dandy
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giovedì 28 novembre 2024
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zitti e mosca.
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Un'altra opera bizzarra da parte di Dupieux(che cura anche sceneggiatura,fotografia e montaggio)che tralascia da subito qualunque premessa horror in favore di un tono da commedia stralunata tra Jacques Tati e i fretelli Farrelly,con un duo di simpatici sbandati prerdenti ma sinceramente amici e la cui amicizia non viene meno nell'assurda vicenda che li vede coinvolti.La trama quasi assente si basa sulle singole trovate all'insegna dell humour nonsense che non sempre va a segno,e se i protagonisti sono azzeccati la Exarchopoulos è abbastanza fastidiosa.Ma la mosca gigante(ottimamnente realizzata tra effetti protesici e un pizzico di CGI)è tenera e memorabile,e rispetto ai toni cinici dei precedenti lavori del regista c'è una piacevole leggerezza generale.
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Un'altra opera bizzarra da parte di Dupieux(che cura anche sceneggiatura,fotografia e montaggio)che tralascia da subito qualunque premessa horror in favore di un tono da commedia stralunata tra Jacques Tati e i fretelli Farrelly,con un duo di simpatici sbandati prerdenti ma sinceramente amici e la cui amicizia non viene meno nell'assurda vicenda che li vede coinvolti.La trama quasi assente si basa sulle singole trovate all'insegna dell humour nonsense che non sempre va a segno,e se i protagonisti sono azzeccati la Exarchopoulos è abbastanza fastidiosa.Ma la mosca gigante(ottimamnente realizzata tra effetti protesici e un pizzico di CGI)è tenera e memorabile,e rispetto ai toni cinici dei precedenti lavori del regista c'è una piacevole leggerezza generale.Evitare la versione doppiata.
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giovedì 28 novembre 2024
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zitti e mosca.
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Un'altra opera bizzarra da parte di Dupieux(che cura anche sceneggiatura,fotografia e montaggio)che tralascia da subito qualunque premessa horror in favore di un tono da commedia stralunata tra Jacques Tati e i fretelli Farrelly,con un duo di simpatici sbandati prerdenti ma sinceramente amici e la cui amicizia non viene meno nell'assurda vicenda che li vede coinvolti.La trama quasi assente si basa sulle singole trovate all'insegna dell humour nonsense che non sempre va a segno,e se i protagonisti sono azzeccati la Exarchopoulos è abbastanza fastidiosa.Ma la mosca gigante(ottimamnente realizzata tra effetti protesici e un pizzico di CGI)è tenera e memorabile,e rispetto ai toni cinici dei precedenti lavori del regista c'è una piacevole leggerezza generale.
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Un'altra opera bizzarra da parte di Dupieux(che cura anche sceneggiatura,fotografia e montaggio)che tralascia da subito qualunque premessa horror in favore di un tono da commedia stralunata tra Jacques Tati e i fretelli Farrelly,con un duo di simpatici sbandati prerdenti ma sinceramente amici e la cui amicizia non viene meno nell'assurda vicenda che li vede coinvolti.La trama quasi assente si basa sulle singole trovate all'insegna dell humour nonsense che non sempre va a segno,e se i protagonisti sono azzeccati la Exarchopoulos è abbastanza fastidiosa.Ma la mosca gigante(ottimamnente realizzata tra effetti protesici e un pizzico di CGI)è tenera e memorabile,e rispetto ai toni cinici dei precedenti lavori del regista c'è una piacevole leggerezza generale.Evitare la versione doppiata.
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felicity
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lunedì 31 gennaio 2022
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divertimento di squisito stampo demenziale
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Mandibules è un road-buddy-movie in una Francia costiera che sembra quasi la California con le sue dune sabbiose e le sue siepi, che vede Jean-Gab e Manu rinvenire nel bagagliaio di un’automobile originariamente destinata ad un losco affare un moscone gigante grosso come un cane.
Posta la premessa a impulso del film senza troppe domande da parte di nessuno, i due decidono di ammaestrare la a dir poco esotica creatura (che regalerà soddisfazioni nel corso del film) per poterle insegnare a commettere rapine per conto loro («come un drone»). Da qua prende il via la natura erratica e sconclusionata della commedia franco-belga, che spara tutta la sua varietà di cartucce molto rapidamente, poche ma efficaci nel contornare senza troppi giri di boa (il film dura circa un’ora e venti) quello che vuole andare a fare senza perdersi in chiacchiere che non siano quelle dei due incredibilmente affiatati protagonisti.
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Mandibules è un road-buddy-movie in una Francia costiera che sembra quasi la California con le sue dune sabbiose e le sue siepi, che vede Jean-Gab e Manu rinvenire nel bagagliaio di un’automobile originariamente destinata ad un losco affare un moscone gigante grosso come un cane.
Posta la premessa a impulso del film senza troppe domande da parte di nessuno, i due decidono di ammaestrare la a dir poco esotica creatura (che regalerà soddisfazioni nel corso del film) per poterle insegnare a commettere rapine per conto loro («come un drone»). Da qua prende il via la natura erratica e sconclusionata della commedia franco-belga, che spara tutta la sua varietà di cartucce molto rapidamente, poche ma efficaci nel contornare senza troppi giri di boa (il film dura circa un’ora e venti) quello che vuole andare a fare senza perdersi in chiacchiere che non siano quelle dei due incredibilmente affiatati protagonisti.
È quando però al duo viene ad aggiungersi anche l’elemento di uno incontro-scontro con la realtà vacanziera di un gruppo di borghesi di città (e in questa circostanza Dupieux accarezza l’idea di alcuni isterismi e cliché sociali) che l’umorismo finisce per conoscere ulteriori picchi umorali. L’aggiunta del personaggio della qui biondissima Adèle Exarchopoulos si incastona alla perfezione nella costruzione di un triangolo delle dementi meraviglie, visto che la peculiarità che contraddistingue la ragazza è l’essere costretta a comunicare solamente urlando a causa di un incidente che ne ha intaccato alcune attività cerebrali.
E probabilmente è proprio la Exarchopoulos ad essere il vero pendolo del film tagliando Mandibules a metà con una esilarante prova ad espressione di un incredibile potenziale comico dell’attrice, fondendosi alla perfezione nel tessuto ironico che lega i due protagonisti in un’amicizia rafforzata genialmente (qua c’è da dirlo) dalle scelte di alcune ritualità («toro») capaci di diventare molto rapidamente il primo, vero tormentone di un regista che potrebbe aver imboccato la giusta via.
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maramaldo
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domenica 20 giugno 2021
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elogio della mosca
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Anche Kafka pensò ad uno scarraffone gigante, vi entrò con tutte le scarpe delle sue angosce. Bello non era (tranne che "a mamma sua"), si capisce come a nessuno sia venuta voglia di riesumarlo. Per fortuna, Mr Oizo ha letto anche Luciano di Samosata. "Tradisce" la remota ispirazione almeno una volta, a far parlar troppo gli stupidi...
Intendiamoci, alieno dall'ingraziosire. E' quella la Costa Azzurra? Ancor meno dall'ingentilire, Dupieux. Sull'umano, espressioni balorde, volti scialbi, tipe bruttarelle, tutti poco accattivanti quasi quanto il vorace insettone. Trovato in una scassata macchina tedesca con targa del Canton di Vaud.
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Anche Kafka pensò ad uno scarraffone gigante, vi entrò con tutte le scarpe delle sue angosce. Bello non era (tranne che "a mamma sua"), si capisce come a nessuno sia venuta voglia di riesumarlo. Per fortuna, Mr Oizo ha letto anche Luciano di Samosata. "Tradisce" la remota ispirazione almeno una volta, a far parlar troppo gli stupidi...
Intendiamoci, alieno dall'ingraziosire. E' quella la Costa Azzurra? Ancor meno dall'ingentilire, Dupieux. Sull'umano, espressioni balorde, volti scialbi, tipe bruttarelle, tutti poco accattivanti quasi quanto il vorace insettone. Trovato in una scassata macchina tedesca con targa del Canton di Vaud.
Oddio, che vorrà dire? Du calme! Non vi rovinate la serata. Tralasciate per qualche istante che ci sia alla base una qualche metafora, l'impietosa visione antropologica. Tutt'al più una descrizione bonariamente maliziosa dei connazionali. Distesi, quindi, ossia senza riserve mentali, accogliete il film come un "sano" e innocente nonsense da intrattenimento.
E poi, scusate, c'è Adèle e i suoi decibel. Exploit inenarrabile. Fate del bene anche a voi stessi, non perdetela.
P.S. Non mi scoraggiate la solita caduta, stavolta più innocua, nello strapaese. In una novella di Pirandello (a suo modo, un antropologo umorista) alla fine s'incontra una mosca. Si strofina le zampine, "soddisfatta" di aver trasmesso il carbonchio ad un povero "Giurlà". Quentin ha letto anche quella? Chiedeteglielo e fatemi sapere, per cortesia. Ci tengo.
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