Titolo originale | Gretel and Hansel |
Titolo internazionale | Gretel & Hansel |
Anno | 2020 |
Genere | Horror, |
Produzione | USA |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Oz Perkins |
Attori | Sophia Lillis, Alice Krige, Jessica De Gouw, Ian Kenny, Charles Babalola Samuel Leakey, Abdul Alshareef, Fiona O’Shaughnessy, Donncha Crowley, Jonathan Gunning, Giulia Doherty, Jonathan Delaney Tynan, Darlene Garr, Melody Carrillo, Nessa Last, Harry O'Cualacháin. |
Uscita | mercoledì 19 agosto 2020 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Midnight Factory |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,93 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 30 ottobre 2020
La rivisitazione in chiave horror della tradizionale favola dei fratelli Grimm. In Italia al Box Office Gretel e Hansel ha incassato 338 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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In un Medio Evo trasognato e volutamente impreciso, la giovane Gretel e il fratellino Hansel sono costretti a vivere una vita assai grama: il padre è morto e la madre nutre sentimenti estremamente negativi suggeriti dall'estrema povertà. Gretel e Hansel sono quindi costretti a fuggire di casa senza niente e senza nemmeno una direzione verso cui andare. Incontrano un cacciatore che dà loro riparo e li indirizza ai boscaioli per raggiungere i quali i due ragazzini devono inoltrarsi ulteriormente nel bosco. La fame e vari pericoli sono in agguato, ma a un certo punto Hansel sente profumo di torta e i due sono inesorabilmente attratti da una casetta nel bosco dove trovano una tavola imbandita di ogni leccornia. Vengono accolti da un'anziana donna estremamente amichevole, i cui modi cordiali nascondono però un oscuro segreto.
Il film è una cupa favola horror che, diversamente da altri esempi recenti (su tutti i funambolico Hansel & Gretel - Cacciatori di streghe di Tommy Wirkola), prende la famosa storia di Hansel e Gretel in modo serio e ne trae spunto per visualizzare un immaginario funereo e mesto nel quale i bambini devono aggirarsi in cerca di una via per la difficile sopravvivenza.
L'atmosfera densa di umori macabri è affascinante e dona alla storia un abito di notevole efficacia evocativa. La consapevolezza di Gretel che dove c'è l'abbondanza c'è l'eccesso e quindi il Male si confronta con la gioia di Hansel contento di avere finalmente trovato qualcosa che plachi la sua atavica fame. La percezione del pericolo, quindi, è ottenebrata dalla pancia satolla, ma persiste.
L'andamento è lento, ipnotico e accompagna Gretel alla scoperta non solo dell'oscuro segreto dell'anziana che li ha accolti, ma anche e soprattutto alla scoperta di se stessa e del proprio oscuro segreto in un interessante gioco di rimandi che concretizza un classico racconto di formazione e di presa di coscienza.
La vicenda, con i suoi notevoli sottotesti metaforici sul potere e su ciò che si è disposti a pagare per ottenerlo, si dipana senza particolari sorprese, ma si lascia guardare con interesse anche per la notevole cura nella messa in scena da parte di Osgood Perkins, figlio del mitico Anthony Perkins e regista che ha già in passato mostrato personalità e amore per le atmosfere macabre e sinistre (Sono la bella creatura che vive in questa casa).
Il cambiamento nel consueto ordine dei nomi dei protagonisti rimarca come in questo caso la vera protagonista sia Gretel, interpretata con piglio sicuro e capacità da Sophia Lillis, lanciata qualche anno fa dal successo di It. Notevole anche la prova della veterana Alice Krige - indimenticata protagonista di un vecchio e riuscito horror come Storie di fantasmi - nel ruolo della strega.
Torna al cinema un grandissimo classico delle fiabe dei fratelli Grimm che, però, stavolta, dà fin dal titolo il giusto spazio alla vera protagonista della vicenda: Gretel & Hansel gioca con il titolo tradizionale della storia a ragion veduta perché fin da subito mette in chiaro che è proprio la fanciulla a essere il personaggio risolutore di tutta la narrazione.
La trama è sempre quella: due giovani fratelli - in questa versione di sedici e otto anni, rispettivamente - si ritrovano all'interno di una foresta cupa, inospitale e spettrale, soli e costretti a badare a sé stessi. Gretel, la maggiore, e Hansel, il fratellino più giovane, incontrano Holda, una donna che si rivelerà essere una potente strega malvagia. Il resto, più che storia, è la storia.
Dietro la macchina da presa troviamo Oz Perkins, regista, attore e sceneggiatore americano alla sua terza esperienza alla direzione di un film. Specializzato nel filone horror, che ha già sperimentato con Sono la bella creatura che vive in questa casa e February - L'innocenza del male, i suoi due lavori precedenti, stavolta Perkins si misura con una storia conosciuta da tutti rivista, rivisitata, reinterpretata e riscritta già un'infinità di volte.
Forte del suo particolare gusto per le atmosfere cupe e per l'horror nel senso più ampio possibile, stavolta il regista vuole raccontare la fiaba di Hansel e Gretel spingendo fortissimo proprio sul fronte delle suggestioni orrorifiche e sul terrore che, pure, non mancano assolutamente nella versione originale dei fratelli Grimm. In questo senso, già il trailer dà un'idea piuttosto precisa dell'atmosfera del film: livida, pallida, spettrale ed estremamente inquietante.
Non solo: questa nuova versione cinematografica della vicenda si propone, come detto, di enfatizzare anche il ruolo di Gretel attraverso una rilettura che alcuni definirebbero femminista del personaggio, riproposto esplicitamente - anche vista la sua età ben più avanzata di quella di Hansel - come simbolo della donna forte e risoluta, capace di superare il suo dolore e le sue sofferenze pur di porre fine a una situazione tragica aggrappandosi a nient'altro che sé stessa.
Nei panni della protagonista, quindi, abbiamo la 17enne Sophia Lillis, fresca reduce dal successo di It, nel quale interpreta Beverly Marsh da giovane, e da Sharp Objects, la serie tv con Amy Adams uscita nel 2018. Di lei si parla come di una sicura futura star ed è indubbio che sia molto richiesta, al momento: questo è il suo secondo film da protagonista assoluta dopo Nancy Drew e il passaggio segreto che però era destinato al mercato home video e non al cinema. Al suo fianco, nei panni della strega cattiva, che qui si chiama Holda, troviamo la sudafricana Alice Krige, nota soprattutto ai fan di Star Trek per aver interpretato la regina Borg in più occasioni ma apparsa di recente anche in Thor - The Dark World. Completano il cast Jessica De Gouw, Charles Babalola, Ian Kenny e il giovanissimo Samuel Leakey, che interpreta Hansel.
Mai sottovalutare le fiabe e ridurle a meri racconti per bambini: non sono soltanto questo. Sono, invece, racconti leggibili a più livelli e non privi di risvolti oscuri, quando non addirittura inquietanti. Queste storie (sto parlando delle fiabe classiche ) avevano dei risvolti foschi e violenti accentuati perché erano i prodotti di una morale molto rigida e severa e nella quale [...] Vai alla recensione »
Film sulla scia del grandissimo "VVitch": un horror d'autore basato sulla riuscitissima costruzione di atmosfere e sulla trasposizione filmica del più autentico folklore nordico, anziché su puerili scenette ad effetto. Ma mentre "VVitch" rimaneva con grande coerenza nell'alveo del filone folcloristico, sforzandosi di mettere in scena un film della paura [...] Vai alla recensione »
ottime ambientazioni e cast in un film totalmente vuoto e sterile
A parte l’atmosfera tetra che si respira dall’inizio alla fine del film, merito soprattutto della fotografia di Olivares e dello scenografo, la storia in sé, ripresa dalla quasi omonima favola dei Grimm e tradotta in un horror privo di suspense e senza pathos, offre ben poche emozioni allo spettatore. Oz Perkins si sofferma troppo sulla stessa inquadratura; la conseguenza è la frequente staticità dell’azion [...] Vai alla recensione »
Nn capisco l'entusiasmo nei commenti. Film decisamente brutto. Boh, immagino sia di nicchia, non per tutti.
Ambientazioni cupe e suggestive, a tratti visionarie. Affascinante il ruolo della vecchia strega. Il punto debole è il ritmo narrativo, spesso troppo lento, e l'incisività della narrazione stessa che diventa via via sempre più approssimativa e statica.
Questo film non mi è piaciuto, per il semplice fatto che aveva un andamento lento e ipnotico, oltre che noioso e di poco contenuto cinematografico.
Rivisitazione in chiave dark per la celebre fiaba di Hansel e Gretel. Il regista Perkins realizza un horror cupo, tetro, spettrale con un'apprezzabile fotografia ed una scenografia che si rivela azzeccata alla storia. Un incubo costante nel quale lo spettatore piomba, attratto, o meglio, stregato, da un paesaggio magnificamente macabro.
Mi è davvero piaciuto molto, evocativo, fiabesco e molto inquietante. La musica poi... Sembra proprio di essere trasportati in un altro mondo.
Sono le operazioni come Gretel e Hansel a ricordarci, involontariamente o meno, come il The Witch di Robert Eggers sia stato in fondo l'unica vera pietra miliare dell'horror emersa in questi ultimi cinque anni. Nel 2015, pur di fronte ad un certo plauso di critica e una reazione incuriosita da parte del grande pubblico, se ne resero conto in pochi; ma quel minuscolo film avrebbe da solo rilanciato [...] Vai alla recensione »
L'innocenza del male, fin dal sottotitolo italiano dell'esordio di February, è ancora il territorio prediletto per le ricognizioni horror di Osgood "Oz" Perkins: che sono ossessive, hanno una portata quasi "cosmica" nel modo in cui avviluppano e schiacciano le loro protagoniste, ma sono poi "piccole", intime, complice il confinamento in spazi sempre ristretti: la scuola nel già citato February, la [...] Vai alla recensione »
Due fratelli fuggono da una madre negativa, rimasta vedova. Inoltratisi nel bosco in cerca dei cacciatori, finiscono nella casa di una donna anziana, catturati dal profumo di cibo di una tavola imbandita di ogni prelibatezza. Ma la verità è tutt'altra. Partendo dai Grimm, Oz Perkins, figlio di Anthony, confeziona una favola horror, inquietante ma anche senza sorprese, interessando soprattutto per le [...] Vai alla recensione »
Perché Streghe, la popolare serie ideata da Constance M. Burge ormai più di vent'anni fa, è ancora così amata da generazioni diverse e vanta una nutrita comunità di ammiratori che chiedono un ritorno delle sorelle Halliwell in un film-evento che magari renda giustizia a chi non ha sopportato l'uscita di scena di Shannen Doherty? Una delle risposte è nelle parole del produttore esecutivo E.
Folk: termine di origine germanica (Volk), inestricabilmente connesso alla sfera del Wald: i vasti territori boscosi, solo limitatamente penetrati, che finiscono per fare da sfondo a pratiche, costumi e sopravvivenze marginali e periferiche. Questa suggestione applicata all'horror ha prodotto, tra gli anni 60 e 70, una tonalità cinematografica ottenuta mescolando isolamento rurale, neopaganesimo e [...] Vai alla recensione »