Titolo originale | La ley del deseo |
Anno | 1987 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Spagna |
Durata | 100 minuti |
Al cinema | 1 sala cinematografica |
Regia di | Pedro Almodóvar |
Attori | Eusebio Poncela, Carmen Maura, Miguel Molina, Bibiana Fernández, Antonio Banderas Fernando Guillén, Manuela Velasco, Nacho Martínez. |
Uscita | giovedì 15 giugno 2023 |
Tag | Da vedere 1987 |
Distribuzione | CG Entertainment |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 |
MYmonetro | 3,50 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 luglio 2023
Un regista che intrattiene una relazione con un giovane attore suscita le gelosie di un amante. In Italia al Box Office La legge del desiderio ha incassato 15,5 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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Pablo è un noto regista madrileno che mette al centro del suo cinema l'omosessualità e, attraverso di esso, anche parte del proprio vissuto. Ha una sorella, Tina, che un tempo era un maschio che, in seguito ad un rapporto incestuoso con il padre e per amore di lui, aveva deciso di cambiare sesso. Ora però, dopo essere stata abbandonata, non si fida più degli uomini. Pablo ha una relazione con Juan da cui riceve lettere preconfezionate da lui stesso. Nel loro rapporto si inserisce, con esiti drammatici, Antonio che si è invaghito di Pablo.
Ancora una volta nel cinema almodovariano l'incipit si rivela estremamente significativo.
Innanzitutto ci sono i titoli di testa, scritti a macchina ma ormai su carta stropicciata e, subito dopo, una sequenza di rapporto erotico in cui una voce fuori campo decide cosa debba fare il ragazzo che si sta prostituendo. Scopriremo che si tratta di una scena dell'ultimo film di Pablo che viene doppiata da due attori. Ci è già stato detto molto. Pablo è sceneggiatore dei propri film in cui 'ruba' a stesso (e non solo) situazioni reali trasfigurandole ma quella scrittura si rivelerà sterile tanto da spingerlo sul finale ad un gesto eclatante (a cui Pedro aggiungerà un effetto surreale ma significativo). C'è poi, esplicitata sin da subito, la quasi necessità di 'dirigere' le vite altrui salvo ritrovarsi a scoprire che la legge del desiderio, pur con tutta la sua geometrica espressività, prevede delle eccezioni che sfociano nel melodramma. Genere che il regista ama proprio perché gli permette di inserire eccessi su cui prova ad esercitare il controllo (anche se non sempre gli riesce ancora alla perfezione).
I caratteri di Pablo, Juan e Antonio costituiscono un banco di prova di descrizione del diverso rapporto con l'eros da cui ognuno di loro è inesorabilmente (come ogni essere umano secondo Almodóvar) attratto ma che viene vissuto in maniera totalmente diversa da persona a persona. Si instaura poi il classico, ma con Pedro letto sotto una nuova prospettiva, rapporto con la morte che ora è entrata come elemento che sarà ricorrente nella sua filmografia. Quello però che risulta scritto e poi 'agito' meglio è il personaggio di Tina. Forse perché Carmen Maura, dopo la casalinga desolata di Che ho fatto io per meritare questo?, si trova ad affrontare un personaggio totalmente diverso ma non per questo privo di aporie non risolte. Innanzitutto Maura deve risultare credibile come transessuale e ci riesce conferendo al suo personaggio una forte carica di vitalità sotto cui si nasconde un profondo dolore ma anche una grande tenerezza. Sarà ancora una volta il il rapporto con la messa in scena a permettere ad Almodóvar di chiarire, qualora ce ne fosse stato bisogno, il suo rapporto con la vita. Mentre è in scena recitando in La voce umana di Cocteau, in quinta compare la sua ex compagna e madre della bambina di cui ora si occupa e che Pablo ha voluto in scena con lei a cantare "Ne me quitte pas". In quel momento ciò che sta recitando si fa ancora più vero. Così come diventa verosimile quell'altare ipertrofico allestito in casa a cui la bambina, in particolare, si rivolge chiedendo l'esaudimento di desideri che le viene concesso. L'irriverente Pedro mostra anche in questo caso come la sua critica in ambito religioso sia rivolta contro quella nazionalreligione imposta dal franchismo che ci metterà del tempo a scomparire ma non contro chi, con la fede, cerca risposte ai problemi della vita.
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