
Soudade Kaadan torna alla regia con una graziosa storia di formazione adolescenziale nascosta sotto le spoglie dolorose di una testimonianza sulla situazione in Siria. Da giovedì 12 gennaio al cinema.
di Tommaso Tocci
Graziosa storia di formazione adolescenziale nascosta sotto le spoglie dolorose di una testimonianza sulla situazione in Siria, Nezouh - Il buco nel cielo ha il merito di offrire una prospettiva diversa tanto sulla Siria quanto sulla sua produzione cinematografica, usando i linguaggi della commedia e delle schermaglie romantiche per raccontare una giovane ragazza e con lei una generazione tutta.
La firma è quella degna di nota di Soudade Kaadan, regista siriana cresciuta in Francia di cui si attendeva con fiducia l’opera successiva all’esordio The Day I Lost my Shadow, presentato a Venezia nel 2018 e vincitore del premio per la Miglior Opera Prima.
Qui la regista espande uno stile visivo che già apparteneva al suo esordio, un mondo di ricchezza dell’immagine che certamente la attrae e al quale è difficile resistere, anche a scapito delle caratterizzazioni dei personaggi: come tutti gli inviti ad andare, questa è una corda che penzola invitante dal soffitto e che va afferrata ad occhi chiusi.