But now it's just another show and you leave 'em laughing when you go and if you care, don't let them know, don't give yourself away". Così cantava Joni Mitchell in "Both Side, Now" e così si sente la giovane attrice italiana Roberta Azzarone, che di una matura Joni Mitchell conserva quasi il timbro.
Perché la vita come la recitazione, per lei sono uno stato di nudo stupore e di gratitudine. Dove le cose di tutti i suoi giorni, grandi e piccole, possono essere viste (e amate) nel loro mutevole stato, anche quando sono gonfie di difetti e difficoltà. Colpisce la serietà con la quale affronta l'arte drammatica. Colpisce quella sorta di qualità fiammeggiante che ha addosso quando entra in un personaggio di prosa e che è la luce ideale per illuminare un palcoscenico. Colpisce e migliora progressivamente anche quando cambia i suoi colori e si pone davanti a una cinepresa, espandendosi verso la commedia e il dramma, verso allegria e gravità, conquistando energicamente l'obiettivo.

Studi
Classe 1992, nata ad Acireale, ma cresciuta a Palermo, trova nel capolouogo siculo la sua vera casa, tanto da definirsi una palermitana DOC. Palermo è il suo rifugio. Ed è un rifugio che ama e che ricambia in pieno il suo amore. Tanto è vero che sarà proprio Roberta Azzarone a essere scelta per posare per la statua di Santa Rosalia, patrona della città, nel 2017.
Figlia di un rappresentante delle Forze dell'Ordine, prende con molto rigore ogni cosa, anche la sua passione più grande, quella per la recitazione.
Decisa a fare l'attrice fin da giovane, vince prestissimo il concorso per entrare all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica Silvio D'amico, allora diretta da Lorenzo Salveti, uscendone diplomata nel 2012. Sono anni di ferrea disciplina e di tanta formazione che assecondano la sua natura razionale, contrapponendola però allo stesso tempo con una piena libertà creativa. A questo, si aggiungeranno vari corsi di perfezionamento e arricchimento con nomi importantissimi del nostro cinema e teatro (Sergio Rubini, Luca Ronconi, Lilo Baur, Nikolaj Karpov, Lorenzo Salveti, Monica Vannucchi, Francesco Manetti, Michele Monetta, Rosa Masciopinto), sui quali spicca Maurizio Spicuzza.

Il teatro
I primi passi sono tutti teatrali. Si comincia con "Composizioni" diretta dalla grandissima Anna Marchesini, poi "Cavalleria Rusticana" (2012), "Noi, gli eroi" (2012), "Napoli milionaria" (2012). Entrata nella compagnia del Teatro Biondo di Palermo, prende parte a diverse produzioni, lavorando a stretto contatto con registi come Umberto Cantone, Lollo Franco e Giovanni Libeccio. Aggiunge quindi alle sue performance anche quelle di "Sangue sul collo del gatto" di Rainer Werner Fassbinder, "L'invisibile che c'è", "Arianna a Nasso", "Kean", "Notte di Zucchero", "Non è mai troppo presto", "Bedda Maki", "Vox Family", "Click Clock" e "Spettri" di Ibsen.
Dopo qualche esperienza al Teatro Brancaccio di Roma, porta al Teatro Elfo Puccini di Milano "Quel che accade a Jack, Jack, Jack" (2020) di Francesco Petruzzelli.

La tv
Parallelamente a tutte queste esperienze sul palcoscenico, lavora anche in televisione, partecipando a miniserie, come Tutto può succedere, Il bello delle donne... alcuni anni dopo, Moneyman e L'allieva 3, e a docufilm come Fosco Maraini.