figliounico
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venerdì 19 gennaio 2024
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episodio di gomorra ma più romanzato
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Marco D’Amore se la canta e se la suona, scrive il soggetto e la sceneggiatura insieme ad altri, dirige ed interpreta da protagonista il suo primo film e con risultati notevoli per un neofita della regia. Buona l’idea di raccontare in parallelo, alla stregua di Sergio Leone in C’era una volta l’America, la vita dell’Immortale da adulto, nel suo presente di criminale inviato in Lettonia dal boss Don Aniello, Nello Mascia, a dirigere un traffico di droga, ma quando si decideranno a legalizzarla, e da ragazzino, con un personaggio che in verità richiama alla mente quello di Oliver Twist, un orfanello cresciuto nella Napoli post terremoto in una banda di scugnizzi, piccoli delinquenti dediti a furti di strada, capeggiati da un adulto che è una versione aggiornata ai nostri tempi del Fagin di Dickens.
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Marco D’Amore se la canta e se la suona, scrive il soggetto e la sceneggiatura insieme ad altri, dirige ed interpreta da protagonista il suo primo film e con risultati notevoli per un neofita della regia. Buona l’idea di raccontare in parallelo, alla stregua di Sergio Leone in C’era una volta l’America, la vita dell’Immortale da adulto, nel suo presente di criminale inviato in Lettonia dal boss Don Aniello, Nello Mascia, a dirigere un traffico di droga, ma quando si decideranno a legalizzarla, e da ragazzino, con un personaggio che in verità richiama alla mente quello di Oliver Twist, un orfanello cresciuto nella Napoli post terremoto in una banda di scugnizzi, piccoli delinquenti dediti a furti di strada, capeggiati da un adulto che è una versione aggiornata ai nostri tempi del Fagin di Dickens. Il film non deluderà i fan della serie Gomorra di cui alla fine è un episodio esteso e un po’ più romanzato degli altri, anzi per certi aspetti del tutto inverosimile.
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fabrizio friuli
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mercoledì 28 luglio 2021
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il john wick di secondigliano
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In seguito allo sparo , Ciro di Marzio viene ripescato nel mare notturno e rivela di non essere deceduto. Dopo questo " colpo di scena " , L' Immortale si rivolge a Don Aniello Pastore per cambiare nuovamente la sua vita , ed egli viene mandato in Europa , tuttavia, si ritrova coinvolto in una faida mafiosa tra un clan russo ed un clan locale, però , dopo numerose ed anche rischiose situazioni egli riesce a sopravvivere, come al solito . Quando la vicenda si conclude , egli ritorna in Italia ed incontra colui che ha tenuto sotto la sua ala, ovvero Genny Savastano.
L' intero lungometraggio è stato realizzato in maniera egregia, con personaggi autentici e credibili, ambientazioni scelte con arguzia , però, i difetti non mancano : il primo è il fatto che Ciro Di Marzio sia ancora vivo ( e che non vogliano mai farlo morire ), ed il secondo difetto è la sua trasformazione nel film che lo possiede come protagonista: infatti, così come in uno dei primi episodi della terza stagione , egli appare come l'eroe di un film d'azione degli Stati Uniti, come John Wick, riuscendo a rimanere sempre integro in qualsiasi situazione.
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In seguito allo sparo , Ciro di Marzio viene ripescato nel mare notturno e rivela di non essere deceduto. Dopo questo " colpo di scena " , L' Immortale si rivolge a Don Aniello Pastore per cambiare nuovamente la sua vita , ed egli viene mandato in Europa , tuttavia, si ritrova coinvolto in una faida mafiosa tra un clan russo ed un clan locale, però , dopo numerose ed anche rischiose situazioni egli riesce a sopravvivere, come al solito . Quando la vicenda si conclude , egli ritorna in Italia ed incontra colui che ha tenuto sotto la sua ala, ovvero Genny Savastano.
L' intero lungometraggio è stato realizzato in maniera egregia, con personaggi autentici e credibili, ambientazioni scelte con arguzia , però, i difetti non mancano : il primo è il fatto che Ciro Di Marzio sia ancora vivo ( e che non vogliano mai farlo morire ), ed il secondo difetto è la sua trasformazione nel film che lo possiede come protagonista: infatti, così come in uno dei primi episodi della terza stagione , egli appare come l'eroe di un film d'azione degli Stati Uniti, come John Wick, riuscendo a rimanere sempre integro in qualsiasi situazione. Oltretutto, si possono individuare alcuni vaghi riferimenti alla serie stessa ( per esempio, la scena in cui Ciro di Marzio trova dentro una scatola di cartone il capo reciso di Don Aniello Pastore , ricorda una scena apparsa in un episodio della quarta stagione, però, ricorda anche una delle scene emblematiche del Padrino parte 1ª ). Perciò, L' Immortale può essere apprezzato per la concreta realizzazione dei personaggi e delle ambientazioni che hanno contraddistinto la serie Gomorra fin dal suo principio , tuttavia, non è opportuno sopravvalutare il lungometraggio in questione , sia per il fatto che Ciro Di Marzio venga sempre graziato , mentre la maggior parte dei personaggi sono deceduti " regolarmente " ed anche per la trasformazione del personaggio principale , che sicuramente ritornerà ad essere il mentore ( o la balia ) di Gennarino Savastano, garantendo una possibile decrescita del giovane leader camorristico, la sceneggiatura del film è accettabile, anche la regia , la recitazione è assolutamente sublime, specialmente quella di Marco D' Amore , ma la questione di Ciro Di Marzio è come una falla su una nave. Disquisendo della faida con il clan russo presente nel film , è anche possibile notare un altro riferimento ad uno degli episodi della prima stagione di Gomorra ( quando Ciro Di Marzio ha a che fare con il clan malavitoso russo a Barcellona e viene coinvolto nel contrasto mafioso nuovamente fuori dall' Italia ).
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luca scialo
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giovedì 17 settembre 2020
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riuscito a metà
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Esordio alla regia, da solista, per Marco D'Amore. Immancabilmente, portando sul grande schermo il personaggio che lo ha reso celebre: Ciro Di Marzio della fortunatissima serie televisiva Gomorra. Il film si pone come ponte tra la quarta serie finita di lì a poco e la futura quinta. Ciro Di Marzio è sopravvissuto anche questa volta, fedele al soprannome che porta fin da neonato. Quando fu l'unico a sopravvivere ad un terremoto. Viene incaricato di gestire il traffico di droga in quel della Lituania, nella capitale Riga. Ma come sempre gli accade nella vita, la linearità e la scontatezza non fanno parte della sua quotidianità. Anche qui, dovrà quindi fare i conti con tradimenti e voglia di mettersi in proprio.
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Esordio alla regia, da solista, per Marco D'Amore. Immancabilmente, portando sul grande schermo il personaggio che lo ha reso celebre: Ciro Di Marzio della fortunatissima serie televisiva Gomorra. Il film si pone come ponte tra la quarta serie finita di lì a poco e la futura quinta. Ciro Di Marzio è sopravvissuto anche questa volta, fedele al soprannome che porta fin da neonato. Quando fu l'unico a sopravvivere ad un terremoto. Viene incaricato di gestire il traffico di droga in quel della Lituania, nella capitale Riga. Ma come sempre gli accade nella vita, la linearità e la scontatezza non fanno parte della sua quotidianità. Anche qui, dovrà quindi fare i conti con tradimenti e voglia di mettersi in proprio. Il film segue il classico canovaccio tra presente e ripetuti flashback, per far conoscere la storia del personaggio protagonista. Il finale del film farà da punto di partenza per la quinta serie. Una ottima trovata pubblicitaria, quella "del ponte", presentandolo come imperdibile per agganciarsi a quest'ultima. Detto ciò, la pellicola è riuscita a metà. Interessante nella parte "storica", alquanto ripetitiva in quella dell'oggi. L'impressione finale è che punti più a sfruttare il grande successo della serie, anziché mostrarsi come indispensabile. Quando bastava dedicare a ciò una semplice puntata. La prima della quinta e forse ultima serie di Gomorra.
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belliteam
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martedì 25 agosto 2020
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un po'' di gomorra tra napoli e la lettonia (riga)
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Marco D'Amore ci racconta la storia di uno dei personaggi di Gomorra, Ciro, detto l'immortale.
Il film e' stato girato in Lettonia, a Riga, dove al protagonista viene offerta "una seconda vita", senza piu' nulla da perdere (cit. Ciro).
Tra mafie russe, bande criminali, ed un gruppo di immigrati italiani sospesi tra la voglia di cambiar vita, in meglio, e gli ideali famigliari si susseguono gli eventi, con uno splendido alternarsi anche di flashback (la vera carta vincente del film) con Ciro da piccolo.
In definitiva un buon film, che a volte viene penalizzato da dialoghi un po' troppo stereotipati, ma che risulta piacevole anche nelle scene piu' esplosive.
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Marco D'Amore ci racconta la storia di uno dei personaggi di Gomorra, Ciro, detto l'immortale.
Il film e' stato girato in Lettonia, a Riga, dove al protagonista viene offerta "una seconda vita", senza piu' nulla da perdere (cit. Ciro).
Tra mafie russe, bande criminali, ed un gruppo di immigrati italiani sospesi tra la voglia di cambiar vita, in meglio, e gli ideali famigliari si susseguono gli eventi, con uno splendido alternarsi anche di flashback (la vera carta vincente del film) con Ciro da piccolo.
In definitiva un buon film, che a volte viene penalizzato da dialoghi un po' troppo stereotipati, ma che risulta piacevole anche nelle scene piu' esplosive.
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willywillywilly
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giovedì 6 agosto 2020
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genesi di un antieroe
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Ciro Di Marzio, temuto boss di Secondigliano, è uno che dalla vita è stato miracolato sin dalla nascita tanto da essere presto soprannominato "l'immortale" per aver visto la morte in faccia così da vicino ma per esservi scampato per un soffio.
Listinto di sopravvivenza nei vicoli di Napoli insieme alle frequentazioni sin da uaglione con i meglio boss e sgherri di secondigliano lo hanno reso un criminale spietato, sanguinario e animato da una smania di potere tanto da diventare in giovane età il temuto boss di Secondigliano.
Ha lasciato una scia di sague e morte dietro di se Ciro, ha scannato anche persone innocenti, ha perso la sua umanità.
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Ciro Di Marzio, temuto boss di Secondigliano, è uno che dalla vita è stato miracolato sin dalla nascita tanto da essere presto soprannominato "l'immortale" per aver visto la morte in faccia così da vicino ma per esservi scampato per un soffio.
Listinto di sopravvivenza nei vicoli di Napoli insieme alle frequentazioni sin da uaglione con i meglio boss e sgherri di secondigliano lo hanno reso un criminale spietato, sanguinario e animato da una smania di potere tanto da diventare in giovane età il temuto boss di Secondigliano.
Ha lasciato una scia di sague e morte dietro di se Ciro, ha scannato anche persone innocenti, ha perso la sua umanità...non ha più paura di morire perchè non c'è più nessuno che l'aspetta. Tutto distrutto anche la sua famiglia che lui stesso ha ucciso.
Adesso che anche la morte non lo chiamato ancora a se ma ormai tutti credono che sia stato ucciso per mano di suo "fratello" Genny Savastano, ha una seconda possibilità: rifarsi una seconda vita lontano da Napoli e dall'Italia. Ma per lui non c'è possibilità di redenzione: dannato , ormai senza nulla da perdere, continuerà la sua fama criminale anche nella fredda Lettonia, riuscendo a farsi rispettare anche dalla temuta mafia russa.
La trama, se analizzata a freddo, così come i protagonisti, non portano nulla di buono: è la storia di un criminale, camorrista, che si da bambino è abituato a muoversi tra colpi di pistola e fuggire dagli sbirri. Ciro non è un esempio da seguire per nessuno, h aucciso così tanta gente che ormai si è perso il conto dei cadaveri.
Eppure è un antieroe carismatico, interpretato da un bravo attore che con questa prima opera si è fatto pure regista di se stesso: e il risultato è convincente: mi sono piaciute le fredde atmosfere nordiche, i continui flashback con il passato, gli sguardi intensi ed i lunghi silenzi. La trama è abbastanza articolata da tenere alta l'attenzione fino alla fine.
Non ho visto la violenza brutale della serie....Ciro pare più umano, più maturo. non vuole fare più la guerra ma la sua natura di dannato ha il sopravvento ancora una volta.
Da vedere, opera sicuramente intrigante, che si distacca dalla serie che ha visto la genesi dell'Immortale.
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carlo t.
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lunedì 4 maggio 2020
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imperscrutabili le vie del successo
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Qualche spunto descrittivo e narrativo si coglie nella parte di film dedicata a Ciro bambino. La parte parallela della sua maturita' post Gomorra si trascina stancamente priva anche delle improbabilita' adrenaliniche della violenza spettacolare della serie televisiva. La staticita' espressiva di Marco D'Amore Sto arrivando! Ormai di maniera ed e' in linea con quella del film.
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carlo t.
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lunedì 4 maggio 2020
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imperscrutabili le vie del successo
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Qualche spunto interessante si coglie nella parte dedicata a Ciro bambino,grazie anche alla freschezza dei personaggi. La parte parallela di Ciro post Gomorra si trascina stancamente,priva anche della improbabilita' adrenalinica della serie televisiva. La staticita' espressiva di Marco D'Amore e in linea con quella del film.
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fabiuz62
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giovedì 26 marzo 2020
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un film pesante che non aggiunge niente alla saga.
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Da amante della serie "Gomorra" avevo aspettative forse troppo alte, ma questo film non si avvicina nemmeno a quello che è lo spirito, le ambientazioni, il racconto della serie tv.
Trama labile, personaggi improbabili, continui fastidiosi remake, Cirù che ha la stessa identica espressione dal primo all'ultimo fotogramma.
La seconda stella solo per la costruzione del finale...
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enzo70
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martedì 24 marzo 2020
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un film che completa la narrazione di gomorra
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In tutte le stagioni di Gomorra è sempre mancato un pezzetto di storia: quello dell’infanzia di Ciro di Marzio. L’abbiamo conosciuto agli ordini di Pietro Savastano, ne abbiamo seguito le gesta criminali in numerosissime puntate in televisione. Marco d’Amore decide di raccontarci le storia in un film che passa per il cinema e che fa anche buoni incassi. La storia inizia in Lettonia dove Ciro si ritrova dopo che il proiettile sparato da Genny gli ha sfiorato il cuore. E proprio lì ritrova Bruno, l’uomo che l’ha cresciuto, cui ha affidato la sua difficile adolescenza. E’ l’occasione per raccontare la storia di Ciro, con un continuo flash back.
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In tutte le stagioni di Gomorra è sempre mancato un pezzetto di storia: quello dell’infanzia di Ciro di Marzio. L’abbiamo conosciuto agli ordini di Pietro Savastano, ne abbiamo seguito le gesta criminali in numerosissime puntate in televisione. Marco d’Amore decide di raccontarci le storia in un film che passa per il cinema e che fa anche buoni incassi. La storia inizia in Lettonia dove Ciro si ritrova dopo che il proiettile sparato da Genny gli ha sfiorato il cuore. E proprio lì ritrova Bruno, l’uomo che l’ha cresciuto, cui ha affidato la sua difficile adolescenza. E’ l’occasione per raccontare la storia di Ciro, con un continuo flash back. Il film non ha il ritmo di Gomorra, è decisamente più lento, in particolare nella prima parte. Non mancano le scene violente che hanno reso Gomorra celebre; né la durezza del linguaggio che è stato un altro elemento di forza della serie. Alla fine una storia semplice, più che altro complementare alla narrazione di Gomorra.
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giovedì 19 marzo 2020
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film del tutto inutile
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Mi dispiace per il sig.D'Amore, buon attore e forse, un giorno, regista di un buon film e non di un film di cui nessuno sentiva il bisogno.
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