Mandibules - Due uomini e una mosca

Film 2020 | Commedia, 77 min.

Regia di Quentin Dupieux. Un film Da vedere 2020 con Grégoire Ludig, David Marsais, Adèle Exarchopoulos, India Hair, Roméo Elvis. Cast completo Titolo originale: Mandibules. Genere Commedia, - Francia, 2020, durata 77 minuti. Uscita cinema giovedì 17 giugno 2021 distribuito da I Wonder Pictures. - MYmonetro 3,43 su 23 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento giovedì 17 giugno 2021

Due amici decidono di lavorare con una mosca addomesticata. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Cesar, In Italia al Box Office Mandibules - Due uomini e una mosca ha incassato 32,1 mila euro .

Consigliato sì!
3,43/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 3,28
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
un'ode esilarante all'idiozia che celebra l'irrazionale e disegna una Francia senza senso.
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 10 settembre 2020
Recensione di Marzia Gandolfi
giovedì 10 settembre 2020

Jean-Gab e Manu sono amici per sempre e scemi da sempre. In missione per conto di un misterioso cliente, devono consegnare una valigetta in cambio di una banconota da cinquecento euro. Rubata una vecchia auto per la trasferta, trovano nel cofano una mosca gigante e decidono di addestrarla al furto. Insieme cullano il sogno di diventare ricchi ma la strada è lunga e l'imprevisto dietro l'angolo.

Come essere felici in un mondo infelice? Quentin Dupieux non ha la risposta ma in settantasette minuti riesce a farci dimenticare la pandemia e qualsiasi altro accidente attuale.

Mandibules è una bolla d'aria, un'ode esilarante all'idiozia servita da due imbecilli definitivi (Grégoire Ludig e David Marsais). Due perdenti assoluti che contaminano il mondo con la loro stupidità, fino al caos.

Dopo Doppia pelle, storia di una passione monomaniacale per il 'camoscio', Quentin Dupieux continua il suo bestiario cinematografico, imbarca una mosca enorme e non indietreggia davanti a niente. Nemmeno davanti alle idee più dementi che converte in commedie assurde e deliranti. Il suo cinema gira intorno a un'idea fissa e accompagna i suoi idioti infantili con tenerezza, rammentandoci che forse non sono loro i più folli.

Mandibules si fa più perturbante coi 'normali', che poi tanto normali non sono dietro i loro cancelli e dentro le loro piscine. La salute mentale, fortunatamente, difetta al film come il senso. Sopra, sotto, dietro, davanti, non c'è niente. Inutile cercare un messaggio nascosto o un sottotesto engagé.

Dupieux non impone letture, non ci guida, non ci chiede di comprendere qualcosa. Le porte sono aperte per chi vuole entrare (o uscire) e godersi un Adèle Exarchopoulos finalmente contre-emploie. Decisa a non restare l'attrice (fisica) di un ruolo (La vita di Adele), negozia una tregua e si integra perfettamente nell'universo di Dupieux. La sua Agnès, affetta da un problema vocale in seguito a un incidente sugli sci, non può impedirsi di parlare forte e di smascherare invano una "taureau mensonge" (una bugia), a cui tutti, persino il rapper Roméo Elvis, finiranno per credere.

Esilarante fino all'orrore, l'ultra commedia di Quentin Dupieux celebra l'irrazionale e disegna una Francia senza senso. Se siete fan del principio di realtà lasciate stare, l'autore venera il nonsense. Vedere i suoi film vuol dire muoversi fuori dai territori battuti dalle convenzioni narrative classiche. Mandibules osserva l'anticonformismo e cerca un equilibrio tra nullità e terrore, costruendo un gioco che è sempre una bomba, una bomba inesplosa. Perché nessuno come Dupieux pratica l'arte dell'impassibilità.

Seguendo il movimento di ridimensionamento del suo cinema, già attivo in Doppia pelle, il regista firma un film à l'os. Mandibules è tranchant, secco, diritto. È un viaggio senza ritorno di due amici per la pelle, una linea dritta verso un delirio cronenberghiano.

Più esplicita e meno terrificante dell'aberrante metamorfosi di Jeff Goldblum, la grossa mosca di Dupieux è soprattutto un cadeau provvidenziale, la 'gallina dalle uova d'oro' di due insuperabili teste vuote. Mandibules assomiglia a un racconto di David Cronenberg girato però dai fratelli Farrelly (Scemo & più scemo). Il film è pieno di trovate comiche, come il tormentone "taureau", che la coppia protagonista declina in tutte le salse.

Grégoire Ludig e David Marsais non hanno lo "style de malade" di Jean Dujardin (Doppia pelle) ma fanno davvero di tutto per farsi ricordare dentro un trip eccentrico spogliato di qualsiasi intenzione. Quentin Dupieux, musicista (Mr. Oizo) prima di rivelarsi regista, fa il meno possibile, radicalizza il suo cinema e avanza inarrestabile come La Linea di Cavandoli. Una 'linea' libera che non devia mai dalla traiettoria orizzontale di cui è parte integrante. Taureau émotion.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
lunedì 31 gennaio 2022
Felicity

Mandibules è un road-buddy-movie in una Francia costiera che sembra quasi la California con le sue dune sabbiose e le sue siepi, che vede Jean-Gab e Manu rinvenire nel bagagliaio di un’automobile originariamente destinata ad un losco affare un moscone gigante grosso come un cane. Posta la premessa a impulso del film senza troppe domande da parte di nessuno, i due decidono di ammaestrare [...] Vai alla recensione »

domenica 20 giugno 2021
Maramaldo

Anche Kafka pensò ad uno scarraffone gigante, vi entrò con tutte le scarpe delle sue angosce. Bello non era (tranne che "a mamma sua"), si capisce come a nessuno sia venuta voglia di riesumarlo. Per fortuna, Mr Oizo ha letto anche Luciano di Samosata. "Tradisce" la remota ispirazione almeno una volta, a far parlar troppo gli stupidi.

FOCUS
FOCUS
domenica 20 giugno 2021
Giovanni Bogani

Due scemi trovano una mosca nel bagagliaio di un’auto, una mosca enorme grande come un mastino napoletano. E sognano di addestrarla, per usarla come un drone. Se lo racconti così a un amico, quello ti prende per matto. E invece Mandibules è un bel film. E mentre rivedi lo screener sul computer, ti ritrovi a ridere da solo, in piena notte. Funziona. 

“Toro-torò!” dicono i due sciagurati. E le loro mani si congiungono, facendo il segno delle corna. È un saluto che si sono inventati, che non significa niente e che significa molto. Un po’ come il film. “Torò-bonjour, torò-émotion, torò-bonne nuit”. Una parola che si riempie di ogni significato: a sottolineare ogni momento di complicità, di sintonia, i due si scambiano il segno del toro. Perché? Non lo sanno neanche loro. Loro, in effetti, non sanno niente, navigano nella vita a casaccio. Ingenui, infantili, irresistibili.

Mandibules è scritto e diretto da Quentin Dupieux – anche musicista e produttore discografico, che molti conoscono come Mr. Oizo, una storpiatura per “oiseau”, uccello. È stato presentato Fuori Concorso lo scorso settembre alla Mostra del Cinema di Venezia, e aveva regalato un po’ di leggerezza a giornalisti e appassionati, in una Mostra più cupa e lugubre, per ovvi motivi. Ora, il 17 giugno, esce nelle sale con I Wonder Pictures. Ed è un’occasione per innamorarsi di un film molto meno scombinato e naif di quanto possa sembrare.

Manu – Grégoire Ludig – lo incontriamo in una spiaggia vicino a Saint Tropez. La luna si desta con lui, ma non c’è nessuno a ballare il twist, come nella canzone di Peppino Di Capri. È lui che dorme sulla spiaggia, d’inverno, avvolto in un piumone, e scivola nottetempo verso l’acqua. Ma non se ne cura. Ha il capello lungo, la trasandezza e la flemma del drugo Jeff Bridges ne Il grande Lebowski dei fratelli Coen. Un tipo gli propone di trasportare una valigetta: soldi in contanti e niente domande. Fin qui, tutto regolare. Potrebbe essere Tarantino, Wenders, Samuel Fuller.
 

Manu ruba una vecchia Mercedes forse già rubata; si ferma per raccogliere l’amico Jean-Gab – lo interpreta David Marsais; i due sono celebri su Youtube come il duo Palmashow. E via, insieme. Sentono uno strano rumore nel bagagliaio: aprono, e trovano una mosca. Enorme. Roba da animazione anni ’50, B-movies di fantascienza, ma poco importa. La mosca la chiameranno Dominique, avrà perennemente fame, mangerà scatolette di cibo per gatti.

FOCUS
giovedì 10 giugno 2021
Marzia Gandolfi

Mandibules è la nuova cronaca bestiaria (e bestiale) di Quentin Dupieux. Dopo lo stiloso daim (Doppia pelle), che ‘prendeva vita’ addosso all’impostore feticista di Jean Dujardin, Mandibules ci convince dell’esistenza di un dittero domestico in un mondo che sembra aver perso la ragione. Grande pupazzo articolato con la testa dinoccolata, la mosca di Dupieux è fedele all’assurdo di Alfred Jarry, drammaturgo francese precursore di un teatro rivoluzionario e deliberatamente provocatorio, in grado di formulare nuovi valori estetici, dissacrando il reale e ricorrendo a enormi caricature o a immagini deformi e grottesche. Da sempre al cuore del cinema horror, dal Nosferatu il vampiro di Murnau a La mosca di Cronenberg, la mouche questa volta vola alta, indifferente al genere e al sentimento di repulsione che la sua apparizione semplicemente suscita. Jean-Gab e Manu, due imbecilli definitivi, lo hanno capito bene e decidono di addomesticarla per un esperimento futuro da cui sperano di ricavare una fortuna. L’idea è quella di trasformarla in una sorta di drone per il trasporto illecito di merci.

Rinvenuta per caso nel cofano di una vettura, quella mosca dalle proporzioni esagerate è un regalo dal cielo per i nostri eroi e per la loro amicizia, essenzialmente lucrativa, che ha come obiettivo quello di fare soldi e se possibile senza il minimo sforzo. L’appetito del resto, il ‘nutrimento’ sono una delle preoccupazioni maggiori del tandem, più che un bisogno vitale, una pulsione animale.

L’origine del pachidermico dittero, al centro di un piano infallibile, meglio, di un'altra idea malade di Dupieux, resterà però un mistero per lo spettatore, l’emanazione morbosa delle sue ossessioni e dei suoi film passati. Dopo i toni cupi di Au Poste! e Doppia pelle, coi loro eccessi criminali, Mandibules rinnova il carattere solare dei suoi ‘film americani’ (Rubber, Wrong). Sceso dalla montagna (Doppia pelle) al livello del mare che bagna la Costa Azzurra, il cinema di Dupieux cambia pelle e paradigma, adottando una linea più accessibile e una sceneggiatura obbediente a una logica interna comprensibile. Quello che bisogna accettare è la mouche come l’anomalia dell’Agnès di Adèle Exarchopoulos, che si esprime urlando e parlando con voce autoritaria. Pettinata come Greta Thunberg, la giovane militante svedese, Agnès detiene la verità ma nessuno l’ascolta perché fa troppo rumore.
 

Marionetta di lattice dalle gambe digitali, la mosca del film è pescata dal generoso bestiario fantastico di serie B, affollato di tarantole giganti e altri mostri ronzanti che attaccano le nostre città. Entomologo della nostra specie, Dupieux fa la sua muta, si incolla le ali e si fa insetto docile dotato di una visione frattale del mondo e del suo consumismo volatile. Non solo il suo film vede le cose in grande ma le vede anche raddoppiate come la dose di comicità assurda servita dal duo David Marsais e Grégoire Ludig.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 15 settembre 2020
Fiaba Di Martino
Film TV

Ci sono due candidi nullatenenti, una mosca extralarge da ammaestrare, una roulotte scassata, 500 euro da incassare per il trasporto di una dentiera di diamanti e una nevrotica Adèle Exarchopoulos spaccatimpani. La barzelletta folle e con lieto fine di Quentin Dupieux è di fatto il suo primo spensierato divertissement : un'ode demenziale e nonsense all'amicizia (in questo caso virile) come unica e [...] Vai alla recensione »

domenica 6 settembre 2020
Adriano De Grandis
Il Gazzettino

Infine eccoci all'ultima burla di Quentin Dupieux, che stavolta racconta la storia di due amici per la pelle, infantili e un po' scemi, alle prese con una mosca gigantesca, che tentano di allevare. Non c'è il Dupieux più teorico stavolta, ma "Mandibules" è un cazzeggio intelligente che ha trovate geniali, finale compreso. Certo Cronenberg avrebbe offerto i personaggi in pasto alla supermosca, ma qui [...] Vai alla recensione »

lunedì 21 giugno 2021
Gianni Canova
We Love Cinema

"Toro! Toro!". Si salutano così, Manu e Jean-Gab: chiudono la mano destra a pugno, distendono l'indice e il mignolo a simulare la forma delle corna taurine e incrociano i pugni fino a toccare le nocche delle dita, mentre pronunciano entrambi la formula appena ricordata. Perché lo fanno? "Per niente...", rispondono quando qualcuno glielo chiede. Ma poi aggiungono: "Quando siamo d'accordo.

sabato 19 giugno 2021
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Due uomini e una mosca. Gigante, occupa per intero il bagagliaio di un' automobile. Scassata, come i due giovanotti protagonisti, che non si scompongono e cercano di addestrare l' insetto. Potrebbe andare a rapinare banche, chi sospetterebbe mai di una mosca con un bel vestitino addosso? I nostri la trovano per caso dentro un auto che hanno rubato per consegnare una valigia, a missione compiuta riceveranno [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 giugno 2021
Fabiana Sargentini
Close-up

Adeguarsi, prendere le misure, accettare l'umorismo di Mandibules, è come passare attraverso un tubicino tutto attorcigliato di una cannuccia da clown e finire, al termine del viaggio allucinato, in un cocktail altamente alcolico che trascina con sé ogni onda nel flûte fino a ridere quasi a strozzarsi. Il paradosso iniziale vissuto dai due protagonisti Jean-Gab (David Marsais) e Manu (Grégoire Ludig) [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 giugno 2021
Valerio Caprara
Il Mattino

Una volta recepito il bonus culturale, il nuovo spettatore liberato (suvvia un po' più di coraggio, non esistono solo i ristoranti) avrà tutto il diritto di rivolgersi a una commedia come Mandibules - Due uomini e una mosca firmata dal quarantaseienne Quentin Dupieux, produttore discografico e musicista (con lo pseudonimo di Mr. Oizo) trasformatosi in regista sconosciuto da noi ma di culto in Francia. [...] Vai alla recensione »

venerdì 18 giugno 2021
Andrea Chimento
Il Sole-24 Ore

Tra le novità in sala si segnala invece «Mandibules» di Quentin Dupieux, regista francese noto anche con lo pseudonimo di Mr. Oizo per la sua attività di dj musicale, che prosegue nel proporre pellicole dal taglio surreale e grottesco, come aveva fatto anche col precedente «Doppia pelle».Presentato all'ultima Mostra di Venezia, il film vede come protagonisti due amici decisamente squinternati che, [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 giugno 2021
Eugenio Renzi
Il Manifesto

Da anni, Quentin Dupieux spiega che la critica si è limitata ad interpretare i film, e che il momento è venuto di goderseli. E poi si è arreso. Forse più per lassitudine che per convinzione, ha finito per ammettere che l' idea di unire due scemi e una mosca grande come un tacchino non è altro che un diabolico esempio di come la finzione possa incontrare il documentario sociale, il tutto impacchettato [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 giugno 2021
Emiliano Morreale
La Repubblica

Due balordi, Jean-Gab e Manu, incaricati di consegnare una misteriosa valigia a un miliardario, rubano un' automobile, ma dal bagagliaio sentono provenire dei rumori: a produrli è una mosca gigante delle dimensioni di un grosso cane. I due, non troppo stupiti dalla presenza dell' animale, pensano di ammaestrarla per farle compiere rapine. I film di Dupieux, produttore discografico (con lo pseudonimo [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 giugno 2021
Daniele De Angelis
Cineclandestino

Finalmente. Anche in Italia è arrivato il momento in cui il pubblico potrà godersi in sala - purtroppo c'è da temere non moltissime, dato il periodo - il cinema di Quentin Dupieux. Il suo nono (!) e sinora ultimo lungometraggio è risultato quello buono, trovando in I Wonder Pictures una coraggiosa distribuzione: Mandibules (2020), già presentato fuori concorso all'ultima Mostra del Cinema di Venezia. [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 giugno 2021
Marina Visentin
Cult Week

Che cosa c'è nella valigia che Manu (Grégoire Ludig) deve andare a prendere da un certo Michel-Michel e portare a destinazione senza fare domande e intascando la nemmeno tanto modica cifra di cinquecento euro? E che cosa vuol dire il segno del "toro" che Manu e l'amico Jean-Gab (David Marsais) si scambiano in continuazione, a sancire (piccolissimi) successi come a lenire l'ennesimo (catastrofico) fallimento [...] Vai alla recensione »

martedì 15 giugno 2021
Michele Anselmi
Cinemonitor.it

Era il 5 settembre del 2020, alla Mostra del cinema di Venezia. In una giornata assai tendente al mesto, tra "Miss Marx" e "Pieces of a Woman", un piccolo film francese di 78 minuti, messo tra i fuori concorso, finì per far tornare il sorriso sui visi del festivalieri afflitti. E fu un piccolo trionfo di critica. Il titolo? "Mandibules", cioè mandibole, una cine-bizzarria, tra fantastica e demenziale, [...] Vai alla recensione »

martedì 15 giugno 2021
Giona A. Nazzaro
Film TV

La più grande furbizia delle cose intelligenti è quella di apparire inevitabilmente stupide. Si tratta di una questione di apparenze che, come ben sappiamo, è più urgente della sostanza. Quentin Dupieux, da questo punto di vista, è in netta controtendenza rispetto ai suoi connazionali, e ha dato vita a un vero e proprio surrealismo a bassa intensità camuffato da campionario di osservazioni comportamentali [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 giugno 2021
Francesco Costantini
Asbury Movies

Jean Gab (David Marsais) e Manu (Grégoire Ludig) sono grandi amici. Non hanno una lira e, non è consequenziale ma importante, sono eroicamente scemi. Un cliente misterioso li assolda per consegnare una valigetta dal fumoso contenuto in cambio di un lussureggiante bigliettone da cinquecento euro. Lo spostamento richiede una macchina. I due non hanno la macchina, quindi devono rubarla.

venerdì 11 settembre 2020
Lorenzo Rossi
Cineforum

Jean-Gab e Manu, due perfetti idioti sulla quarantina, fannulloni e perdigiorno, vivono di espedienti. Una mattina trovano nel bagagliaio di un'auto rubata una mosca gigantesca, delle dimensioni di un cane di media taglia. Decidono di provare ad ammaestrarla e insegnarle a rubare cibo e altri beni primari per conto loro, così da poter stare al mondo senza faticare e continuare a non fare niente nella [...] Vai alla recensione »

martedì 8 settembre 2020
Alessandro Cinquegrani
Filmcronache

Due balordi trovano una mosca gigante in un bagagliaio e decidono di ammaestrarla in modo che provveda a piccoli furti al posto loro. Ma la storia è un susseguirsi di goffaggini inconcludenti con scambi di persone, gag banali e una strana ragazza costretta a urlare ogni volta che parla. Vorrebbe essere un film demenziale, leggero, privo di pretese, ma si ride davvero poco e la messa in scena è priva [...] Vai alla recensione »

domenica 6 settembre 2020
Cristina Piccino
Il Manifesto

A Quentin Dupieux piacciono le ossessioni specie se straordinarie. Nel film precedente, Le Daim - in Italia uscito col titolo Doppia pelle - ruotavano intorno a un giubbotto di pelle di daino omicida stavolta al centro c' è una mosca gigante, ma soprattutto ci sono due amici senza un soldo e non troppo acuti, combinazione che cambia i toni dal surreale nero all' umorismo del «buddy film».

domenica 6 settembre 2020
Luca Barnabé
Duels.it

Le mandibole del titolo sono protesi contenute in una misteriosa valigetta, ma anche le fauci mosse da un insetto gigantesco sempre inquadrato nell'atto di masticare. Questo per dire che la bizzarria e l'eccentricità sono l'anima e il centro pulsante del nuovo film di Quentin Dupieux (Le daim, Wrong Cops). Un film (fuori concorso) in cui ogni dettaglio cresce fino al parossismo del verosimile.

domenica 6 settembre 2020
Daria Pomponio
Quinlan

"Non è niente di speciale, non ha un significato particolare", questa battuta, che all'interno di Mandibules di Quentin Dupieux viene utilizzata per spiegare il non-sense della curiosa forma di saluto tra due amici (fanno il gesto delle corna, intrecciano le dita e dicono "toro!"), rispecchia alla perfezione l'intero film e buona parte della filmografia del regista parigino.

sabato 5 settembre 2020
Antonio D'Onofrio
Sentieri Selvaggi

Con Mandibules, presentato a Venezia Fuori Concorso, Quentin Dupiex parla di una svolta nel suo cinema. Fatto finora di humor nero, ossessioni personali, personaggi sconclusionati ed una forte componente mortifera. Principalmente delle commedie della morte, dalle quali vuole definitivamente distanziarsi, parole sue, per passare a quelle della vita. La storia racconta di due amici Jean-Gab e Manu, [...] Vai alla recensione »

sabato 5 settembre 2020
Federico Pontiggia
La Rivista del Cinematografo

Si ride, sorride, ridacchia. Come abbiamo fatto altre volte, da Scemo & più scemo a Louise-Michel, e come abbiamo già fatto, ma con un retrogusto più mortifero, nel corpus dello stesso Quentin Dupieux, il regista, musicista e discografico francese, di cui poco tempo fa abbiamo visto anche nel nostro Paese Doppia pelle, black comedy sulla liaison tra Jean Dujardin e un giubbetto di daino.

sabato 12 giugno 2021
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Se è vero che ridere allunga la vita, vedere i film di Quentin Du pieux ci potrebbe rendere immortali. Dunque il mondo del cinema dovrebbe andar fiero dell' esistenza di questo Dj francese che dal 2002 si divide fra house music e cinefilia, mistero buffo e geniale che ha reso la demenzialità assoluta il filtro interpretativo della nostra meschina quotidianità.

NEWS
CELEBRITIES
lunedì 7 giugno 2021
Fabio Secchi Frau

Produttore e musicista francese sotto lo pseudonimo di Mr. Oizo, Quentin Dupieux è anche un regista del cinema grottesco e surrealista d'oltralpe. Lo conferma il suo nuovo film, Mandibules - Due uomini e una mosca - in sala dal 17 giugno con I Wonder [...]

TRAILER
venerdì 21 maggio 2021
 

Un film sull’amicizia, divertente e surreale, che vuole essere un’ode all’irrazionale. Da giovedì 17 giugno al cinema. Guarda trailer e poster »

MOSTRA DI VENEZIA
giovedì 10 settembre 2020
Marzia Gandolfi

Quentin Dupieux firma un'ultra commedia tranchant, che celebra l'irrazionale e disegna una Francia senza senso. Fuori Concorso a Venezia 77 e prossimamente al cinema. Vai all'articolo »

NEWS
lunedì 24 maggio 2021
 

Due amici decidono di lavorare con una mosca addomesticata. Vai all'articolo »

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