
Il film si specchia in modo compiaciuto nelle montagne e nel cielo stellato e, nel tentativo di realizzare un film corale, perde le tracce dei suoi protagonisti. Al cinema.
di Simone Emiliani
Luca, un ragazzo di 22 anni di Biella che studia filosofia, ha appena fatto un provino per una pubblicità. Spinto dai genitori, potrebbe trasferirsi a Milano dove la sua ragazza Margherita ha in programma di andare a vivere. Una sera, dopo aver fatto sesso, lei teme di essere rimasta incinta. Mentre la ragazza vaga per la città, lui sparisce all'improvviso e parte in direzione delle Alpi Svizzere per raggiungere il suo amico Paolo. Nel corso del viaggio il suo destino s'incrocia con quello di due ragazzi profughi, Naila e Yuseff, e della famiglia di Bacci.
Dentro il film ci sono troppe linee narrative: la condizione dei profughi, l'accenno ai No Tav, la dottoressa obiettore di coscienza, la famiglia della baita isolata dove gli scambi dei dialoghi tra Luca e Bacci creano uno squilibrio tra un dramma esistenziale (che diventa anche collettivo) e battute da commedia.
L'opera non segue una sola linea narrativa e cerca di sovrapporre più storie ma fa soltanto tanta confusione ed è sottolineato da una colonna sonora così presente che finisce per diventare invadente.