
Lungo il Tevere, un cicloattivista norvegese traccia il Sentiero Pasolini. Alle Giornate degli Autori e su MYmovies ONE fino a domani sera.
di Pedro Armocida
A Roma, tra campagne assediate dal cemento e rive del Tevere nascoste, i destini di Sven, un ciclo-attivista norvegese appassionato di Pasolini, Giulia, una giovane contadina che difende la sua terra dalla speculazione edilizia e Mario, un romano dal cuore d’oro, si intrecciano nella lotta per creare il Sentiero Pasolini lungo il fiume, da Roma al mare.
Un documentario militante che segue da vicino i suoi protagonisti senza paura di entrare molto nello specifico delle loro istanze. I registi Monica Repetto e Pietro Balla applicano ancora una volta, come nel precedente ThyssenKrupp Blues, il loro metodo di ascolto dei protagonisti e di osservazione della realtà non avendo paura di dedicare magari qualche prezioso minuto in più entrando nello specifico delle loro storie perché lo spettatore abbia tutti gli strumenti necessari per farsi un’opinione. Il film mette in scena un’utopia in cui dovrebbe essere il dialogo a costruire le basi del vivere civile mentre sono le carte bollate a regolare maldestramente le vite delle persone. Ma sappiamo bene che la realtà è un’altra e il film ne mostra tutte le contraddizioni mostrando come anche all’interno dei ciclo-attivisti ci siano litigi e incomprensioni.