
Anno | 2024 |
Genere | Thriller |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 91 minuti |
Regia di | Yun-seok Lee |
Attori | Jaehyun Jeong, Park Ju-hyun, Si-Yang Kwak . |
MYmonetro | Valutazione: 2,00 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 21 marzo 2025
A una donna viene rivelato che morirà accoltellata tra sei ore. Dovrà sfuggire alla morte.
CONSIGLIATO NÌ
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"Tra sei ore morirai". Così dice Kim Jun-woo a Lee Jung-yoon, appena dopo averla incontrata a un semaforo. Jung-yoon è una ragazza in difficoltà, che sta per compiere trent'anni e che sbarca il lunario lavorando all'ufficio postale, dopo un breve periodo come escort in un locale equivoco chiamato Maze Club; Jun-woo è un perfetto sconosciuto, che sostiene di avere delle visioni sul destino degli sconosciuti. In realtà i gradi di separazione tra i due sono meno di quelli che appaiono e un serial killer sembra uccidere proprio le persone a cui Jun-woo rivela il futuro.
Un soggetto folgorante, adattato da un romanzo di Kazuaki Takano, benché forse non innovativo.
Nella lunga storia letteraria e cinematografica del thriller il legame tra vaticini e omicidi si è propagato in varie forme, da "La zona morta" di Stephen King a The Gift di Sam Raimi, e quella di Lee Yun-seok non è che una variazione sul tema, che gioca su un cast di richiamo (l'interprete di Jun-woo, Jaehyun, è in un gruppo K-pop, gli NCT U). Ciò nonostante, l'inizio in medias res cattura l'attenzione dello spettatore, desideroso di sapere come si svolgerà la storia: sarà Kim stesso a uccidere la ragazza e completare così la profezia? Oppure sta cercando di difenderla da una minaccia misteriosa? Per un occhio smaliziato sarà facile intuire la soluzione del caso fin troppo presto, ma il problema principale di You Will Die in 6 Hours non risiede nella sua prevedibilità o nel fatto che il soggetto sappia di déja vu. Lo svolgimento piatto e privo di ritmo avanza lentamente e faticosamente verso il climax, senza riuscire a riempire i varchi aperti dalla latitante sceneggiatura di Chung Young, che non sa gestire i MacGuffin o le sottotrame fino a renderli credibili o interessanti. Si intuisce troppo facilmente che i tentativi di depistaggio sono tali e la recitazione forzata degli attori non aiuta a rimuovere la sensazione di assistere a un K-Drama anziché a un lungometraggio. Il meccanismo a orologeria mantiene comunque avvinti, ma quando rintoccano le lancette della mezzanotte in pochi saranno davvero sorpresi da quel che accadrà.
Rimane interessante, benché solo superficialmente affrontato, il background della protagonista, una ragazza sulla soglia dei trent'anni ma già oppressa dal male di vivere, in una società divisa in caste, che le ha rapidamente spento ogni speranza di carriera. Il suo contraltare maschile sembra un solitario disadattato, di cui potremo capire lo stato mentale solo dopo aver ricomposto le tessere del puzzle e, come spesso capita nel cinema sudcoreano, la legge e la polizia difficilmente rappresentano una rassicurazione. Lo standard del thriller-noir della cinematografia ha proposto ben altro, ma per chi si sa accontentare You Will Die in 6 Hours garantisce una serata di emozioni, se non di vere e proprie sorprese.
“Tra sei ore morirai”. Così dice Kim Jun-woo a Lee Jung-yoon, appena dopo averla incontrata a un semaforo. I gradi di separazione tra i due sono meno di quelli che appaiono e un serial killer sembra uccidere proprio le persone a cui Jun-woo rivela il futuro. Un soggetto folgorante, adattato da un romanzo di Kazuaki Takano, benché forse non innovativo.
Ciò nonostante, l’inizio in medias res cattura l’attenzione dello spettatore, desideroso di sapere come si svolgerà la storia: sarà Kim stesso a uccidere la ragazza e completare così la profezia? Oppure sta cercando di difenderla da una minaccia misteriosa?
Per un occhio smaliziato sarà facile intuire la soluzione del caso fin troppo presto. Lo standard del thriller-noir della cinematografia ha proposto ben altro, ma per chi si sa accontentare You Will Die in 6 Hours garantisce una serata di emozioni, se non di vere e proprie sorprese.