo di
james grady ' i 6 giorni del condor...', quando il commercio e gli affari
oltrepassano il potere della legge e l'interesse per la legalità,
dunque vedete un sopravvissuto a un massacro, che niente ha a
che vedere con la nasa e neanche la cia forse, ciò è più accomunabile alla
psicosi incurabile di tante persone, per poter trarre il massimo profitto
da vicende e situazioni di non legalità, sino a cercar di volere isolare un solo
elemento, come di solito tende a fare anche la più grande democrazia, che
ricordiamolo è il contrario della dittatura, come è noto
(senza le dovute prove)
dove i capri espiatori sono un cittadino (il popolo)
e il resto de popolo dittatore incapace di curarsi attende il tempo migliore
per piangere e rimpiangere un essere migliore, per questo,
sacrificabile e per loro soprattutto..., fortunatamente è un film, in cui la partita
vede il costo specifico ed esatto, non potendo eliminare il
soggetto, se non per volere del filmaker, quindi
accordi silenti e impedimento del cittadino di conoscere ed esprimere
le proprie preferenze sino a
debilitarlo e renderlo altresì succube degli eventi, un domani
sopportabili soltanto col metodo dello
scarica barile... che rimedia nella democrazia ogni
male e delitto, ma noi siamo qui per portare la testimonianza di quell'uno
che, prendendo altrettanto ordini deve, costretto, fare i propri doveri, anche
quando lo stato sembra mancare, i governanti dormire da inermi innanzi a
cose del genere, in una specie di tombola umanana per poter
raccattare numeri a mara meo..., cosicchè a tutte le
persone vada bene così, comunque vada, robert
redford recita al solito con mestiere, attendendo che qualcuno
gli risova le problematcihe annesse a
quei fattacci... impasticciati anche se non sembra quanto un onesto cittadino
che niente sembra sapere di tutte quelle
losche vicende, in sostanza l'unica cosa degna di nota, è
il cambio del titolo, ma di riciclaggio se il lettore è
d'accordo ne riparleremo in qualche altra pellicola, il film
con suspance sotto una perspicace direzione e comunque di buon livello mi
pare di poter dire e fedele a ogni aspettativa dello
spettatore le cui cartacce e borbottii... al termine di ogni pellicola, che
per terra... vediamo, sembrano l'evindente segno che il cinema è ancora vivo...
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elgatoloco
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venerdì 28 ottobre 2016
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grande fil, grande pollack
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Film straordinario, allora(1975)come ora, questo"Three Days of the Condor"(una volta tanto anche il titolo italiano rende l'originale)di Sidney Pollack, da un romanzo di James Grady. A parte il fatto che demistifica, dopo molti anni di"censura del silenzio"la CIA svelandone inquietanti retroscena(ma anche ciò che si sa basterebbe, basta pensare al ruolo dei S.S.USA nei vari"golpe"latinoamericani...), la suspense qui è onnipresente, con un'alternanza di minacce e pericoli reali/immaginari, dove però anche il pericolo "immaginario"copre una minaccia ben reale...ben presente, dove il malcapitato "consulente intellettuale"(potremmo definire così il suo ruolo) è il capro espiatorio di una lotta feroce-ricordiamo che lo scandalo"Watergate"era stato svelato da poco, almeno relativamente, pur se nel nostro"postmodern"due anni, anzi meno nel caso specifico, sono già un tempo quasi"epocale".
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Film straordinario, allora(1975)come ora, questo"Three Days of the Condor"(una volta tanto anche il titolo italiano rende l'originale)di Sidney Pollack, da un romanzo di James Grady. A parte il fatto che demistifica, dopo molti anni di"censura del silenzio"la CIA svelandone inquietanti retroscena(ma anche ciò che si sa basterebbe, basta pensare al ruolo dei S.S.USA nei vari"golpe"latinoamericani...), la suspense qui è onnipresente, con un'alternanza di minacce e pericoli reali/immaginari, dove però anche il pericolo "immaginario"copre una minaccia ben reale...ben presente, dove il malcapitato "consulente intellettuale"(potremmo definire così il suo ruolo) è il capro espiatorio di una lotta feroce-ricordiamo che lo scandalo"Watergate"era stato svelato da poco, almeno relativamente, pur se nel nostro"postmodern"due anni, anzi meno nel caso specifico, sono già un tempo quasi"epocale"...-straordinariamente ben interpretato dall'allora ancora giovane Bob Redford, a sua volta diretto in maniera eccelsa da Pollack(l'azione e la suspense non"mangiano"mai la denuncia del meccanismo perverso). Ancora: A)il protagonista rende in maniera eccellente la sua condizione reale di totale"spaesamento"e"alienazione"rispetto a quanto glia ccade intorno, arrivando a rendere in maniera praticamente"schizo"il rapporto con la prima sconosciuta poi conosciuta anche biblicamente(e con reciproca soddisfazione)donna interpretata da Faye Dunaway, qui straordinariamente brava, come anche Max von Sydow e Cliff Robertson, per limitarsi solo agli interpreti più importanti, per i ruoli interpretati;B)senza bisogno di"effettacci"la suspense è, per es.(ma l'esempio è l'emblema, possiamo affermare tranquillamente), nel contrasto veramente dicotomico tra il personaggio-protagonista"Condor"e le musichette natalizie che letteralmente"percorrono"il film...;C)Svelamenti"centellinati"con grande efficacia, ma poi pienamente attuati rendono il film opera che fa riflettere, anzi in qualche modo"non può non riuscire a farlo", senza per nulla appesantire la"drammaturgia filmica", anzi riuscendo a creare anche momenti di humor, senza peraltro in alcun modo calcare la mano su quel tasto...
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onufrio
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venerdì 16 dicembre 2016
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salvate il condor
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Joseph Turner (R.Redford) lavora per la CIA come semplice impiegato in una sede che si occupa solamente di leggere i giornali e scovare eventuali codici e robe varie, un lavoro senza pericoli insomma, sino a quando due sicari irrompono in sede uccidendo tutti, Turner è l'unico a salvarsi in quanto fuori a prendere la colazione per gli altri. Inizia così una caccia all'uomo per il Condor, una parte della CIA lo vuole morto, cosa si cela dietro a questa strage di semplici dipendenti? il Condor lo scoprirà con l'aiuto di Kathy (F.Dunaway). Thriller avvincente e ben costruito.
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paolp78
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domenica 5 agosto 2018
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fantaspionaggio hollywoodiano
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Buon film di spionaggio, molto romanzato.
La sceneggiatura si dimostra in alcune parti decisamente forzata e poco convincente: ciò è dovuto al tentativo di inserire e sviluppare situazioni, che tuttavia restano ben poco credibili. I dialoghi tra Redford (sequestratore) la Dunaway (sequestrata) non mi hanno convinto affatto, sembrandomi addirittura sconfinare nel ridicolo, in certi momenti.
Il film ha la pecca di prendersi un po’ troppo sul serio, senza forse poterselo permettere fino in fondo. Inoltre devo dire che personalmente non apprezzo il complottismo anti-americano, di cui mi pare sia affetto in parte questo film, con cui si cerca di dare sempre la colpa di tutto alla CIA (come quei matti che ancora oggigiorno tirano fuori teorie strampalate secondo cui gli attentati alle torri gemelle del 11 settembre 2001 li avrebbero organizzati i servizi segreti americani … per carità!)
La scena migliore del film resta, a mio avviso, quella della carneficina iniziale con le armi dotate di silenziatore.
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Buon film di spionaggio, molto romanzato.
La sceneggiatura si dimostra in alcune parti decisamente forzata e poco convincente: ciò è dovuto al tentativo di inserire e sviluppare situazioni, che tuttavia restano ben poco credibili. I dialoghi tra Redford (sequestratore) la Dunaway (sequestrata) non mi hanno convinto affatto, sembrandomi addirittura sconfinare nel ridicolo, in certi momenti.
Il film ha la pecca di prendersi un po’ troppo sul serio, senza forse poterselo permettere fino in fondo. Inoltre devo dire che personalmente non apprezzo il complottismo anti-americano, di cui mi pare sia affetto in parte questo film, con cui si cerca di dare sempre la colpa di tutto alla CIA (come quei matti che ancora oggigiorno tirano fuori teorie strampalate secondo cui gli attentati alle torri gemelle del 11 settembre 2001 li avrebbero organizzati i servizi segreti americani … per carità!)
La scena migliore del film resta, a mio avviso, quella della carneficina iniziale con le armi dotate di silenziatore.
Il personaggio interpretato da Max Von Sydow, sebbene poco credibile e chiaramente molto costruito e romanzato, ha un forte impatto visivo e si rivela essere azzeccatissimo, tanto che riesce a rubare la scena a Redford.
L’interpretazione di Faye Dunaway è di alto livello.
Il ritmo della pellicola non è particolarmente incalzante; inoltre alcune complessità gratuite della trama rischiano di fare scemare l'attenzione dello spettatore.
La durata della pellicola è certamente eccessiva, si sarebbe potuto trovare il modo di accorciarla di almeno un quarto d'ora, con beneficio per la godibilità di tutto il film.
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