The Big Sick - Il matrimonio si può evitare... l'amore no |
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Un film di Michael Showalter.
Con Kumail Nanjiani, Zoe Kazan, Holly Hunter, Ray Romano.
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Titolo originale The Big Sick.
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 119 min.
- USA 2017.
- Cinema
uscita giovedì 16 novembre 2017.
MYMONETRO
The Big Sick - Il matrimonio si può evitare... l'amore no
valutazione media:
3,36
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Chi è il più malato?di ZararFeedback: 13464 | altri commenti e recensioni di Zarar |
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giovedì 23 novembre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Se si riesce a perdonare al protagonista la noia delle performance cabarettistiche sue e dei suoi amici (il nostro eroe è un aspirante comico tutt’altro che brillante), il film è gradevole, anche se non eccezionale. Alla base, la storia vera dell’attore e scenografo Kumail Nanjiani, che interpreta se stesso, e di sua moglie, Emily, nel film interpretata daZoe Kazan. L’uno è pakistano figlio di immigrati, l’altra americana del North Carolina. Vivono a Chicago. Quello che potrebbe essere l’incontro di una notte tra l’aspirante comico e la studentessa di psicologia diventa inaspettatamente un amore. Ma qui cominciano i problemi, perché nella tradizionalissima famiglia di Kumail si dà per scontato che egli farà un matrimonio combinato dai genitori con una ragazza pakistana musulmana, come è d’uso nella loro cultura, e lo stesso Kumail, pur essendo stato educato come un qualsiasi ragazzo americano, non se la sente assolutamente di rompere con i genitori che ama e rispetta, pur non condividendone i valori. Il rapporto tra i due ragazzi arriva ad un punto di grave crisi per l’ambiguo atteggiamento di Kumail, e dovrà passare attraverso una grave malattia di Emily perché le cose si chiariscano e si giunga finalmente ad un lieto fine. Oscillando tra commedia e dramma, il film ha una sua originalità nel far evolvere la storia tutta o quasi nel rapporto tra Kumail con se stesso, la sua famiglia e la famiglia di Emily, pur essendo la presenza-assenza di Emily malata sullo sfondo la chiave degli sconvolgimenti emotivi che porteranno allo scioglimento della complicata situazione . E’ anche apprezzabile che il conflitto culturale non sia artificiosamente radicalizzato per dimostrare una tesi; il racconto non esita a rappresentare le incertezze, le lentezze, le contraddizioni, il pianto e il riso che sono della vita reale. Ma il film è – nonostante gli aspetti drammatici – stranamente sottotono, e i caratteri, sia quelli dei protagonisti principali che quelli dei personaggi di contorno, sono poco definiti. Mancano il ritmo, l’incisività, la verve che avevano film ben diversamente brillanti su temi analoghi, quali ‘My Beautiful Laundrette’ o ‘Sognando Beckham’.
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