mauro
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giovedì 24 giugno 2021
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un film piacevole, ma non esageriamo
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Aspettavo con ansia di vedere questo "Luca" principalmente perché era ambientato in Italia, ma per quanto riguarda personaggi e storia le mie aspettative sinceramente non erano altissime. Risultato finale? Mi è piaciuto, tutto sommato, ma mentre per certi aspetti sono rimasto positivamente sorpreso, altri hanno dato ragione alle mie aspettative scettiche. Sinceramente la trama è un po' sempliciotta, lontana da altri capolavori della Pixar, sebbene abbia apprezzato questo film più di Onward e sì, anche di Soul, le uscite della Pixar dello scorso anno: Luca Paguro, un mostro marino desideroso di conoscere il mondo degli uomini, stringe amicizia con Alberto Scorfano, che lo convince a esplorare la terraferma e il villaggio di Portorosso, dove i due diventano amici e alleati di Giulia Marcovaldo contro il bullo Ercole Visconti, per vincere la fittizia Portorosso cup.
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Aspettavo con ansia di vedere questo "Luca" principalmente perché era ambientato in Italia, ma per quanto riguarda personaggi e storia le mie aspettative sinceramente non erano altissime. Risultato finale? Mi è piaciuto, tutto sommato, ma mentre per certi aspetti sono rimasto positivamente sorpreso, altri hanno dato ragione alle mie aspettative scettiche. Sinceramente la trama è un po' sempliciotta, lontana da altri capolavori della Pixar, sebbene abbia apprezzato questo film più di Onward e sì, anche di Soul, le uscite della Pixar dello scorso anno: Luca Paguro, un mostro marino desideroso di conoscere il mondo degli uomini, stringe amicizia con Alberto Scorfano, che lo convince a esplorare la terraferma e il villaggio di Portorosso, dove i due diventano amici e alleati di Giulia Marcovaldo contro il bullo Ercole Visconti, per vincere la fittizia Portorosso cup. A parte l'incontro iniziale tra Luca e Alberto, i pretesti narrativi sono tutti piuttosto fragili: i genitori di Luca che vogliono mandarlo negli abissi con lo zio, i due protagonisti che come se niente fosse prendono e decidono di andare in città, anche la gara di triathlon; costruiscono una successione di eventi ma non delineano esattamente una trama solida, e la seconda parte del film è composta quasi unicamente da spezzoni dei protagonisti che si allenano. Un'altra cosa che non mi ha proprio convinto è che il film presenta numerose analogie con "La Sirenetta" e "Coco": il protagonista annoiato dalla sua vita sottomarina che sogna di esplorare il mondo in superficie, il personaggio che colleziona ogni genere di strumento creato dagli umani, i genitori chiusi e iperprotettivi che impediscono al giovane protagonista di seguire il proprio sogno. La storia è comunque gradevole, ci mancherebbe, pur mancando per forza di cose di quel sentore epico percepito in altri film d'animazione, e il terzo atto del film non manca di una certa tensione e drammaticità che ho apprezzato.
I personaggi protagonisti, Luca, Alberto e Giulia, sono simpatici e gradevoli: Alberto è stato personalmente il mio preferito (chi non era dalla sua parte quando cercava di dissuadere Luca dall'andare a scuola, ahahah), con il suo carattere ribelle e la gelosia verso Giulia secondo me gli fanno acquisire più spessore. Anche Luca e Giulia erano godibili, pur con un carattere non molto spesso e innovativo, ma si tratta pur sempre di un cartone, mentre ho odiato i genitori di Luca nella loro veste di sottotrama comica alla ricerca del figlio. L'antagonista Ercole sarà anche stato pure lui piuttosto stereotipato, ma la sua voce stridente e le sue espressioni arcigne me lo hanno fatto piacere (cioè odiare) molto di più. Nella parte finale della gara sembra quasi essere attraversato da una vena di follia, ma la sua sconfitta con gli scagnozzi che gli voltano le spalle e lo buttano nella fontana era prevedibilissima fin dall'inizio. Molto bello, invece, il personaggio del padre di Giulia, che si affeziona ad Alberto e addirittura decide di lasciarlo vivere con lui; l'esito delle storie dei protagonisti non è scontatissimo, perché si conclude effettivamente con la separazione di Alberto da Luca, che può realizzare il suo sogno di andare a scuola con Giulia al prezzo di separarsi dal suo migliore amico).
Per quanto riguarda l'aspetto visivo, anche stavolta la Pixar non ha deluso, con un'ambientazione splendidamente colorata e dettagliata, di una bellezza quasi terapeutica, tra i le tinte calde e tenui di Portorosso e quelle fresche e sfavillanti del mondo sottomarino. L'animazione è ottima, specialmente quella dell'acqua e delle squame dei mostri, da lasciare a bocca aperta. Ah, e a proposito del worldbuilding, grazie a dio non mi sembra che ci siano andati troppo pesanti con gli stereotipi all'italiana, considerando che probabilmente in America siamo tra i popoli più stereotipati che ci siano (la caricatura sul gesticolare dei personaggi però era inevitabile e sinceramente mi ha fatto sorridere).
I messaggi veicolati dal film comunque non sono niente di inedito o inesplorato, la solita storia sull'amicizia e sull'accettazione del diverso, importantissimi ma già visti e senza risvolti molto profondi, a differenza che in Raya e l'ultimo drago.
Per concludere, direi che Luca è un film decisamente carino e godibile, sia dal punto di vista puramente visivo che da quello della storia, sebbene gli adulti e i ragazzi forse non la troveranno così brillante (o forse è solo il mio caso. E no, non shippo Luca e Alberto). Ad ogni modo, essendo tra l'altro il primo Disney Pixar ambientato in Italia da quando è uscito Pinocchio della Disney, quindi circa tremila anni fa, mi sento di consigliarlo.
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[+] bella la scenografia, un pò meno i personaggi
(di 67user)
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felicity
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martedì 17 agosto 2021
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un film delizioso
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Luca è un vaccino sicuro al mille per cento contro ogni tristezza e aridità esistenziale.
Un film sull'amicizia, un film ambientato in Italia e diretto da un italiano, quell'Enrico Casarosa che ha voluto celebrare la sua amata Liguria attraverso una storia che, come spesso accade coi film Pixar, parla di sé ma anche di tutti noi.
In un certo senso, Luca è l'erede di un'altra favola marina-terrestre divenuta un capolavoro disneyano, e cioè La Sirenetta. Solo che al posto di Ariel ci sono Luca Paguro e Alberto Scorfano, e al posto del Principe Eric c'è... una Vespa.
Luca, che poi è l'alter ego dello stesso Casarosa, è un piccolo mostro marino, di professione pastore di pesciolini nel mare di fronte alla Liguria.
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Luca è un vaccino sicuro al mille per cento contro ogni tristezza e aridità esistenziale.
Un film sull'amicizia, un film ambientato in Italia e diretto da un italiano, quell'Enrico Casarosa che ha voluto celebrare la sua amata Liguria attraverso una storia che, come spesso accade coi film Pixar, parla di sé ma anche di tutti noi.
In un certo senso, Luca è l'erede di un'altra favola marina-terrestre divenuta un capolavoro disneyano, e cioè La Sirenetta. Solo che al posto di Ariel ci sono Luca Paguro e Alberto Scorfano, e al posto del Principe Eric c'è... una Vespa.
Luca, che poi è l'alter ego dello stesso Casarosa, è un piccolo mostro marino, di professione pastore di pesciolini nel mare di fronte alla Liguria. Alberto, invece, è un ragazzino-mostro marino molto diverso dal tranquillo Luca: lui sopra la superficie del mare, dove appena l'acqua si asciuga i mostri assumono fattezze umane, è letteralmente di casa, e convince il nuovo amico a seguirlo nelle sue avventure scappando dalla casa e dalla famiglia che lo aspettano "in fondo al mar" (per citare La Sirenetta). Il film è ambientato in un paesino sulla costa di nome Portorosso, che sembra un borgo delle Cinque Terre, in un passato non precisato ma collocabile presumibilmente intorno agli anni '60-'70. Alberto colleziona oggetti umani, ma quello che attira l'attenzione di Luca è un poster pubblicitario della Vespa, che dice "Vespa è libertà".
Non riveliamo altri dettagli per non spoilerare la visione, ma possiamo dire un paio di cose. La prima è che va bene Luca, ma il personaggio più emozionante del film è forse Alberto (alter ego di un ragazzino conosciuto da Casarosa quando da piccolo andava in vacanza al mare). Con la sua sbruffonaggine, il suo "silenzio, Bruno!", la sua totale mancanza di qualunque paura e anche buon senso. Ma anche con il suo cuore, con la sua compostezza nonostante tutto. È Alberto che fa crescere Luca, che lo fa uscire dal suo guscio per mettersi alla prova, che gli rivela la verità sulle favole tremende che sotto il mare si raccontano sui terrestri.
E Luca, pian piano, "si fa uomo", in ogni senso. Tra un piatto di trenette al pesto, una fuga dal bullo locale e gli allenamenti per la Portorosso Cup, il protagonista trova letteralmente il suo spazio nel mondo, ma porta anche il mondo nel suo spazio, unendo terrestri e marini come solo in una favola bellissima può succedere in un'estate di corse in bici, abbuffate di pasta e gelato e nuotate di nascosto dagli adulti.
Un'estate magica, come quella che ha ispirato Casarosa, e come quelle che ciascuno di noi ha vissuto nella propria età più felice. Quando appunto bastava un gelato, un piatto di pasta, una corsa in bici e un tuffo al mare con qualche amico per sentirci felici.
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paolorol
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martedì 22 giugno 2021
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un tiro non andato a segno
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La strada per l'inferno, si dice, è lastricata di buone intenzioni. Casarosa di buone intenzioni ne aveva tante, forse troppe, e con l'intenzione di creare un film politicamente corretto, nonché uno spot promozionale per il turismo ligure, nonché una storiella divertente, nonché una meraviglia per gli occhi... alla fine non ha realizzato quasi niente di tutto ciò. Quando lo sfondo attrae l'attenzione più del soggetto. La straordinaria definizione delle immagini di certo non può essere considerata una novità in quanto la Pixar ci ha abituati da tempo al suo universo digitale iperrealistico nel quale le immagini sono cosí dettagliate da lasciate a bocca aperta.
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La strada per l'inferno, si dice, è lastricata di buone intenzioni. Casarosa di buone intenzioni ne aveva tante, forse troppe, e con l'intenzione di creare un film politicamente corretto, nonché uno spot promozionale per il turismo ligure, nonché una storiella divertente, nonché una meraviglia per gli occhi... alla fine non ha realizzato quasi niente di tutto ciò. Quando lo sfondo attrae l'attenzione più del soggetto. La straordinaria definizione delle immagini di certo non può essere considerata una novità in quanto la Pixar ci ha abituati da tempo al suo universo digitale iperrealistico nel quale le immagini sono cosí dettagliate da lasciate a bocca aperta. La cosa fa sempre un certo effetto, diciamo la verità, e purtroppo resta la parte migliore del film.
In pratica tutto il resto è da buttare e ciò spiace peché il messaggio veicolato dall'insulsa trama sarebbe positivo e lodevole. La Pixar si dimostra, una volta ancora, animata da uno spirito educativo e didascalico e prende posizione a favore dei diversi. La parabola descrive, con una chiave di lettura semplice ed immediata, gli orrori perpetuati dai mostri terrestri nei confronti dei mostri marini, l'odio e l'indifferenza di esseri umani mostruosi nei confronti di altri esseri umani vissuti come insidiose minacce alla propria sicurezza in quanto alieni rappresentanti di culture lontane e incomprensibili. Le stragi del Mediterraneo, trasformato in un gigantesco cimitero senza lapidi e destinato a diventare ogni giorno più imponente e nel contempo più negato e rimosso, considerato quasi alla stregua di una macabra minaccia ecologica. 'Non mangio più il pesce pescato nel Mediterraneo perchè vive nutrendosi dei cadaveri dei migranti' dicono alcuni orrendi mostri terrestri. Al di lá del messaggio resta niente.
I personaggi sono tutti brutti e sgraziati, spiacevoli alla vista. Non so se possono piacere ai bambini, ai quali il film potrebbe essere destinato. La ricostruzione amarcord della Liguria è in stile americano, grossolana e massimalista, infarcita di stereotipie ingenue e scontate, nonché spesso ridicole. Un grande spot pubblicitario per la Vespa, migrata dalla Roma di wileriana memoria alle Cinque terre. Ma le liguri stradine scoscese male si adattano alla Vespa e tutto naufraga in un noioso guazzabuglio di luoghi comuni.
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fabrizio friuli
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lunedì 21 giugno 2021
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l'' esperienza del mostro del mar ligure
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In fondo del Mar Ligure vive un giovane mostro marino chiamato Luca che , tediato dalla ripetitività della sua vita , rimane incuriosito dalla superficie, nonostante i suoi genitori gli impongano di stare lontano dal territorio degli esseri umani, tuttavia, quando conosce un giovane mostro marino chiamato Alberto , entrambi decidono di avventurarsi nella cittadina di Portorosso , dopo che Luca impara ad essere un giovane umano , grazie agli insegnamenti del suo nuovo amico Alberto . Tuttavia, i protagonisti avranno modo di conoscere non soltanto un personaggio positivo chiamato Giulia Marcovaldo , conosceranno anche il giovane smargiasso Ercole Visconti, l'antagonista principale della storia .
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In fondo del Mar Ligure vive un giovane mostro marino chiamato Luca che , tediato dalla ripetitività della sua vita , rimane incuriosito dalla superficie, nonostante i suoi genitori gli impongano di stare lontano dal territorio degli esseri umani, tuttavia, quando conosce un giovane mostro marino chiamato Alberto , entrambi decidono di avventurarsi nella cittadina di Portorosso , dopo che Luca impara ad essere un giovane umano , grazie agli insegnamenti del suo nuovo amico Alberto . Tuttavia, i protagonisti avranno modo di conoscere non soltanto un personaggio positivo chiamato Giulia Marcovaldo , conosceranno anche il giovane smargiasso Ercole Visconti, l'antagonista principale della storia .
Purtroppo , il lungometraggio della Pixar del regista genovese Casrosa Enrico , presenta un'evidente analogia con il film La sirenetta , infatti , la madre di Luca Paguro è autoritaria ( ma anche amorevole ) come il personaggio di Re Tritone , che vuole impedire alla figlia di avventurarsi fuori dal mare per impedire agli umani di vederla , ed entrambi i personaggi ( Ariel e Luca Paguro ) sono delle creature marine , inoltre , il padre del protagonista : Lorenzo Paguro , diventa una spalla imbranata quando lui e Daniela Paguro cercano il figlio nella cittadina italiana . Per giunta , sarebbe stato legittimo animare il lungometraggio come hanno animato il film d'animazione Coco ( anch'' esso un film della Pixar ) . Però , è decisamente bella l'idea di inserire i mostri marini tra i personaggi del film ( collegati alla diversità ) , ed anche gli altri personaggi , bene o male , riescono a rimanere impressi , ad esempio , il personaggio di Machiavelli ( il gatto di Massimo Marcovaldo e Giulia Marcovaldo ) , pur essendo un perché appare in alcune scene , è un personaggio divertente , però , avrebbero potuto chiamarlo in altro nome , magari non chiamandolo con il cognome dell'autore dell' opera chiamata il Principe ( Niccolò Machiavelli ) , tuttavia , anche il padre di Giulia Marcovaldo, pur incarnado l'archetipo dell'uomo burbero ( come il nonno di Heidi ) riesce a restare impresso , perché alla fine , pur scoprendo la verità su Luca e Alberto , si affeziona ad entrambi , specialmente ad Alberto Paguro , al punto di avergli proposto di rimanere con lui , ed anche il personaggio di Alberto Scorfano ha il suo valore perché sprona Luca Paguro ad esternarsi da suo guscio e vende la vespa per acquistare un biglietto per Genova affinché Luca possa raggiungere Giulia Marcovaldo a Genova . Tra i temi trattati è possibile introdurre quello dell'apertura , del mostrarsi e dell'accettazione di sé ( ovvero i più importanti ) ed un tema occulto può essere quellodellacrudeltà nei confronti degli altri , non solonei confronti dei diversi , infatti Ercole Visconti , il bullo della cittadina non rispetta neppure i suoi unici " amici " Ciccio e Guido , perché loro sono i suoi servitori o , i suoi gorilla, e fortunatamente, i giovani sottoposti decidono di vendicarsi del tirannico boss che li sfrutta .
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eugenio
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mercoledì 23 giugno 2021
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un racconto di formazione italiano
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Funziona sempre allo stesso modo, come un meccanismo svizzero collaudato da tempo: ogni film Pixar è un’ora e mezza preziosa, capace di toccare corde inusitate dell’anima e lasciare lo spettatore piacevolmente irretito da un gioco di luci e ombre speciali grazie alla ricchezza di un racconto che guarda, come al solito, più a noi stessi che ai piccoli.
E cosa volere di più se a rappresentare il carattere immaginifico di un nuovo adolescente-sui generis mostro marino, interviene un regista italiano, Enrico Casarosa, migrato negli States che ambienta, come atto d’amore del natio paese, un racconto di formazione nell’immaginaria (ma con riferimenti evidenti a Vernazza e Portofino, paradisi naturalistici della riviera ligure di Levante) e immaginifica Portorosso ?
Nulla se non lasciarsi andare appunto alle avventure di Luca, appunto un “mini” mostro marino, vivace, curiosoe appassionato.
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Funziona sempre allo stesso modo, come un meccanismo svizzero collaudato da tempo: ogni film Pixar è un’ora e mezza preziosa, capace di toccare corde inusitate dell’anima e lasciare lo spettatore piacevolmente irretito da un gioco di luci e ombre speciali grazie alla ricchezza di un racconto che guarda, come al solito, più a noi stessi che ai piccoli.
E cosa volere di più se a rappresentare il carattere immaginifico di un nuovo adolescente-sui generis mostro marino, interviene un regista italiano, Enrico Casarosa, migrato negli States che ambienta, come atto d’amore del natio paese, un racconto di formazione nell’immaginaria (ma con riferimenti evidenti a Vernazza e Portofino, paradisi naturalistici della riviera ligure di Levante) e immaginifica Portorosso ?
Nulla se non lasciarsi andare appunto alle avventure di Luca, appunto un “mini” mostro marino, vivace, curiosoe appassionato. Come tutti i bambini del resto, attratto, novella Sirenetta, da ciò che giace “al di là” di una superficie d’acqua impenetrabile, ovvero il mondo degli umani. Trasgredendo ai precetti genitoriali e condisceso da una nonna “sorniona”, Luca Paguro conosce Alberto Scorfano, alter ego ribelle ma soprattutto un amico capace di “far zittire” Bruno, il grillo parlante che tutti noi abbiamo e che ci impedisce, forse troppo spesso da adulti di seguire la voce del cuore piuttosto che quella della ragione, trincerandoci in un realtà appagante e conformista tale da reprimere la sfida con noi stessi. Un amico importante perché sarà proprio Alberto a mostrare a Luca che non c'è pericolo nell'uscire in superficie, specie perché - posto che l'acqua non li tocchi - i due acquistano sembianze umane all'aria aperta. E allora perché non osare? Perché non avvicinarsi a quella cittadina laggiù che sembra così distante dal loro abisso marino per ricercare un’identità troppo spesso mandata a freno?
Presto fatto e i nostri due amici non più bambini e nemmeno mostri marini, in un’estate da tormentone delle canzoni di Gianni Morandi (siamo sul finire degli anni ’50) e col sogno di vincere dei soldi per comprarsi una sfavillante Vespa, desiderio proibito dei due con cui girare il mondo e vedere ogni cosa, conosceranno Giulia Marcovaldo, incaponita “rossa” quanto mai determinata da sconfiggere in una prova di rocambolesco triathlon, l’arrogante bullo Enrico.
Con un doppiaggio riuscito dalle voci ben caratterizzate (una su tutte: quella stridula e acida di Saverio Raimondo per Enrico), Luca di Casarosa, talento capace di sfiorare l'Oscar dieci anni fa con il suo cortometraggio La Luna, è un commovente quanto esaltante ritratto dell’amicizia, della scoperta, del mistero della natura, una linea d’ombra conradiana tutt’altro che superficiale, ma anzi permeata da profonde radici autobiografiche, che esalta, fa sorridere e al tempo stesso non disdegna di pungolare quell’enorme e indimenticato effetto nostalgia senza far grande gli stereotipi italiani (che pur ci sono) negli Stati Uniti.
Luca è un transeunte che vive nell’elemento più duttile e dinamico possibile, l’acqua. E’ in essa che il piccolo “uomo” si specchia per evitare l’abisso marino del soliloquio (comica e amara la presenza dello zio Ugo, degno rappresentante), ma da esso rifugge per vivere il piacere della scoperta prima con l’amico Alberto, e infine con la prospettiva di un terzo universo, allargando le sue esperienze, ma non per questo rinunciando a qualcosa.
Ed è forse questa la lezione di fondo che Casarosa coadiuvato da Jesse Andrews & Mike Jones della Pixar, vuole impartirci senza tronfia retorica ma con grande leggerezza ovvero capire se è davvero possibile ignorare le opportunità che ci si aprono davanti a noi e mantenere tutto statico oppure andare oltre serbando nel nostro cuore le radici di quella scelta, consci di una vita adulta pronta ad aprirsi ed evolvere, indebolendo ma mai annichilendo la magia dell’infanzia.
Allora grazie Casarosa, grazie per Luca. Per la sincera leggerezza, per il filtro sempre folkloristico e colorato di una storia avvincente senza cali di ritmo, per le immagini nitide e pulite di uno dei luoghi che il mondo ci invidia, le Cinque terre, per il calore di “italiani brava gente” con il loro piatto tipico che non è la “pappa al pomodoro” della Pavone ma le trenette al pesto.
Italiani che si fanno valere partendo da un piccolo paesino, fascino di una provincia perduta, giungendo al cosmopolitismo americano. Italiani che non dimenticano le proprie radici ma anzi le contaminano rendendole vive e perché no anche poetiche. Cinema, in altre parole. Con la C maiuscola.
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