rosmersholm
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mercoledì 9 marzo 2022
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inutile
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Messinscena eccessiva, disinvolta e caciarona. Come una torta comprata al supermercato, troppo dolce, troppa panna e guarnizioni e alla fine, inutile e stucchevole.
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umberto
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mercoledì 23 febbraio 2022
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branagh azzecca anche la seconda
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ASSASSINIO SUL NILO... Seconda tappa del cammino intrapreso da Branagh sulle opere di Agatha Christie, che viene a 5 anni di distanza dalla prima vicenda ambientata sull'Orient Express. Molti i punti in comune col predecessore come ad esempio il cast stallare ed azzeccato chiamato a mettere in scena una storia avvincente con molti colpi di scena in mezzo a delle ambientazioni che dire meravigliose vorrebbe dire sminuirle. Punto di forza della pellicola infatti sono fotografia e scenografia che, soprattutto nelle albe e nei tramonti, incantano lo spettatore. Finale che mi ha lasciato un po' spiazzato, ma è quel neo che su una bella donna ci sta comunque bene.
Voto: 9+
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loland10
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martedì 22 febbraio 2022
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poirot ego.digitale
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“Assassinio sul Nilo” (Death on the Nile, 2022) è l’undicesimo lungometraggio del regista-attore-produttore di Belfast, Kenneth Branagh.
Hercule e Kenneth, Poirot e Branagh, Agatha e William, Christie e Shakespeare, il classico e la sceneggiatura, il risvolto e il d’antan. Tutto in miscela oscura misto di gioco e di sguardo con i baffi sempre statuari. E’ pur vero che ci sono delle spiegazioni ma il ‘mito’ non si trasforma al proprio piacimento (senza guardarlo da lontano).
Le cellule grigie (di cotanto infimo discernimento) e le furbizie attoriali (di bravura infima spuria).
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“Assassinio sul Nilo” (Death on the Nile, 2022) è l’undicesimo lungometraggio del regista-attore-produttore di Belfast, Kenneth Branagh.
Hercule e Kenneth, Poirot e Branagh, Agatha e William, Christie e Shakespeare, il classico e la sceneggiatura, il risvolto e il d’antan. Tutto in miscela oscura misto di gioco e di sguardo con i baffi sempre statuari. E’ pur vero che ci sono delle spiegazioni ma il ‘mito’ non si trasforma al proprio piacimento (senza guardarlo da lontano).
Le cellule grigie (di cotanto infimo discernimento) e le furbizie attoriali (di bravura infima spuria).
Quando il romanzo e l’ingranaggio della scrittrice Agatha Christie sono soverchiate e abbandonate all’uso personale per un film troppo egocentrico, la matassa meta-filodrammatica e sentimentale si perde in mille rivolo inutili e non per nulla giusti all’uomo.
Il film di Branagh rimane imperfetto è perfetto era metà e il famoso macigno che cade e non colpisce i sfiora gli innamorati colpisce pesantemente lo spettatore amante...del cinema e del grande schermo.Una frivola lesione di classicismo che si perde in inquadrature sotto acque di ancore e predatori, con ospiti inattesi che salutano e si adagiano ad uno spettacolo.....pubblicitario mente un ‘coccodrillo’ del Nilo azzanna e prende su di se un volatile qualsiasi. Il rettile ci riesce benissimo (e non piange) noi (spettatori non colpevoli) prendiamo il film e piangiamo dalla disperazione, per gli alti propositi, mal posti e contorti.
E Hercule Poirot diventa un alto-pretesto per raccontarvi, sei allo stesso Branagh il piacere di recitare ma non certo il mondo giallo vero della scrittrice incorse
Il ‘franchising’ di Branagh è puramente teatrale, aumenta, carica, si volumizza, si ritirare accosta la sua bravura (su quella non ci sono dubbi) deviando, sbuffando, sbeffeggiando e istigando il Poirot della scrittrice in un suo piacere personale.
Non c’è che dire, il trucco si vede 8° quasi) e l’incipit (girato benissimo in ‘stile’ copia) aggiunge poco al carisma ma distoglie lo spettatore al mito dell’investigatore belga. E le cellule grigie si arrovellano in una sceneggiatura simmetrica (inizio e fine) dando la sensazione di una convulsa messa in scena sui vari delitti che arrivano quasi insieme e (fin) troppo tardi per la spiegazione (dal fuori ‘traghetto’ per entrare nel ‘salone’ set personale. Il Nilo diventa oscuro e gli interrogatori nebbiosi e filtrati da luci lunari da incubo più che da ‘eccellenza cine’. Il noir e il grigio (interiore) si confrontano e si specchiano (mentre ll ‘baffuto’ ricostruisce per chi non avesse le idee chiare. E il doppio suicido suggella (dal set spettrale) la coppia (romantica) persuasiva di un film che si perde tra acque oscure, luci fluorescenti e sangue in discesa.
Si passa dal ‘plot-spot’ delle piramidi e del battello ad un chiuso carcerario di camere e ritrovi per cibarie varie.
Ecco che l’eccessivo cambio investigativo e aggiunte personali (di sceneggiatura) non soddisfano in toto, oltre la scrittura originaria che pur sempre rimane il vero inizio (unico inizio) per un film del (e di) genere. Il paragone con il film del 1978 (di John Guillermin) rimane impietoso da questo punto di vista. E il mestierante regista londinese non fa brutta figura di fronte al ‘direttore’ Branagh (che crede troppo nelle sue possibilità omnia di tutto). Il cast soprattutto (del film del ’78) rimane una spanna sopra: Peter Ustinov,David Niven,Mia Farrow,Bette Davis,Angela Lansbury,Maggie Smith e via discorrendo.
A tal proposito il miglior (unico) Poirot cinematografico rimane Albert Finney (nel film di Sidney Lumet ‘Assassinio sull'Orient Express’ del 1974), mentre quello televisivo (nelle serie ‘Poirot) di settanta episodi) è stato dell’attore londinese David Suchet (parere personale).
Il cast si compiace della bravura attorno al Poirot girovago (piroscafo Karnak, ospite) con eccessi romantici e ‘souvenir’ di coppia che osano tra i ‘misteri’ dell’antico Egitto. Sfinge e percorsi di amanti.E l’uso digitalizzato fa il resto. Cosa non fare per rendere ‘bello’ il tutto.
Regia adombrata al mistero e oscura sotto i baffi del suo personaggio.
Voto: 5/10 (**½) -cinema new.noir-
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paolo salvaro
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martedì 22 febbraio 2022
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poco giallo, molta soap rosa
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Kenneth Branagh torna a dirigere un altro film tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie e a rivestire i panni del celebre detective Hercule Poirot. Ritroviamo purtroppo anche in questa pellicola gli stessi difetti di Assassinio sull'Orient Express, se non ancora più marcati; entrambe le opere non si possono definire dei brutti film in senso stretto, ma nemmeno dei lavori degni di lode. Concedono troppo poco tempo a quello che dovrebbe essere il cuore d'un film giallo, ossia la parte investigativa, e per contro tendono a un'eccessiva spettacolarizzazione della vicenda e a uno svecchiamento sia dei personaggi che dei loro dialoghi assolutamente non necessario; infine ci presentano un Poirot un po' troppo "in forma" e sopra le righe per poterlo riconoscere come tale: credo che truccato in modo diverso Branagh potrebbe passare come un ottimo Sherlock Holmes (anche solo per il suo essere a sua volta inglese) mentre per quanto lui si sforzi di calarsi bene nella parte e reciti con grande metodo, non ha assolutamente il physique du role per portare in scena un Hercule Poirot convincente.
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Kenneth Branagh torna a dirigere un altro film tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie e a rivestire i panni del celebre detective Hercule Poirot. Ritroviamo purtroppo anche in questa pellicola gli stessi difetti di Assassinio sull'Orient Express, se non ancora più marcati; entrambe le opere non si possono definire dei brutti film in senso stretto, ma nemmeno dei lavori degni di lode. Concedono troppo poco tempo a quello che dovrebbe essere il cuore d'un film giallo, ossia la parte investigativa, e per contro tendono a un'eccessiva spettacolarizzazione della vicenda e a uno svecchiamento sia dei personaggi che dei loro dialoghi assolutamente non necessario; infine ci presentano un Poirot un po' troppo "in forma" e sopra le righe per poterlo riconoscere come tale: credo che truccato in modo diverso Branagh potrebbe passare come un ottimo Sherlock Holmes (anche solo per il suo essere a sua volta inglese) mentre per quanto lui si sforzi di calarsi bene nella parte e reciti con grande metodo, non ha assolutamente il physique du role per portare in scena un Hercule Poirot convincente.
Tema centrale attorno al quale ruota tutto il film è quello dell'amore che come sappiamo può portare le persone a fare sia le migliori che le peggiori cose, ossia rende un individuo capace di tutto. Ciascun personaggio, purtroppo Poirot compreso, è alle prese con varie forme di pene d'amore: c'è chi è tormentato da una vecchia fiamma che non si è rassegnata, chi rimembra nostalgicamente una persona ormai perduta, chi si è ormai rassegnato a una vita in solitudine, chi è costretto a nascondersi poichè la loro relazione desterebbe scandalo, chi si deve misurare con la disapprovazione dei genitori per il partner che ha scelto e così via. Il tutto si traduce con l'inserimento di diversi personaggi e situazioni palesemente non presenti nell'opera originale e che appesantiscono inutilmente una narrazione che dovrebbe essere assai più snella e incentrata più sull'omicidio, sulla ricerca dell'assassino e sul suo movente: una coppia omosessuale, una ragazza di colore, un giovane amico di Poirot e il suo passato da insospettabile stratega militare (bello l'omaggio a Orizzonti di gloria di Kubrick, ma un Poirot in trincea che cela dietro i baffi le cicatrici del passato anche no). Non basta prendere i costumi di scena giusti e le musiche dell'epoca per ricreare gli anni '30, dovresti farmeli sentire anche attraverso i dialoghi dei personaggi cosa che invece non succede mai. Addirittura a un certo punto uno dei personaggi ironirizza sul fatto che la polizia gli sparerebbe a vista solo perchè si tratta di un uomo di colore, chiaro riferimento a molti episodi di violenza e razzismo dei quali si è resa colpevole la polizia americana nel corso degli anni, ma totalmente fuori contesto e gratuito. Su molti altri aspetti pesa parecchio l'ingerenza di Michael Green, sceneggiatore americano.
Da punto di vista tecnico se non altro il film è valido e pur strizzando l'occhio al pubblico televisivo si colloca quantomeno al di sopra di una media produzione pensata per il piccolo schermo: Branagh si conferma un buon regista di mestiere, la fotografia fa il suo dovere anche se in certi punti risulta forse un po' troppo satura, la musica accompagna bene il film e quando serve riesce a creare la giusta tensione e la scenografia è forse la cosa più riuscita del film: ben messa in scena, studiata nei minimi dettagli e ben curata a livello di ambienti, ma anche un po' troppo invadente a livello di scenario; mi spiego, al primo campo lungo sul paesaggio ti vien da dire: "ah sì, l'Egitto. Bello, bello." Al secondo: "Ah il Nilo e le piramidi, bello." Al terzo: "Sì... però restiamo un po' sulla nave magari!" e al quarto ti sei decisamente rotto e vorresti che la storia andasse anche avanti. Purtroppo quando decide di farlo lo fa decisamente con il ritmo sbagliato, non brutto ripeto ma decisamente sbagliato e troppo d'azione per essere un giallo: gli interrogatori si svolgono in un battibaleno, tutte le vicende si susseguono troppo rapidamente per porterle metabolizzare e non avverti mai la nave come un luogo di sventura o claustrofobico, dietro ogni porta della quale potrebbe celarsi un assassino spietato e d'altro canto come puoi calarti per bene nel dramma intimo e umano dei personaggi, se ogni tre per due si taglia con un maledettto campo lungo sul Nilo? Paradossalmente delle vicende del giovane Bouc e della sua fiamma di colore arriviamo a conoscere ogni sfacettatura mentre si passa sopra con eccessiva rapidità al come l'omicidio è stato concepito, studiato e messo in atto e il tutto si risolve con eccessiva teatralità.
Nel complesso è comunque un buon film che poggia sulle solide basi d'un cast ottimamente assemblato e d'una scenografia hollywoodiana che fanno ben sentire il loro peso, ma che non bada a sufficienza a quella che dovrebbe essere la vera sostanza, ossia l'intreccio giallo che anima l'intera vicenda, resa fin troppo contemporanea e che cozza contro il suo essere invece ambientata nel lontano 1937. Chi aveva apprezzato il primo film di questo Poirot del 21° secolo sicuramente apprezzerà anche questo, chi invece lo aveva accolto in modo tiepido e con delle riserve, farà sicuramente altrettanto con questo seguito.
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gabriella
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martedì 22 febbraio 2022
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death on the nile
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Crociera sul Nilo o sui fiordi? Diciamo che ll lavoro di Kennet Branagh, pur regalandoci un incipt superbo, in una trincea belga della prima guerra mondiale , facendoci conoscere quello che sarebbe diventato il famoso , geniale e raffinato investigatore che tutti conosciamo, ci scaraventa subito dopo in una Londra swing con balli sfrenati , intrighi amorosi e gelosie che ci fanno conoscere i vari personaggi per poi imbarcarci in una lussuosa nave da crociera in Egitto.
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Crociera sul Nilo o sui fiordi? Diciamo che ll lavoro di Kennet Branagh, pur regalandoci un incipt superbo, in una trincea belga della prima guerra mondiale , facendoci conoscere quello che sarebbe diventato il famoso , geniale e raffinato investigatore che tutti conosciamo, ci scaraventa subito dopo in una Londra swing con balli sfrenati , intrighi amorosi e gelosie che ci fanno conoscere i vari personaggi per poi imbarcarci in una lussuosa nave da crociera in Egitto.Qui si svolgerà la vicenda, che chiamerà in causa Poirot, anch’esso passeggero della nave, una serie di delitti con movente passionale, l’amore è l’elemento cardine, tutti i personaggi sono innamorati, chi ricambiato, chi respinto, chi lo deve nascondere o è osteggiato. Troviamo un Poirot tormentato e nostalgico, che ascolta, osserva , dispensa consigli e si abbandona a dolorosi ricordi, Kennet Branagh ci consegna un Poirot inedito, tra note shakesperianie e turbinii emotivi, tanto che ne diviene il catalizzatore, il resto diventa cornice di un quadro troppo vistoso e artefatto, saturo di cromatismi caldi che però appaiono freddi, così come la recitazione di alcuni interpreti, Se vogliamo fare un paragone con il film di Guillermin si può dire che nel primo si avvertiva il caldo, com’è plausibile da una elevata temperatura egiziana, mentre qui nessuno sembra accaldato, e tantomeno sudato, peccato , perché il film per certi aspetti è godibile anche se il gioco delle indagini si conclude un po troppo ' in fretta.
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ralphscott
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sabato 19 febbraio 2022
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senza davis,niven,lansbury,ustinov,smith ...
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Senza i meravigliosi attori di cui disponeva, non ha senso fare un confronto con la pellicola di fine anni '70. Là c'era Bette Davis, per dirne una. E la folle persecutrice Farrow ? Trovo che Branagh sia decisamente più a suo agio nelle scene al chiuso del battello, dove sa cosa ottenere dal suo cast. Le funanboliche riprese dei siti archeologici (curiosa la ricostruzione di Abu Simbel nel suo vecchio sito, antecedente il trasloco) , le vele, il coccodrillo, un Egitto patinato hanno un certo sapore di plastica. Anche la faccia deturpata dell' aspirante villico Poirot sparisce ben oltre l'ombra dei vistosi baffoni. Esigenze sceniche?
Ho avuto la fortuna di fare una crociera sul Nilo: quelle indimenticabili, irripetibili suggestioni non sono replicabili.
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Senza i meravigliosi attori di cui disponeva, non ha senso fare un confronto con la pellicola di fine anni '70. Là c'era Bette Davis, per dirne una. E la folle persecutrice Farrow ? Trovo che Branagh sia decisamente più a suo agio nelle scene al chiuso del battello, dove sa cosa ottenere dal suo cast. Le funanboliche riprese dei siti archeologici (curiosa la ricostruzione di Abu Simbel nel suo vecchio sito, antecedente il trasloco) , le vele, il coccodrillo, un Egitto patinato hanno un certo sapore di plastica. Anche la faccia deturpata dell' aspirante villico Poirot sparisce ben oltre l'ombra dei vistosi baffoni. Esigenze sceniche?
Ho avuto la fortuna di fare una crociera sul Nilo: quelle indimenticabili, irripetibili suggestioni non sono replicabili.
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samanta
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domenica 13 febbraio 2022
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branagh troppo disinvolto
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Agatha Christie probabilmente è tra gli scrittori quello che ha visto più trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi. Basti pensare alla versione di Assassinio sull'Orient Express del 1974, con un cast stellare (Richard Widmark, Sean Connery, Ingrid Bergman che vinse l'Oscar; John Gielgud, Laureen Bacall ...) con un bravo Albert Finney nella parte di Poirot. . Nel 1978 usci Assassinio sul Nilo con Peter Ustinov come Poirot (il migliore Poirot del cinema con il personaggio ripetuto con Delitto sotto il sole, Appuntamento con la morte) con un cast notevole: David Niven, Mia Farrow, Bette Davis ...).. Kenneth Branagh nel 2017 aveva fatto un remake de Assassinio sull'Orient Expres un buon film (da me recensito con 4 stelle) interpretando Poirot e facendo anche la regia.
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Agatha Christie probabilmente è tra gli scrittori quello che ha visto più trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi. Basti pensare alla versione di Assassinio sull'Orient Express del 1974, con un cast stellare (Richard Widmark, Sean Connery, Ingrid Bergman che vinse l'Oscar; John Gielgud, Laureen Bacall ...) con un bravo Albert Finney nella parte di Poirot. . Nel 1978 usci Assassinio sul Nilo con Peter Ustinov come Poirot (il migliore Poirot del cinema con il personaggio ripetuto con Delitto sotto il sole, Appuntamento con la morte) con un cast notevole: David Niven, Mia Farrow, Bette Davis ...).. Kenneth Branagh nel 2017 aveva fatto un remake de Assassinio sull'Orient Expres un buon film (da me recensito con 4 stelle) interpretando Poirot e facendo anche la regia. Purtroppo l'attuale film non è riuscito bene come il precedente, cominciando dalle modifiche alla trama introducendo un prologo fuori luogo: Poirot fantaccino nel 1914 viene ferito da una mina che gli provoca ferite deturpanti al viso che causano l'abbandono della donna amata e che lo costringono a dotarsi di super baffoni per mascherare le ciccatrici. C'è poi un inizio in un locale notturno di Londra nel 1937 con danze sensuali e un pò grottesche che permettono di presentarci alcuni dei personaggi che appariranno successivamente, con ulteriori modifiche alla trama romanzesca non migliorative.
Siamo poi in presenza del matrimonio tra Simon Doyle (Armie Hammer) che ha sposato la bellissima e ricchissima Linnet Ridgeway (Gal Gadot modella israeliana con parti in alcuni Fast Fourious) Simon era stato presentato a Linnet dalla sua fidanzata Jacqueline (Emma McKay) che ha lasciato preferendo la ricchezza. Jacqueline per vendetta lo perseguita seguendolo nel viaggio di nozze che gli sposi fanno in Egitto con un gruppo di amici, prima in un albergo di lusso di Assuan e poi per sfuggire, invano, alla donna in un battello in crociera sul Nilo. Nel battello si sussseguono il ferimento con una piccola pistola a 2 canne di Simon da parte di Jacqueline e poi in rapida successione l'uccisione di Linnet con la medesima pistola, e poi di un giovane Bouc (Tom Bateman) e poi di Rose (Louise Bourget) segretaria di Linnet. Nella consueta riunione finale dei superstiti Poirot svelerà i nomi dei colpevoli che finiranno tragicamente.
Il film mi ha deluso a cominciare dall'inizio che mi è apparso ridondante, e poi proseguito con un tono tra il sarcastico e il surreale, con balli scatenati (anche sul battello) che tendono al grottesco, allesioni sessuali; gli attori recitano sopra le righe sembrano manichini che parlano, si salvano Annette Banning nella parte di Eupheumia la madre di Bouc e Kenneth Branagh sempre bravo anche nel recitare un personaggio mal congegnato.
Il film ha degli effetti speciali abbastanza malfatti, a cominciare dall'Hotel di Assuan un trionfio del cattivo guso sembra il palazzo dei Casamonica, le piramidi di Giza non sono convincenti pare che siano state realizzate con il polisterolo, almeno il battello poteva essere riprodotto come erano sembra invece la versione grande di un giocattolo per bambini, frettoloso finale con un inverosimile sparo di una piccola pistola che trapassa due corpi abbracciati. E' il trionfo del politycally correct, Bouc è innamorata di una ragazza nera, una coppia anziana sono donne lesbiche, l'equipaggio per salvare la pari opportunità è composto da marinai donne che girano con calzoncini bianchi (ma figurarsi siamo nel 1937 in Egitto!). Tra l'altro parrebbe che sia stata ritardata l'uscita del film per l'accusa di Armie Hammer di avere subito abusi sessuali.
In ogni caso manca quell'atmosfera di elegante suspence tipica dei romanzi della Christie, mi spiace per Branagh bravo attore e regista ma qui ha fatto un passo falso.
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filippotognoli
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venerdì 11 febbraio 2022
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ottima confezione, poca anima
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Premetto che prima dell'uscita del film nelle sale ho letto il romanzo, e come quasi sempre in questi casi si resta un pochino delusi dalla pellicola. Detto cio' il film in se' e' girato molto bene, ha un bel ritmo, splendide location (vien voglia di andare a fare una crociera sul Nilo), e musiche blues caldi e travolgenti. Il cast e' di livello alto, con qualche inevitabile differenza: Branagh/Poirot e' sempre il centro catalizzatore intorno a cui gira tutto, i personaggi sui quali cadono inevitabilmente i nostri sospetti, ovvero tutti come da tradizione di Agatha Christie, sono discrete comparse. Io ho preferito la prima parte, alla seconda, C'e' una bella costruzione della storia, con i tempi giusti secondo il mio gusto, invece nella seconda mi e' sembrato tutto un po' troppo frettoloso e alcuni passaggi chiave non hanno il timing necessario per essere apprezzati e capiti subito.
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Premetto che prima dell'uscita del film nelle sale ho letto il romanzo, e come quasi sempre in questi casi si resta un pochino delusi dalla pellicola. Detto cio' il film in se' e' girato molto bene, ha un bel ritmo, splendide location (vien voglia di andare a fare una crociera sul Nilo), e musiche blues caldi e travolgenti. Il cast e' di livello alto, con qualche inevitabile differenza: Branagh/Poirot e' sempre il centro catalizzatore intorno a cui gira tutto, i personaggi sui quali cadono inevitabilmente i nostri sospetti, ovvero tutti come da tradizione di Agatha Christie, sono discrete comparse. Io ho preferito la prima parte, alla seconda, C'e' una bella costruzione della storia, con i tempi giusti secondo il mio gusto, invece nella seconda mi e' sembrato tutto un po' troppo frettoloso e alcuni passaggi chiave non hanno il timing necessario per essere apprezzati e capiti subito. Bisogna in sostanza ragionarci a posteriori e con qualche fatica, per capire esattamente cosa e perche' e' successo. Dovendo fare un paragone con Assassinio sull'Orient Express, sempre di Branagh, devo ammettere che tra i due e' meglio il primo, ma anche qui nulla di strano. Comunque rimane un film per tutti, godibile e ben adattato alle esigenze di un pubblico contemporaneo. Spero ne facciamo un terzo, ma ovviamente tutto dipendera' dal box office.
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[+] l''anima più dolente e sentimentale di poirot
(di antonio montefalcone)
[ - ] l''anima più dolente e sentimentale di poirot
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