Titolo originale | Touchez pas au grisbi |
Anno | 1954 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Jacques Becker |
Attori | Jean Gabin, Delia Scala, Lino Ventura, Vittorio Sanipoli, Jeanne Moreau, Dora Doll René Dary, Paul Frankeur. |
Tag | Da vedere 1954 |
MYmonetro | 3,56 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 marzo 2016
Max e Ritojn, due gangster legati da solida amicizia, hanno fatto un grosso colpo. Un rivale lo viene a sapere e, per impadronirsi del bottino (il "grisbì" del titolo), assolda dei killer.
CONSIGLIATO SÌ
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Max e Ritojn, due gangster legati da solida amicizia, hanno fatto un grosso colpo. Un rivale lo viene a sapere e, per impadronirsi del bottino (il "grisbì" del titolo), assolda dei killer.
GRISBI disponibile in DVD o BluRay |
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BLU-RAY |
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€10,99 | – | |||
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Due gangster raffinati mandano in porto uno straordinario colpo, rubando ben 8 lingotti d'oro, chiamati in gergo "grisbi". Uno di loro, Max, vuole convincere l'altro di chiudere lì la carriera, ormai stanco e non più giovane. Ma devono rimettersi all'opera. Una band rivale vuole entrare in possesso dei Grisbi. Raramente un film sui gangster è raffinato, posto [...] Vai alla recensione »
A metà degli anni cinquanta la mala francese non è più relegata esclusivamente nei bassifondi parigini, ha fatto i soldi con la droga e gestisce night e ristoranti ben frequentati dalla classe media e abita in lussuosi appartamenti del centro. I due protagonisti sono banditi imborghesiti che pensano di essere oramai troppo vecchi per quel tipo di vita ed immaginano di ritirarsi [...] Vai alla recensione »
Bel noir francese ricco di atmosfera. Il tema del film, sotto l'aspetto gangsteristico, è quello dell'amicizia e della fedeltà; in quest'ottica il rapporto viene concepito solamente al maschile, mentre le donne sono in secondo piano: oche, traditrici o spettatrici.
Ogni volta che si annuncia un film francese di una certa importanza, quasi inconsciamente siamo indotti ad attenderlo con qualche fiducia. Forse per affinità, per cuginanze di tradizioni e di cultura; ma certamente per quanto quel cinema ha saputo darci negli anni che precedettero la guerra, quando da noi tutto era limitato da un pesante regime, e la libertà di quei registi poteva apparirci sconfinata, [...] Vai alla recensione »