Mank

   
   
   
domenica 5 dicembre 2021
cosa si può dire dei dialoghi?
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Gentile Emanuele, cosa pensa dei dialoghi? Personalmente li ho trovati un po' troppo poco... amichevoli nei confronti dello spettatore e mi hanno lasciato una sgradevole sensazione di 'saccenza': una raffinatà volontà mimetica nei confronti della sceneggiatura di Quarto Potere? (Non credo). Grazie mille per la sua risposta, se le sarà possibile.
S.T.

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felicity lunedì 15 novembre 2021
un film sul potere e la potenza delle storie Valutazione 4 stelle su cinque
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Filmato in digitale, Mank è un film prodotto da una piattaforma ma che tende a ricostruire con fedeltà ossessiva l’esperienza cinematografica della golden age del cinema hollywoodiano grazie all’effetto fotografico della pellicola, alle inquadrature, al sonoro di Ren Klyce e alla colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross che omaggia il genio di Bernard Herrmann e il jazz.
Un film nostalgico di un’era eppure profondamente moderno nelle tematiche affrontate.
Perché a David Fincher non interessa poi molto sancire in via definitiva chi tra Mankiewicz e Welles sia l’autore di Quarto Potere quanto raccontare una storia di lotta per i (propri) diritti. [+]

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thomas martedì 22 giugno 2021
"e'' questa la vera magia del cinema!" Valutazione 5 stelle su cinque
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Se il Cinema aveva ancora qualcosa di nuovo da dire riguardo a se stesso, "Mank" lo ha detto. Quante volte il Cinema si è raccontato, ha svelato segreti di sè, ha (a volte per un attimo) scostato la splendida "coperta d'oro" che lo ricopre, per farsi intravedere nella sua cruda verità: "Viale del tramonto", "Effetto notte", "Bellissima", "Veronika Voss", "Ed Wood" ...
E quante volte, invece, nel raccontare la sua cruda verità, ha saputo celarla abilmente con la splendida "coperta d'oro": "Nuovo Cinema Paradiso", "La rosa purpurea del Cairo", "Hugo Cabret", "Chi ha incastrato Roger Rabbit" . [+]

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luca scialo domenica 23 maggio 2021
film ambizioso ma non del tutto riuscito Valutazione 3 stelle su cinque
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Più che un biopic sul talento bruciato dall'alcol dello sceneggiatore anni '20 e '30, Herman Mankiewicz, o sulle origini del film considerato il capolavoro di sempre del Cinema mondiale, Quarto potere, questo film raffigura, nel bianco e nero tipico dell'epoca, la Hollywood che fu. Quella pre-età dell'oro post-guerra mondiale, dei primi film con l'audio, delle prime stelle. Quasi tutte provenienti dal teatro. Ma anche del Cinema che viveva le difficoltà economica della Grande depressione, e che si faceva con pochi soldi ma tanto talento.
David Fincher va sempre apprezzato per il suo modo di mettersi in gioco con film ambiziosi, sebbene poi spesso non riesca a saltare l'asta che lui stesso ha piazzato molto in alto. [+]

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marco sabato 1 maggio 2021
un esercizio retorico per addetti ai lavori Valutazione 0 stelle su cinque
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È un susseguirsi di battute e citazioni che dovrebbero dare peso al in quanto dotte a tutto il film,ma che risultano così noiose,e comunque così da addetti ai lavori da diventare un esercizio di stile.
Dopo circa un'ora non ho piu retto e sono uscito.
È un film targerizzato con un extratesto specifico.
Magari sublime per chi vive di solo cinema,ma decisamente pesante nelle sue continue battute esilaranti, di chi se la canta e se la suona.

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brunopepi venerdì 23 aprile 2021
teatrale, intelligente, non avvincente Valutazione 3 stelle su cinque
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MANK  (2020)

USA - Regia: David Fincher
Commedia/Drammatico/Storico
Cast: Gary Oldman, Amanda Seyfried, Lily Collins, Tom Burke
 
Dover recensire questo film mi crea un certo imbarazzo in quanto, pur senza intenzione di degradarlo, mi sembra di andare contro corrente per quel che riguarda le critiche generali da cui ne scaturiscono.
Ambientato nella Hollywood degli anni 30, la storia si basa sulla produzione del film "Quarto Potere", allorchè lo sceneggiatore Herman J. Mankiewicz, detto Mank (Gary Oldman), redattò lo script del film, vedendoselo poi soffiare dallo stesso regista Orson Welles, (Tom Burke) che si prese il gran merito dello strabiliante successo. [+]

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savatore martedì 29 dicembre 2020
odore di oscar Valutazione 4 stelle su cinque
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Un film molto ben fatto e studiato che ripercorre in chiave inedita le lunghe difficoltà incontrate per la sceneggiatura del capolavoro di Welles: Quarto Potere.
Chiaro sin da subito la scelta del regista di fare un omaggio all'Epoca d'oro di Hollywood,fornendoci molti interessanti aneddoti di cinema e storia americana, tenuti molto bene insieme da una pungente, e ben scritta sceneggiatura.
Da elogiare l'interpretazione di Oldman nei panni dello sceneggiatore Mankiewicz sulla falsariga di Churchill; straordinario nella scena della cena di gala al Castello Hearst, in cui ci offre uno dei punti più alti di cinema degli ultimi tempi.

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amarolucano lunedì 28 dicembre 2020
noiosamente raffinato Valutazione 2 stelle su cinque
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un film dovrebbe avere il compito innanzitutto di intrattenere lo spettatore, questa pellicola per quanto elegante e curata l'ho trovata alquanto soporifera. Dialoghi difficili da sostenere e storia che non ho trovato quasi mai coinvolgente. Non è questo il David Fincher che preferisco.

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paperinik martedì 22 dicembre 2020
mank sembra la goccia d''acqua di churchill! Valutazione 2 stelle su cinque
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Un tono di bianco e nero che promette da subito ampi e lunghi sbadigli. Dialoghi troppo densi e sagaci per non sapere di artificiosa leziosità. Una recitazione del protagonista che è un riciclo di Churchill. I personaggi sono tratteggiati bene e provocano un sano e genuino fastidio. Questione di gusti, per carità: ma io rimpiango il regista di Seven e Zodiac...

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enrico riccardo montone domenica 6 dicembre 2020
autobiografia del cinema Valutazione 4 stelle su cinque
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Nell'era del bianco e nero, Mank si diverte letteralmente nel grigio. Diretto da David Fincher da una sceneggiatura di suo padre Jack, Mank è incentrato sulla realizzazione di Quarto potere (Citizen Kane) - un film spesso votato come tra i più grandi di tutti i tempi - prendendo il nome dall'uomo che potrebbe aver scritto quel film da solo ma con tutti i meriti andati a Orson Welles. Tuttavia, nonostante tutti i suoi ideali, principi, arguzia e disprezzo nei confronti di Hollywood, Herman Mankiewicz è un uomo che ha costruito il suo successo sugli stessi principi del mondo dello spettacolo e in qualche modo, nel torpore dato dall'acol, se ne rende conto.

Un barone dei giornali con giornali che prosperano negli scandali e una carriera prospera in virtù delle fluttuazioni politiche (William Hearst, interpretato da Charles Dance). [+]

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