carloalberto
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mercoledì 18 agosto 2021
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il cupo funerale di alien
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Sequel senza mordente di Prometheus. Esaurita la forza icastica del pupazzo alieno, diventato, ormai, nell’immaginario collettivo, un mostro di casa, da mettere in soffitta insieme al fantasma col lenzuolo bianco e alle mille creature fantastiche che hanno popolato negli anni la filmografia di genere horror dal Nosferatu di Murnau in poi, Ridley Scott di concentra sul personaggio dell’automa, inserendosi nel nuovo filone fantascientifico, quello degli umanoidi folli, il cui capostipite può essere considerato il Roy Batty di Blade runner dello stesso Scott, nell’interpretazione ineguagliata di Rutger Hauer, rimasta nella storia del cinema, e con cui Fassbender, sebbene il suo automa sia calato in un altro contesto narrativo, deve fare i conti.
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Sequel senza mordente di Prometheus. Esaurita la forza icastica del pupazzo alieno, diventato, ormai, nell’immaginario collettivo, un mostro di casa, da mettere in soffitta insieme al fantasma col lenzuolo bianco e alle mille creature fantastiche che hanno popolato negli anni la filmografia di genere horror dal Nosferatu di Murnau in poi, Ridley Scott di concentra sul personaggio dell’automa, inserendosi nel nuovo filone fantascientifico, quello degli umanoidi folli, il cui capostipite può essere considerato il Roy Batty di Blade runner dello stesso Scott, nell’interpretazione ineguagliata di Rutger Hauer, rimasta nella storia del cinema, e con cui Fassbender, sebbene il suo automa sia calato in un altro contesto narrativo, deve fare i conti.
Tra Blade runner ad Alien Covenant sono passati però quasi quarant’anni e nel frattempo la figura dell’umanoide che si tormenta per non essere né carne né pesce è stata ampiamente sfruttata da hollywood e da ultimo ripresa, per l’ennesima volta, in Ghost in the shell, peraltro con modesti risultati, proprio perché oramai il tema è diventato noiosamente ripetitivo.
Il colpo si scena finale, che, tuttavia, si intuisce qualche sequenza prima e quindi sorprende poco o niente affatto, non basta a risollevare le sorti di un film nel complesso mediocre e che decreta una volta per tute la morte di Alien e la fine della saga.
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scarface9
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domenica 14 maggio 2017
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come la corazzata potemkin.....
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Zero suspence, zero tensione, interpretazioni scadenti di attori sconosciuti, escluso il glaciale doppio sintetico Fassbender, eroina lontana anni luce dalla grintosa Sigourney, ridicolo farle i capelli alla stessa maniera, secondo tempo che più che un film sembrava un videogame sparatutto con scene d'azioni alquanto inverosimili, riflessioni filosofiche che tendono ad annoiare più che a coinvolgere. Difficile fare peggio di Prometheus, ma nonostante il tempo trascorso e le critiche ricevute, bisogna ammettere che il sequel del prequel, attenzione ce ne sarà un terzo e chissà quant'altri ancora, verrà ricordato solo per il forte battage pubblicitario che accompagna ed accompagnerà per sempre questa amatissima saga che si sarebbe dovuta fermare, cinematograficamente parlando, al secondo capitolo di Cameron, ma purtroppo lo sappiamo tutti: "al portafoglio non si comanda ".
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luigi59
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sabato 13 maggio 2017
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ottimo film per patiti della saga e per neofiti
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Certo che ne leggiamo di stranezze su centinaia di siti, a conferma che ALIEN è diventata una FEDE, non una SAGA. A me ieri sera il film è piaciuto, molto, l'ho visto con una persona più giovane di me, che aveva visto solo il primo ALIEN e Prometeus, mentre chi scrive si è triturato tutti cofanetti possibili della SAGA dall' inizio alla fine (oltre che di qualunque altra che vi possa venire in mente dal 1960 ad oggi). Lei era terrorizzata, mentre il primo ALIEN, visto qualche settimana fa, le aveva quasi fatto tenerezza. Sono passati trent'anni, ragazzi, noi non siamo quelli di oggi, il cinema, anzi il CINEMA, deve fare miracoli per attirare spettatori che oramai sono abituati ad effetti speciali in computergrafica di enorme complessità.
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Certo che ne leggiamo di stranezze su centinaia di siti, a conferma che ALIEN è diventata una FEDE, non una SAGA. A me ieri sera il film è piaciuto, molto, l'ho visto con una persona più giovane di me, che aveva visto solo il primo ALIEN e Prometeus, mentre chi scrive si è triturato tutti cofanetti possibili della SAGA dall' inizio alla fine (oltre che di qualunque altra che vi possa venire in mente dal 1960 ad oggi). Lei era terrorizzata, mentre il primo ALIEN, visto qualche settimana fa, le aveva quasi fatto tenerezza. Sono passati trent'anni, ragazzi, noi non siamo quelli di oggi, il cinema, anzi il CINEMA, deve fare miracoli per attirare spettatori che oramai sono abituati ad effetti speciali in computergrafica di enorme complessità. Noi ci accontentavamo di vomitare per gli effetti speciali a bassissimo costo che Ridley aveva miracolosamente messo insieme quando "partorì" ALIEN (e manco quei soldi volevano dargli....perchè doveva essere un B Movie, mentre sappiamo come è andata a finire.). Oggi se proponi film di questo genere, Guardiani della Galassia per citarne uno, devi far balzare le persone con autentiche esplosioni in sala e quello accanto che sanguina o lo portano via con il 118, altrimenti ti stroncano: in più non hai quasi limite di budget, tanto sai già che potrai incassare il doppio, se ti va male, alla fine della fiera. Quindi, per tornare al film visto ieri, mi sento di consigliarlo a giovani e meno giovani, come chi scrive, perchè sta in piedi da solo anche se conosci zero di quelli del passato e, anche per i duri e puri, non c'è bisogno di passarlo ai raggi x per capire questo e quello rispetto agli altri della SAGA: sicuramente, è un capolavoro rispetto a Prometeus e questo vale il prezzo del biglietto. Per finire, ti lascia una voglia da morire di vedere cosa succede nei prossimi....e anche questo significa che il Film funziona..... punto.
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fabal
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venerdì 19 maggio 2017
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l'unicum che non c'è più
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L’astronave Covenant è diretta verso Origae-6 per fondare un nuovo pianeta colonia: trasporta duemila embrioni e un equipaggio di dodici persone più un androide. Durante il tragitto un membro dell’equipaggio intercetta un segnale proveniente da un pianeta più vicino e sconosciuto, ma a quanto pare ancora più ospitale di Origae-6. Il capitano decide così di cambiare la rotta della Covenant ed atterrare nel nuovo mondo.
La premessa è superflua: se il primo Alien segnava un solco buio e angoscioso tra l’uomo e il resto dell’universo (quello spazio ignoto dove “nessuno può sentirti urlare”) senza riflessioni filosofiche, senza ironia, senza progettualità esistenziale, già in Prometheus questo stile è stato completamente stravolto, e Covenant non può che proseguire sulla scia.
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L’astronave Covenant è diretta verso Origae-6 per fondare un nuovo pianeta colonia: trasporta duemila embrioni e un equipaggio di dodici persone più un androide. Durante il tragitto un membro dell’equipaggio intercetta un segnale proveniente da un pianeta più vicino e sconosciuto, ma a quanto pare ancora più ospitale di Origae-6. Il capitano decide così di cambiare la rotta della Covenant ed atterrare nel nuovo mondo.
La premessa è superflua: se il primo Alien segnava un solco buio e angoscioso tra l’uomo e il resto dell’universo (quello spazio ignoto dove “nessuno può sentirti urlare”) senza riflessioni filosofiche, senza ironia, senza progettualità esistenziale, già in Prometheus questo stile è stato completamente stravolto, e Covenant non può che proseguire sulla scia. Ora si cerca il senso, l’atto primigenio, come se una Volontà creatrice, di quelle con la V maiuscola, entrasse di prepotenza nella saga di Alien come a subordinarla metaforicamente ai nuovi mezzi del cinema: possiamo fare, e dunque facciamo. Nel film come nel cinema. David come Scott.
Alien Covenant appare subito imbrigliato dal dovere di spiegare, trovando dei nessi non richiesti che, anziché costruire un’intima e credibile coerenza con l’inizio della saga, ne indeboliscono il mordente, al punto di rendere lo stesso Xeno meno pauroso e affascinante. Alien, alieno: rimanda a un’entità distante, un forma biologica che non ha nulla da spartire con gli umani, che giace nello spazio profondo per la stessa ragione per cui esistono le mosche o i ragni. La mostruosità dello Xeno serve a sminuire il ruolo umano del cosmo, e il fascino del primo Alien stava tutto in questo scarto: volerlo spiegare, storicizzare a tutti costi è un autogol di compiacimento che accomuna lo stesso Scott al vero protagonista della pellicola. Non il vuoto, ma l’androide David, uno straordinario Michael Fassbender in grado di dominare sugli stessi Xeno come sul resto del cast. Questo rapporto privilegiato che si instaura tra creatore e creatura (in cui lo stesso Scott, in qualità di demiurgo, ci sguazza eccome), partorisce una morbosità surreale, e con essa un paio di scene da abbandono immediato della sala.
Il film comunque, se si escludono cadute di stile ridicole come il piccolo chestbuster che saluta, è discretamente godibile. Parte piuttosto bene con una prima mezz’ora di puro reboot, come lo era l’inizio di Prometheus (quello che no, non era assolutamente un prequel…). Alien Covenant è ora un episodio della saga dichiarato, non ha bisogno di un marketing depistatorio e gioca a carte scoperte: sentiamo subito le due note ossessive del primo tema di Jerry Goldsmith e una grafica nei titoli di testa molto familiare. Il giochino è schematico ma divertente: con Noomi Rapace, vista anche la somiglianza, era immediato trovare la novella Ripley. Ora c’è la Waterston, immediatamente riconoscibile come eroina ma col viso più dolce e i modi più aggraziati. Oltretutto ha un marito, perché tutto l’equipaggio è formato da coppie.
Le cose precipitano (per il film come per i suoi protagonisti) dopo lo sbarco sul pianeta: l’incontro con i proto-Xenomorfi lascia perplessi, e anche l’intera storia che collega Covenant al precedente Prometheus pare il frutto di un progetto stravolto, in barba alla coerenza di trama, dal tentativo di riscattare il mezzo fiasco del 2012. Quindi via gli Ingegneri, di cui non sappiamo quasi nulla, via la brava Noomi Rapace, per concentrarsi solo sull’Alien. Quel mostro ideato da Hans Ruedi Giger è ora interamente digitalizzato, più fluido e dal piglio anfetaminico, conosciamo la sua genesi (quasi biblica per il modo in cui è trattata) e questo ne riduce parecchio il fascino assassino.
Degni di nota sono i terrificanti incroci di laboratorio, prototipi del futuro xeno, che ricalcano i cloni di Ripley nell’unica sequenza veramente antologica dell’evanescente quarto capitolo Alien, La clonazione: qui troviamo qualcosa di molto simile, in grado di generare una vera angoscia nello spettatore, sebbene con le forzature già elencate.
La fotografia, comunque, inonda lo spettatore di immagini visionarie di sicura efficacia, alternando i mostri velocizzati a scene cupe in un ambiente quasi eremitico.
Poi vi sono classiche scene di azione, sangue che scorre a fiumi e l’immancabile confronto finale un po’ sbrigativo e banalotto.
Nel complesso ad Alien Covenant manca quell’immediatezza spiazzante del primo vero Alien. E’ un film contorto, che si guarda volentieri se si è ormai entrati nell’ottica che il cinema è una fabbrica seriale, a puntate, che vive di “stagioni” come le serie tv e non aspira alla creazione dell’unicum, il gioiellino perfettamente circoscritto e autoconclusivo. Ma quelli capitano una tantum. E purtroppo non di recente.
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(di obiscan)
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paolp78
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lunedì 15 maggio 2017
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alien diventa un prodotto commerciale
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Alien aveva una ricercatezza, una complessità ed una atmosfera uniche, che non si rinvengono in questo prodotto commerciale il cui unico punto di forza è la regia di Scott.
I personaggi che compongono l'equipaggio sono poco approfonditi (grave difetto) e si ha l'impressione che si sia scelto un numero così alto di componenti giusto per avere più vittime per Alien. Sarebbe stato meglio avere meno personaggi meglio delineati.
Il film è una specie di horror ripetitivo, che non spaventa neanche molto.
Alcune scene sono quasi fumettistiche.
La fantascienza ricercata e calibrata del primo Alien lascia posto ad un film che sbraca e che offre una storia tanto complessa e tortuosa quanto poco affascinante.
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Alien aveva una ricercatezza, una complessità ed una atmosfera uniche, che non si rinvengono in questo prodotto commerciale il cui unico punto di forza è la regia di Scott.
I personaggi che compongono l'equipaggio sono poco approfonditi (grave difetto) e si ha l'impressione che si sia scelto un numero così alto di componenti giusto per avere più vittime per Alien. Sarebbe stato meglio avere meno personaggi meglio delineati.
Il film è una specie di horror ripetitivo, che non spaventa neanche molto.
Alcune scene sono quasi fumettistiche.
La fantascienza ricercata e calibrata del primo Alien lascia posto ad un film che sbraca e che offre una storia tanto complessa e tortuosa quanto poco affascinante.
Avrei preferito un film che rispondesse a qualche quesito in più e facesse a meno di riproporre le scene ormai trite e ritrite di tutti i film della saga.
L'universo immaginifico e pieno di intuizioni fantascientifiche di Alien meritava migliore evoluzione.
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altair74
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sabato 13 maggio 2017
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il crepuscolo degli dei
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l'inizio e la fine del film sono accompagnati dalle note de L'oro del Reno di R.Wagner, ma vedendo l'andamento complessivo del film sarebbe più consono usare un'altra opera del compositore tedesco. personalmente sono un amante della saga creata da Ridley Scott sul finire degli anni 70 e anche se ho apprezzato il tentativo fatto con Prometeus di riportare in vita il mondo degli xenomorfi( che nel complesso mi è piaciuto molto), trovo questo film decisamente insufficiente. la trama presenta buchi grossi come il groviera e delle forzature decisamente eccessive per ricollegarsi alla storia di Prometeus e a quella che dovrebbe portare al filone principale. il finale poi per quanto si cerchi di creare un colpo di scena, invece si rivela un arma a doppio taglio perché è fin troppo scontato.
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l'inizio e la fine del film sono accompagnati dalle note de L'oro del Reno di R.Wagner, ma vedendo l'andamento complessivo del film sarebbe più consono usare un'altra opera del compositore tedesco. personalmente sono un amante della saga creata da Ridley Scott sul finire degli anni 70 e anche se ho apprezzato il tentativo fatto con Prometeus di riportare in vita il mondo degli xenomorfi( che nel complesso mi è piaciuto molto), trovo questo film decisamente insufficiente. la trama presenta buchi grossi come il groviera e delle forzature decisamente eccessive per ricollegarsi alla storia di Prometeus e a quella che dovrebbe portare al filone principale. il finale poi per quanto si cerchi di creare un colpo di scena, invece si rivela un arma a doppio taglio perché è fin troppo scontato. la presenza poi dei flashback non fa che rendere la trama piatta è scontata. senza contare che non si capisce l'utilità di questi flashback perché sembra che siano solo ad uso e consumo di David. oltre però ad essere piatta la trama, presenta delle grosse incongruenze con il precedente Prometeus e paradossalmente il finale mina tutto il prosieguo della storia, perché sarà dura farla combaciare con il primo Alien del 1979. cronologicamente sono passati poco più di dieci anni dalle vicende del prometeus, ma a meno che i viaggi nello spazio siano rapidi come viaggi in aereo, sono troppo pochi per tutto quelle che è successo in questo lasso di tempo. anche l'integrità di David sembra poco credibile perché alla fine di prometeus era quasi stato decapitato e dubito che su una nave aliena un'archeologa potesse rimettere in sesto un androide dell'ultima generazione. è come se un neurologo su un peschereccio riuscisse a riparare un navigatore gps con lo schermo distrutto. un altra cosa buffa è che l'equipaggio della covenant sbarca su un pianeta sconosciuto senza un briciolo di misure di protezioni individuali. ammesso che l'atmosfera sia perfettamente respirabile, un minimo dubbio su possibili patogeni presenti nell'aria, nell'acqua o nel suolo non viene nemmeno preso in considerazione? purtroppo ci sono molte altre incongruenze nel film che è difficile non notare. il vero problema però del film non è ne la trama e nemmeno le incongruenze di questa, ma l'assoluta mancanza di un elemento distintivo di alien. il pathos. già di per se essendo un film che parla di xenomorfi è difficile spaventare o terrorizzare lo spettatore, ma in questo film non c'è un solo attimo in cui veramente si rivive l'esperienza tipica alla Alien. non dico che allo spettatore deve venire un infarto o saltare dalla poltrona del cinema, ma almeno un sussulto... un piccolo sussulto... tutto accade con segni premonitori fin troppo evidenti e purtroppo in tempi troppo celeri. certo ci sono scene dove i cari animaletti squartano e dilaniano, ma sono scene preannunciate... non c'è quel timore che nei vari alien teneva incollato lo spettatore che si chiedeva cosa ci sarà dopo quell'angolo o se quella stanza è sicura... a tratti sembra che agli xenomorfi siano stati attaccati dei campanelli per farli annunciare... in conclusione è un film che a mio parere fallisce su molti punti.
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ilcritico89
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domenica 14 maggio 2017
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l' alieno "bello"come non mai
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Dopo Prometheus che non mi era piaciuto molto non essendo un "vero"film su Alien ma solo un film di raccordo proprio per raccontare una storia finalmente Scott dirige un vero film sull' alieno più spaventoso della storia del cinema.
Inutile criticare un film solo perché non raggiunge i livelli del primo Alien perché quello resta un film irraggiungibile.
Covenant è un gran bel film che strizza l'occhio anche all'Horror oltre che a fantascenza e azione con una trama ben sviluppata,colpi di scena(anche se prevedibili)e effetti speciali bellissimi.
L'alieno poi è bello e feroce come non mai.
Forse per i fan della saga qualcosa può non aver convinto ma per chi come me ha visto gli altri film e voleva semplicemente il ritorno sul grande schermo di Alien con un film nello spazio con scene gore,effetti speciali e una trama semplice ma ben sviluppata può ritrnersi soddisfatto.
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(di hazard)
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marcoscapin
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martedì 16 maggio 2017
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ok la prima parte, poi tanta prevedibilità e noia
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Da gran fan della saga di Alien mi aspettavo un film quanto meno notevole (visto soprattutto la presenza di Ridley Scott alla regia) ma devo dire che sono stato pesantemente deluso. La prima parte del film può andare (molto classica e d'atmosfera) ma poi, poco prima del secondo tempo, il tutto incomincia a diventare prevedibile e a tratti noioso. Comprendo l'idea di Scott alla base dell'opera ma non posso non trovare la realizzazione (seppure curata al livello stilistico e registico) abbastanza sciapa e con un finale prevedibile come un canovaccio utilizzato fin troppe volte per interessare a qualcuno. La recitazione è per lo più discreta (tranne Michael Fassbender quando fa un personaggio che è prevedibilissimo).
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Da gran fan della saga di Alien mi aspettavo un film quanto meno notevole (visto soprattutto la presenza di Ridley Scott alla regia) ma devo dire che sono stato pesantemente deluso. La prima parte del film può andare (molto classica e d'atmosfera) ma poi, poco prima del secondo tempo, il tutto incomincia a diventare prevedibile e a tratti noioso. Comprendo l'idea di Scott alla base dell'opera ma non posso non trovare la realizzazione (seppure curata al livello stilistico e registico) abbastanza sciapa e con un finale prevedibile come un canovaccio utilizzato fin troppe volte per interessare a qualcuno. La recitazione è per lo più discreta (tranne Michael Fassbender quando fa un personaggio che è prevedibilissimo). Si può vedere in un giorno per mera curiosità, anche se le possibilità d'essere delusi sono molto alte.
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mercoledì 17 maggio 2017
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non se ne esce
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Quello che sappiamo e pensiamo sui sequel è noto, quando un film va bene spesso e a tempo di record ne arrivano altri, attenti molto di più al botteghino che ad altre questioni, la storia del cinema recente è piena di esempi di tal genere, purtuttavia, anche in questo caso, non si può fare di tutta l'erba un fascio. Sono trascorsi 18 anni da quando lo stesso Ridley Scott ha girato il primo Alien, ne sono seguiti diversi, affidati anche a bravi e blasonati registi, fino a quest'ultimo ancora di Scott. Non se ne esce, questa è la sintesi, sembrava tutto finito quando Sigourney Weaver si lasciò cadere nel piombo fuso, ma così non accadde, fu clonata e la storia potè ripartire. La storica eroina adesso non c'è più, ha lasciato il campo ad una nuova, il terribile alieno è ancora al suo posto e il finale spalanca le porte a successive imprese cinematografiche.
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Quello che sappiamo e pensiamo sui sequel è noto, quando un film va bene spesso e a tempo di record ne arrivano altri, attenti molto di più al botteghino che ad altre questioni, la storia del cinema recente è piena di esempi di tal genere, purtuttavia, anche in questo caso, non si può fare di tutta l'erba un fascio. Sono trascorsi 18 anni da quando lo stesso Ridley Scott ha girato il primo Alien, ne sono seguiti diversi, affidati anche a bravi e blasonati registi, fino a quest'ultimo ancora di Scott. Non se ne esce, questa è la sintesi, sembrava tutto finito quando Sigourney Weaver si lasciò cadere nel piombo fuso, ma così non accadde, fu clonata e la storia potè ripartire. La storica eroina adesso non c'è più, ha lasciato il campo ad una nuova, il terribile alieno è ancora al suo posto e il finale spalanca le porte a successive imprese cinematografiche. Oramai la saga è parte della nostra esistenza, ci accompagna da un ventennio e in cuor nostro speriamo che continui a farlo. "Covenant" è un bel film, ben congegnato e ben girato, due ore tirate come la corda di un violino, non mi ha convinto l'immagine del regno dell'androide ribelle, troppo simile all'"Apocalypse Now" di Coppola con tanto di riferimento wagneriano ma nel complesso ho apprezzato e mi sono sinceramente divertito.
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marco
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venerdì 12 maggio 2017
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bello , ma non troppo .
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Sufficienza strappata ad un fallimento , dato da un inizio poco decoroso e spesso privo di logica ed intelligenza .
Più volte durante la prima parte del film vi sono state scene che mi hanno strappato una risata ad indicare scelte e situazioni senza senso logico o estremamente stupide del tutto inlogiche per la preparazione che uno si aspetterebbe da persone a cui è stato dato il compito di colonizzare e portare vita su un altro pianeta .
Detto qursto , nella seconda parte del film la storia si fa più intrecciata di avvenimenti che lasciano stupore e interesse , come dire , un primo tempo tutto da rifare ma tutto sommato il film nel complesso non annoia ed intrattiene in mezzo a trama ed effetti speciali .
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Sufficienza strappata ad un fallimento , dato da un inizio poco decoroso e spesso privo di logica ed intelligenza .
Più volte durante la prima parte del film vi sono state scene che mi hanno strappato una risata ad indicare scelte e situazioni senza senso logico o estremamente stupide del tutto inlogiche per la preparazione che uno si aspetterebbe da persone a cui è stato dato il compito di colonizzare e portare vita su un altro pianeta .
Detto qursto , nella seconda parte del film la storia si fa più intrecciata di avvenimenti che lasciano stupore e interesse , come dire , un primo tempo tutto da rifare ma tutto sommato il film nel complesso non annoia ed intrattiene in mezzo a trama ed effetti speciali .
Conclusioni ? Film consigliato , ma non aspettatevi nulla , questo per evitare di rimanerci delusi .
Se preso con la giusta filosofia , è un ottimo film , da amante di Alien appena sufficiente.
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