Titolo originale | Men |
Anno | 2022 |
Genere | Horror, Drammatico, |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Alex Garland |
Attori | Jessie Buckley, Rory Kinnear, Paapa Essiedu, Gayle Rankin, Sarah Twomey Zak Rothera Oxley. |
Uscita | mercoledì 24 agosto 2022 |
Distribuzione | Vertice360 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,53 su 17 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 23 agosto 2022
Il dramma di una donna che parte per una vacanza. Ma non ci sarà niente di piacevole. Il film ha ottenuto 6 candidature e vinto un premio ai British Independent, 2 candidature a Critics Choice Super, In Italia al Box Office Men ha incassato nelle prime 8 settimane di programmazione 257 mila euro e 102 mila euro nel primo weekend.
CONSIGLIATO NÌ
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Dopo avergli comunicato la volontà di divorziare, sfociando in un violento alterco coniugale, Harper assiste alla morte del marito, James, senza sapere se si tratti di suicidio, come da lui minacciato, o di una fatalità. Il senso di colpa e l'ossessione di aver causato la tragedia spingono Harper a isolarsi in una villa nella campagna inglese del Gloucestershire. Qui fa la conoscenza di Geoffrey, l'eccentrico padrone di casa, e in seguito di una serie di individui di crescente e inquietante bizzarria, tutti con lo stesso volto di Geoffrey.
Si potrebbe pensare a un adattamento, sotto forma di allegoria horror, del tipico stereotipo che recita "in fondo gli uomini sono tutti uguali". Perché in apparenza Alex Garland in Men questo mette in scena, utilizzando un solo attore, Rory Kinnear, per rappresentare sei personaggi differenti e altrettante maschere di mascolinità tossica: da un pastore inopportuno a un silenzioso stalker, passando per un poliziotto e un eccentrico padrone di casa.
Dopo la provocazione sulle intelligenze artificiali sexy di Ex Machina e l'enigmatica fantascienza di Annientamento, Garland adatta una tecnica di suspense ormai collaudata anche alla vicenda di Men.
Gli effetti visivi e la fotografia insistono sull'uso di colori accesi - in particolare il verde squillante delle colline Cotswolds - per aumentare l'atmosfera di inquietante irrealtà delle situazioni in cui si trova Harper, ovvero una successione di spaventosi avvenimenti che corrispondono ad altrettanti simbolismi, per nascondere traumi subiti e le conseguenze degli stessi.
L'interpretazione è lasciata allo spettatore ed è ancora una volta libera, potrebbe trattarsi di una allucinazione della protagonista Harper, così come di un effettivo viaggio nell'incubo di un villaggio infestato. Ma la risposta ha poca importanza. L'espediente soprannaturale, che si serve di affascinanti location, tra cui una chiesa ricca di simboli pagani, è il dispositivo utilizzato per dare corpo al senso di colpa di Harper e per perpetuare la persecuzione del marito defunto, violento ancor più nell'atteggiamento vittimistico e passivo-aggressivo che negli abusi corporali.
Non esiste soluzione per il tarlo atavico della misoginia, sembra dire Garland. Anche oggi, in un mondo che ne ha esposto con forza le malefatte, il maschilismo si serve di tecniche più subdole ma altrettanto efficiaci per mantenere un controllo oppressivo sul femminino.
Moltissimi i riferimenti in questo senso alla mitologia greca - Leda e il cigno, le sirene e Ulisse - e alla letteratura dell'orrore, a partire dai rimandi alla tradizione del gotico di Arthur Machen di "Il grande dio Pan", in cui le brughiere inglesi nascondono un sottobosco di ancestrali demoni lascivi e perversi.
Nonostante le prove attoriali di Kinnear - plurimo e capace di attraversare registri molto differenti, di far ridere e di terrorizzare - e di Buckley - di nuovo intrappolata in un mondo di uomini dalle identità mutevoli, dopo Sto pensando di finirla qui - il meccanismo di Garland mette in luce, tuttavia, inattese fragilità.
Di per sé la sceneggiatura quasi abbozzata, che preferisce stilizzare e non approfondire, può apparire più una scelta che un limite, ma ogni passaggio simbolico viene evidenziato e rimarcato con eccessive spiegazioni, quasi a presupporre che il pubblico necessiti di queste per comprendere quel che è ovvio.
L'indeterminatezza e lo sbilanciamento tra parti ermetiche e didascaliche finisce così per rendere Men generico e ai limiti dello scontato, nella sua analisi psicologica su un tema già abbondantemente visitato in questi anni. Rimane l'indubbio talento nella messa in scena, ma, come già con
Men contestualizza la vicenda nella bellezza della campagna inglese, che nella tradizione britannica è un luogo in cui l’assenza del progresso permette al soprannaturale di sopravvivere. Attorno alla villa isolata in cui Harper tenta di riprendersi dal trauma, il bosco, che dovrebbe offrire un contatto benefico con la natura, diventa nelle mani di Garland un incubo a cielo aperto, con [...] Vai alla recensione »
Horror surreale di Alex Garland con un plot drammatico nella prima parte che si evolve stancamente, ma comunque prima che si possa cambiare canale, in una visione onirica da introspezione psicanalitica, con allegorie sparse nella seconda, per planare poi velocemente in un finale sorprendente ad interpretazione libera con uno spunto realistico, la macchia di sangue sul mento lo confermerebbe, che induce [...] Vai alla recensione »
Più che un horror mi è parso un film grottesco, traballante e superficiale. La psicologia del senso di colpa viene tagliata con l'accetta così come i personaggi sembrano maschere su un palcoscenico di cartapesta. Gli attori non mi convincono, men che meno la protagonista mai a proprio agio nella parte. Gli effetti speciali funzionano ma in modo rivoltante nella parte finale [...] Vai alla recensione »
Folk-horror inglese che nella prima metà stupisce per location stupenda, musica accattivante e grande costruzione di una tensione narrativa che trasuda da ogni scena. Andatevene via a metà film, con una scusa qualsiasi, e non potrete che pensare che si tratta veramente di un'ottima pellicola. Ma se resterete seduti a guardare tutto, fino all'ultima scena, non potrete che pentirvene. [...] Vai alla recensione »
Se un horror psicologico si fonda su percezioni soggettive, visioni oniriche, pensieri rappresentati sullo schermo, occorrerebbe anche la coerenza di portare avanti la narrazione su tale binario. Invece questo non accade, mettendo lo spettatore davanti ad eventi presentati come reali che diventano impossibili ma anche insensati da qualsivoglia punto di vista, compresa la reazione della protagonista [...] Vai alla recensione »
Se un film vuole essere psicologico, e basarsi sulla psicologia di una donna, ma non sa differenziare i suoi sogni, le visioni, le immagini mentali dalla realtà degli altri attori, è già un film caotico e incoerente. Ma qui si va davvero a scadere nel becero. Simbolismo grossolano e senza un legame comprensibile con la situazione della protagonista, la quale agisce in maniera folle [...] Vai alla recensione »
L'inizio del film parte con una scena che dovrebbe essere tragica ma che cade involontariamente nel ridicolo , una scena a rallentatore , un espressione comica del marito e un urlo . Da lì inizia la prima parte che tralasciando espedienti di regia e fotografia notevoli accompagnati da una colonna sonora azzeccata mostra ben poco e annoia lo spettatore .
Difficile da dimenticare un film del genere. A mio parere nella nullità delle trame attuali posso dire che comunque sono stato coinvolto ,x arrivare poi ad un finale da malati mentali ,ma che ha un suo perchè.Guardatelo e giudicate voi.
È possibile per un uomo scrivere e dirigere un film che incarni il punto di vista complesso e sfaccettato di una donna? La domanda, in questi anni tumultuosi, non è banale. La risposta, fortunatamente, è ancora sì. Lo dimostra Alex Garland, che dopo aver sceneggiato grandi film come 28 giorni dopo (Boyle 2001), Sunshine (Boyle 2007) e il bello ma poco ricordato Non lasciarmi (Romanek 2010), ha deciso [...] Vai alla recensione »
Dopo il suicidio del marito - un senso di colpa col quale fare i conti, legato a un dubbio di involontaria istigazione - Harper (Jessie Buckley), per riflettere e rigenerarsi, si isola in una residenza di campagna. Ma una misteriosa presenza sembra perseguitarla. Garland utilizza i codici di home invasion e horror (anche satanico) - un catalogo qui riconvertito in florilegio di sipari ossessivi e visioni [...] Vai alla recensione »
Ci sono tanti modi, stili, sguardi per narrare e mostrare l'elaborazione di un lutto, il trauma di una perdita, i sensi di colpa che non smettono di affiorare. Alex Garland, regista e sceneggiatore londinese, per il suo terzo lungometraggio Men (in sala dopo la presentazione a maggio alla Quinzaine des réalisateurs del festival di Cannes) ha scelto la strada dell'horror, quello della mutazione fisica, [...] Vai alla recensione »
Harper (Jessie Buckley) è una giovane professionista che vive nel centro di Londra ed è appena uscita da un divorzio traumatico con James, il quale poi muore, forse di sua volontà. Per rielaborare gli ultimi drammatici eventi della sua vita, essa decide di affittare uno splendido cottage antico a Cotswolds, Gloucestershire. Giunta nella sua nuova casa, la donna viene accolta dall'eccentrico padrone [...] Vai alla recensione »
Nella raccapricciante favola di Alex Garland (Ex machina) gli uomini sono davvero tutti uguali. Sostenuto emotivamente da Jessie Buckley (che ha dimostrato di saper salvare da sola film surreali, come nel caso di Sto pensando di finirla qui di Charlie Kaufman), questo giocoso e contorto pasticcio forse non è così profondo come sembra. Ma c'è abbastanza melma metaforica perché le riflessioni sulle caratteris [...] Vai alla recensione »
Parte come un thriller psicologico. Una donna si ritira in campagna per elaborare il lutto dopo che l'ex marito, dal quale si stava separando, è morto, forse suicida. Con i sensi di colpa, Harper (Jessie Buckley) incontra gli eccentrici abitanti del posto che, strana- mente, hanno lo stesso volto (Rory Kinnear). Ogni uomo incrociato rappresenta un pericolo, metafora della tossicità che potrebbe lasciare [...] Vai alla recensione »
La caduta al ralenti di un uomo ripresa attraverso la finestra di un appartamento immerso nell'arancione innaturale di un tramonto allucinato, con il controcampo dello sguardo sgomento e dell'urlo muto di una donna. Cosa starà succedendo là fuori? A quale ennesima fine del mondo, così radicale e definitiva da mozzare il fiato e la voce, stiamo per assistere? In realtà Men (titolo netto e sintetico, [...] Vai alla recensione »
Tutto ciò che nei due precedenti lungometraggi diretti da Alex Garland viaggiava sottotraccia, con differenti sfumature, deflagra prepotentemente in questo Men, per l'appunto opera terza dello sceneggiatore e regista londinese. La complessità estrema (eufemismo) dei rapporti donna/uomo, presente "sotto mentite spoglie" fantascientifiche in Ex Machina (2014) e Annientamento (2018), costituisce il nucleo [...] Vai alla recensione »
Per una volta la red flag era di fronte ai nostri occhi: letteralmente, la scena "fotografata di rosso" dove la protagonista litiga con il marito che poi si suiciderà mettendo in atto quel mix di manipolazione e produzione di senso di colpa da cui la vicenda si dipana. Lì il film trova la sua "interpretazione": la mascolinità tossica che dovrà spiegarci che ciò che vedremo nei 100' di horror da haunted [...] Vai alla recensione »
Il nuovo film di Alex Garland (Ex Machina, la miniserie Devs) si intitola Men, "uomini", ma la protagonista è una donna, Harper, interpretata da Jessie Buckley. L'attrice, irlandese, ha frequentato una scuola nella contea di Tipperary gestita dalle orsoline e riservata alle sole ragazze. Appassionata di teatro fin da giovane, quando recitava sul palco dell'istituto le si chiedeva di interpretare i [...] Vai alla recensione »
La carriera da regista di Alex Garland, iniziata con la sci-fi umanista di Ex Machina e proseguita con quella più filosofica e simbolica del successivo Annientamento, fa con Men una decisa virata verso l'horror. E lo fa andando a battere territori - quelli della riflessione sulla figura femminile, e sul rapporto con la mascolinità tossica come innesco per la trama orrorifica - per loro natura problematici, [...] Vai alla recensione »
Un paio di settimane in una casa di campagna per provare a ritrovare se stessa. Harper (Jessie Buckley) tenta così di allontanare i suoi demoni, il dolore di un matrimonio non solo finito male, ma in tragedia. La tranquillità apparente però viene ben presto minata: dai boschi circostanti sembra materializzarsi qualcosa o qualcuno che inizia a perseguitarla.
Il prestige horror, o elevated horror, di cui su questa rivista si è scritto molto (vedi Film Tv n. 20/2022), si prende e si fa prendere parecchio sul serio. Anche (e soprattutto, visto il nome del regista, Alex Garland) nel caso di film come Men, che nelle scelte estetiche patinate e paratelevisive - l'inizio è emblematico: una scena al ralenti bagnata da un'orrenda luce giallastra, seguita da una [...] Vai alla recensione »
Quello di Alex Garland è un cinema dall'approccio quasi "scientifico". La sua fantascienza sembra da sempre più interessata alla "science" che alla "fiction", riuscendo però, nonostante questo, a regalare storie in perfetto equilibrio tra i due elementi. Non è sicuramente un caso che le coordinate narrative dei racconti di Garland conducano sempre i protagonisti ad appartarsi o a rinchiudersi in un [...] Vai alla recensione »
È sempre ricco di spunti il materiale narrativo di Alex Garland, eppure sembra sempre mancare qualcosa ed esserci qualcos'altro di troppo. Ecco, è un po' così anche la sua ultima fatica, Men, presentata alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2022. Un horror produttivamente quasi pandemico, ma in realtà non così piccino, anzi. Al femminile, anche se gli uomini abbondano minacciosamente.
Il cinema di Garland anche quando se ne allontana resta emanazione di una matrice algebrica computazionale. Elementi comuni ad Ex Machina ed Annihilation, come anche la collocazione spaziale isolata in luoghi lontani dal centro urbano, insidiati dalla natura e pronti a raccogliere i rumori che si spargono nel vuoto, sono la rappresentazione di una solitudine soprattutto interiore.