Anno | 2014 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 109 minuti |
Regia di | Saverio Costanzo |
Attori | Adam Driver, Alba Rohrwacher, Roberta Maxwell, Al Roffe, Geisha Otero Jason Selvig, Victoria Cartagena, Jake Weber, David Aaron Baker, Natalie Gold, Victor Williams, Brandon Reiss, Joshua Reiss, Ginger Kearns, Quincy Tyler Bernstine, Zephyr Sosin. |
Uscita | giovedì 15 gennaio 2015 |
Tag | Da vedere 2014 |
Distribuzione | 01 Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,59 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 4 giugno 2015
Il film è interpretato da Alba Rohrwacher e Adam Driver, entrambi vincitori della Coppa Volpi per la miglior interpretazione alla 71a Mostra del Cinema di Venezia. Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, Il film ha ottenuto 7 candidature a David di Donatello, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha vinto un premio ai Globi d'oro, In Italia al Box Office Hungry Hearts ha incassato 517 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Mina e Jude si incontrano per la prima volta in un'angusta toilette di un ristorante cinese. Da lì nasce una relazione che darà alla luce un bambino e li porterà al matrimonio. Dal colloquio con una veggente a pagamento Mina si convince che il suo sarà un figlio speciale che andrà protetto da ogni impurità. Inizia a coltivare ortaggi sul terrazzo di casa e per mesi non lo fa uscire imponendo regole alimentari che ne impediscono la regolare crescita. Jude decide di opporsi a queste scelte portando di nascosto il figlio da un medico che mette in evidenza la gravità della situazione. Mina però cede solo apparentemente alle richieste del coniuge e il conflitto si fa più acuto.
Il disagio, il malessere esistenziale sono da sempre al centro del cinema di Saverio Costanzo. Che si tratti dei palestinesi di Private, dei seminaristi di In memoria di me o dei giovani de La solitudine dei numeri primi la sua macchina da presa inquadra situazioni che sono al contempo estreme e quotidiane. È quanto accade anche in questo film che trae ispirazione dal romanzo "Il bambino indaco" di Marco Franzoso in cui Costanzo mette a frutto la propria profonda conoscenza delle dinamiche del thriller per porla al servizio di una riflessione profonda sulla genitorialità al tempo degli OGM ma non solo.
Il filosofo e sociologo Zygmund Bauman ci ricorda che: "La nostra è un'epoca nella quale i figli sono, prima di ogni altra cosa e più di ogni altra cosa, oggetti di consumo emotivo. Gli oggetti di consumo soddisfano i bisogni, desideri o capricci del consumatore e altrettanto fanno i figli. I figli sono desiderati per la gioia dei piaceri genitoriali che si spera arrecheranno il tipo di gioie che nessun altro oggetto di consumo, per quanto ingegnoso e sofisticato, può offrire". È questo tipo di consumo che Mina (precocissima orfana di madre e con un padre con cui non ha più contatti) sta cercando, anche se vorrebbe evitarne inizialmente, l'avveramento. Costanzo non vuole fare il fustigatore di teorie e/o credenze più o meno diffuse (osservanza vegana compresa) perché di fatto spinge il suo sguardo decisamente molto più in là.
Mina non è una Rosemary polanskiana più o meno consapevolmente gravida di demoni interiori. È una donna che dimentica di essere tale (quindi annullando anche la propria sessualità che era in precedenza vitale e solare) in funzione di una 'proprietà', quella del figlio, che diviene totalizzante. Il punto di non ritorno è quando utilizza l'aggettivo possessivo più improprio ("mio") nei confronti del neonato. Da quel momento Jude viene estromesso (con sentenza passata in giudicato nella mente della compagna) dalla condivisione che è propria dell'essere genitori. Per far ciò non è necessario essere vittime di ossessioni nutrizionistiche. È sufficiente ritenere di essere gli unici depositari del sapere 'cosa è bene' per l'essere umano in formazione rifiutando qualsiasi confronto. Il cordone ombelicale non è solo un elemento fisiologico. È fatto di sensibilità, di cultura, di influssi sociali tra i quali è sempre più difficile discernere. I cuori affamati del titolo sempre più spesso rischiano di divorare, con la pretesa dell'amore, ciò che dovrebbe costituire il senso del loro stesso pulsare. Costanzo sa come descrivere questo processo.
New York, Brooklyn. Mina è italiana, Jude newyorkese. Si incontrano accidentalmente e iniziano una profonda e appassionata storia d'amore che li conduce fino al matrimonio. La loro vita procede molto serenamente fino a quando Mina rimane incinta e incontra una guida spirituale che le dice che porta in grembo un bambino "indaco". Mina sviluppa nei confronti del bambino un'attenzione morbosa: convinta che l'alimentazione ordinaria sia un ostacolo al corretto vivere e terrorizzata dalle contaminazioni, tiene il neonato lontano dalla luce, dai contatti col mondo esterno e lo nutre esclusivamente di specifici cibi e a specifici orari. Jude si accorge che il bambino cresce male e il pediatra gli conferma che il bambino non sta bene, è denutrito. Inizia così un braccio di ferro tra i due genitori che porterà a sviluppi drammatici.
Singolare e accattivante l’esordio. Mina e Jude si trovano intrappolati nella toilette di un ristorante cinese, a New York. Manifestazioni di ansia,turbamenti. Poi in pochi minuti sorge l’amicizia. Singolare ugualmente il proseguire della intensa vicenda. Sarà amore. Un amore ardente,denso di sensualità, con rapporti intensi, infuocati.
Tratto da un romanzo italiano sapientemente riambientato in una fredda e apolide New York, "Hungry hearts" è non solo un bel melodramma-thriller, intriso d'ispirate atmosfere polanskiane, ma è anche un film cucito su misura sulle derive salutistiche e alimentari che ossessionano un crescente numero di cittadini occidentali.
Film noioso. Dopo la prima scena in toilette (originale), il resto scorre prevedibile. Personaggi disegnati a spatola. Stancante uso della dissolvenza, e scolastico dell' anamorfismo. La Rohrwacher rischia di diventare prigioniera di un personaggio di maniera. Efficace l' effetto del colpo (di scena) finale. Nel complesso ho avuto l' impressione di uno svolgimento didascalisco.
Forse è un film coraggioso, che denuncia come il pensiero religioso - la credenza, qualunque essa sia - scacciato dalla porta, torni più totalizzante che mai, dalla finestra, in forme sempre nuove. Quello che manca, non si capisce, perché non è delineato, è come il personaggio (Mina) ne cada preda. Il processo del suo impazzimento (o, più interessante, della sua adesione fanatica a una fede) è incomprensibi [...] Vai alla recensione »
Hungry hearts - recensione Un amore malato frutto di fame d'amore, che scava il corpo fino ad unire le deboli ossa con un sottile strato di pelle, unica superficie che rimane in contatto col mondo. Mina (Alba Rohrwacher) è una giovane donna che vive a New York per lavoro, incontra Jude (Adam Driver) nello stretto spazio della toilette di un ristorante ed il suo unico sorriso è l'inizio della loro [...] Vai alla recensione »
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Mi sono piaciuti altri film di Costanzo e mi è piaciuto anche In treatment, ma questo film ho fatto fatica a guardarlo tutto. Non che lui non sia bravo come regista anche se qui usa un po' troppo lenti deformanti,, non che gli attori non siano bravi (Alba Rohrwacher è sempre brava ma io l'ho preferita in altri ruoli) ma 108 minuti per raccontare una storia che comincia a girare a vuoto dopo la prima [...] Vai alla recensione »
Grandiosa l'interpretazione di Alba Rohwacher che sembra una donna veramente disturbata. Per il resto il film non mi è piaciuto. E' proprio la trama che non mi ha convinto. Se una madre non nutre il proprio bambino fino al punto di rischiarne la morte o farlo crescere ,nella migliore delle ipotesi, rachitico, ovviamente un padre "normale" cercherà di porvi rimedio. Natura [...] Vai alla recensione »
New York. Mina e Jude restano chiusi nella toilette di un ristorante e fanno conoscenza, si innamorano e lei resta incinta. Inizialmente dubbiosa sulla maternità, Mina consulta una chiromante che prevede la nascita di un figlio color “indaco”, una creatura speciale che la madre si convince di dover proteggere dalle impurità.
All’inizio del film li vediamo intrappolati nel gabinetto di un ristorante cinese a causa di una porta bloccata: lui Jude, ingegnere newyorkese, lei Mina, italiana impiegata all’ambasciata. Lui cerca disperatamente di comunicare con l’esterno, lei si tappa il naso per la puzza. Un piano sequenza di qualche minuto, che, pur presentando elementi di sorridente comicità per la [...] Vai alla recensione »
Mina e Jude si incontrano nel bagno di un ristorante cinese a New York, dove rimangono bloccati per un guasto alla porta. Tra i due giovani inizia una storia d’amore travolgente che li porterà presto ad avere un figlio. La coppia comincia a non essere più in sintonia sulle modalità di crescita del bambino, in particolare sulle scelte vegane di Mina e dopo varie crisi che [...] Vai alla recensione »
Costanzo riesce in maniera intelligente ad affrontare il tema del disagio alimentare fomentato dal ricorso alle mode del momentaneo credo ambientalista. E così per una coppia di giovani italiani che vivono a New York si aprono le porte dell’inferno; Mina, la moglie, depressa e vegana, rimane incinta, ma già durante la gravidanza si avvertono i primi segnali di pericolo; si nutre poco, secondo le prescrizion [...] Vai alla recensione »
Il primo incontro tra Mina e Jude avviene in un angusto e maleodorante bagno di un ristorante cinese, dopodichè gli spazi stretti, asfittici, saranno i loro luoghi abituali.Ambientato in una grigia New York, americano lui, italiana lei, i due ragazzi si innamorano e in seguito a una gravidanza non cercata, si sposano. Dopo il matrimonio avviene una specie di blackout per Mina, che certa di recare [...] Vai alla recensione »
Pellicola AFFASCINANTE perché coinvolge lo spettatore a tal punto da fargli sorgere dubbi su quello che la madre farà rispetto ai suoi congiunti più che rispetto al figlio in più di un momento. In sala si azzarda una soluzione estrema che sembra la più naturale ma che non si realizza, portando l'asticella sempre più in alto fino all'esplosione finale. [...] Vai alla recensione »
Nutrimenti terrestri In questo film di Saverio Costanzo “Hungry hearts” trad. “cuori affamati”, il cibo assume un ruolo simbolico centrale fin dall’inizio. L’alchimia di coppia di Mina e Jude comincia infatti, nella toilette di un ristorante cinese, esordio comico e simbolicamente allusivo. Ristorante cinese – luogo diffuso della globalizzaz [...] Vai alla recensione »
Tre bravi attori reggono un opera di rigorosa essenzialità,a volte spinta all'eccesso come nella scena della festa di matrimonio. La coppia si conosce in una buffa situazione al ristorante cinese,ma ben presto l'instabile,suggestionabile,anoressica Mina ci fa pensare che il grande passo sia stato un grande azzardo.
Che bel o meglio che buon film.! Buono perchè la tematica (attuale e coinvolgente) ha i connotati ben chiari nella testa del regista e li trasforma in immagini dal taglio originale semza inutile ricercatezza estetizzante e vitando con sapienza registica la facile piattezza narrtiva. E' bene che sia ambientato a New York così si spazza via l'alibi [...] Vai alla recensione »
Film in cui si racconta di due giovani, Mina e Jude, che, dopo un incontro fortuito, vanno a convivere a New York (lui è americano), aspettano un bambino e poi si sposano. Dopo la nascita del bimbo il loro rapporto comincia a poco a poco a cambiare in quanto la donna comincia a sviluppare una forma ossessiva di protezione nei confronti del figlio a tal punto da non portarlo mai fuori [...] Vai alla recensione »
La coppia che non ti aspetti è quella formata dall'italiana Alba Rohwacher e l'americano Adam Driver. Da sempre legato ai ruoli indie (vedi la serie Girls o il film Frances Ha di prossima uscita), l'attore è stato ingaggiato da Saverio Costanzo nella sua trasferta newyorkese, in un film che, almeno nella primissima parte, assomiglia proprio alle classiche commedie indie, leggere [...] Vai alla recensione »
Puro. Liscio. Salvo. Pallido. Dramma. Follia. Abbandono. Morte. Gli spilli del cinema di Saverio Costanzo tornano a trafiggere, dopo il successo de " La solitudine dei numeri primi" (2010, Italia), una nuova pellicola, destinata ad imporsi nella storia del cinema come il manifesto di un incombente culto all'ecologia e al rispetto dell'ambiente, suggellato da un'atm [...] Vai alla recensione »
Trama di Bambi da wikipedia; "Una cerva dà alla luce un cerbiatto di nome Bambi, che un giorno assumerà la carica di Grande Principe della foresta. Bambi cresce molto attaccato a sua madre, con cui passa sempre il tempo. Bambi chiede spesso del mondo che lo circonda e viene ammonito sui pericoli della vita come creatura della foresta dall'amorevole madre.
Saverio Costanzo in questa pellicola, vuole esternare il dramma di una madre (Alba Rohwacher) troppo oppressiva nei confronti del proprio figlio, con una dieta vegana e privandolo di ogni contatto con il mondo esterno, cerca di tenerlo lontano da ogni forma di “avvelenamento” . Tutto questo invece, la porta all’interno di un tunnel che costringerà il padre (Adam Driver) ad azioni estreme per proteggere [...] Vai alla recensione »
Però non definitela una storia d'amore! Destinato a grandi polemiche, soprattutto fra il pubblico italiano, dato che descrive un “amore materno” che amore non è, il film Hungry Hearts si fa apprezzare per il ritmo, la capacità di narrare per immagini e l’attualità della storia, oltre che per la convincente interpretazione dei protagonisti, [...] Vai alla recensione »
HUNGRY HEARTS (IT, 2015) diretto da SAVERIO COSTANZO. Interpretato da ADAM DRIVER, ALBA ROHRWACHER, ROBERTA MAXWELL, AL ROFFE, GEISHA OTERO, JASON SELVIG Jude, ingegnere americano, e Mina, ambasciatrice italiana, si incontrano casualmente nel bagno di un ristorante cinese mentre vi rimangono bloccati (l’unica scena un po’ divertente, ma dalla comicità di dubbio ed [...] Vai alla recensione »
Quello che manca decisamente al film di Saverio Costanzo è l'ambiguità, quanto mai necessaria in una vicenda come questa per non dare tutto per scontato e per deciso già a priori. Invece il personaggio della madre, interpretato da Alba Rohrwacher (ancora una volta alle prese con un personaggio allucinato), non ha alcuna sfumatura, non ha tridimensionalità, non sembra [...] Vai alla recensione »
Dopo una presentazione come QUELLA 3 stelle e 1/2? Cioè tra il discreto e l'ottimo? La gente guarda i voti, NON LEGGE LE SCHEDE e un parere come QUELLO è da 4 se non da 5 stelle perché NON EVIDENZIA ALCUN DIFETTO O PECCA MA LO ELOGIA SOLTANTO. Se la critica NON AIUTA IN PIENO un tipo di film che è già di nicchia, a che cosa serve?
Alba Rohrwacher sempre troppo sottovalutata..forse destinata a una carriera alla margherita buy dove, quest'ultima è stata destinata ad avere sempre ruoli da depressa, tradita, frustrata e la Rohrwacher a parti da borderline. Film ai livelli di "ora parliamo di kevin", relativamente all'intensità e alla scarnificazione di come viene descritto il dramma materno, allo smarrimento e al gioco di potere, [...] Vai alla recensione »
la storia di una madre che nella nascita del figlio molto amato sviluppa una forme di patologia mentale e comportamentale che potrebbe portare il figlio anche alla morte: lo nutre solo con pasticci vegani, senza proteine, non lo fa uscire per timore dell'aria impura e lo tiene perennemente attaccato al proprio corpo annullandio anche il suo rapporto con il marito che piano piano diventa il [...] Vai alla recensione »
Ottimo film dell'orrore. Claustrofobico sia visivamente che concettualmente. Ansiogeno nell'utilizzo audio del traffico. Notevole la bruttezza dei personaggi (bambino compreso).
Dramma della vita moderna e dell'incomunicabilità. Una scena molto toccante, in cui la mamma porta il bimbo per la prima volta a vedere l'oceano, riequilibra esteticamente ed emotivamente tutto il resto del film, claustrofobico ed angosciante.
Hungry Hearts affronta la maternità' e su l' aspetto psicologico che può' sfociare in qualsiasi ossessione.... In questo caso una nevrosi verso il cibo. Mi è' piaciuto molto la scelta si girare il film in inglese,l' ambientazione newyorkese... Bravo Adam Driver e tutti i protagonisti , non mi è' piaciuta la rohrwacher che si porta dietro il suo cliché' di attrice Stereotipata .
tema delicato e toccante, trattato con profondità e distacco, forse troppo distacco. da vedere .
Non é affatto un giallo. É la storia di una famiglia nata male che finisce male. Lei é da psicoterapeuta immediato, lui dovrebbe farsi una cura di autostima. Il film é girato bene, ottima sceneggiatura, in una aMERICA mai vista, ottimi i tagli delle scene, lri bravissima; c'é una suspance continua. Bello. Da far vedere a quelle donne che "sentono" di [...] Vai alla recensione »
Bella Savè! m'è piaciuto... però secondo me il finale lo potevi costruire un pochetto meglio! Alla prossima.
Inizia lento ma mano mano ti coinvolge con un finale stupendo, veramente ben fatto
Che dire.. Bellissimo. Profondo. Ogni immagine strappa quella dopo..
più passano le ore e piu è presente nella mia testa. da rivedere.
In un minuscolo, ma alquanto elegante bagno di un ristorante cinese in America, nasce un amore. Sommersa dalla puzza, dai rumori e dalla dissenteria che colpisce il bravissimo Adam Driver (Jude), Alba Rohrwacher(Mina) cede alle sue lusinghe, non solo intestinali, mentre la porta della claustrofobica toilette li vede costretti e bloccati.
Quasi come il titolo di una canzone di Bruce Springsteen, solo al plurale: "Hungry Hearts". Di cuori affamati, non solo in senso metaforico, parla il nuovo film di Saverio Costanzo, il secondo italiano in concorso alla Mostra, accolto, come "Anime nere", da ovazioni prolungate, diversi minuti di applausi, ieri sera in Sala Grande. Girato rapidamente a NewYork, tutto in inglese, "Hungry Hearts" trasferisce [...] Vai alla recensione »
Saverio Costanzo va in America. Non con una grande produzione come il Paolo Sorrentino di This Must Be the Place, ma con un piccolo film indipendente, Hungry Hearts (Concorso), ispirato a un romanzo di Marco Franzoso (Il bambino indaco, Einaudi) e interpretato da due attori straordinari, Alba Rohrwacher e Adam Driver. Lei è un'italiana che vive a New York, lui un ingegnere americano.
Un altro film italiano. Anche se il titolo è in inglese ed è parlato in quella stessa lingua. Lo harealizzato Saverio Costanzo dopo la difficile sperimentazione tentata ne "La solitudine dei numeri primi" e dopo il complesso intreccio psicologico di "In memoria di me". Anche qui un intreccio psicologico complesso e molto affannoso che Costanzo ha desunto dal romanzo di Marco Franzoso, "Hungry Hearts" [...] Vai alla recensione »
Saverio Costanzo va in America. Non con una grande produzione ma con un piccolo film indipendente ispirato a un romanzo di Franzoso (Il bambino indaco) e arricchito da due attori straordinari, Alba Rohrwacher e Adam Driver. Lei è un'italiana che vive a New York, lui un ingegnere americano. Il prologo, col colpo di fulmine che scatta nell'ambiente meno indicato che si possa immaginare, è memorabile. [...] Vai alla recensione »
Sbarazziamoci dell'argomentazione più ostica, e dell'imbarazzo della contraddizione che essa contiene. Hungry Hearts ("cuori affamati": che titolo evocativo!) è un film davvero molto bello, ma è anche difficile e duro oltre la misura alla quale il cinema ci ha abituati tendendo nella sua massima parte a una medietà di compromesso tra richiesta di impegno e offerta di intrattenimento.
Un film che costringe ad interrogarsì. Mina e Jude si incontrano, si amano, si sposano. Hanno un bimbo che Mina considera speciale, tanto da imporgli regole alimentari ferree che, però, compromettono la sua salute. Il marito proverà, prima con le buone e poi per via legale, a salvare la vita del figlio. Costruito come un thriller, per riflettere sugli influssi sociali ai tempi degli OGM.
Fin dai tempi del suo esordio di finzione con "Private", una decina di anni fa, Saverio Costanzo ha frequentato in maniera mascherata l'horror, svolgendolo nelle sue atmosfere più impalpabili, con un sguardo che indagava su ambienti conflittuali, tormentati, claustrali. Logico quindi l'ormeggio a una chiave ancora più esplicita. Tratto dal romanzo "Il bambino indaco" del veneziano Marco Franzoso, [...] Vai alla recensione »
Saverio Costanzo è un grande regista, occasionalmente italiano. Da sempre, il suo cinema tradisce estraneità culturale alle beghe del cortile nostrano, anche quando la commissione preme con La solitudine dei numeri primi: Costanzo l'ha trasposto il libro di Paolo Giordano, il film non gli è riuscito, ma non s'è piegato, ovvero non ha rinunciato alla sua cifra poetico-stilistica.