sigurvinsson
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martedì 6 marzo 2007
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borat faccia di bronzo
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Geniale,
Con la sua irresistibile mimica ci presenta la "corsa dell'Ebreo", sua sorella quarta puttana del Kazakistan, si fa quasi ammazzare al rodeo irridendo l'inno americano, caca per strada a New York, va nudo per ascensori o esulta alla notizia della morte della moglie dando pure il cinque all'uomo che glielo comunica tramite telegramma.
Se molte cose sono volgari, altrettante sono orribili, antisemite e scorrette, eppure si ride tutto il film.
Mette ko il life-style occidentale in maniera così inconsapevole da risultare irresistibile.
sicuramente il ruolo che interpreta Cohen è forzatissimo, ma la cosa che deve colpire (oltre alle risate), non è la volgarità delle scene, quanto la compostezza delle reazioni che molti interlocutori hanno alle sue assurde provocazioni, non vi sembra?
Studio sociologico riuscito.
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fabio piozzi
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lunedì 5 marzo 2007
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divertente a tratti, ma nel complesso ignobile
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Col fenomeno mediatico che ci si è creato attorno, sarebbe lecito aspettarsi da questa pellicola una caratterizzazione politicamente scorretta che lo renda si divertente, ma al tempo stesso critico sulla società americana (e occidentale).
Assistendo invece alla proiezione di Borat, ci sottoponiamo alla visione di una serie di gag (alcune esilaranti, ma poche), che nulla aggiungono alla trita candid camera, prendendo solo come pretesto quello di mettere a nudo i vizi della società americana, caratteristica che viene appena sfiorata con la presunzione di fungere da collante per le diverse scenette. Gag spesso di discutibile qualità peraltro: alcune rasentano il pecoreccio di tanti film italiani di un trentennio fa, altre cadono nel cattivo gusto inutilmente.
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Col fenomeno mediatico che ci si è creato attorno, sarebbe lecito aspettarsi da questa pellicola una caratterizzazione politicamente scorretta che lo renda si divertente, ma al tempo stesso critico sulla società americana (e occidentale).
Assistendo invece alla proiezione di Borat, ci sottoponiamo alla visione di una serie di gag (alcune esilaranti, ma poche), che nulla aggiungono alla trita candid camera, prendendo solo come pretesto quello di mettere a nudo i vizi della società americana, caratteristica che viene appena sfiorata con la presunzione di fungere da collante per le diverse scenette. Gag spesso di discutibile qualità peraltro: alcune rasentano il pecoreccio di tanti film italiani di un trentennio fa, altre cadono nel cattivo gusto inutilmente. Politicamente scorretto sì, ma beceramente e senza né capo né coda.
E volendo vedere non è tanto la societa americana al centro della critica, quanto quella kazaka che viene ridicolizzata…
Si vociferava di un sequel, ma data la fama raggiunta dal personaggio sarebbe impossibile. Per fortuna. E poi chiediamoci il perché del Golden Globe e delle altre candidature…
VOTO 1 1/2
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armando
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martedì 6 marzo 2007
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e io che credevo che ci fosse un limite...
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E io che credevo che ci fosse un limite a certe cose, e invece vedo che non c'è.
Posso dire che, fra le migliaia di film che ho visto nella mia vita, questo è il più brutto.
Si può essere volgari ma dissacranti, demenziali ma divertenti, ma in borat non trovate nulla di tutto ciò. Semplicemente un lavoro mal fatto, brutto, stupido, estremamente noioso e fastidioso, e soprattutto non si ride mai. Solo un bambino di 10 anni può ridere di fronte a certe gag.
Noiosi i dialoghi, irritante e terribilmente pallosa la parlata del protagonista, insulse le battute. E' come dire di filmare uno che caga. Che ridere, eh?
E non venitemi a parlare di politicamente scorretto, satira sulla società americana e via dicendo, perchè tutto questo può esserci se prima c'è un film, e non questo aborto di celluloide.
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E io che credevo che ci fosse un limite a certe cose, e invece vedo che non c'è.
Posso dire che, fra le migliaia di film che ho visto nella mia vita, questo è il più brutto.
Si può essere volgari ma dissacranti, demenziali ma divertenti, ma in borat non trovate nulla di tutto ciò. Semplicemente un lavoro mal fatto, brutto, stupido, estremamente noioso e fastidioso, e soprattutto non si ride mai. Solo un bambino di 10 anni può ridere di fronte a certe gag.
Noiosi i dialoghi, irritante e terribilmente pallosa la parlata del protagonista, insulse le battute. E' come dire di filmare uno che caga. Che ridere, eh?
E non venitemi a parlare di politicamente scorretto, satira sulla società americana e via dicendo, perchè tutto questo può esserci se prima c'è un film, e non questo aborto di celluloide. Al limite, gli unici che possono offendersi a morte sono i Kazaki.
Guardatelo assolutamente (scaricatelo da emule, è proibito dare dei soldi ai subnormali che si sono permessi di fare un simile conato)
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noodles87
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domenica 25 marzo 2007
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ma cosa è???
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Non capisco come questo film possa entusiasmare. Va bene,una ventata di rinnovamento nel cinema può anche andare bene, ma qui si esagera ragazzi!!Innanzitutto in 80 minuti di film avrò riso si e no trenta secondi, e poi ci sono scene davvero vomitevoli(vedi Borat e Azamat in hotel...).Mi aspettavo qualcosa di molto, ma molto meglio.Voto: 4-
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ginger '81
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domenica 4 marzo 2007
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che delusione!!!
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Politicamente scorretto, irriverente, dissacrante...Sono d'accordo in via generale con questo tipo di comicità, qualche risata in sala me la sono pure fatta...(simpatica la scena in cui Borat, per imitare il modo di vestire dei ragazzi di colore americani, entra nell'albergo con i pantaloni calati, come anche la scena della lezione di humor)...Ma quella lotta sul letto mi ha disgustata! Potevano evitarla...E pensare che non sono affatto una persona che si scandalizza facilmente. Inoltre non penso che il popolo kazako sia così incivile e retrogrado.
Complessivamente mi aspettavo molto di più da questo film.
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(di moretti66cl)
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finazio
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lunedì 5 marzo 2007
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borazzo!
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In questi giorni di parla sulla stampa di Borat come di un film divertentissimo, irriverente, sovversivo, oltraggioso, antirazzista e politicamente scorrettissimo. Borat è un giornalista kazako che riesce ad ottenere finanziamenti dal suo paese per girare un documentario sulla way of life americana, ma non rende un buon servizio al Kazakhstan, e tantomeno agli Usa. Borat mostra questa vecchia fetta di Unione Sovietica come un paese arretrato, misogino, antisemita e con un’economia che si regge sulla prostituzione. Dalla Corsa degli Ebrei (in puro stile fiesta dei tori di Pamplona) all’acquisto della pistola adatta ad ammazzare un ebreo, Borat ci va giù pesante. Ma gli ebrei non sono le uniche vittime della filosofia di vita Boratiana.
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In questi giorni di parla sulla stampa di Borat come di un film divertentissimo, irriverente, sovversivo, oltraggioso, antirazzista e politicamente scorrettissimo. Borat è un giornalista kazako che riesce ad ottenere finanziamenti dal suo paese per girare un documentario sulla way of life americana, ma non rende un buon servizio al Kazakhstan, e tantomeno agli Usa. Borat mostra questa vecchia fetta di Unione Sovietica come un paese arretrato, misogino, antisemita e con un’economia che si regge sulla prostituzione. Dalla Corsa degli Ebrei (in puro stile fiesta dei tori di Pamplona) all’acquisto della pistola adatta ad ammazzare un ebreo, Borat ci va giù pesante. Ma gli ebrei non sono le uniche vittime della filosofia di vita Boratiana. Le intenzioni di Cohen sono quelle di mettere alla berlina i pregiudizi della società statunitense, e vuole farlo con tecniche documentaristiche per mostrare una società vera. Ce n’è per tutti: omosessuali (ripresi al Gay Pride e rimorchiati in albergo), cristiani pentecostali (e le loro conventions), donne (viste come puro oggetto di piacere e da zittire quando parlano) e chi più ne ha più ne metta. In effetti ne esce un’America fiera di fare a pezzi fino all’ultimo iracheno (donne e bambini compresi), carica di pregiudizi sui gay e gli ebrei, misogina e violenta, e persino le edificanti famigliole, di quelle che invitano a cena il Pastore e la mogliettina, così aperte e disponibili al prossimo, non farebbero mai accomodare a tavola con loro una prostituta di colore. Se le intenzioni di Cohen erano queste ci è riuscito in pieno. Molto più discutibile semmai è il metodo che adopera per arrivarci. Per narrare questa America Cohen ha pensato di rendersi affidabile ed adatto a tirar fuori il peggio da ognuno, e per riuscirci si è reso culturalmente inferiore. E diventato Borat, che sembra essere uscito dall’Istituto Di Alto Perfezionamento Alvaro Vitali, al punto che anche gli spettatori con la mente più aperta ad un certo punto cominciano a chiedersi se si sta guardando il film più divertente o il più offensivo della storia del cinema. Certamente le finalità sono diverse, ma per quale motivo mi devo indignare se in un film di Christian De Sica quest’ultimo scorreggia mentre Borat può farsi mettere il sederone nudo di un altro uomo in faccia? Perchè una parolaccia di Boldi è per definizione volgarità e Borat che fa i bisogni per strada è sublime iconoclastia? Perchè Renzo Montagnani che sbava guardando la Fenech che fa la doccia è sottocultura e l’amico di Borat che si tocca sulle foto di Pamela Anderson è glamour? Personalmente credo che la stupidità ostentata, al cinema come nella vita reale, non sia mai intelligente, elegante o utile.
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hurricaneplane
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martedì 6 marzo 2007
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imbarazzante successo
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Tipico esempio di come la produzione applicata alla pubblicità possa rendere apparentemente degno un prodotto al massimo sgradevole. Devo dire la verità, mi sono fatto condizionare. Se non avessi guardato Borat mi sarei sentito un escluso. Ma non appena l'ho visto mi sono sentito circuito. L'unico pregio di questo film, secondo me, è la sua breve durata, dovuta al fatto che ripetere per più di un'ora e mezza candid camera (reali o meno) avrebbe reso impossibile mascherare da impegno indipendente un'ipocrita ma ancor più superficiale critica contro il bersaglio più ovvio del momento. Fortunatamente mi accorgo che il protagonista nonchè sceneggiatore è quel tipo... quello che fa Ali G!!! Cosa aspettarsi allora di diverso dall'imbarazzante e gretta comicità di serie Z? Nessun imbarazzo, nessuna aspettativa, nessun pregiudizio; basta non voler far credere ciò che in realtà non si è.
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Tipico esempio di come la produzione applicata alla pubblicità possa rendere apparentemente degno un prodotto al massimo sgradevole. Devo dire la verità, mi sono fatto condizionare. Se non avessi guardato Borat mi sarei sentito un escluso. Ma non appena l'ho visto mi sono sentito circuito. L'unico pregio di questo film, secondo me, è la sua breve durata, dovuta al fatto che ripetere per più di un'ora e mezza candid camera (reali o meno) avrebbe reso impossibile mascherare da impegno indipendente un'ipocrita ma ancor più superficiale critica contro il bersaglio più ovvio del momento. Fortunatamente mi accorgo che il protagonista nonchè sceneggiatore è quel tipo... quello che fa Ali G!!! Cosa aspettarsi allora di diverso dall'imbarazzante e gretta comicità di serie Z? Nessun imbarazzo, nessuna aspettativa, nessun pregiudizio; basta non voler far credere ciò che in realtà non si è.
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cosmixo
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martedì 7 agosto 2007
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politicamente scorretto o socialmente inutile?!
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Un film politicamente scorretto.
Questa era la definizione che seguiva a chiunque parlasse, nel bene e nel male, di questo film. La curiosità era enorme e dunque non si poteva evitare di andare a veder questa pellicola "così particolare".
Sono sempre loro a rovinare un film. Queste stupide aspettative.
Pensavo di andare a veder un film che fosse innanzitutto politicamente scorretto. E poi che fosse (e scusatemi se è poco) un tantino intelligente. Si parla spesso di ironia e sarcasmo intelligente. Di quello che, col sorriso sulle labbra, dovrebbe farti pensare.
Nessuno mi aveva detto che non c'era nulla di tutto questo nel film. Probabilmente l'idea (il concept) del film poteva anche essere interessante.
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Un film politicamente scorretto.
Questa era la definizione che seguiva a chiunque parlasse, nel bene e nel male, di questo film. La curiosità era enorme e dunque non si poteva evitare di andare a veder questa pellicola "così particolare".
Sono sempre loro a rovinare un film. Queste stupide aspettative.
Pensavo di andare a veder un film che fosse innanzitutto politicamente scorretto. E poi che fosse (e scusatemi se è poco) un tantino intelligente. Si parla spesso di ironia e sarcasmo intelligente. Di quello che, col sorriso sulle labbra, dovrebbe farti pensare.
Nessuno mi aveva detto che non c'era nulla di tutto questo nel film. Probabilmente l'idea (il concept) del film poteva anche essere interessante. Ma poi la regia, la sceneggiatura e tutto il resto (ma salviamo la bravura degli attori) hanno creato un mostro. Nel vero senso della parola. Non si ride più di tanto. Il politicamente scorretto è di una stupidità immane. E l'intelligenza della sceneggiatura va ricercata col lumicino.
Solo un consiglio. Fate altro - questa volta cambiate sala.
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[+] paièerhyèwoijyèoisr
(di antitarantola)
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re iner
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lunedì 5 marzo 2007
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a borat quel che è di borat... questa è satira.
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Dare un voto al "finto documentario - vera candid camera" come se fosse un film "normale" è fuori luogo. S.B.C. ha dimostrato un coraggio fuori dal comune: politicamente iperscorretto, dicendo cose che tanti in fondo pensano ma non hanno il coraggio di dire, o facendo cose che tanti... (penso alla vetrina di Victoria Secret), giuste o sbagliate, non importa, ma si ride (chi ha riso, purtroppo non il sottoscritto, che non sopporta il genere candid camera) perché ci si riconosce, o perché si riconosce (il collega, il vicino di casa, la suocera). Vedere la faccia delle vere femministe ("le donne hanno il cervello più piccolo di uomini, no?"), l'assurda tolleranza dell'insegnante di umorismo (che non capiva la presa per il kulo perché del tutto privo di umorismo) o quella dell'insegnante di bon ton.
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Dare un voto al "finto documentario - vera candid camera" come se fosse un film "normale" è fuori luogo. S.B.C. ha dimostrato un coraggio fuori dal comune: politicamente iperscorretto, dicendo cose che tanti in fondo pensano ma non hanno il coraggio di dire, o facendo cose che tanti... (penso alla vetrina di Victoria Secret), giuste o sbagliate, non importa, ma si ride (chi ha riso, purtroppo non il sottoscritto, che non sopporta il genere candid camera) perché ci si riconosce, o perché si riconosce (il collega, il vicino di casa, la suocera). Vedere la faccia delle vere femministe ("le donne hanno il cervello più piccolo di uomini, no?"), l'assurda tolleranza dell'insegnante di umorismo (che non capiva la presa per il kulo perché del tutto privo di umorismo) o quella dell'insegnante di bon ton... ma possibile, ci si chiede, che nessuno abbia capito la presa per il k? E ciò, francamente, prima fa ridere, poi fa piangere dalla disperazione: questa, perbacco, è Satira! E li ha pigliati tutti: ebrei, femministe, gay, razzisti, handicappati, politici,tutti!Siamo tutti veramente così rinko, tanto che ci vuole un S.B.C. per farci vedere, finalmente, che il re è nudo, oppure sono rinko solo quelli, quelli che nel film non capivano, gli "altri"? Ma se ci sono veramente "altri", allora anche le minoranze etniche, kulturali, i gay, le femministe, gli ebrei ecc. sono "altri", "diversi"... che è proprio il contrario di ciò che, politically correct, ci insegnano... E a questo paradosso ci porta S.B.C. con un film (chiamiamolo così, ma solo perché lo danno al cinema) che può far ridere ma deve far riflettere a che livello di ipocrisia e imbecillità siamo arrivati. OK, lo ammetto: la scena della lotta magari è imbarazzante, o disgustosa... e allora? Ho riso poco o nulla, ma ho apprezzato enormemente il coraggio e la lucidità di un comico che noi italiani non potremo mai permetterci, noi abbiamo Boldi De Sica e compagnia. E ce li meritiamo.
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(di mattilmatto)
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"v"
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martedì 6 marzo 2007
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il ciclone borat investe l'italia.
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Con quattro mesi di ritardo, arriva anche nel belpaese il mockumentary di Sacha Baron Cohen, AKA Borat, subito primo al box office. E le incomprensioni la fanno da padrone anche nella penisola: "offende i kazaki!" oppure "è scandalosamente antisemita". Insomma, come è già avvenuto in Uk e USA, dove il film ha letteralmente sbancato i botteghini, si ha l'impressione che non tutti siano davvero riusciti ad afferrare lo scopo del film: mettere alla berlina l'ipocrisia di certo American Way Of Life e l'indifferenza con cui un tema scottante come l'antisemitismo viene affrontato dai più. Il geniale comico inglese, ebreo praticante e osservante, entra a pieno titolo nella grande tradizione della comicità yiddish e non è un caso che un maestro come Mel Brooks, anch'egli ebreo, l'abbia eletto "il miglior comico attualmente sulle scene" con un'opera che strappa risate dall'inizio alla fine, ma che in realtà si rivela agghiacciante perchè mette a nudo l'idiozia umana: dall'organizzatore di Rodei che dichiara a Borat "con quei baffi sembri un mussulmano e noi vogliamo bombardarli tutti", agli studenti ubriachi di una frat house che affermano perentori "le donne dovrebbero essere nostre schiave!" (ricordo che sono solo due le scene preparate: quella con Pamela Andreson, amica da lungo tempo di Cohen, e quella nel negozio di cimeli militari poichè "Borat" e la sua troupe volevano evitare di danneggiare seriamente memorabilia storici, tutto il resto è tristemente vero).
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Con quattro mesi di ritardo, arriva anche nel belpaese il mockumentary di Sacha Baron Cohen, AKA Borat, subito primo al box office. E le incomprensioni la fanno da padrone anche nella penisola: "offende i kazaki!" oppure "è scandalosamente antisemita". Insomma, come è già avvenuto in Uk e USA, dove il film ha letteralmente sbancato i botteghini, si ha l'impressione che non tutti siano davvero riusciti ad afferrare lo scopo del film: mettere alla berlina l'ipocrisia di certo American Way Of Life e l'indifferenza con cui un tema scottante come l'antisemitismo viene affrontato dai più. Il geniale comico inglese, ebreo praticante e osservante, entra a pieno titolo nella grande tradizione della comicità yiddish e non è un caso che un maestro come Mel Brooks, anch'egli ebreo, l'abbia eletto "il miglior comico attualmente sulle scene" con un'opera che strappa risate dall'inizio alla fine, ma che in realtà si rivela agghiacciante perchè mette a nudo l'idiozia umana: dall'organizzatore di Rodei che dichiara a Borat "con quei baffi sembri un mussulmano e noi vogliamo bombardarli tutti", agli studenti ubriachi di una frat house che affermano perentori "le donne dovrebbero essere nostre schiave!" (ricordo che sono solo due le scene preparate: quella con Pamela Andreson, amica da lungo tempo di Cohen, e quella nel negozio di cimeli militari poichè "Borat" e la sua troupe volevano evitare di danneggiare seriamente memorabilia storici, tutto il resto è tristemente vero).
Insomma, si ride per non piangere e se non si riesce a comprendere che il kazakistan è solo il pretesto per mettere alla berlina certi estremismi del tutto occidentali, forse dovremmo guardarci allo specchio e fare un po'di autocritica.
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[+] idiozia...
(di martina)
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(di "v")
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(di kame_il_kane)
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(di kame_il_kane)
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[+] x kame..
(di ignazio di l.)
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(di samuelesiani)
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[+] x ignazio di l.
(di kame_il_kane)
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