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There Will Be Rock

Ha inizio la competizione ufficiale con Il petroliere di Anderson, Nord-Europa e Cina, oltre ad altri grandi ribelli del rock.
di Edoardo Becattini

Fra pietre e petrolio

venerdì 8 febbraio 2008 - News

Fra pietre e petrolio
Si è aperta ieri con successo quest'edizione rock della Berlinale. Alla proiezione per la stampa di Shine a Light lo scenario che si è presentato è stata una folla di giornalisti scalpitanti, in coda per un'ora e mezza per poter assistere a ciò che Scorsese ha realizzato con Mick Jagger & co. nel film-concerto Shine a Light, un coinvolgente spettacolo di fronte al quale i giornalisti non hanno potuto evitare di venir trascinati dal ritmo della band. Due ore di musica e backstage raccontano i due concerti tenutisi al Beacon Theater di New York nell'autunno del 2006. Jagger, con l'istrionismo che gli è proprio, ha aperto la prima conferenza stampa ufficiale del festival; un incontro in cui è emerso, sia da parte della leggendaria band che dal più grande e prolifico regista americano, come il film raggiunga ampiamente l'intento alla base dello stesso progetto di "incastonare nell'ambra cinquant'anni di leggenda del rock". Il regista italo-americano ha poi dichiarato quale sarà il suo prossimo progetto dedicato al mondo della musica: dopo aver raccontato la genesi del blues in L'anima di un uomo, il folk di Bob Dylan e il rock degli Stones, il prolifico Scorsese racconterà il reggae attraverso Bob Marley.
Intanto, con la giornata di oggi, venerdì, hanno davvero inizio le incombenze dei giurati del Festival che, nonostante la defezione all'ultimo minuto della regista danese Susanne Bier e dell'attrice Sandrine Bonnaire nella giuria presieduta da Costa Gavras, trovano i primi tre film nella competizione ufficiale. Che oggi vede protagonista indiscusso il già capolavoro annunciato di Paul Thomas Anderson: Il petroliere. Dopo cinque anni di silenzio e un Orso d'Oro ottenuto proprio otto anni fa con Magnolia, il talentuoso regista americano ha firmato un'opera sulla bramosia e la cupidigia dei pionieristici magnati americani durante la corsa all'oro con protagonista il magnifico Daniel Day-Lewis.

Il rock per il Medio Oriente
Oltre ad Anderson e al suo film pluri-candidato all'Oscar, gli altri film della giornata sono il cinese In Love We Trust di Wang Xiao-shuai (già vincitore dell'Orso d'Argento alla Berlinale di sette anni fa con Le biciclette di Pechino, nonché del Gran Premio della Giuria a Cannes nel 2005 con Shanghai Dreams) e il dramma psicologico finlandese Musta Jää.
Altro grande evento speciale della giornata è CSNY Déjà Vu: dietro lo pseudonimo del regista Bernard Shakey si nasconde il musicista Neil Young che, dopo la parentesi con il cinema di fiction sperimentata pochi anni fa con Greendale, gira l'obiettivo verso se stesso e verso gli altri membri dello storico gruppo CSN&Y, ovvero David Crosby, Graham Nash, Stephen Stills e Young medesimo. Il secondo "rockumentary" del festival guarda al "Freedom of Speech" tour che la band ha realizzato nel 2006, inno alla ribellione contro l'attuale guerra all'Iraq, in cui il "Déjà Vu" del titolo non a caso richiama alla mente quello del primo album della band che nel 1970, anno della pubblicazione, protestava attivamente per il coinvolgimento americano nel conflitto vietnamita.
Nella collaterale sezione Panorama trovano poi spazio due film che danno un lucido sguardo al medio Oriente contemporaneo: A Jihad for Love e Lemon Tree, rispettivamente un documentario che introduce al reale significato della guerra santa dei musulmani e un film di finzione che tenta di raccontare i quotidiani conflitti delle popolazioni palestinesi che abitano nei territori controllati militarmente della West Bank.

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