In viaggio con Adele |
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Un film di Alessandro Capitani.
Con Sara Serraiocco, Alessandro Haber, Isabella Ferrari, Patrice Leconte.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 80 min.
- Italia 2018.
- Vision Distribution
uscita giovedì 18 ottobre 2018.
MYMONETRO
In viaggio con Adele
valutazione media:
3,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Non è tutto oro quel che lucedi cardclauFeedback: 12012 | altri commenti e recensioni di cardclau |
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sabato 20 ottobre 2018 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il film di Alessandro Capitani In viaggio con Adele, ci fa scoprire con gioia e con dolore che noi siamo come le bottiglie di prosecco, se le agiti e poi le apri, esplodono in un fiume allagante di schiuma e bollicine, profumate ma non sempre. Basta togliere il tappo. E In viaggio con Adele il tappo del desiderio, essenzialissimo e fortissimo, quanto misterioso, di paternità e di avere un padre, schizza verso il cielo, con l’effetto di sbancare il banco, e di non farti più essere quello che eri prima. Non è un caso che il tema della genitorialità, e della paternità, sia assai spesso presente nelle storie che vengono narrate nei film. Bisogna premettere che gli attori sono sorprendentemente convincenti e bene impostati, direi teneri nelle loro imperfezioni. Adele [Sara Serraiocco] è la figlia, un po’ picchiatella, apparentemente fragile, a cui muore la madre, alla ricerca del padre, con l’esilarante abitudine di appiccicare dappertutto post-it con su scritto il significato che “quella cosa” per lei debba avere. Aldo Leoni [Alessandro Haber] è il padre, che non sa di esserlo, pieno delle manie di un senza famiglia, e come tutti i maschi, mancando della visceralità propria della madre, avrà bisogno di un “viaggio” e di tempo per entrare in contatto con se stesso. Forse Adele non sarà così “fuori”, e Aldo così “dentro”, come inizialmente saremmo portati a ritenere. Lo spettatore assiste quindi al viaggio di Adele, alla ricerca di un padre, e di Aldo, alla ricerca di una figlia, malgrado la sua iniziale, comprensibile, ritrosia, in una Puglia sincera e ruspante. Ma siamo comunque di fronte a una favola, e portati a pensare alla totale, e ingenua, reversibilità della irreversibile scelta materna che per sua figlia, dalla nascita in avanti, non fosse necessaria la figura paterna, vissuta a priori come assolutamente precaria e inaffidabile. Talmente irreversibile da aver mandato sua figlia fuori di testa, e da aver messo se stessa fuori gioco, conseguenza del suo possibile delirio di onnipotenza, nell’apparente assenza di una qualche forma di lutto nella figlia con la sua morte.
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