
Anno | 2024 |
Genere | Documentario, Biografico, |
Produzione | USA, Gran Bretagna |
Durata | 106 minuti |
Regia di | Ian Bonhôte, Peter Ettedgui |
Attori | Christopher Reeve, Johnny Carson (II), Bill Clinton, Hillary Clinton, Glenn Close Richard Donner, John Houseman, Barack Obama, Susan Sarandon, Jane Seymour, Robin Williams. |
Uscita | giovedì 10 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
MYmonetro | 3,76 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 11 ottobre 2024
L'uomo che hai conosciuto, la storia che non conosci. Ha vinto un premio ai BAFTA, Il film è stato premiato a National Board, ha vinto un premio ai Producers Guild, In Italia al Box Office Super/Man - The Christopher Reeve Story ha incassato nelle prime 12 settimane di programmazione 12,2 mila euro e 9,1 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Nella memoria collettiva, Christopher Reeve vola ancora. Vola sulla leggendaria composizione di John Williams e su un epilogo che non ha avuto la meglio sull'uomo e il supereroe, interpretato quattro volte al cinema (1978 -1987). La statura imponente e le spalle larghe, gli occhi blu acciaio e la mascella squadrata facevano di Reeve l'interprete ideale di Superman, versione intrepida di Clark Kent e personaggio dei fumetti immaginato da Jerry Siegel e Joe Shuster. Prima e dopo Superman, l'attore è stato altro, drammatico per James Ivory, Jerry Schatzberg, Sidney Lumet o John Carpenter, nipote per Katharine Hepburn sulle tavole di Broadway ("A Matter of Gravity"), regista per Glenn Close e Whoopi Goldberg. Ma sulle spalle, come un sudario, ha portato per sempre il mantello rosso di Superman. Un destino doppiamente eroico il suo, eroe onnipotente e poi uomo, semplicemente un uomo.
Disarcionato dal suo cavallo nel maggio del '95, la caduta spezza il suo corpo d'acciaio e lo inchioda a terra. A salvarlo è un'eucarestia chirurgica e l'amore infinitamente grande della sua compagna, Dana Reeve.
Il corpo eroico diventa tragico e poi mistico, voce incarnata dei paralitici e uomo del miracolo, tutto americano, che gli sopravvive: una fondazione per raccogliere donazioni a favore della ricerca sulle lesioni del midollo spinale e sulle cellule staminali per rigenerarlo.
Se Reeve ritorna uomo, Superman è un uomo fatto di tutti gli americani, vale per tutti e per qualsiasi americano. Valeva almeno in un'epoca in cui i supereroi avevano davvero il potere di ridare speranza e cambiare la visione di un mondo che andava alla deriva.
Uscito nel 1978, un anno dopo Guerre stellari, Superman testimonia il ritorno di Hollywood al cinema d'intrattenimento. Christopher Reeve, coi piedi in Off-Off Broadway e la testa su Krypton, impone un Superman poderoso e in linea con l'ideale americano che Ronald Reagan aveva riportato in auge. Ma nel corso dei due episodi successivi, diretti da Richard Lester, il personaggio si complica, fino a voltare le spalle alla causa del bene, spegnere la fiamma olimpica e raddrizzare la Torre di Pisa.
Per il pubblico, Christopher Reeve è l'uomo di un solo ruolo, come dimostra il titolo di un documentario che ripercorre le ore di gloria e poi di dolore di un'icona pop divenuta tetraplegica. Superata l'introduzione leggera, epica e nostalgica, Super/Man: The Christopher Reeve Story coglie appieno la dimensione drammatica della carriera dell'attore. Uomo d'azione anche fuori dallo schermo, praticava tutto, lo sci e la vela, l'hockey e l'equitazione, fino al giorno in cui il destino lo costringe "per davvero" a diventare un supereroe. Diario di famiglia, intimo e corale, il documentario di Ian Bonhôte e Peter Ettedgui (McQueen) non ha la potenza concettuale di Val ma agisce sul cuore dello spettatore, evocando il sorprendente destino di un attore, di un padre e di un marito. Trattenere le emozioni è una vera sfida per chi lo ha visto arrivare sulla Terra da Krypton con la cappa rossa e lo sguardo chiaro. Contrappunto umano a quel doppio finzionale e fluttuante, con cui il documentario dialoga e a cui rimanda come un mantra, Super/Man: The Christopher Reeve Story è un ritratto meditativo a più voci che pesca nell'home movie empatico, nel documento cinefilo e nelle risorse biografiche di una famiglia che è riuscita a sormontare un'avventura (sovra)umana senza commiserazione.
Quello che Bonhôte e Ettedgui ci offrono è un full access ai ricordi dell'artista e dell'uomo, alle sue gioie e ai suoi rimpianti, raccontando una "vita supereroica" abbattuta da un incidente, da una separazione dolorosa e da una serie di errori di valutazione. Non per forza in quest'ordine. La bellezza sta tutta nella dignità di questa agiografia, che sembra assolvere una funzione commovente: Christopher Reeve è stato l'eroe indiscusso della sua vita e di almeno un film (declinato in quattro), che lo ha privato di ogni altra possibilità di incarnazione e lo ha fatto letteralmente sparire dietro al costume.
Il documentario rileva il pudore e il rispetto reciproco dei membri di questa famiglia, raccolta in una forma di omaggio e alla ricerca di un centro di gravità per quell'incredibile materiale umano ed emotivo. Se Super/Man: The Christopher Reeve Story è imperfetto, Christopher Reeve è sublime mentre afferma la sua natura di attore, intrattenitore 'fino al midollo' (La finestra sul cortile, 1998) e membro da sempre del grande circo hollywoodiano (Cerimonia degli Oscar 1996), a cui ricorda di essere stato Man e Superman, offrendo il suo corpo a pezzi al dio dello spettacolo. E Robin Williams lo comprendeva meglio di chiunque altro.
Film documentario realizzato con video originali e interviste, intervallati da animazioni che intrecciano perfettamente gli eventi in una trama emozionante. Una "esperienza" da non perdere assolutamente. Lo consiglio.
Christopher Reeve morì dieci anni fa. Al cinema fu Superman (quattro volte, due di troppo), non la parte che può consacrarti bravo attore, però lo era e recitò per Carpenter e Lumet e Ivory. Muscoloso, mascelluto, occhi azzurri, era il ritratto della salute e piaceva alle donne. Nel 1995 cadde da cavallo e divenne tetraplegico e da allora si batté per i diritti dei disabili.
Già nel titolo del doc c'è una scissione. La stessa che c'è tra il supereroe portato sullo schermo per la prima volta da Christopher Reeve nel 1978, con il quale l'attore raggiunse a 25 anni un'enorme popolarità, e la sua vita privata. Un'altra, parallela scissione c'è tra il prima e il dopo: tutto cambia quando il 27 maggio 1995 l'attore cade rovinosamente da cavallo e resta paralizzato.
Poco prima della fine di Super/Man: the Christopher Reeve Story, in uno spezzone inserito durante uno dei tanti - e per certi versi, quasi insopportabili per qualità e quantità lacrimosa - apici emozionali del documentario, tocca alla comune amica Glenn Close esplicitare la terribile sensazione che serpeggiava fin lì anche nello spettatore più anaffettivo: "Sono sicura che se Christopher fosse vivo [...] Vai alla recensione »