Troppa grazia |
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Un film di Gianni Zanasi.
Con Alba Rohrwacher, Elio Germano, Giuseppe Battiston, Hadas Yaron.
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Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 110 min.
- Italia, Spagna, Grecia 2018.
- Bim Distribuzione
uscita giovedì 22 novembre 2018.
MYMONETRO
Troppa grazia
valutazione media:
3,06
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Se l'apparizione divina sconvolge la geometra
di Emiliano Morreale La Repubblica
Vai dagli uomini e di' loro di costruire una chiesa dove ti sono apparsa". Così parla una signora/donna dal manto azzurro a Lucia (Rohrwacher), geometra incaricata di fare alcuni rilevamenti per una megastruttura che dovrà sorgere su un campo. Lucia la scambia per una profuga, ma lei le rivela di essere la madre di Gesù. E a vederla è solo lei, con esiti spesso comici, perché la geometra resiste con tutti i mezzi alle richieste della Madonna, e le due finiscono a volte con l'accapigliarsi. D'altro canto, il progetto, gestito da amministratori di pochi scrupoli in combutta con un vanesio architetto, ha modalità tutt'altro che limpide. Lucia, esasperata, viene spinta in ogni modo ad approvare il progetto, ma le richieste dell'apparizione hanno ovviamente una loro forza persuasiva. Lo spunto di Zanasi è quantomeno curioso, e cerca di inserire tra le pieghe di un cinema italiano medio una ventata di umorismo poco tradizionale, da commedia indipendente americana, che ha spesso caratterizzato le sue cose migliori (come Non pensarci, con Valerio Mastandrea). Forse anche per questo ha convinto i selezionatori della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, dove è stato presentato vincendo anche il premio per il miglior film europeo. Qui l'idea di fondo è la refrattarietà di questa donna (non credente, madre single che ha appena lasciato il compagno, ed è alle prese con un difficile rapporto con la figlia adolescente) alle richieste di una Madonna un po' svampita e un po' cocciuta. I primi confronti tra le due, le liti, e alcune gag come quella in cui la Madonna fa da posteggiatrice, sono strane e indovinate. Alba Rohrwacher, come spesso le capita, conferma una vena comica che dovrebbe tirare fuori più spesso, affiancata da Carlotta Natoli come amica sovraeccitata, e dalla giovane Rosa Vannucci nel ruolo della figlia, che in effetti le somiglia in maniera impressionante (meno convincente Elio Germano nel ruolo dell'ex compagno). L'idea un po' si stempera man mano, le parti sulla figlia o quelle col padre vecchio jazzista sono meno felici, ma la regia di Zanasi è comunque mossa, energica, mai banale anche quando eccede con l'uso della musica. La leggerezza, l'esilità perfino, dello spunto e delle sue variazioni è un'occasione per guardare in tralice un'Italia malinconica, quasi abbandonata, in cui anche la corruzione non ha il sapore sulfureo della commedia anni 70, ma vive in una sorta di opaca rassegnazione. Ancora una volta, come in altri film del regista, la provincia è il terreno d'elezione di un racconto che schiva i sociologismi e i moralismi, rimanendo sospeso e svagato, in maniera spesso piacevole.
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