Arrival |
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Un film di Denis Villeneuve.
Con Amy Adams, Jeremy Renner, Forest Whitaker, Michael Stuhlbarg.
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Titolo originale Arrival.
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 116 min.
- USA 2016.
- Warner Bros Italia
uscita giovedì 19 gennaio 2017.
MYMONETRO
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Questa è la fantascienza che vogliamo
di DANIELE 69Feedback: 278 | altri commenti e recensioni di DANIELE 69 |
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giovedì 2 febbraio 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
All'inizio nulla, poi, improvvisamente 12 astronavi in 12 punti diversi del pianeta.
Novelle rocce fluttuanti di Maigritte.
12 ventri di altrettante veneri preistoriche gravide di cambiamenti.
Sospese, quasi indifferenti se non per il loro permettere l’accesso ogni 18 ore in una sorta di parto all’incontrario.
Denis Villeneuve (il regista) ed Eric Heisserer (il sceneggiatore) fanno il miracolo: abbracciano il racconto originale di Ted Chiang (decisamente freddino, lo possiamo dire) rispettandone gli aspetti più filosofici e lo espandono in contesto di decisamente attuali relazioni geopolitiche.
Per una volta la reazione immediata non è lo scontro ma il tentativo di comunicazione ed almeno all’inizio le nazioni tutte tentano anche di collaborare tra di loro.
Ma se non riusciamo a comunicare tra noi, come possiamo comunicare con una razza che non ha niente in comune con gli umani e non mi riferisco solo all’aspetto (per una volta veramente alieno) ma che hanno anche un modo di pensare e di “vedere” o meglio di percepire l’universo completamente diverso dal nostro?
La teoria di base del racconto e di conseguenza del film è quella di Sapir-Whorf, per cui l’apprendimento di una lingua arriverà ad influenzare anche il modo di pensare di chi la sta apprendendo.
Immaginiamo cosa può succedere se si cerca di apprendere la lingua di una razza aliena che pensa in modo non lineare sia in termini spaziali che temporali?
Una razza per il cui il passato, presente e futuro coesistono ed il loro modo di vivere, comunicare, creare una tecnologia è frutto di questa capacità di vedere il tempo in modo non lineare.
Cosa succederà ad un essere umano quando inizierà ad apprendere e quindi a “vedere” o meglio percepire l’universo come fanno i nostri alieni, lo lascio alla vostra visione del film.
Posso solo dire che la protagonista (Amy Adams) si esibisce una clamorosa prova di bravura.
Il film è visivamente potente.
L’arrivo o meglio l’apparizione delle navi può essere definito solo come poetico.
Il fatto che ci siano praticamente solo due location nelle due ore di film è funzionale e non pesa affatto.
E per una volta posso dire che il film è meglio del racconto da cui è tratto.
Il film all’uscita ha praticamente incassato quattro volte il suo costo… Forse c’è speranza per fantascienza cinematografica.
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