thomas
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venerdì 24 settembre 2021
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apparentemente nero, ma c''è luce
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Tre piani, tre famiglie, ognuna composta da tre persone. È la legge del numero tre che determina lo sviluppo del dinamiche del film. Quel numero tre ricorrente rappresenta l'incapacità di "andare oltre", indicando al contempo l'accontentarsi comodo di un universo ristretto, quasi protettivo rispetto al mondo esterno; ma Moretti afferma che quel nucleo così chiuso per paradosso non protegge, ma condanna alla solitudine. All'interno di un ambiente chiuso, infatti, ogni conflitto è destinato a deflagrare, esattamente come in una stanza chiusa un petardo assorda, mentre in uno spazio aperto il suo rimbombo è depotenziato. E così le tre famiglie hanno tre dinamiche di frantumazione diverse, ma in fondo uguali: una coppia si separa, un figlio rinnega i genitori, una donna si dissocia da se stessa e dalla realtà.
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Tre piani, tre famiglie, ognuna composta da tre persone. È la legge del numero tre che determina lo sviluppo del dinamiche del film. Quel numero tre ricorrente rappresenta l'incapacità di "andare oltre", indicando al contempo l'accontentarsi comodo di un universo ristretto, quasi protettivo rispetto al mondo esterno; ma Moretti afferma che quel nucleo così chiuso per paradosso non protegge, ma condanna alla solitudine. All'interno di un ambiente chiuso, infatti, ogni conflitto è destinato a deflagrare, esattamente come in una stanza chiusa un petardo assorda, mentre in uno spazio aperto il suo rimbombo è depotenziato. E così le tre famiglie hanno tre dinamiche di frantumazione diverse, ma in fondo uguali: una coppia si separa, un figlio rinnega i genitori, una donna si dissocia da se stessa e dalla realtà. Tre storie che si intrecciano in maniera straordinariamente geometrica e si sviluppano con dialoghi asciutti, spesso spietati.
Moretti invecchia e, come il vino, diventa migliore perché è capace di andare più in profondità e diventa sempre più sottile e acuto: se in "Bianca" e "La messa è finita" la soluzione alla friabilità dei rapporti umani era la fuga in avanti del protagonista, stavolta invece in "Tre piani" fornisce con delicatezza il suggerimentoi sui due strumenti da utilizzare per iniziare a ricostruire se stessi e la propria realtà: l'amore per i figli e un pizzico di sana fiducia nel prossimo.E la fiducia significa apertura al mondo esterno, capacità di accogliere e soprattutto, di chiedere scusa.
Margherita Buy è il personaggio a cui è affidata la chiave di lettura del film e fornisce l'interpretazione straordinaria di una donna che, proprio a partire da un gesto di generosità nei confronti dei migranti, vede aprirsi dinanzi a sé una vera strada di cambiamento e la imbocca senza rimorso.
Tre piani di solitudini possono essere spazzati via, se soltanto si sa ricominciare ad aprirsi al mondo partendo quel seme inestinguibile della capacità di amare che è dentro ognuno di noi
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lunedì 20 settembre 2021
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mi lasciate un po' confusa...
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Se per lei è stato così deludente, come mai ha ricevuto 11 minuti di applausi?
[+] non siamo noi i confusi....
(di emanuele 1968)
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