
Se l'ambientazione ricorda il cinema di Ivory, che dai testi di Forster ha tratto i suoi film migliori (Camera con vista, Maurice e Casa Howard), la forma non è mai all’altezza delle estetizzazioni del tempo e la scrittura si preoccupa fin troppo di definire conflitti e contraddizioni, scivolando immancabilmente nello schematico. Disponibile su Prime Video.
di Roberto Manassero
Un tempo un film come My Policeman avrebbe potuto girarlo James Ivory, e non solo perché dagli scritti di Forster il regista americano ha tratto i suoi film migliori: Camera con vista, Maurice e Casa Howard. Del cinema di Ivory, a volte polveroso ma sempre affascinante nella sua cupa eleganza ottocentesca, il film di Michael Grandage possiede idealmente “il calore e la polvere”, la potenza del sentimento contro le regole sociali e la meschinità degli individui.
Purtroppo, però, anche un autore liquidato frettolosamente come Ivory oggi è da rimpiangere, tanto il cinema che potremmo definire classico, pensato per un pubblico adulto e riflessivo, per colpa del digitale e delle produzioni da piattaforma (qui siamo su Amazon) è diventato fiacco e schematico. La forma non è mai all’altezza delle estetizzazioni di un tempo e la scrittura si preoccupa fin troppo di definire conflitti e contraddizioni, scivolando immancabilmente nello schematico.
Il problema di My Policeman è la sua piatta correttezza, la sua proverbiale professionalità: lo stesso Grandage, che ha alle spalle ha una lunga carriera teatrale, aveva già dato prova di saper trattare l’amicizia virile in Genius (dedicato al legame tra l’editor Maxwell Perkins e lo scrittore Thomas Wolfe), e qui non fa altro che compilare pagine di cinema fiaccamente letterario.