alfredo burgini
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venerdì 3 maggio 2024
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finalmente un film con una storia
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Finalmente un film con una storia, comprensibile sin dall'inizio e non, come spesso accade, che a metà film non si capisce ancora nulla. Molto buona la regia, con scene dolci, senza immagini flash. Un misto di fantasia e realtà ben articolato. Ottime le interpretazioni di Antonio Albanese e Virginia Raffaella.
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alessandro dessy
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mercoledì 1 maggio 2024
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voti a perdere
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Un'altra incongruenze tra il voto 3,07 assegnato a questo film che merita decisamente di più e la realta' . La regia di Milani e' superlativa , gli attori decisamente bravi molto al di sopra della media . Non riesco a capire come vengono assegnati questi voti come altre volte osservato.
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eugenio
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venerdì 26 aprile 2024
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natura, ars narrandi
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La montagna, la natura! Quale fonte ispiratrice per un cittadino, l’ars bucolica e la ricerca di sé in un mondo dove tutto è frenetico e la riflessione, pregio raro. La pensa così il maestro Michele Cortese (Albanese) che dopo quarant’anni di insegnamento nelle elementari della rude periferia romana si fa trasferire in val di Sangro, in un quieto borgo in pieno parco nazionale d’Abruzzo in una scuola pluriclasse che riunisce bambini dalla prima alla quinta elementare. Non proprio l’Eden, ma il nostro Michele appare determinato e dopo un primo iniziale disagio (i mocassini e la giacchetta radical chic non sono il massimo con la neve alta), si troverà a far fronte, con una vicedirettrice, Agnese (la brava Virginia Raffaele), molto pragmatica più che idealista, alla minaccia della chiusura della scuola nonchè allo spettro di un paesino in via di spopolamento, entro un mondo, appunto a parte, aspro ma seducente.
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La montagna, la natura! Quale fonte ispiratrice per un cittadino, l’ars bucolica e la ricerca di sé in un mondo dove tutto è frenetico e la riflessione, pregio raro. La pensa così il maestro Michele Cortese (Albanese) che dopo quarant’anni di insegnamento nelle elementari della rude periferia romana si fa trasferire in val di Sangro, in un quieto borgo in pieno parco nazionale d’Abruzzo in una scuola pluriclasse che riunisce bambini dalla prima alla quinta elementare. Non proprio l’Eden, ma il nostro Michele appare determinato e dopo un primo iniziale disagio (i mocassini e la giacchetta radical chic non sono il massimo con la neve alta), si troverà a far fronte, con una vicedirettrice, Agnese (la brava Virginia Raffaele), molto pragmatica più che idealista, alla minaccia della chiusura della scuola nonchè allo spettro di un paesino in via di spopolamento, entro un mondo, appunto a parte, aspro ma seducente.
Il film di Milani viaggia con leggiadria nel contrasto che appartiene alla commedia all’italiana (città, montagna, tecnologia, lavoro manuale) innescando un dinamismo frizzante con Albanese che fa il verso al Villaggio in Io speriamo che me la cavo di Wertmuller e una classe di bambini del posto, patria eletta del regista, convincente. Così, se presto la figura dello “straniero” che con la sua ingenuità goffa (memorabile il tentativo di accensione della stufa a legna), esalta il piglio duro della pragmatica direttrice, diverte, meno lo fa il risvolto sociale con una ricerca affannosa di bambini per poter riaprire la classe l’anno successivo, rivolgendosi a centri di aiuti umanitari o profughi in fuga dalla guerra onde evitare il magro declino. È un film urgente quello di Milani, che riflette sul fenomeno dei borghi montani, sulla vita semplice (ma non per questo meno faticosa) di chi vive e si spezza la schiena tutto l’anno per campare in territori spesso isolati dalla neve e dalle comunicazioni, sul desiderio inconscio di poter ancora credere nel miracolo economico che rinasce dalla terra e dalla terra ha origine.
E la fotografia ben si adatta a questo scopo: lupi, neve, alci, un presepe tenue di case abbarbicato sui monti innevati: nulla manca. Nemmeno la speranza di un’estate che saluta e spazza via il qualunquismo di cinici giochi di potere che vorrebbero demolire il castello di carte di una promessa: quella di chi si abitua al peggio e per questo non vive. O meglio, non può accettare di viverlo. Sta qui l’importanza di film come questi: testimoni di un cambiamento, anche se con qualche gigioneria di troppo.
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domenica 21 aprile 2024
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magico
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Bellezza , volontà, caparbietà, natura. Bravi tutti davvero bravi.
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emasbt
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domenica 14 aprile 2024
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bellissimo film
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È un film da non perdere...
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marcobbb
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mercoledì 10 aprile 2024
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banale, sconsigliato
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Film pieno di luoghi comuni. Banale. Con la solita visione del pensiero unico. Lesbiche e pensiero sessantottino la fanno da padrone. Peccato per Albanese. Gli altri attori sono scarsi. Virginia Raffaele scarsa come gli altri mai visti. I migliori attori sono i bambini. Sconsiglio di non buttare un euro e non perdere tempo a vedere questo film confusionario che non insegna niente.
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gvpcat
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lunedì 8 aprile 2024
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scorrevole, gradevole...ma non banale
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Frequento la Marsica e l'Alto Sangro da oltre 50 anni, ho visto la proiezione a Castel di Sangro tra molti spettatori indigeni ed è stato come vivere nel film. In sala si rideva di gusto nel riconoscere vizi e virtù del popolo abruzzese di montagna, e si identificano molti loro conoscenti tra i quasi tutti attori non professionisti (solo Albanese, la Raffaele e la D'Eusanio sono ad alti livelli nel settore).
Riccardo Milani qui ha dato l'impressione di essere uno di noi, che conoscono, frequentano, apprezzano e provano affetto per quei luoghi del Parco Nazionale d'Abruzzo. E che ha avuto il coraggio di proporre una storia anticonformista, in cui i vincenti (Duilio, in primis) non sono influencer o improbabili star dello schermo e dei social che lasciano il paesello per migrare a Roma o Milano, ma quei giovani e meno giovani che lavorano duramente per trovare la propria fortuna nella "restanza" e nella valorizzazione dei propri luoghi.
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Frequento la Marsica e l'Alto Sangro da oltre 50 anni, ho visto la proiezione a Castel di Sangro tra molti spettatori indigeni ed è stato come vivere nel film. In sala si rideva di gusto nel riconoscere vizi e virtù del popolo abruzzese di montagna, e si identificano molti loro conoscenti tra i quasi tutti attori non professionisti (solo Albanese, la Raffaele e la D'Eusanio sono ad alti livelli nel settore).
Riccardo Milani qui ha dato l'impressione di essere uno di noi, che conoscono, frequentano, apprezzano e provano affetto per quei luoghi del Parco Nazionale d'Abruzzo. E che ha avuto il coraggio di proporre una storia anticonformista, in cui i vincenti (Duilio, in primis) non sono influencer o improbabili star dello schermo e dei social che lasciano il paesello per migrare a Roma o Milano, ma quei giovani e meno giovani che lavorano duramente per trovare la propria fortuna nella "restanza" e nella valorizzazione dei propri luoghi. Il risultato è una trama scorrevole, gradevole, in cui luoghi, fatti e personaggi sono descritti con efficacia e realtà (altro che stereotipi). Bravissimi tutti, soprattutto molti attori non professonisti ingaggiati per l'occasione.
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mauridal
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domenica 7 aprile 2024
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una parte di mondo
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Un film dai tratti realistici e fantastici tra favola e realismo narrativo . Una storia con personaggi verosimili come un maestro elementare, una scuola con una vicepreside un sindaco e un carabiniere un parroco , bambini scolari di una classe elementare, con i genitori, tutti coinvolti in una vicenda all’interno di un piccolo paese di montagna in Abruzzo. Quando però il realismo non basta per raccontare una storia , allora si ricorre alla invenzione fantastica, come in questo caso, dove il mondo reale di un paesino detto Rupe come pure esistono in Abruzzo, viene cambiato con una parte di mondo inventato dal regista e dagli autori del film.
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Un film dai tratti realistici e fantastici tra favola e realismo narrativo . Una storia con personaggi verosimili come un maestro elementare, una scuola con una vicepreside un sindaco e un carabiniere un parroco , bambini scolari di una classe elementare, con i genitori, tutti coinvolti in una vicenda all’interno di un piccolo paese di montagna in Abruzzo. Quando però il realismo non basta per raccontare una storia , allora si ricorre alla invenzione fantastica, come in questo caso, dove il mondo reale di un paesino detto Rupe come pure esistono in Abruzzo, viene cambiato con una parte di mondo inventato dal regista e dagli autori del film. Le invenzioni sono intanto parecchie, a cominciare dai personaggi protagonisti, il maestro elementare Michele interpretato da un ottimo e appropriato, Antonio Albanese e dalla vicepreside Agnese della piccola scuola interpretata da una inedita Virginia Raffaele. La intera vicenda si basa sulla scelta di un maestro elementare, Michele di lunga carriera che decide di andare via dalla sua scuola di Roma dove ha perso credibilità, e status sociale per il degrado culturale e civile di alunni e genitori. Fin qui è verosimile, e le cronache sono piene di fatti che provano la condizione sociale precaria degli insegnanti di scuola pubblica, Tuttavia la scelta di Michele a farsi trasferire seppure in via provvisoria, in una scuola di un piccolo paese di montagna in Abruzzo, è del tutto inverosimile , soprattutto per la motivazione che nel film viene ripetuta dal protagonista, ovvero il recupero della vita Naturale dell’ambiente pulito , della bellezza della natura e della montagna. Una sorta di manifesto ambientalista, personificato dal maestro Michele che sia per l’aspetto che per i comportamenti non appare per niente un naturista di giovane generazione. Dunque Il racconto si distacca dal mondo reale e si avvia per tutto il film in una narrazione fantasiosa, cosa che rende il film divertente e piacevole da seguire , con vari interventi addirittura comici ,quando seguiamo l’adattamento del cittadino romano Michele alle condizioni di vita della montagna con le sue regole e costrizioni . Anche il rapporto con la vita degli abitanti e il loro dialetto marsicano rende Il maestro Michele un personaggio da commedia dell’arte . Tutto il film poteva mantenersi su questa linea tra la commedia e le maschere dei personaggi, se non fosse intervenuta poi la voglia degli autori e del regista di dare una svolta di contenuti impegnati, come la salvaguardia dei piccoli centri di montagna e di campagna in dismissione per i pochi abitanti per mancanza di giovani, per le poche nascite insomma il tema dello spopolamento di gran parte delle zone interne del meridione italiano . Il tutto attraverso la storia della scuola elementare dove Michele viene dunque trasferito e che si rivela un vero problema. ha una sola classe per i pochi alunni accorpati dalla prima alla quinta e quindi il maestro deve affrontare gli alunni con lezioni diverse quasi singolarmente. Le autorità scolastiche vogliono chiudere la scuola poiché il preside appartiene ad un’altra scuola di un altro paese vicino e non ha interesse ad avere una situazione complessa da gestire : Nel paesello di Rupe. La vicepreside Agnese quindi si trova col nuovo maestro Michele a scongiurare la chiusura della scuola cercando di aumentare il numero di alunni, ad ogni costo. A questo punto, interviene una ulteriore tematica ad arricchire la sceneggiatura, ovvero quando Michele e Agnese d’accordo con tutto il paese compresi parroco, sindaco e comandante dei carabinieri, decidono di prendere e iscrivere i ragazzi e i bambini ucraini sbarcati in Italia con le organizzazioni umanitarie. Dunque, il tema dell’integrazione degli immigrati stranieri nelle comunità italiane. Attraverso questi nuovi ragazzi che arrivano nel paese, si riesce a salvare la scuola e anche tutta la vita dei paesani che li accolgono e viene descritta una fase dell’arrivo di queste persone con i pullman , e il trasferimento in paese la sistemazione delle famiglie nelle case vuote, e infine si realizza la amicizia nella nuova classe tra i bambini ucraini e i ragazzini marsicani che avviene in perfetta armonia. Dunque tante cose importanti per un film che si mantiene con un tono leggero e divertente, anche se nel sottofondo si avverte una certa drammaticità degli eventi. Il racconto è ricco di particolari sui tanti personaggi del film, anche il suicidio dal ponte sul fiume di una giovane non accettata dai paesani e dalla sua famiglia per un amore lesbico con una sua amica, la ragazza verrà poi salvata in extremis proprio da Michele maestro eroe che si tuffa nel fiume e la recupera in una scena piena di suspense , il film procede su toni pacati e a volte stereotipati insistendo sul buonismo del maestro e infine della Agnese che da donna tradita si concede al single Michele con una scena di sesso casto e minimale. Infine, quando Michele verrà richiamato in sede a Roma, scaduto il termine di trasferimento provvisorio, tutto il paese lo saluta con i bambini scolari con commozione e rammarico per la sua partenza da cittadino marsicano, ormai acquisito alla montagna. Poteva finire la storia e il film, ma invece una persistenza buonista degli autori ha prevalso e un gran lieto fine scontato, è stato scelto per la gran massa di spettatori che fanno il successo dei film, di sicuro incasso al botteghino, Dunque in prima fila sulla porta della scuola per riprendere le lezioni, Agnese, i bidelli e tutti quanti vedono all’improvviso spuntare Michele , con il sorriso solito di Albanese che si ripresenta nel paesello questa volta per trascorrere una vita felice e contento con la dolce Agnese , canzone di Ivan Graziani suonata sui sui titoli a chiusura del film. (mauridal)
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enzo70
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domenica 7 aprile 2024
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film giusto per raccontare un pezzo d''italia
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Albanese riesce a colpire sempre nel centro, individuando temi di grande attualità che trovano poca attenzione da parte dell’opinione pubblica. E dopo lo splendido Grazie ragazzi Milani torna a dirigere Albanese in un film che propone in maniera intelligente il problema dell’emigrazione dei piccoli centri. Albanese interpreta Michele Cortese, un maestro che decide di abbandonare la periferia romana per andare ad insegnare in un piccolissimo paese dell’Abruzzo, Rupe, che ha solo 364 abitanti e 7 bambini che frequentano la scuola elementare. La vicepreside Agnese, interpretata da Virginia Raffaelli, combatte da anni per evitare la chiusura della scuola per insufficienza di scolari e il successivo accorpamento nella scuola di un paese più grande.
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Albanese riesce a colpire sempre nel centro, individuando temi di grande attualità che trovano poca attenzione da parte dell’opinione pubblica. E dopo lo splendido Grazie ragazzi Milani torna a dirigere Albanese in un film che propone in maniera intelligente il problema dell’emigrazione dei piccoli centri. Albanese interpreta Michele Cortese, un maestro che decide di abbandonare la periferia romana per andare ad insegnare in un piccolissimo paese dell’Abruzzo, Rupe, che ha solo 364 abitanti e 7 bambini che frequentano la scuola elementare. La vicepreside Agnese, interpretata da Virginia Raffaelli, combatte da anni per evitare la chiusura della scuola per insufficienza di scolari e il successivo accorpamento nella scuola di un paese più grande. L’Abruzzo viene dipinto con tinte forti, arretrato, chiuso, ma le sue incredibili bellezze vengono, comunque, esaltate. Albanese riesce al solito a entrare perfettamente nel personaggio, un maestro pieno di ideali ma lontano dai problemi della vita reale e l’accoppiamento con Virginia Raffaeli riesce benissimo. Un film bello e intelligente che consiglio di andare a vedere.
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frankmoovie
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domenica 7 aprile 2024
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un mondo a parte. reale.
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Andare a cinema a vedere un'interpretazione di Antonio Albanese ci fa pensare alla comicità facile, da show televisivo, poi ci accorgiamo che i suoi film anche se diretti da registi diversi, lasciano sempre un segno, una riflessione, un ricordo, un senso di colpevolezza o di riscatto. "Un mondo a parte" diretto da Riccardo Milani ci porta un un paesino come ce ne sono tanti sparsi nella nostra Italia, posti in luoghi impervi, con pochissimi abitanti, case disabitate, pochi giovani, qualche bambino. Paesi e tradizioni che spesso spariscono per sempre. In questo "mondo a parte" si vive una realtà diversa che in altri luoghi e città, si da importanza a cose semplici, alla natura, alla poesia .
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Andare a cinema a vedere un'interpretazione di Antonio Albanese ci fa pensare alla comicità facile, da show televisivo, poi ci accorgiamo che i suoi film anche se diretti da registi diversi, lasciano sempre un segno, una riflessione, un ricordo, un senso di colpevolezza o di riscatto. "Un mondo a parte" diretto da Riccardo Milani ci porta un un paesino come ce ne sono tanti sparsi nella nostra Italia, posti in luoghi impervi, con pochissimi abitanti, case disabitate, pochi giovani, qualche bambino. Paesi e tradizioni che spesso spariscono per sempre. In questo "mondo a parte" si vive una realtà diversa che in altri luoghi e città, si da importanza a cose semplici, alla natura, alla poesia ... C'è chi lotta per la loro sopravvivenza,per lasciare tracce di storia e di persone anche cercando di salvare, per esempio, una scuola che è la piantina che può far crescere un albero di ripresa e vitalità ... con il coinvolgimento di nuovi arrivati, profughi da Paesi in guerra o poveri. Albanese si conferma attore di alto livello, sensibile a temi di solidarietà sociale e ambientale e interpreta il ruolo di un maestro in maniera concreta da missionario della cultura e dell'amore verso i bambini, verso il futuro. Sua collega, Regina Raffaeli, bravissima anche nella recitazione cinematografica, gli si affianca con forza insieme ad attori e bambini molto credibili scelti sul posto, e il film prende il volo verso il successo. Momenti che fanno ridere, momenti di sensibilità, bella fotografia in luoghi paradisiaci e difficili, colonna sonora che accompagna e non fa rumore ... Bel film, veramente. Reale, soprattutto.
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(di xerox)
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