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Rassegna stampa di Erminio Macario

Erminio Macario è un attore italiano, scrittore, sceneggiatore, assistente alla regia, è nato il 27 maggio 1902 a Torino (Italia) ed è morto il 26 marzo 1980 all'età di 77 anni a Torino (Italia).

IDA BIONDI
MYmovies.it

Fra la prima e la seconda guerra mondiale, Macario fu uno dei comici più famosi del teatro di rivista italiano. Il suo volto ovale, ridotto da un trucco sapiente ad una vera e propria maschera umoristica, con il buffo cappello sulle ventitré, il ricciolo a "tirabaci" incollato sulla fronte, le sopracciglia perennemente inarcate in un'espressione di trasognata meraviglia, accentuata dagli occhietti tondi e sgranati e dalla bocca ora sorridente, ora infantilmente imbronciata, gli fu di enorme aiuto nel creare un personaggio dalla comicità personalissima: l'omino di buoni sentimenti, ingenuo e candido, costretto ad affrontare un mondo assai diverso da quello immaginato dal suo infantile ottimismo. Tale personaggio, divertente, anche se un po' ripetitivo, ottenne un caldo successo di pubblico, che si accrebbe nei primi anni del dopoguerra, quando Macario approfondì il suo umorismo, dando vita a personaggi più umanamente scavati e più realistici. Fu allora che il suo volto di eterno bambino assunse a simbolo di una profonda onestà interiore, ricca di altruismo e di buoni sentimenti che, prima o poi, finivano sempre con il trionfare. Dopo una lunga esperienza come attore di rivista, Macario esordì nel cinema nel 1933 in Aria di paese (E. De Liguoro), ma si impose soltanto nel successivo Imputato, alzatevi! 1939, Mario Mattoli), che fu uno dei film comici più riusciti e originali di quegli anni. Nel dopoguerra interpretò tre film significativi, anche se modesti, diretti da Carlo Borghesio: Come persi la guerra (1947), L'eroe della strada (1948) e Come scopersi l'America (1949), in cui tratteggiava con grande finezza psicologica ed efficacia spettacolare il suo consueto personaggio di uomo della strada, timido e ingenuo, costretto suo malgrado a confrontarsi con una realtà per lui drammatica e nuova, come quella che si viveva in Italia all'indomani della guerra. Purtroppo, Macario recitò anche in numerosi film comici di scarso valore, che non resero giustizia alle sue reali capacità; tuttavia, nel 1957, in età ormai matura, ebbe l'occasione di interpretare un personaggio di maggior rilievo drammatico in Italia piccola, diretto da Mario Soldati. Nella lunga e varia carriera di Macario non mancarono neppure l'esperienza del teatro di prosa dialettale e quella televisiva, entrambe coronate da risultati soddisfacenti. Attore dalle molteplici possibilità comiche, Macario non sempre ebbe l'occasione di interpretare personaggi umanamente profondi; spesso fu indotto alla facile comicità della macchietta, sfruttando il suo mestiere d'attore di varietà. Tuttavia, quando gli fu possibile approfondire i suoi personaggi con un più accurato scavo umano e psicologico, allora si dimostrò capace di dare vita ad alcune delle figure più interessanti e significative del cinema comico italiano.

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