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Un film di Ursula Meier. Con Isabelle Huppert, Olivier Gourmet, Madeleine Budd, Kacey Mottet Klein, Adélaïde Leroux.
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Drammatico, durata 95 min. - Svizzera, Francia, Belgio 2008. - Teodora Film uscita venerdì 30 gennaio 2009. MYMONETRO Home * * 1/2 - - valutazione media: 2,94 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
pipay lunedì 9 febbraio 2009
vite in gabbia. quale salvezza? Valutazione 5 stelle su cinque
75%
No
25%

Film davvero originale, se non addirittura geniale. Ottima la regia e ottima l'interpretazione degli attori, soprattutto quella del bambino. Una famiglia è costretta a subire il disagio causato dall'apertura di una autostrada che era rimasta inutilizzata per quindici anni. L'autostrada passa proprio accanto alla loro abitazione, così la loro vita diventa un inferno. Ma l'autostrada non è altro che la metafora dei disagi, delle ingiustizie e delle imposizioni che ci pervengono dall'alienante e caotica vita moderna e soprattutto dal "Potere", da coloro che pretendono di controllare tutto e di invadere anche la nostra privacy. La difficoltà di adattamento è quasi insuperabile. Così la famiglia diventa un oscuro rifugio di quattro "brutti sporchi e cattivi" in preda all'alienazione e costretti ad una disperata solitudine. [+]

[+] e aggiungo... (di pipay)
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missvirgo giovedì 5 febbraio 2009
luoghi fragili Valutazione 4 stelle su cinque
84%
No
16%

Io penso che per capire veramente questo film bisogna aver provato per almeno una volta nella propria vita la sensazione di essere del tutto vulnerabili alle richieste della società in cui si vive. La nevrosi non nasce nella psiche di un individuo singolo ma dalla sua mancata capacità di adattamento a delle regole collettive. La scelta di trovare rifugio nella propria casa è a volte l'unica per chi si sente disorientato e indifeso, anche se la scelta può rivelarsi autodistruttiva. Come quei piccoli animali spauriti che cercano rifugio in luoghi angusti e oscuri, i personaggi si rinchiudono dentro le mura della propria "home" mentre si inabissa nelle profondità del silenzio (il padre immerso dentro la vasca da bagno). [+]

[+] ma come fai? (di ma sei matta)
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lisbeth mercoledì 9 settembre 2009
in bicicletta sull'autostrada Valutazione 4 stelle su cinque
78%
No
22%

La voce di Nina Simone con Wild in the Wind scorre sui titoli di coda, mentre resti fermo sulla poltrona e ripercorri le immagini en arrière, e cerchi di capire cosa ti ha avvolto come in una ragnatela di questo film, "la negazione del road-movie" dice la Meier, eppure parla di autostrada, di automobili. C'è una casa dove tutto sembra correre leggero nel vento e finirà con porte e finestre murate.E' un ossimoro,questo film, dove gli estremi impensabilmente si toccano giustificandosi, anzi, integrandosi in uno straniamento totale. Dire che è una metafora è abbastanza ovvio, credo banalizzante, finirebbe in un déja vu centinaia di volte. Lasciamolo da parte il sermoncino sulla (in)civiltà dei consumi, delle macchine che ci divorano, della spazzatura che ci affoga. [+]

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/bizzarrevisioni.iobloggo.com martedì 14 aprile 2009
false partenze: quando il trailer t'inganna.... Valutazione 3 stelle su cinque
75%
No
25%

Mi ricordo di avere visto il trailer di questo film. Non so bene dove ma sembrava divertente. Ricordo la musica squillante, il ritmo serrato, le immagini grottesche. Ricordo di avere letto in qualche manifesto scritte del tipo: “La commedia dell'anno!”, “IRRESISTIBILE!!!, o roba del genere. Insomma tutta lasciava presagire l'ennesima commedia francese per passare un paio di orette spensierate al cinema, giusto quello che ci voleva. D'altronde la domenica sera è un momento difficile per tutti. Le facce della gente in sala mi rimandavano la stessa impressione. Gente che ama il cinema certo, ma che qualche volta vorrebbe concedersi una sana boiata. Però “Natale a Rio” non è concesso, è cafone. Allora ripieghiamo sul "sottile umorismo francese". [+]

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liuk© sabato 16 maggio 2009
difficile da giudicare ma comunque scadente Valutazione 2 stelle su cinque
54%
No
46%

Questo è il classico titolo che lascia l'amaro in bocca: la prima parte è brillante, originale e divertente, per mezz'ora "Home" sembra essere veramente un piccolo gioiello della cinematografia europea. Poi il delirio, il disastro.. con l'apertura dell'autostrada tutti perdono la testa, regista e sceneggiatore compresi. Le battute diventano improbabili, le scene non hanno il minimo senso e tutto è sovvertito, lasciando sbigottiti e perplessi i poveri spettatori. Peccato veramente, speriamo che nella prossima pellicola questa nuova regista abbia il decoro di rimanere sobria per tutta la registrazione e non solo per 30 minuti!

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isabella vanni venerdì 13 febbraio 2009
sotto sotto...è un horror Valutazione 4 stelle su cinque
57%
No
43%

Come le piccole/grandi fragilità dei singoli membri di una famiglia possono rapidamente degenerare in paranoie e violenza contro i propri cari quando poste dinanzi a una situazione di estremo disagio. In fondo è sociologia, ma non ce ne rendiamo conto, perché il film usa il linguaggio e i mezzi del cinema puro: recitazione (ottima), sceneggiatura (efficace), regia (fredda e puntuale); senza dare alcuno spazio ad accorgimenti di stampo documentaristico. Uno Shining con tanti Nicholson e senza implicazioni paranormali. Sconsigliato a chi non ama gli horror. Consigliato a chi li affronta pur di non perdersi un bel film.

[+] ma che bello l'horror!!! (di alessita)
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houssy mercoledì 13 maggio 2009
home: cupo e bellissimo Valutazione 4 stelle su cinque
60%
No
40%

La famiglia è un non luogo, un organismo crudele ed onnivoro capace di distruggere, fagocitare e soffocare tutti coloro che la compongono. La disgregazione e la fuga sono le uniche vie d'uscita ad un amore opprimente, capace di annullare chiunque abbia l'ardire di avvicinarsi. Home è un film sulla famiglia, parte come una commedia nera e lentamente si trasforma in un cupo film dell'orrore. La trama è singolare e per una volta vale la pena ricordarla: l'esistenza di una famiglia qualunque viene sconvolta il giorno in cui si apre al traffico l'autostrada che passa a fianco della loro casa, quella che al principio sembra solo essere una gran seccatura, lentamente trasformerà radicalmente le vite di tutti. [+]

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francesco2 venerdì 28 giugno 2013
un'opera prima ancora incompiuta Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
0%

"Sister", l'anno scorso, mi è parso una vera rivelazione, anche se non tra i titoli migliori della stagione cinematografica. Ma lì viene meglio analizzato il rapporto ambiguo tra i due protagonisti, anche a costo di rischiare un film più schematico. Qui si attinge, più o meno consapevolmente, dal Jeunet di "Delicatessen", forse dai Dardenne, persino forse dal Seidl di "Canicola" nei primi piani sulla sorella che fuma sempre. Persino la Huppert (ap)porta qualcosa di "Chabroliano" al suo personaggio. Ma manca quel senso del grottesco che impedisce di annoiarsi un tantino, ed i personaggi femminili, in fondo, rischiano chi più chi meno di apparire macchiette. Resta la tendenza, sin da questa opera prima, a dipingere chi sia "Fuori dal mondo". [+]

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carloalberto mercoledì 3 novembre 2021
uno sguardo dal finestrino Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
0%

 Un film dichiaratamente allegorico di Ursula Meier, con Isabelle Huppert e Olivier Gourmet, sull’impossibilità di mantenere armoniosamente in equilibrio i rapporti affettivi in una famiglia moderna, ma non del tutto omologata nei ritmi cittadini, destinata ad implodere a causa delle pressioni invasive della società di massa. Il finale resta  ambiguamente in bilico tra l’amarezza e la disillusione della presa d’atto di un fallimento e la speranza utopica in una possibile via di fuga, un’alternativa al disastro compiuto ad opera di un gesto rivoluzionario.
La vecchia casa colonica, con un piccolo spazio all’aperto, è l’idillio collocato ai margini di un mostro dormiente, un’autostrada non finita e mai aperta al traffico, che incombe minaccioso pronto a risvegliarsi. [+]

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gianleo67 sabato 10 agosto 2013
effetti parossistici di una grottesca modernità Valutazione 3 stelle su cinque
0%
No
100%

Quando sulla traccia viaria che costeggia la loro casa tra i campi della provenza viene finalmente ultimata e inaugurata una trafficata superstrada, un nucleo familiare si trova costretto dapprima a convivere con la paradossale situazione che si viene a creare tra isolamento, difficoltà logistiche e insostenibili rumori di fondo e successivamente con il disperato tentativo di una asfittica reclusione all'interno di una invivibile prigione domestica. Finale liberatorio.
Attraverso lo sguardo implacabile di un assurdo disincanto sull'ordinario domestico che si trasforma nell'inevitabile paradosso di una metafora sulla frammentazione e l'isolamento sociale, negli effetti collaterali di una grottesca modernità dove perfino una fondamentale infrastruttura di trasporto e di mobilità viaria diventa il simbolo di un invalicabile confine fisico e culturale, la franco-elvetica Ursula Meier, puntando ad una lenta esasperazione sociologica più che alla drammatizzazione sociale, cerca di riprodurre la insanabile dicotomia tra natura e cultura nella storia (singolare ed esemplare) di una famiglia ai margini di una miope civiltà della comunicazione. [+]

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