A CURA DELLA REDAZIONE
Vittorio Rifranti nasce a Milano il 23 febbraio 1966. Dopo il diploma di Liceo Classico si laurea in Lettere Moderne con indirizzo storico.
La passione per il cinema nasce durante gli anni del liceo, frequentando un cineforum scolastico.
Realizza in seguito alcuni cortometraggi in Super 8, La stanza nel risveglio (1987), Appunti di viaggio (1988) e Piccoli spostamenti (1990).
Frequenta dal 1987 la Scuola di cinema di Milano e dal 1990 Ipotesi Cinema sotto il coordinamento di Ermanno Olmi.
Il primo riconoscimento arriva con il mediometraggio L'attesa (1992), storia dell'incontro impossibile tra un laureando alle prese con un futuro programmato e una ragazza in cerca di occasioni. Presentato in concorso a Bellaria, vince tre premi alla rassegna cinematografica di Castrocaro (miglior film, miglior attore, miglior attrice) e viene segnalato dalla rivista Filmcritica come uno dei lavori più interessanti del giovane cinema indipendente italiano.
Nel 1998 realizza con Giovanna Gasparini il documentario I giorni liberi, in collaborazione con l'Istituto Storico di Sesto San Giovanni, sulle memorie dei partigiani dell'area milanese, con il quale ottiene il Premio Miglior Giovane Autore 1998 della FEDIC (Federazione italiana dei cineclub).
Nel frattempo comincia ad insegnare Storia del cinema, Filmmaker e Regia in diverse realtà didattiche.
Dopo una lunga e complessa gestazione realizza nel 2004, coinvolgendo gli studenti dei suoi corsi di cinema, Lo sguardo nascosto, una storia di silenzi e solitudini, di voci catturate di nascosto sullo sfondo di una Milano soffusa di chiaroscuri, che rimanda per la critica alla lezione di Olmi.
Nel 2007 realizza Tagliare le parti in grigio che vince il Pardo come Migliore Opera Prima al 60° Festival di Locarno e viene presentato in concorso in diversi festival internazionali. Il film racconta l'incontro fra tre sopravvissuti ad un incidente stradale che intraprendono insieme un percorso di riappropriazione di se stessi, del proprio corpo e delle proprie emozioni, attraverso l'esperienza del dolore fisico.