Anno | 1958 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Pietro Germi |
Attori | Saro Urzì, Franca Bettoja, Pietro Germi, Luisa Della Noce, Edoardo Nevola, Luciano Marin Renato Montalbano. |
Tag | Da vedere 1958 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,37 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Andrea, un operaio oltre i quaranta sposato e con prole, diventa l'amante di una ragazza molto più giovane di lui, emotivamente molto indifesa. Ha vinto 2 Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
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Andrea, un operaio oltre i quaranta sposato e con prole, diventa l'amante di una ragazza molto più giovane di lui, emotivamente molto indifesa. Per l'operaio è solo un'avventura, che cerca di troncare quando le responsabilità familiari e i rimorsi nei confronti della moglie lo richiamano all'ordine. Ma per la ragazza è una tragedia. S'uccide.
L'UOMO DI PAGLIA disponibile in DVD o BluRay |
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Ritratto di una relazione extraconiugale tra un operaio romano (Germi) e una dattilografa, dall’esito tragico. La migliore prova drammatica di Germi, prima della commedie (“Divorzio all’italiana”, “Signore e signori”): un acutissimo scavo psicologico dei personaggi e una riflessione sulla solitudine nella famiglia superiore a qualsiasi film di Antonioni: in "L'u [...] Vai alla recensione »
A tre anni da Il ferroviere, Pietro Germi torna a raccontare la vicenda di un operaio, beccandosi critiche a sinistra per il taglio borghese e lontano dai costumi più usuali che da' alle sue storie, benché si tratti di operai. Andrea è sposato con Luisa e ha un figlio Guido. Ma si invaghisce della giovane Rita mentre loro sono a Fiumicino per la guarigione del piccolo.
L'uomo di paglia ha un pò di cose in comune con Il Ferroviere del '55:la famiglia,il rapporto padre/figlio il rapporto con la moglie,e l'amicizia..(Saro Urzi,che fa la parte del collega di lavoro in entrambi i film)ma in questo film subentra il tradimento,l'amore,il suicidio e il perdono finale.Ho trovato più amarezza in questo finale che no ne Il Ferroviere [...] Vai alla recensione »