alessandro
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giovedì 15 ottobre 2020
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a proposito di robert guèdiguian
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da anni mi piacciano i film di Robert Guèdiguian. In italia è poco conosciuto se non dagli appassionati di cinema, o addetti ai lavori. Le case di distribuzione sembra, o decisamente non hanno interesse a distribuirlo bene in Italia. Ovviamente guardano il botteghino. in un momento come questo le iniziative di qualunque genere sono mutilate dal Covid, quindi non è facile proporre, ma credo sarebbe bello far conoscere un regista profondo, poetico, intelligente a tutti coloro che amano il cinema. vorrei riunire gli amanti del cinema di Guèdiguian, formare una sorta di rappresentanza del regista in Italia. Costituire un sodalizia che diffonda e faccia conoscere sue opere.
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da anni mi piacciano i film di Robert Guèdiguian. In italia è poco conosciuto se non dagli appassionati di cinema, o addetti ai lavori. Le case di distribuzione sembra, o decisamente non hanno interesse a distribuirlo bene in Italia. Ovviamente guardano il botteghino. in un momento come questo le iniziative di qualunque genere sono mutilate dal Covid, quindi non è facile proporre, ma credo sarebbe bello far conoscere un regista profondo, poetico, intelligente a tutti coloro che amano il cinema. vorrei riunire gli amanti del cinema di Guèdiguian, formare una sorta di rappresentanza del regista in Italia. Costituire un sodalizia che diffonda e faccia conoscere sue opere. La metodologia credo si possa trovare collettivamente.
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lbavassano
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venerdì 8 novembre 2019
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l'arte difficile del dialoghista
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Bel film, molto bello per certi punti di vista, la location, ovviamente, innanzitutto, e la storia, che è anche la nostra storia, quella di una generazione costretta a fare i conti, non facili, con il proprio passato, con i propri ideali, con le proprie illusioni, con una giovinezza troppo ingombrante. Rovinata però, a mio parere, perlomeno nella versione italiana, dai dialoghi, costantemente troppo altisonanti, privi di misura, di quella quotidianità (da non confondersi con la sciatteria) indispensabile per rendere credibili i personaggi, i rapporti umani.
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frascop
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giovedì 19 settembre 2019
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delizioso
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Un delizioso film francese di un autore di 64 anni di Marsiglia che ha visto gli immigrati prendere il posto dei proletari di una volta. "Scompaiono dei vasetti di marmellata, una coperta, e nascosti tra gli arbusti della collina Armand e Joseph scoprono tre bambini dai grandi occhi neri, spaventati, silenziosi: due maschietti, una materna bambina, come sono stati loro, Ariane, Armand e Joseph: sono quelli che i militari stanno cercando, ma i tre fratelli non sono diventati lepenisti e neppure leghisti", ha scritto Natalia Aspesi. C'è una scena favolosa che vale tutto il film. Ad un certo punto irrompe un brano dei Rolling Stones e si vedono i protagonisti giovani su una Dyane nel 1968.
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Un delizioso film francese di un autore di 64 anni di Marsiglia che ha visto gli immigrati prendere il posto dei proletari di una volta. "Scompaiono dei vasetti di marmellata, una coperta, e nascosti tra gli arbusti della collina Armand e Joseph scoprono tre bambini dai grandi occhi neri, spaventati, silenziosi: due maschietti, una materna bambina, come sono stati loro, Ariane, Armand e Joseph: sono quelli che i militari stanno cercando, ma i tre fratelli non sono diventati lepenisti e neppure leghisti", ha scritto Natalia Aspesi. C'è una scena favolosa che vale tutto il film. Ad un certo punto irrompe un brano dei Rolling Stones e si vedono i protagonisti giovani su una Dyane nel 1968. Nessun trucco. Il regista aveva girato con gli stessi attori un altro film in quei tempi e ne ripropone un frammento. Il passato, il "come eravamo" ti spacca l'anima con la forza del grande cinema. La Francia che amiamo: Jean-Pierre Darroussin, quello della serie tv "Le Bureau", è meraviglioso, incarna "la gauche".
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nigel mansell
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sabato 12 gennaio 2019
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la casa sul mare di robert guédiguian (dic.18)
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Io adoro questo genere di film, solitamente sono francesi. Lenti, con lunghi dialoghi e intensi primi piani. Paesaggi incantevoli, un uomo e una donna, i loro problemi d’amore, tensioni sotto traccia, passati ingombranti. Sembra non accadere mai nulla, e i protagonisti fluttuano in storie che sembrano momentaneamente sospese nel tempo.
Diciamo da subito che il doppiaggio non rende giustizia a questo che è un ottimo film. E’ lento ed irreale, non fa che zavorrare la narrazione. Le voci assolutamente non sono azzeccate, soprattutto quella di Arianne Ascaride, Angèle nel film, tanto da farla apparire una vecchia megera.
C’è la tristezza e la disillusione di un’intera generazione, quella del 68, quella della sinistra militante, quella di chi voleva combattere con gli operai, salvo poi accorgersi che a quella categoria loro non appartenevano per nulla.
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Io adoro questo genere di film, solitamente sono francesi. Lenti, con lunghi dialoghi e intensi primi piani. Paesaggi incantevoli, un uomo e una donna, i loro problemi d’amore, tensioni sotto traccia, passati ingombranti. Sembra non accadere mai nulla, e i protagonisti fluttuano in storie che sembrano momentaneamente sospese nel tempo.
Diciamo da subito che il doppiaggio non rende giustizia a questo che è un ottimo film. E’ lento ed irreale, non fa che zavorrare la narrazione. Le voci assolutamente non sono azzeccate, soprattutto quella di Arianne Ascaride, Angèle nel film, tanto da farla apparire una vecchia megera.
C’è la tristezza e la disillusione di un’intera generazione, quella del 68, quella della sinistra militante, quella di chi voleva combattere con gli operai, salvo poi accorgersi che a quella categoria loro non appartenevano per nulla.
E i loro figli, quelli di fine millennio, vedono tutto questo come vecchiume, come cose incomprensibili e ormai superate. Cosa vuol dire ormai padrone, capitalismo, lotta di classe, tutti concetti ormai svuotati e privi di contenuto. E così pure la giovane amante di Joseph, una volta infatuata di questa epopea, se ne è ormai annoiata e distaccata. Ora vuole solo vivere la sua giovinezza e godere di ciò che la vita può offrirle, senza farsi tediare da preconcetti e teorie a cui intere generazioni avevano creduto e che ormai tristemente non hanno semplicemente più senso. Mi suggerisce l’immagine, che tutto questo abbia ormai la valenza di una nostra vecchia musicassetta per un ragazzo di oggi.
In effetti il mondo è andato da tutt’altra parte ed i protagonisti non lo hanno saputo leggere. Come temeva il “pescatore Giorgio” di Luca Carboni, il mondo è cambiato senza di loro, senza di noi.
Un po’ il tema caro e comune di tutta quella generazione europea, anche Moretti lo affrontò in Caro Diario, ma lui reagisce eroicamente: “Voi gridavate cose orrende e violentissime, e voi siete imbruttiti. Io gridavo cose giuste, e ora sono uno splendido quarantenne”.
E poi i giovani non ne vogliono più sapere neanche della splendida Calanque di Méjean, di quelle bellissimi case costruite sul mare nel tempo libero. Li animava il sogno di una futura vita da sogno al mare. Una volta era così viva e frequentata, e ora di contrasto, anche per via della stagione invernale, appare vuota e senza stimoli. E pure i vecchi abitanti sono ormai disillusi, deboli sia fisicamente che mentalmente. Vendono le loro case e fuggono, forse per non dover fare i conti con un passato una volta felice ma ora se rievocato, triste e doloroso.
Ma da queste rovine rinascerà la speranza per i tre fratelli giunti al capezzale del padre ormai ridotto ad un vegetale. Un nuovo amore per la sorella sfiorita e stanca attrice sulla via del tramonto, una nuova passione letteraria per il fratello ex dirigente e messo coattivamente a riposo e il sogno, per l’altro fratello che non se ne era mai andato, di continuare con il ristorante di famiglia, cibi semplici e poco elaborati, con prezzi popolari per tutti: un ristorante proletario.
E poi infine l’apparire di giovani profughi che verranno segretamente ospitati, per occultarli ai militari che battono le coste.
Guédiguain sembra volerli indicare come l’unica speranza per la vecchia Europa: con la loro gioia di vivere sembrano risvegliare la vecchia baia addormentata. E finanche il vecchio padre, alla fine del film, sembrerà destarsi e muoverà la testa per cercare di sentire le voci dei figli, di nuovo felici mischiate a quelle di quei piccoli profughi arrivati da chissà dove.
Ottima la fotografia di questa bellissima baia, che diventa così come la mitica Bodega Bay. Il maestoso ponte dagli alti archi sui quali i treni scorrono regolarmente: sono il mondo esterno, la vicina Marsiglia, la più lontana Parigi che faticano ad arrivare sino a lì, per rompere l’incanto dalla Casa Sul Mare de La Villa come da titolo originale.
Interessante l’irrompere delle immagini di un vecchio film del regista. Lui infatti gira spesso in quel luogo, con i medesimi attori: infatti si vedono i protagonisti a distanza di almeno quaranta anni.
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astromelia
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mercoledì 3 ottobre 2018
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idilliaca visione
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bellissima sceneggiatura,reale realtà contemporanea dei sentimenti e delle recriminazioni,attori incantevoli,location invidiabile,raramente se ne vedono film come questo,dove senza banalità si racconta il vissuto e il vivere quotidiano delle persone con le loro tragedie e i loro difetti....4 stelle e mezza
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emanuele1968
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giovedì 12 luglio 2018
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improbabile
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Commedia drammatica di una storia improbabile, difficile gestire i flebi, per non parlare del rischio piaghe da decubito e tanto altro, la storia tra Joseph e Bérangère pura fantasia... poi dipende dai soldi visto che va via con una mercedes forse regalata regalata dallo stesso Joseph, e non illuderti Angèle, Benjamin era solo un uomo disperato come tanti, poi
il duplice suicidio, l'eredita, no e un film con troppi film dentro, una macedonia di frutta. voto 2,5
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michelino
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mercoledì 6 giugno 2018
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michelino va al cinema
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Ogni volta che vedo un film di Robert Guédiguian
mi sembra di aver visto il suo film migliore, in realtà
magari non è vero; magari mi sento così vicino alla
vita e ai sentimenti politici e umani espressi dai suoi
personaggi dei film che forse il mio stato d'animo del
momento ne influenza troppo il giudizio.
Questa volta non è così...Questo è davvero il miglior
film di Robert Guédiguian, questo è uno dei migliori
film di tutto l'anno, vedere per credere.
Oltre a farsi volere bene questo film rasenta una
perfezione vicina al capolavoro.
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Ogni volta che vedo un film di Robert Guédiguian
mi sembra di aver visto il suo film migliore, in realtà
magari non è vero; magari mi sento così vicino alla
vita e ai sentimenti politici e umani espressi dai suoi
personaggi dei film che forse il mio stato d'animo del
momento ne influenza troppo il giudizio.
Questa volta non è così...Questo è davvero il miglior
film di Robert Guédiguian, questo è uno dei migliori
film di tutto l'anno, vedere per credere.
Oltre a farsi volere bene questo film rasenta una
perfezione vicina al capolavoro. Qui ci troviamo
davanti ad una 'macchina' che funziona a meraviglia
sotto tutti gli aspetti...attori bravissimi, regia vicinissima,
se non alla pari di quella dei migliori autori di cinema di
sempre, e sceneggiatura miracolosamente attenta e
limata a dovere.
Grande cinema o grande teatro, fate voi.
Tutto il set (la località filmata) è come un grande
palcoscenico teatrale, un luogo capace di spezzare
e ricomporre vite sentimenti desideri, la casa al
mare è dentro ognuno di noi, è un luogo più interore
che esteriore, rimbocchiamoci le maniche e puliamo
dalle erbacce quei sentieri che portano ad essa.
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lucainvernizzi
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domenica 20 maggio 2018
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lineare e intimista
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Il probelma del giudizio sintetico in stelle (o in palle), quando queste sono solo 5, è che 3 stelle riparametrate su una scala decimale significa 6. Quattro stelle però sarebbero troppe per questo film che raggiunge un 7 pieno.
Tre fratelli tra i cinquanta e sessant'anni, a causa di evento drammatico che ha colpito il padre, si ritrovano nella casa al mare della loro giovinezza . Si riaprono inevitabili ricordi e nostalgie, ma si ricuciono anche ferite rimaste aperte.
Gli accadimenti si susseguono senza fretta nel film come nel piccolo borgo ormai poco frequentato, nonostante la bellezza del porticciolo e la vicinanza con Marsiglia.
L'arrivo inaspettato di tre bambini profughi scombussolerà i loro progetti e metterà le cose sotto una nuova luce.
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Il probelma del giudizio sintetico in stelle (o in palle), quando queste sono solo 5, è che 3 stelle riparametrate su una scala decimale significa 6. Quattro stelle però sarebbero troppe per questo film che raggiunge un 7 pieno.
Tre fratelli tra i cinquanta e sessant'anni, a causa di evento drammatico che ha colpito il padre, si ritrovano nella casa al mare della loro giovinezza . Si riaprono inevitabili ricordi e nostalgie, ma si ricuciono anche ferite rimaste aperte.
Gli accadimenti si susseguono senza fretta nel film come nel piccolo borgo ormai poco frequentato, nonostante la bellezza del porticciolo e la vicinanza con Marsiglia.
L'arrivo inaspettato di tre bambini profughi scombussolerà i loro progetti e metterà le cose sotto una nuova luce.
Delicato, senza pietismi, laico e non severo. Un film da guardare con la testa e con il cuore.
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keope
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sabato 12 maggio 2018
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noia totale
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Raramente mi è capitato di essere così poco in sintonia con critica e pubblico,
Tutto il film sa di finto, di poco credibile e soprattutto è noioso,
Non sono credibili le coppie mostrate sullo schermo, il pescatore colto e fine intellettuale, l'atteggiamento di chi trova i genitori entrambi suicidi....
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susannes
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lunedì 7 maggio 2018
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la casa sul mare:
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Ci troviamo nei dintorni di Marsiglia e un padre di famiglia dopo un malore non riesce più ad avere alcun contatto col mondo esterno sebbene il suo organismo sia ancora in vita, i tre figli tornano per la divisione dell'eredità e cominciano a confrontarsi tra loro ma anche e soprattutto con se stessi e con il loro passato. Troviamo Angele, attrice di teatro e di televisione che non torna a casa da 20 anni poichè incolpa il padre e i fratelli della morte della figlia ancora bambina, c'è Armand che porta avanti un piccolo ristorante con lo spirito comunista del padre: cibo semplice e a basso prezzo per la gente locale e Joseph professore cinico e pessimista ma anche molto fragile e sensibile venuto dal padre insieme alla sua compagna che sta per lasciarlo.
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Ci troviamo nei dintorni di Marsiglia e un padre di famiglia dopo un malore non riesce più ad avere alcun contatto col mondo esterno sebbene il suo organismo sia ancora in vita, i tre figli tornano per la divisione dell'eredità e cominciano a confrontarsi tra loro ma anche e soprattutto con se stessi e con il loro passato. Troviamo Angele, attrice di teatro e di televisione che non torna a casa da 20 anni poichè incolpa il padre e i fratelli della morte della figlia ancora bambina, c'è Armand che porta avanti un piccolo ristorante con lo spirito comunista del padre: cibo semplice e a basso prezzo per la gente locale e Joseph professore cinico e pessimista ma anche molto fragile e sensibile venuto dal padre insieme alla sua compagna che sta per lasciarlo.Il film racconta il ritrovarsi e il ritrovare i protagonisti infatti durante il film riescono ad accettare il loro passato, a riscoprirlo per poi avere la forza di andare avanti con più consapevolezza e serenità. Angele capirà che la causa della morte della figlia non è da attribuirsi ad alcuno e troverà un nuovo amore, Armand insieme a Joseph decidono di continuare a portare avanti il ristorante come loro padre avrebbe desiderato e Joseph decide anche di continuare a scrivere il crollo dei suoi vecchi valori e la ricerca di nuovi. Si parla quindi di passato per affrontare il presente e il futuro, tematica che si coniuga non solo ai protagonisti ma anche alla cittadina che una volta era ricca e piena di vita considerata un piccolo posto in cui il socialismo e il comunismo trovavano pieno adempimento mentre adesso è una cittadina con qualche pescatore e quasi deserta a causa dei prezzi troppo alti e del riversamento nelle città , c'è un treno ad alta velocità che si vede durante tutto il film passare per la cittadina come a ricordare il cambiamento tecnologico che ha portato al cambiamento della realtà di questa cittadina ma anche della realtà francese in generale e troviamo anche dei bambini migranti che cercano una nuova vita e che vengono accolti dalla famiglia. Il padre personaggio che di fatto durante tutto il film non parla nè interviene con gli altri protagonisti è in realtà il vero motore e fulcro silenzioso di tutta la vicenda. La casa sul mare è un film semplice, lento e autentico. In cui vengono descritte scene di vita vera senza manierismi o eccessi ma in modo assolutamente efficace e semplice. Permette grazie al suo ritmo di soffermarsi anche durante il film a riflettere sulla sceneggiatura semplice ma pungente e sulle azioni e sentimenti dei personaggi. Personaggi che non vengono descritti in modo macchiettistico ma a tutto tondo mostrando le contraddizione nei comportamenti e nei sentimenti dell'essere umano che mai può essere semplicemente catalogato in una categoria. Film da vedere per farci riflettere sull'enorme legame tra l'individualità e la società e sul legame indissolubile tra passato e presente.
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