Anno | 2009 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 54 minuti |
Regia di | Ermanno Olmi |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 21 ottobre 2013
Le rupi della Valtellina, le loro tradizioni, le loro coltivazioni e la loro storia come documento della possibile vita dell'uomo in armonia con la natura
CONSIGLIATO SÌ
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La Valtellina, le sue tradizioni le sue vallate, le sue coltivazioni, i suoi vigneti sulle rupi e tutto quello che in quelle terre è prodotto dall'uomo per l'uomo.
Dopo Terra Madre continua la seconda (o forse è meglio dire terza) vita cinematografica di Ermanno Olmi, lontano dal cinema di finzione e vicino ai documentari. Di nuovo un tema agricolo, da sempre un pallino del regista, e di nuovo qualcosa di stranamente più di un documentario.
Tra continue citazioni di frasi appartenenti a nomi illustri che si sono espressi sulle rupi della Valtellina, immagini dall'elicottero dei monti coltivati a terrazze e piani ravvicinatissimi degli acini e delle colture, mani che scavano e volti cotti dal sole, in Rupi del vino non ci sono considerazioni che non vengano dalle immagini. Nonostante un profluvio di parole utilizzate per descrivere e incensare le proprietà della vallata, il vero succo viene dalle immagini.
Ci saranno migliaia di inquadrature in Rupi del vino, una furia descrittiva che compone un film dove in ogni scena la natura ha nettamente più importanza dell'uomo, dove esso appare sempre di passaggio di fronte all'eterna fissità dei monti, delle nuvole e dell'erba. Senza dover essere necessariamente ambientalisti o iscritti a Slow Food la visione che Olmi dà delle campagne (che più che essere le reali campagne sembrano le sue campagne interiori) è superiore a qualsiasi realtà.
Se Terra Madre, dopo aver parlato a lungo degli omonimi convegni, sceglieva di destinare gli ultimi 20 minuti a un racconto muto della coltivazione, penetrando con quelle immagini più a fondo di quanto avessero fatto tutti i discorsi precedenti, Rupi del vino al contrario alterna parola e immagine, con una smaccata preferenza per la seconda, senza descrivere un processo in particolare e senza eccedere in descrizioni dell'uva ma sostando di più su ciò che gli è intorno. Non si tratta solo di riprendere quelle zone ma di fare delle precise scelte su quali elementi del paesaggio mettere in primo piano anche se si trovano nello sfondo.
Le immagini sono state rese vive e arricchite dalla narrazione, corredata di nobili racconti storici, di nobile linguaggio. Le voci della narrazione sono posate e suadenti e le colonne sonore prendono per mano, quasi per incanto, le immagini. Le immagini di una terra dura, magnifica, un po' chiusa come lo sono gli orizzonti dalle montagne, ma nobile.