Un uomo da marciapiede |
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Un film di John Schlesinger.
Con Jon Voight, Brenda Vaccaro, Dustin Hoffman, Sylvia Miles, Bob Balaban.
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Titolo originale Midnight Cowboy.
Drammatico,
durata 113 min.
- USA 1969.
MYMONETRO
Un uomo da marciapiede
valutazione media:
4,05
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Manifesto della New Hollywooddi ShiningEyesFeedback: 16074 | altri commenti e recensioni di ShiningEyes |
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mercoledì 21 agosto 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Manifesto della New Hollywood, “Un uomo da marciapiede”, si prende il compito di criticare gli Usa come stato corrotto che non offre più le possibilità di realizzare i propri sogni, presentandoci una New York dal suo lato più oscuro e sporco, fatto da gente emarginata che vive di stenti e che deve rubacchiare e truffare qua e là per cercare di tirare avanti, al posto della lucentezza dei ricchi borghesi affaristi sempre pieni di soldi e di capacità di stare a galla. “Un uomo di marciapiede” è crudelmente realistico verso coloro che vogliono fare successo senza una reale abilità, come il nostro protagonista John, che vuole fare soldi facendo il gigolò, ma senza la dovuta organizzazione che serve nel sapersi vendere, finendo a breve col culo per terra. In ogni caso, John crescerà nella sua esperienza di vagabondo nella grande mela, allargando le sue strette vedute da provincialotto e facendogli anche scoprire il valore della vera amicizia, acquisita con il truffaldino Rico, storpio e tisico, ma con una furbizia degna delle sue origini italiane. Parlando più strettamente del film, ci si rende conto di trovarci con un gioiello della storia del cinema, dotato di una potenza visiva oltre ai limiti, piena di scene da incorniciare, dalle scene della topaia che condividono John e Rico a quelle della scena dei festaioli strafatti e di quella del commovente viaggio verso la Florida dei due amici protagonisti. C'è da dire anche che, con due interpreti eccezionali come Jon Voight e Dustin Hoffman (il primo sconosciuto e il secondi in fase ascendente), che ci offrono una prova intensissima e memorabile, è opportuno aspettarsi un gran bel film; meno opportuno non dargli l'Oscar ex aequo, meritatamente preso da John Schlensiger per la regia. “Un uomo da marciapiede” è da vedere sia per la sua importanza storica, dove vengono pure abbattuti muri censori sulla questione dell'omosessualità e della prostituzione maschile, e soprattutto per capire al meglio questa scuola cinematografica, dedita allo sperimentalismo e all'abbattimento del cinema inteso come industria, mettendoci in mostra una storia vissuta da tutti coloro che hanno provato sulla loro pelle la falsità del sogno americano.
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