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The Apprentice, ascesa, cinismo e spregiudicatezza di Donald Trump

“Un film falso e privo di stile, diffamatorio e politicamente disgustoso. Spero che sia un flop”, ha scritto Trump sul social Truth. Al cinema.
di Giovanni Bogani

Sebastian Stan (42 anni) 13 agosto 1982, Constanta (Romania) - Leone. Interpreta Giovane Donald Trump nel film di Ali Abbasi The Apprentice - Alle Origini di Trump.
sabato 19 ottobre 2024 - Focus

C’era da aspettarselo. Donald Trump ha atteso qualche ora, poi ha tuonato contro The Apprentice, il film di Ali Abbasi che racconta ascesa, cinismo e spregiudicatezza del tycoon, ex presidente degli Stati Uniti, e candidato alle elezioni del 5 novembre. 

Un film falso e privo di stile, diffamatorio e politicamente disgustoso”, ha scritto Trump nel suo account sul social Truth. Truth è una piattaforma creata dalla società Trump Media group: per semplificare, è il social network nel quale Trump può scrivere liberamente, dopo essere stato rimosso da quelli tradizionali per il suo coinvolgimento nell’attacco al Congresso statunitense del 6 gennaio 2021. 

“Spero che il film sia un flop”, ha scritto Trump, usando il termine “bomb”. “E’ un lavoro fatto uscire esattamente prima delle elezioni presidenziali, per danneggiare il più grande movimento politico nella storia del nostro paese”, scrive Trump, con spreco di maiuscole. E prosegue alludendo a una delle scene più controverse del film, quella in cui si vede Trump che violenta la moglie Ivana. “La mia ex moglie, Ivana, era una persona gentile e meravigliosa, e io ho avuto una splendida relazione con lei fino al giorno in cui è morta”. 

L’attacco, infine, va allo sceneggiatore, il giornalista di “Vanity Fair” Gabriel Sherman. “L’autore di questo ammasso di spazzatura, Gabriel Sherman, un uomo privo di talento, sapeva da tempo tutto questo ma ha scelto di ignorarlo. È triste che questa feccia umana – in maiuscolo – come le altre persone coinvolte in questa impresa auspicabilmente fallimentare, si permettano di dire e fare quello che vogliono, per ferire un movimento politico molto più grande di ognuno di noi”.

Così Trump. Gli risponde il regista del film, Ali Abbasi, apparentemente col massimo della serenità: “Grazie per esserti fatto vivo, Donald Trump. Sono disponibile a parlare, se vuoi. Oggi è un giorno un po’ pieno, con un sacco di appuntamenti stampa per The Apprentice, ma ti potrei fare una chiamata domani”, ha twittato Abbasi


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Il regista, del resto, ha da sempre sostenuto che il film non è “contro” Trump. In una intervista all’anteprima newyorkese del film, Abbasi ha detto: “Volevo uscire dalla dicotomia ‘pro o contro’ Trump. Il giovane Donald Trump, che vuole essere qualcuno e costruire qualcosa negli anni ’70, ha dei tratti in cui mi riconosco. Ma è diverso da quello che oggi corre per la presidenza”. 

Abbasi ha anche dichiarato: “Io sono un regista che viene da fuori, un outsider – Abbasi è iraniano/danese, ndr – e questo mi dà un’altra prospettiva”. E riguardo a possibili azioni legali contro il film, ha detto: “Non oseranno, perché sanno che tutti le cose che diciamo sono vere e controllate non una, ma molte volte”.  

In una intervista all’Andrew Marr Show sulla LBC, Abbasi ha di nuovo risposto agli attacchi trumpiani: “E’ interessante che il film venga definito un flop, quando questa settimana è andata più gente a vederlo di tutte le persone che sono andate ai comizi di Trump negli stessi giorni”. 

“Nel film – prosegue Abbasi – il mentore di Trump, Roy Cohn, gli dice che per avere successo bisogna sempre attaccare, non ammettere nulla e negare tutto, e sempre proclamare vittoria. Trump segue ancora questo consiglio”, dice Abbasi, riferendosi all’attacco di Trump. “La prima parte delle sue parole, ‘tu sei feccia’ eccetera eccetera, fanno parte dell’attaccare sempre. E poi c’è l’ultima regola: non importa quanto sei messo male, sempre proclamare vittoria”. 

Infine, Abbasi ha detto al conduttore Andrew Marr che Trump dovrebbe essere grato alla troupe del film, che ha passato sei anni a cercare di capirlo a livello umano”. E ha ironizzato sul post di Trump: “Vorrei coinvolgerlo nel nostro team di marketing, ma so che è molto occupato…”. 
Il film ha avuto una partenza non travolgente, con circa 1 milione e mezzo di dollari di incasso, ma è stato bene accolto dalla critica, con uno score del 78% su Rotten Tomatoes, e un 86% positivo di reazioni del pubblico.  


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