Encounter

Un veterano dei marine, Malik, è convinto che sia in corso una invasione di microrganismi alieni, diffusi dagli insetti. Protetto dall'insetticida che si spruzza addosso, raggiunge i suoi figli che vivono la sua ex e il suo nuovo compagno e li porta via nella notte. Insieme a loro affronta un lungo viaggio nel cuore dell'America, ma incontra diversi problemi lungo il percorso che mostrano ai figli la sua precaria condizione mentale. Inoltre l'FBI mette in piedi una imponente caccia all'uomo per catturarlo, a cui cerca di partecipare anche la sua responsabile della libertà vigilata, l'unica convinta che l'uomo non sia una reale minaccia per i suoi figli.

Dopo un inizio in bilico tra fantascienza e dramma on the road, Encounter abbandona presto l'ambiguità e finisce su binari più risaputi.

Il promettente regista di Beast, Michael Pearce, dirige una storia di paranoia e di famiglia e conferma di avere un buon occhio per la messa in scena, ma nonostante un protagonista eccellente come Riz Ahmed finisce per essere vittima di una sceneggiatura a effetto.

È stata scritta dal regista insieme a Joe Barton, noto come ideatore della serie Tv Giri/Haji, che già denotava una propensione per i cambi di registro non sempre efficaci. E qui il problema è anche più serio, perché quando Encounter scioglie l'ambivalenza sul genere a cui appartiene, tutta la prima parte risulta retrospettivamente pretestuosa. Un regista come Shyamalan avrebbe portato un gioco come questo fino alla fine, mentre qui le cose si chiariscono piuttosto presto e certe inquietanti sottolineature - che tra l'altro toccano anche scene dove il protagonista è assente e dunque non sono dal suo punto di vista - si svelano come una futile prestidigitazione. Il film che resta è comunque dignitoso, ma sarebbe stato opportuno crederci fin dal principio anziché nascondere le proprie carte senza per altro nemmeno un catartico ribaltamento o colpo di scena.

In compenso questa sorta di duplice storia dà modo al regista di esercitarsi nelle diverse sfaccettature del thriller, da una parte con elementi di minaccia sovrannaturale e dall'altra invece con ben più reali ma non per questo meno spaventose sparatorie. Il senso di tragedia incombente che innerva la vicenda e la sua messa in scena, pure è duplice: origina da una parte dalle visioni da fine del mondo del protagonista e dall'altra dalla valutazione di un agente FBI, secondo il quale Malik finirà per ammazzare i suoi figli e poi se stesso, con la tipica dinamica di strage famigliare e suicidio. La tensione quindi è palpabile e nelle scene di pericolo il peggio sembra davvero prossimo a concretizzarsi, inoltre Pearce dirige le sparatorie e gli agguati in modo chiaro ed efficace, mai rocambolesco e neppure mai scontato.

Ottima anche la scelta di alcune location toccate dal viaggio, in particolare una sorta di villaggio abbandonato nel bel mezzo di una terra arida, con strutture pericolanti che fanno da teatro alla scena più tesa del film, una disperata resa dei conti. A Pearce va inoltre riconosciuto di aver saputo scegliere e dirigere due attori bambini, spesso veri protagonisti di una situazione tutt'altro che semplice. È tutto su di loro e Riz Ahmed il peso del film e i tre si rubano quasi la scena a vicenda in alcuni passaggi.

Partecipa inoltre Octavia Spencer, nel ruolo della responsabile di libertà vigilata, una figura la sua tipicamente materna, purtroppo la meno convincente e originale di tutto il film, che l'attrice riesce comunque a rendere accettabile. Encounter, con i suoi pregi e difetti, risulta tanto avvincente quanto ingannevole e lascia la sensazione di una buona prova a cui però avrebbe giovato di maggior concentrazione, affrontando di petto un solo genere e giocando la partita fino in fondo, senza il facile appiglio di una falsa pista. 