Luca è un vaccino sicuro al mille per cento contro ogni tristezza e aridità esistenziale.
Un film sull'amicizia, un film ambientato in Italia e diretto da un italiano, quell'Enrico Casarosa che ha voluto celebrare la sua amata Liguria attraverso una storia che, come spesso accade coi film Pixar, parla di sé ma anche di tutti noi.
In un certo senso, Luca è l'erede di un'altra favola marina-terrestre divenuta un capolavoro disneyano, e cioè La Sirenetta. Solo che al posto di Ariel ci sono Luca Paguro e Alberto Scorfano, e al posto del Principe Eric c'è... una Vespa.
Luca, che poi è l'alter ego dello stesso Casarosa, è un piccolo mostro marino, di professione pastore di pesciolini nel mare di fronte alla Liguria. Alberto, invece, è un ragazzino-mostro marino molto diverso dal tranquillo Luca: lui sopra la superficie del mare, dove appena l'acqua si asciuga i mostri assumono fattezze umane, è letteralmente di casa, e convince il nuovo amico a seguirlo nelle sue avventure scappando dalla casa e dalla famiglia che lo aspettano "in fondo al mar" (per citare La Sirenetta). Il film è ambientato in un paesino sulla costa di nome Portorosso, che sembra un borgo delle Cinque Terre, in un passato non precisato ma collocabile presumibilmente intorno agli anni '60-'70. Alberto colleziona oggetti umani, ma quello che attira l'attenzione di Luca è un poster pubblicitario della Vespa, che dice "Vespa è libertà".
Non riveliamo altri dettagli per non spoilerare la visione, ma possiamo dire un paio di cose. La prima è che va bene Luca, ma il personaggio più emozionante del film è forse Alberto (alter ego di un ragazzino conosciuto da Casarosa quando da piccolo andava in vacanza al mare). Con la sua sbruffonaggine, il suo "silenzio, Bruno!", la sua totale mancanza di qualunque paura e anche buon senso. Ma anche con il suo cuore, con la sua compostezza nonostante tutto. È Alberto che fa crescere Luca, che lo fa uscire dal suo guscio per mettersi alla prova, che gli rivela la verità sulle favole tremende che sotto il mare si raccontano sui terrestri.
E Luca, pian piano, "si fa uomo", in ogni senso. Tra un piatto di trenette al pesto, una fuga dal bullo locale e gli allenamenti per la Portorosso Cup, il protagonista trova letteralmente il suo spazio nel mondo, ma porta anche il mondo nel suo spazio, unendo terrestri e marini come solo in una favola bellissima può succedere in un'estate di corse in bici, abbuffate di pasta e gelato e nuotate di nascosto dagli adulti.
Un'estate magica, come quella che ha ispirato Casarosa, e come quelle che ciascuno di noi ha vissuto nella propria età più felice. Quando appunto bastava un gelato, un piatto di pasta, una corsa in bici e un tuffo al mare con qualche amico per sentirci felici.
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