gustibus
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venerdì 5 marzo 2021
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vince..la curiosita''!
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La curiosita'era vederlo questo"Principe cerca figlio"dopo 33 anni..visto!..Sono imbarazzato assai perche'vedere Eddie Murphy,ormai re ma piuttosto ingrassato e con piu'anni,la regina non giovanissima,il racconto che ha volte sembra un musical con canzoni sottotitolate,una comparsata del grande M.Freeman e dirvi che forse la più grande sorpresa e'vedere Wesley Snipes comico e non piu'vampiro o in ruoli drammatici che ritengo sia l'unica gradita sorpresa del film.Il racconto un guazzabuglio con flash del primo film del 1988 che cercava moglie ma con J.Landis alla regia.La curiosita'e vederlo 1 volta..poi a voi la sentenza.La durata di 108 minuti poteva anche essere di 90.
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La curiosita'era vederlo questo"Principe cerca figlio"dopo 33 anni..visto!..Sono imbarazzato assai perche'vedere Eddie Murphy,ormai re ma piuttosto ingrassato e con piu'anni,la regina non giovanissima,il racconto che ha volte sembra un musical con canzoni sottotitolate,una comparsata del grande M.Freeman e dirvi che forse la più grande sorpresa e'vedere Wesley Snipes comico e non piu'vampiro o in ruoli drammatici che ritengo sia l'unica gradita sorpresa del film.Il racconto un guazzabuglio con flash del primo film del 1988 che cercava moglie ma con J.Landis alla regia.La curiosita'e vederlo 1 volta..poi a voi la sentenza.La durata di 108 minuti poteva anche essere di 90..cambiava poco.I titoli di coda durano ben 10 minuti con la fine di "Kunta kinte"cameo della bottega del barbiere.Sorprese quasi inesistenti con piccole volgarita'non pervenute.
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anya
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domenica 7 marzo 2021
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più una reunion del cast che un sequel. da evitare
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L'unico motivo valido per cui si possa vedere questo film è solo dato dalla curiosità (insana) di vedere come sono invecchiati (male) i membri del cast.
Nulla è rimasto dell'originario film della fine degli anni 80: quell'alone di fiaba moderna che, seppur scontata, caratterizza tutto il primo film e lo rendeva anche abbastanza godibile, viene soppiantato da un forzato adeguamento all'era attuale che cade nei più beceri sterotipi invece che portare novità. Eddy Murphy sembra quasi una copia sbiadita di se stesso e non più capace di sorregere un triplo/quadruplo ruolo: Akeem è tanto invecchiato e non solo nell'aspetto; il personaggio di Akeem perde la sua connotazione centrale nel film e figura soltanto come trascinato ed in balia degli eventi in questo sequel; fuori dal tempo (anche a livello di coerenza temporale) e non credibili i tre storici (in tutti i sensi) persoanggi all'intenro del salone del barbiere (interpretati sempre da Murphy e Arsenio Hall) del Queens (già nel primo film infatti avevano un'età decisamente avanzata e c'è da considerare che questo remake è ambinetato ben 30 anni dopo degli eventi del primo film).
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L'unico motivo valido per cui si possa vedere questo film è solo dato dalla curiosità (insana) di vedere come sono invecchiati (male) i membri del cast.
Nulla è rimasto dell'originario film della fine degli anni 80: quell'alone di fiaba moderna che, seppur scontata, caratterizza tutto il primo film e lo rendeva anche abbastanza godibile, viene soppiantato da un forzato adeguamento all'era attuale che cade nei più beceri sterotipi invece che portare novità. Eddy Murphy sembra quasi una copia sbiadita di se stesso e non più capace di sorregere un triplo/quadruplo ruolo: Akeem è tanto invecchiato e non solo nell'aspetto; il personaggio di Akeem perde la sua connotazione centrale nel film e figura soltanto come trascinato ed in balia degli eventi in questo sequel; fuori dal tempo (anche a livello di coerenza temporale) e non credibili i tre storici (in tutti i sensi) persoanggi all'intenro del salone del barbiere (interpretati sempre da Murphy e Arsenio Hall) del Queens (già nel primo film infatti avevano un'età decisamente avanzata e c'è da considerare che questo remake è ambinetato ben 30 anni dopo degli eventi del primo film). Plauso invece ad Arsenio Hall che ha continuato a mantenre il suo ruolo di spalla comica e motore degli eventi anche in questo film.
Tanto, tanto, tanto discutibili molte scelte di trama e di personaggi: se si può sorvolare sulla motivazione scontata che spinge il nostro Akeem a tonare in America dalla sua bella Zamunda ("Coming 2 America" e "Principe cerca figlio", appunto) vero e proprio clichè in più di un genere di film, ho trovato platealmente di cattivo gusto alcune scelte come un (eccellente ) Wesley Snipes che parodizza in un modo più che buono e volutamente esasperato, un signore della guerra a capo di una milizia armata pronta a conquistare il trono ma che scivola in maniera pessima e con tutto il cattivo gusto possibile sulla triste scelta registica di ironizzare in maniera abbastanza cruda e assolutamente non necessaria sulla tragedia dei bambini soldato (no, l'ironia esasperata non serve sempre ad esorcizzare la paura o a porre l'accento su questioni delicate anche eprchè il film in questione, in nessuna sua parte, si propone di dare un vero spunto di riflessione su uno qualsiasi degli argomenti toccati o, sarebbe meglio dire, scalfiti soltanto prima di essere dati in pasto alla facile e spesso forzata risata).
Il film inoltre si sforza di dare un- accenno?- di voce anche alla componete femminile del film: se nella verisone dell'88 il ruolo delle donne cardine di questo film è sempre stato rinchiuso nella triade donna di potere saggia=madre , donna bellissima ma vacua=moglie trofeo , donna moderna, determinata ma fragile ed in balia degli eventi=cooprotagonista e destinata all'happy ending, in questo sequel la presenza femminile non rientra in nessun ruolo e non ha letteralmente nessun significato se non quello di dare davvero delle "quote rosa" alla produzione: Shary Hadley (Lisa McDowell alias "Regina Lisa") è succube del marito e ha dimenticato quasi totalmente la sua determinazione, salvo un inutile ripensamento finale; le tre figlie della coppia, tre ragazze dell'epoca attuale presentate come ababstanza determinate e forti si rivelano però per quello che sono ovvero delle semplici comprimarie che assecondano gli eventi e non fanno nulla per poter cambaire lo status quo se non come "deus ex machina" alla fine del film, meglio quindi Bopoto, altro esemplare di moglie trofeo che rispecchia appieno la parte perchè , semplicmente, mostrata nella sua fisicità ed aiutata dalle battute di Imani del film dell'88. Da dimenticare il ruolo Mirembe, affatto valorizzato nè dalla regia nè dall'attrice. Inutile il ruolo di Lavelle Jhonson ovverro il cooprotagonista che non riesce davvero ad imporsi sulla scena ed ad avere un suo vero spazio, limitandosi a seguire glie venti fino alla scontata fine felice.
Film consigliabile solo a chi è nostalgico del cast, da evitare anche in caso si volesse qualcosa di leggero che strappi un risata.
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anya
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domenica 7 marzo 2021
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più una reunion del cast che un sequel. da evitare
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L'unico motivo valido per cui si possa vedere questo film è solo dato dalla curiosità (insana) di vedere come sono invecchiati (male) i membri del cast. Nulla è rimasto dell'originario film della fine degli anni 80: quell'alone di fiaba moderna che, seppur scontata, caratterizza tutto il primo film e lo rendeva anche abbastanza godibile, viene soppiantato da un forzato adeguamento all'era attuale che cade nei più beceri sterotipi invece che portare novità. Eddy Murphy sembra quasi una copia sbiadita di se stesso e non più capace di sorregere un triplo/quadruplo ruolo: Akeem è tanto invecchiato e non solo nell'aspetto; il personaggio di Akeem perde la sua connotazione centrale nel film e figura soltanto come trascinato ed in balia degli eventi in questo sequel; fuori dal tempo (anche a livello di coerenza temporale) e non credibili i tre storici (in tutti i sensi) persoanggi all'intenro del salone del barbiere (interpretati sempre da Murphy e Arsenio Hall) del Queens (già nel primo film infatti avevano un'età decisamente avanzata e c'è da considerare che questo remake è ambinetato ben 30 anni dopo degli eventi del primo film).
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L'unico motivo valido per cui si possa vedere questo film è solo dato dalla curiosità (insana) di vedere come sono invecchiati (male) i membri del cast. Nulla è rimasto dell'originario film della fine degli anni 80: quell'alone di fiaba moderna che, seppur scontata, caratterizza tutto il primo film e lo rendeva anche abbastanza godibile, viene soppiantato da un forzato adeguamento all'era attuale che cade nei più beceri sterotipi invece che portare novità. Eddy Murphy sembra quasi una copia sbiadita di se stesso e non più capace di sorregere un triplo/quadruplo ruolo: Akeem è tanto invecchiato e non solo nell'aspetto; il personaggio di Akeem perde la sua connotazione centrale nel film e figura soltanto come trascinato ed in balia degli eventi in questo sequel; fuori dal tempo (anche a livello di coerenza temporale) e non credibili i tre storici (in tutti i sensi) persoanggi all'intenro del salone del barbiere (interpretati sempre da Murphy e Arsenio Hall) del Queens (già nel primo film infatti avevano un'età decisamente avanzata e c'è da considerare che questo remake è ambinetato ben 30 anni dopo degli eventi del primo film). Plauso invece ad Arsenio Hall che ha continuato a mantenre il suo ruolo di spalla comica e motore degli eventi anche in questo film.
Tanto, tanto, tanto discutibili molte scelte di trama e di personaggi: se si può sorvolare sulla motivazione scontata che spinge il nostro Akeem a tonare in America dalla sua bella Zamunda ("Coming 2 America" e "Principe cerca figlio", appunto) vero e proprio clichè in più di un genere di film, ho trovato platealmente di cattivo gusto alcune scelte come un (eccellente ) Wesley Snipes che parodizza in un modo più che buono e volutamente esasperato, un signore della guerra a capo di una milizia armata pronta a conquistare il trono ma che scivola in maniera pessima e con tutto il cattivo gusto possibile sulla triste scelta registica di ironizzare in maniera abbastanza cruda e assolutamente non necessaria sulla tragedia dei bambini soldato (no, l'ironia esasperata non serve sempre ad esorcizzare la paura o a porre l'accento su questioni delicate anche eprchè il film in questione, in nessuna sua parte, si propone di dare un vero spunto di riflessione su uno qualsiasi degli argomenti toccati o, sarebbe meglio dire, scalfiti soltanto prima di essere dati in pasto alla facile e spesso forzata risata).
Il film inoltre si sforza di dare un- accenno?- di voce anche alla componete femminile del film: se nella verisone dell'88 il ruolo delle donne cardine di questo film è sempre stato rinchiuso nella triade donna di potere saggia=madre , donna bellissima ma vacua=moglie trofeo , donna moderna, determinata ma fragile ed in balia degli eventi=cooprotagonista e destinata all'happy ending, in questo sequel la presenza femminile non rientra in nessun ruolo e non ha letteralmente nessun significato se non quello di dare davvero delle "quote rosa" alla produzione: Shary Hadley (Lisa McDowell alias "Regina Lisa") è succube del marito e ha dimenticato quasi totalmente la sua determinazione, salvo un inutile ripensamento finale; le tre figlie della coppia, tre ragazze dell'epoca attuale presentate come ababstanza determinate e forti si rivelano però per quello che sono ovvero delle semplici comprimarie che assecondano gli eventi e non fanno nulla per poter cambaire lo status quo se non come "deus ex machina" alla fine del film, meglio quindi Bopoto, altro esemplare di moglie trofeo che rispecchia appieno la parte perchè , semplicmente, mostrata nella sua fisicità ed aiutata dalle battute di Imani del film dell'88. Da dimenticare il ruolo Mirembe, affatto valorizzato nè dalla regia nè dall'attrice. Inutile il ruolo di Lavelle Jhonson ovverro il cooprotagonista che non riesce davvero ad imporsi sulla scena ed ad avere un suo vero spazio, limitandosi a seguire gli eventi fino alla scontata fine felice. Odioso, inoltre, il continuo ricorso a battute e situazioni viste già nel primo film. Film consigliabile solo a chi è nostalgico del cast, da evitare anche in caso si volesse qualcosa di leggero che strappi un risata.
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felicity
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mercoledì 30 giugno 2021
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brutto sequel tra politicamente corretto e trash
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Non c’è da vergognarsi per aver provato interesse e un certo desiderio davanti a Il principe cerca figlio, cioè davanti all’idea di prolungare il piacere di Il principe cerca moglie con un nuovo capitolo, un ritorno a quelle atmosfere e a quei personaggi. È normale.
Ma è folle anche solo pensare che Eddie Murphy oggi potesse essere all’altezza di Eddie Murphy del 1988 e che la pletora di yes men di cui si circonda per eseguire ogni suo desiderio fosse all’altezza del combattivo John Landis del 1988. Realizzata questa semplice verità non si è comunque pronti all’imbarazzante produzione che è Il principe cerca figlio.
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Non c’è da vergognarsi per aver provato interesse e un certo desiderio davanti a Il principe cerca figlio, cioè davanti all’idea di prolungare il piacere di Il principe cerca moglie con un nuovo capitolo, un ritorno a quelle atmosfere e a quei personaggi. È normale.
Ma è folle anche solo pensare che Eddie Murphy oggi potesse essere all’altezza di Eddie Murphy del 1988 e che la pletora di yes men di cui si circonda per eseguire ogni suo desiderio fosse all’altezza del combattivo John Landis del 1988. Realizzata questa semplice verità non si è comunque pronti all’imbarazzante produzione che è Il principe cerca figlio.
Come tutti i sequel che arrivano molto tempo dopo l’ultimo film, anche questo è inevitabilmente una storia di tempi che cambiano. Incontriamo i personaggi così tanto dopo l’ultima volta che li abbiamo visti che parte di quel che ci viene raccontato è come tutto non sia più come nel 1988. Il principe cerca figlio però è troppo pigro per essere originale o distinguersi e preferisce aderire ad ogni nuova tendenza senza dare l’impressione di crederci. Cambiamenti sono avvenuti ma è troppo pavido e spaventato fare satira su di essi.
Il principe cerca figlio è tutto ambientato in Africa, dove il figlio illegittimo viene portato assieme alla sua famiglia per essere ovviamente e comicamente a disagio con le questioni reali. Il vero amore non è cercato nei bassifondi quindi ma trovato per caso a palazzo anche se non è quello che il padre si aspettava. La trama è quel che è ma del resto lo era anche quella del film originale, solo che mentre Il principe cerca moglie creava di tutto in un continuo di invenzioni intorno ad un intreccio banalotto, questo film decide di non creare assolutamente niente se non il suo intreccio, che comunque è banalissimo.
A metà del film arriverà anche un riassuntino del precedente ad uso e consumo di chi non lo abbia visto e non lo ricordi, senza considerare che non serve sapere quella trama, servirebbe semmai conoscere tutti i riferimenti per godere della loro rievocazione. Sempre ammesso che ci sia vero piacere nel rievocare battute e gag di altri film.
Ad ogni modo è certo che Il principe cerca figlio non è così sofisticato per arrivarci, è un film fatto e consumato molto in fretta, senza nessuna tensione e con molto relax, un film in cui non è un problema se le ancelle che devono lavare il neo-principe, quelle che hanno senso di stare lì perché dovrebbero essere semi-nude e quindi creare imbarazzo, mostrano in bella vista di non essere in realtà nude ma avere un top color carne. Nessuno ha voglia di badare ai dettagli, l’importante è la nostalgia.
Invece di immaginare personaggi, scenari, gag e dettagli umoristici nuovi questo film sceglie di ripassare sistematicamente tutti quelli vecchi. Con l’eccezione della lacca per capelli Soul Glow e della famiglia produttrice c’è letteralmente ogni elemento e attore del primo film. Il principe cerca figlio non ha coraggio e forse nemmeno voglia di creare un film, solo di rievocare.
Coerentemente anche Eddie Murphy, che da anni non ha nemmeno l’ombra della potenza comica che possedeva, si affida a ciò che gli rimane, cioè la capacità di rievocare quella forza e quelle risate con i suoi sorrisetti, le espressioni che ha creato e le mosse che ha reso famose. E come il suo protagonista anche questo film non riesce a fare nulla di più che stimolare il ricordo di vecchie risate.
Niente lo dimostra di più del ballo finale. Il simbolo dei film che hanno mollato gli ormeggi e a cui non interessa più avere la minima dignità, l’emblema più evidente di un gusto sotto le scarpe: quando con una musica in sottofondo ogni singolo personaggio balla con uno stile diverso.
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fabio 3121
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domenica 21 marzo 2021
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musica e balletti colmano una sceneggiatura piatta
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In punto di morte il Re Joffy Joffer comunica al principe Akeem (Eddie Murphy) di avere un figlio maschio a New Jork. Avendo Akeem avuto dalla moglie Lisa - conosciuta nel Queens - 3 figlie femmine, decide di tornare in America insieme al servitore Semmi per cercare il figlio illegittimo. Una volta trovato il giovane, di nome Lavelle, lo porta, insieme alla madre, a Zamunda. Qui Lavelle si innamorerà della parrucchiera del palazzo reale e non vorrà sposarsi nel matrimonio combinato con la figlia del generale Izzi. Dopo 32 anni girare un sequel di una commedia campione di incassi non era compito facile e infatti il risultato, purtroppo, è decisamente deludente e al di sotto di ogni aspettativa.
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In punto di morte il Re Joffy Joffer comunica al principe Akeem (Eddie Murphy) di avere un figlio maschio a New Jork. Avendo Akeem avuto dalla moglie Lisa - conosciuta nel Queens - 3 figlie femmine, decide di tornare in America insieme al servitore Semmi per cercare il figlio illegittimo. Una volta trovato il giovane, di nome Lavelle, lo porta, insieme alla madre, a Zamunda. Qui Lavelle si innamorerà della parrucchiera del palazzo reale e non vorrà sposarsi nel matrimonio combinato con la figlia del generale Izzi. Dopo 32 anni girare un sequel di una commedia campione di incassi non era compito facile e infatti il risultato, purtroppo, è decisamente deludente e al di sotto di ogni aspettativa. Le lacune maggiori sono da ricercarsi in una sceneggiatura piatta e soprattutto ripetitiva della storia originale (l'osteggiare un matrimonio combinato in favore del vero amore) e nelle gag che non divertono affatto. Eddie Murphy non solo non è carismatico come nel "Principe cerca moglie" ma si ritaglia anche un ruolo di cooprotagonista dando più spazio a Lavelle e al generale Izzi e meno a Semmi. Per colmare quindi la trama esile la pellicola è piena di canzoni e balletti che si rappresentano nella grande sala del palazzo reale di Zamunda. Cameo per Morgan Freeman. In definitiva il film non raggiunge la sufficienza; voto 5,5/10.
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