Un film stra-ordinario in cui si ride molto. Una lettera d'amore e un'ode pagana agli artisti. Recensione di Paola Casella, legge Roberta Azzarone.
di A cura della redazione
Lucia è una geometra nota per la sua pignoleria. Il sindaco del paese le affida un rilevamento su un terreno destinato a diventare un impero immobiliare. Ma su quel terreno Lucia vede la Madonna, che le ordina di costruire una chiesa. Troppa grazia è un film stra-ordinario, nel senso che è completamente fuori norma: dunque perfetto per raccontare la storia di un incontro paranormale. Alba Rohrwacher, mai così brava e bella, mette a disposizione corpo, mente e cuore senza mai tirarsi indietro. È la sua essenza luminosa a dare a Lucia quella credibilità continuamente sfidata da una trama che spiazza noi come la protagonista.
Si ride molto, ma Troppa grazia non è soltanto una commedia. È una lettera d'amore a chi non si accontenta, in un'epoca in cui accontentarsi sembra un destino inevitabile.
In occasione dell'uscita al cinema di Troppa grazia in sala dal 22 novembre, Roberta Azzarone interpreta la recensione di Marzia Gandolfi.